Attività Solare – Conoscenze di Base (parte 2)

Nella prima parte abbiamo parlato dell’attività solare studiata mediante le variazioni della presenza di macchie sulla superficie del sole: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/05/15/attivita-solare-%e2%80%93-conoscenze-di-base-parte-1/

Abbiamo detto che venne scoperto poi che tali variazioni seguivano cicli di circa 11 anni e che le osservazioni iniziarono con l’invenzione del telescopio da parte di Galileo.

Ecco quindi un grafico che riassume questi concetti.

(NB: sull’asse delle Y c’è scritto numero delle macchie solari, ovviamente è un errore, in realtà l’asse rappresenta il Numero di Wolf )
(NB: sull’asse delle Y c’è scritto numero delle macchie solari, ovviamente è un errore, in realtà l’asse rappresenta il Numero di Wolf )

Fonte grafico: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/e/ed/Sunspot_Number-it.png

L’attività solare però è riscontrabile anche in altri fattori, quali per esempio il campo magnetico e l’annesso vento solare.

Il campo magnetico solare è generato dal movimento del plasma nella zone più esterna della stella, e cambia segno in corrispondenza di ogni massimo solare, quindi ogni 11 anni.

Il campo magnetico si può dire che sia il motore del sole, esso è responsabile di tutti i fenomeni che avvengono sulla nostra stella, compreso il vento solare che è per lo più una corrente di particelle altamente ionizzate e quindi cariche di energia di Idrogeno ed Elio, che sono i maggiori componenti delle stelle.

Le variazioni del vento solare seguono in parte il ciclo un decennale delle sunspot, dico in parte perché la relazione non è strettissima, il vento infatti dipende anche da altri fattori che lo influenzano maggiormente rispetto alle macchie.

Dalla sua composizione si può dedurre che il vento solare abbia una energia notevole, esso infatti si “porta dietro” parte del campo magnetico solare e tutto questo incide fortemente sulla ionosfera terrestre dove i gas vengono appunto ionizzati dall’elevata energia in gioco.

Bisogna ricordare poi che il vento solare provoca sulla terra uno dei fenomeni più affascinanti, quelle delle aurore polari, proprio perché gli atomi ionizzati una volta rilasciata l’energia accumulata emettono radiazioni che a volte sono nel campo del visibile e quindi percettibili dall’occhio umano.

Un altro indicatore è il Flusso Solare, esso rappresenta il riscaldamento ed il successivo rilassamento non radiativo del plasma intrappolato sopra le regioni attive della superficie solare.

( il rilassamento non radiativo è un determinato processo che invece di liberare energia elettromagnetica libera energia vibro-rotazionale, infatti non avvengono salti tra stati elettronici, ma all’interno dello stesso livello elettronico )

Per concludere parliamo del flusso di Raggi Cosmici che nonostante non ha interazioni dirette con il sole fa parte di quelle variabili che possono indicarci l’attività della nostra stella.

Essi sono un insieme di radiazioni energetiche prodotte da qualsiasi tipo di particella presente nello spazio, e maggiore sarà il campo magnetico del sole minore sarà la quantità di raggi cosmici che colpirà la ionosfera.

FABIO

11 pensieri su “Attività Solare – Conoscenze di Base (parte 2)

  1. Pingback: Anonimo
  2. scusa fabio il grafico nell’articolo l’ho visto parecchie volte. Ce tu sappia la linea blu è il SN annuale e quella nera il SSN annuale?

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  3. Visto che siamo in tema di lezioni, qualcuno, cortesemente, potrebbe farmi sapere se durante il minimo di Maunder si è verificata anche una riduzione delle temperature?

    grazie per una gradita risposta.

    Ciao, Ruggero.

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  4. Mi permetto una domanda, la parte in rosso del grafico, e’ stata
    fatta con le osservazioni o con rilievi diversi (anelli degli alberi, ecc. )?

    grazie e saluti

    Alberto

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  5. quella parte di grafico è stata realizzata con sporadiche osservazioni dirette del sole. I rilievi diversi(carotaggi di permafrost,torba,anelli degli alberi)non ci possono dire quante macchie si vedono sulla superficie del sole.

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  6. E certo Ruggero che c’è stata una diminuzione della temp!

    Quel periodo ha coinciso proprio con la piccola era glaciale.

    Simon

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  7. allora:
    per Angelo: la linea blu è l’SSN mensile, mentre quella nera è probabilmente una media smoothed trentennale, anche se non ne sono sicuro.
    per Ruggero: si, il periodo tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 è il periodo più freddo di tutta la PEG e coincide con il minimo di Maunder, c’è chi dice sia casualità ma noi riteniamo sia una diretta conseguenza.
    Per Alberto: la parte in rosso sono osservazioni sporadiche che non vengono prese in considerazioni nel conteggio statitistico delle macchie, infatti il primo ciclo è fatto iniziare intorno al 1750, come si vede dal grafico.

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