I buchi coronali o Corona Holes (CHs) sono zone della corona solare aventi una ridotta densità di plasma, appaiono come zone più scure nelle immagini “extreme UV” fornite da SOHO siglate EIT 171 (bassa corona), EIT 195 (media corona) e EIT 284 (alta corona). Questi fenomeni sono la principale origine del vento solare e rappresentano un particolare indicatore dell’attività elettromagnetica del nostro astro; abbiamo già detto più volte che le macchie solari sono manifestazioni “estremamente organizzate” dell’attività magnetica solare ossia due zone a polarità magnetica opposta “focalizzano” generando in fotosfera canali di plasma a più bassa densità che appaiono più scuri in quanto più freddi della fotosfera stessa nell’immagine MDI-Continuum, le CHs invece non danno luogo a manifestazioni cromatiche particolari sulla superficie solare mentre, come ho già detto sopra, possono essere osservate nella banda extreme UV, dalla combinazione di questi due metodi si ottengono immagini continuum in cui sono visibili le CHs:
Dal punto di vista elettromagnetico le CHs sono assimilabili a singoli poli magnetici aventi polarità omogenea nel loro interno e al loro intorno, da questi poli si dipartono linee di campo magnetico “aperte”, ossia che tendono a ricongiungersi con le linee di opposta polarità che nascono a elevatissima distanza da loro, dunque sono l’esatto opposto delle macchie solari, che creano fortissimi campi magnetici con evidenti linee di loop a distanze relativamente basse.
Fino a qui nulla di eccezionale, abbiamo solamente presentato l’argomento di questo nuovo post, in realtà non è così! Queste immagini hanno qualche cosa di veramente eccezionale!!!
Le CHs durante i periodi di minimo solare sono generalmente ben confinate sui poli geografici del Sole, solamente in prossimità del massimo solare, quando sta per avvenire l’inversione dei poli del sole, queste si distaccano dai loro poli di origine e iniziano a scendere di latitudine fino a divenire “trans equatoriali” dando vita a un sistema quadripolare per poi proseguire verso il polo di opposto segno.
OSSERVAZIONE: Sebbene le CHs riportate sembrano più piccole di quelle in FIG-2 c’è da sottolineare che quelle in FIg-2 appunto sono nei pressi di imponenti fenomeni di SunSpot e Coronal mass ejection (CME).
Nel lavoro di M.P. Miralles et al. “Low-latitude coronal holes during solar maximum” (Advanced in Space research Vol. 33, 2004, pp 696-700) gli autori studiano la migrazione di questi fenomeni nell’arco del ciclo solare; in particolare riporto una frase assai eloquente dell’introduzione al lavoro: “At solar minimum, the Sun displays a coronal holes at each of its poles and none near its equator”.
In un’altro lavoro K.I. Nikolskaya dimostra come “Coronal Holes as Tracers of migration of the solar magnetic poles during an activity cycle”; in questo lavoro l’autore mette in evidenza come le CHs siano buoni indicatori dell’attività del campo magnetico solare, e conferma quanto già detto nel lavoro precedentemente citato ossia che durante il periodo di minimo solare le corona holes risultano rigorosamente confinate ai poli della stella per poi portarsi a latitudini via via sempre più basse con il proseguo del ciclo.
La situazione attuale è la seguente:
Durante le prime fasi di questo minimo solare (tardo 2006) mi è capitato di leggere in alcuni forum specifici del settore che oltre alle macchie solari anche le corona holes risultavano quasi del tutto assenti in questo periodo.
Vi confesso che quando ho letto queste affermazioni sono rimasto molto impressionato dal fatto che in quest’ultimo anno e mezzo due enormi buchi coronali transequatoriali si sono avvicendati con cadenza quasi perfetta ogni 10-16 giorni nel lato visibile del disco solare, in particolare seguendo la loro storia, visto che dal ottobre 2002 vengono catalogate anche loro (http://www.solen.info/solar/coronal_holes.html), è stato quindi possibile ricavarne la natura magnetica (polarità) che non è presente come dato nell’archivio appena proposto. Dunque Nei giorni scorsi siamo stati direttamente esposti alla CH 366 che deriva dalla CH331 la quale si è originata dalla fusione di CH 327 e CH 326; la CH 327 deriva da CH276 formatasi in data 29-06-2007 in zona transequatoriale, la CH326 deriva dalla CH320 derivata dalla corona hole Polare a nord.
La CH 365 invece deriva dalla CH332 (Polarità sud) che nasce il 18-08-2006 al polo sud appunto dove resterà confinata per diverse rotazioni fino a dare luogo alla CH 332 che il 18-07-2007 si sposta definitivamente in zona transequatoriale con la numerazione CH335.
Dunque sono ora presenti da più di un anno due grandi CHs transequatoriali a polarità opposta che si alternano, situazione che sembrerebbe essere tipica di una imminente inversione di polarità magnetica del Sole la quale dovrebbe coincidere con il massimo dell’attività solare! Ed è qui che alcuni tasselli iniziano a combaciare:
Originariamente il Prof. Hathaway con il suo Staff. nel lavoro (Hathaway, Wilson, and Reichmann J. Geophys. Res. 104, 22,375 (1999)) prevedeva un picco del ciclo 24 nei primi mesi del 2009 (fonte = http://solarscience.msfc.nasa.gov/predict.shtml), previsione poi via via modificata fino a quella proposte in Aprile 2009.
Il Prof. Timo Niroma prevedeva da sempre un ciclo 24 molto debole, nell’ultimo post proposto da Simon il 9 Aprile lo scienziato afferma che dovremo attendere il 2010 per vedere qualche attività tangibile del ciclo 24.
Se applichiamo gli studi di Miralles e Nikolskaya sulle corona holes del ciclo 23 al ciclo 24 in corso possiamo affermare che siamo a un anno dal picco massimo dell’attività solare! Se questa analisi si rivelerà fondata dovremo aspettarci un lieve sussulto di attività solare per poi ritornare verso un nuovo profondo minimo, a meno che qualche cosa nell’inversione di polarità del Sole non vada “storto” e per qualche motivo questo ingranaggio si inceppi riportandoci nella situazione che ha caratterizzato il Minimo di Maunder come scritto in “http://adsabs.harvard.edu/abs/2007AdSpR..40.1917C” in un lavoro dal titolo:” Monopolar structure of the Sun in between polar reversal and in Maunder Minimum”. Che sarà oggetto del mio prossimo POST!
UPDATE: Nei giorni di Pasqua siamo stati esposti anche alla CH367, Transequatoriale figlia della 365.
ALESSANDRO
Colgo l’occasione per ringraziare l’autore dell’articolo, ha davvero toccato un tema del quale non ero a conoscenza, pur avendo notato in questi ultimi mesi la perseveranza di questi buchi coronali. Non so se avete capito l’atipicità di questo fatto, dalle conoscenze attuali infatti sembra che questi buchi coronali che ormai da un anno si presentano in sede transequatoriale, significano in teoria che abbiamo già vissuto la fase di massimo solare, magari riconducibile ai sussulti del sole nei mesi di ottobre e novembre scorsi, da quando poi il sole ha ricominciato un’altra fase di bassissima attività!
Salgono le possibilità di un altro ciclo “nascosto” come accadde (forse) durante il ciclo 5 che precedette il Minimo di Dalton, o più semplicemente c’è ancora molto da studiare riguardo la nostra stella?
Nel prossimo articolo, Alessandro descriverà poprio la situazione dei buchi coronali durante il minimo di Maunder, da non perdere direi!
Simon