Gli inverni nella PEG (parte seconda)

Nel precedente articolo abbiamo fatto una premessa, anche se con nessuna spiegazione scientifica, non mi voliate male mica lo faccio apposta, diciamo che ufficialmente lo faccio per avere un approccio da appassionato ma realmente è che non saprei cosa dire. Detto questo continuiamo da dove ci eravamo lasciati, e si incomincia a parlare del 1400, partito subito alla grande. Si parte subito con l’inverno 1407/08, divenuto famoso per essere il più freddo del millennio ( peccato ci sia una assenza di dati delle temperature, in fondo il termometro venne inventato 300 anni dopo ), dove il Tamigi restò gelato per ben 14 settimane, circa 3 mesi e mezzo, la neve a Firenze superò i 60cm e in tutta Italia gli alberi “scoppiarono” per il freddo. Si hanno notizie che il ghiaccio arrivo fino alla scozia ed invase parte del mar nero. Un altro inverno fu il 1409/10 dove in Italia nevicò per circa 1 mese quasi tutti i giorni, lo si ricorda per il fatto che il vino congelò nelle botti. Passiamo poi al 1431/32 terribile anche lui, con gelo in Europa da Novembre a Marzo, periodo lungo il quale i fiumi Tedeschi rimasero ghiacciati, la laguna veneta ghiacciò fino in profondità tanto da permettere il passaggio dei carri, l’unico modo per approvvigionare la città, anche il Po gelò e rimase così per circa 2 mesi, da segnalare infine per quell’inverno l’assenza quasi totale della neve nelle alpi, probabilmente i mesi invernali furono segnati da continue correnti da est, proprio grazie al già citato Orso Russo. Segnalo il Tamigi gelato anche nel 1433/34. Si susseguì un periodo disastroso per l’agricoltura e la vegetazione, dal 1450 al 1480 in quasi tutti gli inverni i fiumi gelavano e i raccolti venivano distrutti dal freddo, in più occasioni gelò la laguna veneta e il Tamigi. Passiamo quindi alla fine del secolo dove una coppia di inverni mise a dura prova l’Europa in generale, il 1489/90 e il 1490/91. Nel primo si segnalano gare di corsa con i cavalli a Venezia sul Canal Grande e a Firenze sull’Arno, a Venezia inoltre nevicò per 12 giorni consecutivi e nella Pianura Padana la neve rimase al suolo fino a Marzo. Il secondo si fa sentire anche in Europa dove i fiumi Francesi rimasero gelati per 10 settimane, 2 mesi e mezzo, la laguna veneta ghiaccia ancora, ma quell’inverno resterà alla storia per aver portato la neve a Bologna il 1° Giugno, 32cm di accumulo, e a Ferrara il 4 con gelate successive. Da segnalare anche il 1492/93 dove a Firenze la neve supero i 60cm di accumulo e dalle testimonianze si pensa che la temperatura possa aver raggiunto valori inferiori a quelli del Gennaio 85. Da li seguì un periodo più mite per gli inverni, una parentesi di calma del clima che portò alla fioritura delle rose in Francia ad inizio 1500 nel mese di Gennaio. Poi arrivò l’inverno 1505/06, che rimise le cose a posto ( per l’epoca ), gelarono i fiumi europei ed italiani, la laguna veneta e addirittura il mare nel porto di Marsiglia, gela anche il Tamigi. Si passa poi al 1509/10 dove la neve raggiunse i 60cm a Firenze ( dove sapere che non è una coincidenza che siano sempre 60 i cm di accumulo di Firenze, all’epoca veniva usata una unità di misura, che valeva appunto 60cm e probabilmente il valore misurato veniva semplificato, oppure quello indica solo il valore massimo raggiunto dalla neve e non l’accumulo totale, cmq non c’è dato saperlo ), cmq tornando a Firenze, durante quell’inverno si organizzarono nuovamente delle gare di cavalli sull’Arno. Segnalo il Tamigi gelato nel 1514/15 e nel 1522/23, da qui in poi seguirà un’altra serie di inverni miti. Addirittura in Italia si arriva ad avere un periodo molto lungo di siccità, il cui culmine si raggiunge a cavallo del 1540 dove in Valtellina è segnalata l’assenza totale di pioggia per 5 mesi.

To be continued

Fabio sta facendo un lavoro biblico! Ottima ricerca ed ottimi articoli!

PS. Le fonti verranno fornite dallo scrittore nell’ultima parte della serie

4 pensieri su “Gli inverni nella PEG (parte seconda)

  1. per me sulle fonti non c’è problema, io lo facevo per semplicità, se vuoi alla fine di ogni articolo metto i link che ho usato.

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  2. Molte imprecisioni! Ad esempio per il 1408 in Italia in una cronaca di Ferrara del tempo non si segnala il gelo del Po (da considerare che allora per Po si intendeva il Po di Ferrara molto più piccolo e successivamente utilizzato per il deflusso delle acque del Reno in adriatico e non il Po grande, quello attuale per intenderci) e neppure il gelo delle viti. Il 1509-10 fu mite e l’inverno freddo anzi freddissimo fu il successivo 1510-11 (l’inverno dell’assedio della Mirandola da parte di Giulio II) in cui il Po gelò addirittura di fronte a Cremona ma in cui comunque non gelò la laguna di Venezia.

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