Archivi giornalieri: 22 Aprile 2009

I CAMBIAMENTI DELLA CIRCOLAZIONE ATMOSFERICA NEGLI ULTIMI 50 ANNI – AUTUNNO

Ci apprestiamo ad analizzare l’ultima stagione di questa serie di articoli, l’Autunno. Senza fretta e senza indugi passiamo a mostrare le differenza del periodo utilizzato dalle reanalisi NOAA da quello CLINO.

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Non ci sono sostanziali differenze, passiamo quindi ad analizzare gli Anni 50:

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Si nota un potente blocco anticiclonico sulla Scandinavia e sulla Russia, molto probabilmente sono i residui dell’Orso che si spinge fino in Europa ma che perde la sua termicità diventando dinamico. Segno di correnti da est, autunni freddi, ma forse anche secchi.

Passiamo quindi agli Anni 60:

Geopotenziali: http://img145.imageshack.us/img145/5166/79824025109111347.png

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Autunni questi dove l’atlantico la faceva da padrone ( non a caso gli autunni degli anni 60 sono famosi per l’atlantico ) e la carte della pressione mostra come inequivocabilmente l’Europa fosse preda delle depressioni, stagione molto piovosa.

Ora gli Anni 70:

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Classico blocco sull’Atlantico e irruzioni artiche che colpiscono l’Europa, questo è il periodo più freddo per questa stagione e si vede, famosissimo l’Ottobre 1974, conosciuto come il più freddo in Europa dal 1700.

Ott-74 anomalia temperature: http://img264.imageshack.us/img264/6585/79824025109113112.png

Passiamo quindi agli Anni 80:

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Si commenta con una sola parola: Cammello.

Anni 90:

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Con gli Anni 90 si ritorna ad avere una stagione fredda, non sono famosi ma gli autunni di quel tempo furono abbastanza freddi. Emblematica la carta dei geopotenziali che mostra un buco barico proprio sull’Europa, difficile dire se sia dovuta all’Atlantico o dalle incursioni artiche e la pressione lascia supporre un misto tra entrambe.

Ora gli Anni 2000 ( fino all’Autunno 2008 ):

Geopotenziali: http://img128.imageshack.us/img128/1323/79824025109114240.png

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I geopotenziali mostrano un blocco anticiclonico sulla Russia e la famosa falla iberica, Autunni quindi caldi e secchi, anche se la pressione lascia perplessi, molto simile alla media, e in alcuni punti poco sotto, come per l’estate il cambio di circolazione è tutto in quota.

FABIO

Per chi si fosse perso le altre tre parti o le volesse rileggere questi sonoi link:

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/04/15/i-cambiamenti-della-circolazione-atmosferica-negli-ultimi-50-anni-%e2%80%93-estate/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/04/08/i-cambiamenti-della-circolazione-atmosferica-negli-ultimi-50-anni-%e2%80%93-primavera/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/26/i-cambiamenti-della-circolazione-atmosferica-negli-ultimi-50-anni-%e2%80%93-inverno/

Comunque mi ero sbagliato sul Noaa…

…quando affermavo che prolungava i giorni delle macchie solari…

Resto invece ancora un pò convinto che alcuni SSN sono stati un pò sovrastimati, ma lì c’è il beneficio del dubbio, perchè loro hanno a disposizione strumenti molto più raffinati di quelli a nostri disposizione, quindi tutto può essere.

Ma per quanto concerne il primo punto, devo riconoscere ora che facevano ed hanno sempre fatto bene, in quano semplicemente usano orari UTC nelle loro rilevazioni, quindi se una macchia era presente che ne so, alle 3 del mattino, ma non più nel mattino o pomeriggio seguente, era pur sempre la stessa macchia del giorno prima ancora visibile dopo la mezzanotte, quindi nel giorno seguente. Ed èil motivo per cui anche oggi conteranno 11! Tutto ciò ovviamente grazie all’utilizzo di telescopi spaziali, che consentono la rilevazione di macchie anche quando in America è notte.

Anzi, come molti di voi hanno giustamente notato, devo addirittura fare i miei più sentiti complimenti al centro americano per come si sono comportati nel conteggio della macchia di ieri: prima hanno aspettato, valutando così la durata e l’eventuale cambiamento di forma e dimensione della sunspot, poi quando hanno visto che effettivamente a differenza di quella de l 26 marzo, quella di ieri aveva i presupposti per durare di più, l’hanno giustamente conteggiata!

Sono ababstanza convinto di affermare che perlomeno da quando seguo il sole io, NOAA batte SIDC 10 a 0!

Simon

Per i delusi della macchia di ieri…

Fatemi dire una cosa: lo so, siamo stati molto sfortunati, potevamo veramente finire il mese a 0, ma virtualmente è come se lo avessimo fatto…se infatti vogliamo paragonare il 2009 al 1913 sappiamo un pò tutti che tali macchie non sarebbero mai state viste 100 anni fa…il resto è solo statistica, che nulla toglie all’eccezionalità che stiamo vivendo…

Io per primo mi lascio trascinare dalla serie dei giorni spotless, credo sia innato nell’essere umano il concetto della competizione, il voler sempre battere nuovi record…ma poipensandoci bene, ha ragione chi afferma che nulla cambia…

A cosa siamo interessati di più infatti?

Al fatto che speriamo che la bassa attività solare porti ad un cambiamento di rotta al clima di riscaldamento globale degli ultimi decenni, che è anche, ricordiamolo, il punto cardine di questo Blog, probabilità questa che resta comunque inalterata!

Non sarà infatti una macchietta insignificante a cambiare la situazione…tra l’altro appunto, come ha anche scritto qualcuno, se questa è l’unica attività che la nostra stella riesce a produrre, ben vengano queste pseudo macchie, altre 100 da qui a non so quando!

Il resto infatti, è solo statistica…the show must go on!

Simon

E' molto difficile potersi fidare dei dati GISS!

In molti siti internet, come anche in questo, si è messo giustamente in discussione come viene misurata la temperatura nelle stazioni meteorologiche posizionate in varie parti del mondo. La questione si è fatta interessante perché, mentre l’Università dell’Alabama ha archiviato il 2008 come il quindicesimo anno più freddo degli ultimi trenta sulla base dei dati satellitari MSU della bassa troposfera (il più freddo dal 2000), il centro inglese Hadley lo ha posizionato al decimo posto tra gli anni più caldi dal 1850. Le stazioni di rilevamento della temperatura usate dal GHCN NOAA, NASA GISS e Hadley CRUT3v sono contaminate dall’ urbanizzazione, mal posizionate, ma la cosa più preoccupante è che i 2/3 di queste sono state abbandonate in particolar modo dal 1990. Si è passati da un massimo di 15000 del 1970 ad un valore di 5000 nel 2000. L’immagine sotto riporta quelle utilizzate dal NOAA e dalla NASA (passate da 6000 a 2000) Da notare anche la discontinuità di temperatura media in corrispondenza dell’abbandono delle stazioni che suggerisce l’introduzione di un errore di campionamento.

http://icecap.us/images/uploads/Stationdropout.jpg
http://icecap.us/images/uploads/Stationdropout.jpg

La perdita riguarda soprattutto le stazioni rurali (passate da 8000 a 3000) e non è uniforme in tutto il pianeta. La maggior parte delle stazioni sono state perse in Unione Sovietica, Cina, Africa e Sud America. Per farvi un’idea guardate questa ricostruzione fatta dal Dr. Kenji Matsuura e dal Dr. J. Cort Willmott dell’Università di Delaware

http://climate.geog.udel.edu/~climate/html_pages/Ghcn2_images/air_loc.mpg

Due osservazioni importanti: primo, la cattiva copertura territoriale al di fuori degli Stati Uniti e dell’Europa e secondo la notevole perdita del 1990. Alla fine del 1989 più della metà delle stazioni in URSS sono state chiuse in seguito al collasso del regime comunista.

La perdita di stazioni rurali è problematica perché per calcolare la temperatura di una regione si è dovuti passare a rilevare le temperature delle stazioni vicine o di quelle situate in aree urbane. Questo è un problema che riguarda soprattutto la Siberia e spiega in parte il suo riscaldamento che ha subito un rapido incremento proprio a partire dal 1990.

Un altro problema rilevante che si pone è la penuria di dati delle temperature degli oceani che come ben sapete coprono il 70 % della superficie terrestre. Eccetto poche boe e poche navi mercantili e militari che seguono rotte che toccano le zone settentrionali degli oceani, manca la copertura di vaste aree oceaniche meridionali.

I dati satellitari non sono soggetti ai problemi delle stazioni meteorologiche e offrono una copertura globale con l’unica pecca che si hanno dati a partire solo dal 1979. Forse sarebbe il caso di passare a questi nuovi e più affidabili strumenti di misura della temperatura globale.

Fonti:

http://icecap.us/index.php/go/joes-blog/2008_coldest_year_since_2000_and_clearly_not_a_top_ten_warmest_year/

http://www.uoguelph.ca/~rmckitri/research/nvst.html

ANGELO