Direi molto interessante questo articolo di Guido Guidi… Dobbiamo fidarci di loro? Non ci resta che farlo, vivendo nella speranza che personaggi del calibro di Steve Mcintyre continuino nel loro “sporco” lavoro di “seccatori”…
La fonte dalla quale abbiamo tratto quanto stiamo per raccontarvi non è nuova ad offrire spunti interessanti. Anzi si può dire che sia un’autentica spina nel fianco del movimento dell’AGW. Si tratta di Steve McIntyre, cioè colui che ha smascherato le nefandezze dell’Hockey Stick di Mann e soci e che ha costretto recentemente la NASA a rivedere le ricostruzioni dell’andamento della temperatura del secolo scorso, assegnando la palma (si fa per dire) di anno più caldo dei tempi recenti al 1934 e non al 1998, seppur con riferimento a quella piccola porzione di mondo che occupano gli Stati Uniti d’America. Insomma, un vero seccatore.
Tale scomodo personaggio ha analizzato quanto recentemente pubblicato dall’Hadley Center, la componente climatica del Servizio Meteorologico di Sua Maestà, nonchè sede operativa del Working Group 1 del Panel delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici. Si tratta del grafico in cui si rappresentano le serie storiche dal 1850 ai giorni nostri, aggiornato ai primi mesi dell’anno. L’immagine, che potete trovare anche qui, è costruita con un filtro di smussamento binomiale a 21 punti, una procedura comune per la costruzione di grafici di questo genere.
Curiosamente, quella attualmente consultabile non è la prima versione di questa ricostruzione, perchè dopo una prima pubblicazione, sono stati corretti degli errori nell’impiego dell’algoritmo di smussamento. L’errore (qui trovate la spiegazione) consisteva nel considerare le temperature dei primi due mesi di quest’anno, indubbiamente freddi e sotto la media, come rappresentativi dell’intero anno in corso, per cui nel grafico, applicando il filtro, risultava una brusca inversione di tendenza della temperatura negli ultimi anni. Indubbiamente un problema, visto che, in effetti, le temperature non sono scese nè aumentate nel medio periodo. Ben venga dunque la correzione.
Ora però, giusto per sfizio, il nostro investigatore privato si è tolto la soddisfazione di applicare lo stesso filtro fermando il tempo ai primi due mesi dell’anno scorso, indubbiamente caldi e sopra la media, tanto da fornire una comoda cassa di risonanza alla campagna mediatica della pubblicazione del Summary for Policy Makers del 4° Rapporto IPCC. Ricordate? Questo è solo l’inizio, farà sempre più caldo, a sciare ci potrete andare solo nei centri commerciali sulle piste sintetiche…..Bene, il risultato di questa maliziosa operazione è che nè più nè meno come accaduto per la forte discesa della curva delle temperature nel grafico di quest’anno, in quello dell’anno scorso si registrava una forte salita, cui però non è stata applicata alcuna correzione. Come dire, se le cose vanno per il verso giusto (scegliete voi quale), ci possiamo permettere di essere distratti, altrimenti, pronti a correggere l’errore. Questo è bias.
Ora la distrazione, stessa fonte. Nelle serie annuali e mensili, sempre del database dell’Hadley Center, c’è un problema che la mia professoressa di matematica delle medie mi avrebbe come minimo fatto notare non senza qualche conseguenza. Anno 1861, le serie annuali riportano -0.568; stesso anno, le serie mensili sono: -0.811 -0.477 -0.491 -0.375 0.765 -0.172 -0.308 -0.173 -0.379 -0.397 -0.410 -0.191, la media è -0.4124167. Una differenza di circa un decimo e mezzo in positivo. Cioè la temperatura di quell’anno cambia se cambia la prospettiva. E neanche a dirlo aumenta. Non è dato sapere quale sia la procedura di calcolo di questa media o quale filtro (???) sia stato impiegato. Forse è una semplice distrazione, o forse no è bias.
FONTE: www.climatemonitor.it