Archivi giornalieri: 10 Aprile 2009

Seguiamo l'estensione dei ghiacci artici

Estensione ghiacci artici
Estensione ghiacci artici

Fonte grafico: http://www.ijis.iarc.uaf.edu/seaice/extent/AMSRE_Sea_Ice_Extent.png

Come si può ben vedere dal grafico sopra, siamo ormai nel periodo che i ghiacci del polo nord iniziano la loro fase di discesa, per ragginugere il loro massimo grado di scioglimento tra settembre ed ottobre di ogni anno. Come ben ricorderete, il 2007 e il 2008 sono tristemente noti per aver sancito dei record neativi per quanto riguarda l’estensione dei ghiacci artici, Ora la sfida importante è vedere come si comporteranno tali ghiacci durante la prossima estate, al momento siamo messi abbastanza bene, ma anche l’anno scorso lo eravamo e poi il tracollo estivo, ma quest’anno le cose sembrano essere diverse!

Infatti i ghiacci artici sembrano avere uno spessore più elevato rispetto all’anno precedente che pur di questi tempi erano più estesi di quelli attuali! Di certo sarà un importante banco di prova per testare gli effetti del Minimo solare in corso, se come credo io i ghiacci resisteranno maggiormente allo scioglimento estivo rispetto agli ultimi 2 anni, un altro piccolo tassello sarà messo al punto giusto…

Intanto ad oggi siamo a soli 390.000 km2 inferiori alla media, che considerando da come partivamo a metà settembre dell’anno scorso, direi non male affatto!

iphone_recent_arcticFonte grafico: http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/iphone/images/iphone.recent.arctic.png

Infine da non trascurare assolutamente il dato globale dei nostri ghiacci marini (polonord+polo sud), che ad oggi vede un surplus rispetto la media di circa 0.60 milioni di km2!

Simon

UPDATE: Con oggi l’anomalia del polo nord scende rispetto a ieri a soli -299.000 km2!

Relazione tra i raggi cosmici, l’ozono e la temperatura della stratosfera

La stratosfera è il secondo strato, dopo la troposfera, in cui è stata suddivisa l’atmosfera terrestre. Si estende da un’altezza di 12 km, 8 ai poli e 20 all’equatore, fino a 50 km. Nel seguente articolo vi riporto due importanti studi: uno sui raggi cosmici e la misura della temperatura della stratosfera e un altro sull’influenza di essi sull’ozono stratosferico.

Una nuova tecnica per misurare la temperatura della stratosfera
In un recente articolo, alcuni scienziati inglesi hanno analizzato i dati degli ultimi quattro anni di misurazioni dei raggi cosmici (CR) registrati da un rilevatore sotterraneo di particelle situato in una ex-miniera di ferro nello stato del Minnesota. Costoro hanno dimostrato che esiste una stretta correlazione tra il numero dei raggi conteggiati e la temperatura della stratosfera e l’hanno utilizzata per identificare eventi meteorologici durante la stagione invernale. Il rilevatore conteggia i muoni, particelle prodotte in seguito all’interazioni dei raggi cosmici con l’alta atmosfera (vedi immagine, in giallo i muoni conteggiati). In particolare, quanto la temperatura della stratosfera aumenta, l’aria si espande, lasciando più spazio alle particelle prodotte dai raggi cosmici di raggiungere la superficie della Terra (aumenta il numero dei muoni). Quando la temperatura diminuisce avviene il contrario (diminuisce il numero dei muoni).

article07_image04fonte: http://www.symmetrymagazine.org/images/200903/article07_image04.jpg

La parte che ha sorpreso di più gli scienziati è stata l’osservazione di improvvisi e repentini cambiamenti nei livelli di raggi cosmici durante i mesi invernali, che sono coincisi con i fenomeni di stratwarming. Agli appassionati di meteorologia non è passato inosservato questo fenomeno, ovvero un improvviso e intenso riscaldamento (fino a 40 gradi in alcuni luoghi) della stratosfera, nella regione artica del globo, avvenuto nel mese di gennaio (vedi immagine sotto).

time_pres_hgt_anom_all_nh_20091

fonte:http://www.cpc.noaa.gov/products/stratosphere/strat-trop/gif_files/time_pres_HGT_ANOM_ALL_NH_2009.gif

Il passo successivo sarà quello di analizzare le registrazioni sui raggi cosmici degli ultimi 50 anni effettuate in varie parti del globo per comprendere meglio la variazioni di temperatura della stratosfera. La tecnica è utile e più immediata rispetto all’uso di satelliti o peggio ancora rispetto ai palloni sonda.

I raggi cosmici e l’ozono stratosferico
Tutti voi ricordate il problema del buco dell’ozono in Antartide, bene, sembra che le cose stiano messe diversamente, almeno secondo lo scienziato Q. L. Lu del dipartimento di fisica e astronomia all’Università canadese di Waterloo. Per due decenni è stata accettata la teoria secondo la quale sono i cloro-fluoro-carburi (CFC) i principali distruttori della fascia di ozono nella stratosfera.

o3crfonte: http://icecap.us/images/uploads/O3CR.JPG

L’analisi dei dati satellitari nel periodo compreso tra il 1980 e il 2007, che copre due cicli di 11 anni dei raggi cosmici (CR), mostra chiaramente la correlazione tra i CR e la riduzione della fascia di ozono (vedi immagine sopra). Questo risultato, combinato con le misurazioni fatte già in laboratorio, prova il ruolo fondamentale dei CR nelle reazioni di distruzione dell’ozono e risolve la discrepanza tra i modelli fotochimici utilizzati e la riduzione osservata. Le più recenti valutazioni scientifiche che utilizzano tali modelli prevedono un incremento di ozono del 2,5% tra il 2000 e il 2020 sul totale e un aumento dal 5 al 10% sull’Antartide. Secondo Lu ci dobbiamo aspettare, invece, una pesante perdita della concentrazione dell’ozono stratosferico nel 2008-2009, specialmente – aggiungo io – se questo minimo solare continuerà in questo modo. Il buco di ozono si trova, come sapete, in corrispondenza della stratosfera antartica ma guarda caso la ionizzazione dei CR è massi ma proprio nelle regioni polari.
Possiamo trovare una connessione tra l’attività solare, i raggi cosmici, la concentrazione di ozono e la variazione di temperatura nella stratosfera. Tutti sappiamo che l’ozono assorbe la radiazione ultravioletta e ciò determina un aumento della temperatura della stratosfera. Secondo Lu questo non è l’unico meccanismo di distruzione di ozono, ma al processo si aggiungerebbero anche i CR, portando ad un ulteriore incremento della temperatura della stratosfera. Ecco il possibile legame
Maggiore attività solare ? meno CR ? più ozono ? incremento temperatura stratosferica
Minore attività solare ? più CR ? meno ozono ? diminuzione temperatura stratosferica
Rimarrebbe da spiegare la diminuzione di temperatura della stratosfera avvenuta negli ultimi decenni in presenza di una forte attività solare (CFC, forse?). Il discorso che ho fatto è puramente qualitativo e non tiene conto né della dinamica della stratosfera, nè degli scambi termici con la troposfera. Sarà interessante vedere nei prossimi anni se Lu avrà ragione oppure no.

Fonti:
http://wattsupwiththat.com/2009/01/22/correlation-demonstrated-bewteen-cosmic-rays-and-temperature-of-the-stratosphere/
http://wattsupwiththat.com/2009/03/26/galactic-cosmic-rays-may-be-responsible-for-the-antarctic-ozone-hole/#more-6560
http://www.exchangemagazine.com/morningpost/2008/week38/Thursday/091811.html

http://www.symmetrymagazine.org/cms/?pid=1000688

ANGELO