Archivi giornalieri: 2 Aprile 2009

Pur non essendo preoccupante (ancora) mi sto chiedendo perchè il solar flux è alcuni giorni che non scende sotto i 71!

ftp://lynx.drao.nrc.ca/pub/solar/FLUX_DATA/fluxtablerolling.text

Sono alcuni giorni che ho notato che il flusso solare resta costantemente sopra i 70, nulla di preoccupante, siamo ancora a valori tutto sommato di pieno minimo solare, senza poi contare ovviamente la serie di giorni spotless consecutivi che con oggi ha raggiunto quota 26!

Comunque è un dato che va analizzato e che merita importanza… da quando è apparsa la grande plage region ancora ben visibile anche nella giornata odierna, il solar flux ha avuto questa impennata, e cosa che non era mai successa in questo minimo, sta perdurando da alcuni giorni ormai a codesti valori… colpa della plage, o forse qualcosa si sta iniziando a muovere?

Ho sempre ritenuto il flusso solare l’indice più sensibile (assieme alle macchie) dell’attività solare, spero e mi auguro che già a partire dai valori odierni, tale indice torni a diminuire…

Voi che idea vi siete fatti su questo incremento del solar flux degli ultimi giorni?

Grazie, Simon

MDI Imager per esplorare il Far-Side del Sole (Seconda parte)

Nel POST precedente abbiamo introdotto l’argomento e affrontato la teoria alla base di questo importante sistema di monitoraggio della nostra stella, ora tratteremo l’implementazione del metodo che permette di ottenere mappe più dettagliate del lato nascosto del Sole.
Il nuovo metodo che andremo a commentare in questa seconda parte del POST è nato nel 2006 ed è una estensione del precedente, mentre nel metodo originale veniva analizzato un solo rimbalzo delle onde sonore nel nuovo metodo si esaminano le combinazioni di 1-rimbalzo + 3-rimbalzi grazie alle quali si possono vedere più chiaramente le zone “di confine” tra il lato nascosto del disco solare e il lato visibile fornendo mappe più chiare con netto miglioramento del rapporto segnale/rumore.
Chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente i dettagli riguardanti questo metodo MDI può visitare:
http://soi.stanford.edu/press/farside_Feb2006/web/index.html#how“.
Di seguito sono riportate le mappe MDI comparate per apprezzare al meglio le migliorie del nuovo metodo (immagini a destra) e del metodo MDI tradizonale presentato nel primo POST (immagini a sinistra); si noti in particolare la zona attorno a 280 gradi segnata con una linea tratteggiata focalizzando la nostra attenzione sulle ultime 4 righe, mentre con il vecchio metodo la sunspot compare improvvisamente nel lato visibile del disco solare senza essere diagnosticata nel “far-side” il nuovo metodo permette di prevedere la sua formazione con un buon margine di anticipo.
1a

Questo metodo di indagine risulta quindi molto preciso e fornisce mappe come questa:

1bOltre a fornire la mappa il nuovo metodo fornisce anche un “indice di affidabilità” che graficamente è rappresentato dalla barra di colore verde-giallo-rossa in basso a destra, se è di colore verde la mappa MDI è attendibile e confermata al 100%; attendibile perchè la mappa MDI non ha “buchi” nell’acquisizione dati ossia il flusso di dati è omogeneo, confermata perchè i dati ricalcolati dopo qualche giorno confermano quelli raccolti in prima istanza (i cosiddetti dati quicklook).
Grazie ai dati “quicklook” è comunque possibile costruire una mappa MDI di ottima qualità come quella riportata di seguito:

1cIl colore verde è sostituito dal giallo ad indicare che la mappa è stata costruita con dati “di prima istanza” o quicklook, la porzione di colore rosso è molto limitata ad indicare che i dati MDI utilizzati per il calcolo presentano una buona continuità.

Assolutamente inconsistenti sono invece mappe come la seguente:

1dQuando la porzione di rosso nell’indicatore dell’indice di affidabilità supera il 50% la mappa è del tutto inconsistente, la porzione di dati mancanti è tale per cui non è possibile ricostruire una MDI di qualità, occorrerà attendere una nuova serie di dati per avere un buon rapporto segnale-rumore al fine di costruire una mappa affidabile!!
Sono circa 20 giorni che seguo assiduamente le uscite di SOHO-MDI imaging e mi è capitato di vedere alcune regioni attive dare protosunspot che però collassano in poche ore; ho anche analizzato gli archivi degli anni passati confermando il fenomeno: le spot del ciclo 24 tendono a formarsi ma non emergono quasi mai in fofosfera a dare macchie degne di avere una numerazione, questo ce la dice lunga sull’eccezionale minimo che la nostra stella sta vivendo!!!

Fonte immagini: http://soi.stanford.edu/data/full_farside/farside.html

Per chi si fosse perso la prima parte introduttiva: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/23/mdi-imager-il-far-side-del-sole-non-e-piu-cosi-far/

Scritto da Alessandro