Archivi giornalieri: 2 Giugno 2009

Il ciclo 23 resiste ancora…

1Oggi la regione nell’emisfero meridionale non è stata conteggiata, evidentemente nel frattempo si è già attenuata, come attenuata è anche la regione del nuovo ciclo almeno rispetto a ieri.

Il vento solare è ai minimi assoluti, l’Ak-innde quasi azzerato, il solar flux ha avuto una piccola impennata per via della regione attiva del ciclo 24, ma è ben lungi ancora dall’essere decollato come si converebbe ad un ciclo in netta fase di ripartenza.

Non saremo in questa ultima fase più in un minimo profondo, ma di certo chi considera il sole ripartito al 100% con simili indici solari, è fuori strada.

I prossimi 2-3 mesi saranno cruciali: guardate che non mi stupirei di vedere un inizio del nuovo ciclo con poche regioni attive ed ancora con valori degli indici solari molto bassi, e perdurare così fino al massimo solare.

Un ciclo quasi abortito insomma…

Ripto i prossimi mesi saranno cruciali, ma chi si aspetta un improvviso e forte risveglio del Sole, si sbaglia di grosso…anche ammettendo che il ciclo sia ripartito, lo sta facendo in sordina rispetto a quanto eravamo abituati negli ulimi 50 anni…per quel che ne sappiamo, potrebbe anche rispegnersi un’altra volta, come fece dopo ottobre e novembre 2008…oppure continuare così, con un numero di regioni attive molto basso e con gli indici solari quasi azzerati, e con ricordiamolo, la presenza ogni tanto di un ciclo 23 che non ne vuole sapere di morire definitivamente.

Inoltre, l’emisfero sud appare molto meno attivo rispetto a quello nord, manca ancora tempo al massimo solare, ma è meglio che si dia una smossa se il Sole vuole fare lo scambio di polarità, perchè attualmente non ne ha per niente la forza magnetica necessaria…e senza cambio di polarità, i cicli si impantanano, come successe nel famoso Minimo di Maunder.

Ritengo che ogni strada sia francamente percorribile, beato chi afferma con così tanta sicurezza che un Maunder non sia possibile…io preferisco lasciare aperta ogni strada, daltronde nel 1600 glòi strumenti a disposizione per monitorare il Sole non erano gli stessi di oggi, molti giorni di osservazioni non furono fatti, io sono convinto che se avessero avuto la nostra tecnologia, quel minimo non sarebbe così prfondo come ci appare oggi, ma molto più vicino all’attuale…certo, poi quello però durò 70 anni…

Vedremo…

Simon

Indici dell’attività solare (parte prima)

Il numero di Wolf e l’SSN sono certamente tra i parametri più utilizzati per monitorare l’attività del Sole vista la loro importanza storica nello studio della nostra stella. Ma ve ne sono altri che vengono utilizzati dalla comunità scientifica e non solo, infatti, basta andare su qualche sito di radioamatori come, ad esempio, http://www.solarcycle24.com/ per trovare una serie di sigle del tutto incomprensibili. Ci occuperemo proprio di questi parametri numerici o meglio indici dell’attività solare poco noti ai non addetti ai lavori. Di questi ce ne sono molti e ho dovuto fare una scelta dei più importanti. In questa prima parte ne tratterò due: il solar flux e l’x-ray flux. Il primo è uno dei più importanti indicatori dell’attivita solare assieme al SN. Nella seconda parte dell’articolo parleremo invece di alcuni indici geomagnetici.

Il Solar Flux

Il Sole emette onde radio. Si tratta di radiazioni elettromagnetiche di frequenza compresa tra zero e 300 GHZ, o lunghezza d’onda che va da 1mm all’infinito. La quantità di energia emessa da tutto il disco solare alla frequenza di 2800 Mhz, o anche 2,8 GHZ (che corrisponde a una lunghezza d’onda di 10,7 cm) costituisce quello che noi chiamiamo Solar Flux, indicato spesso con F10,7 o index Covington. Questo valore è stato registrato, fin dal 14 febbraio del 1947, da un radiotelescopio all’Osservatorio Radio di Algonquin, vicino Ottawa, Nel 1990-1991 il programma è stato trasferito al Radio Dominion Astrophysical Observatory vicino Penticton (British Columbia, Canada). Ogni giorno le misurazioni sono fatte in corrispondenza del mezzogiorno locale (1700 UT a Ottawa e 2000 UT a Penticton).
I dati forniti sono classificati in due forme: il “flusso osservato” e il “flusso aggiustato”. I primi si riferiscono al solar flux effettivamente misurato e sono affetti dalle variazioni della distanza Terra-Sole durante l’anno, mentre i secondi sono sistemati ad una 1 UA (Unità Astronomica= 149.597.870.691 Km, distanza media Terra-Sole). Quelli che generalmente trovate in grafici o figure (come quella sotto) sono i valori di F10,7 non “aggiustati”.

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fonte: http://www.swpc.noaa.gov/SolarCycle/f10.gif

L’unità di misura di questo indice è il “solar flux units” (sfu) che corrisponde a 10 -22 J s -1 m -2 Hz –1. I valori più bassi osservati sono di solito 65-67 SFU. In corrispondenza di un massimo solare si possono superare i 200. Ad esempio, attualmente il Solar flux è 69 (sfu), un valore molto basso. Nell’immagine sotto potere osservare le variazioni del flusso solare negli ultimi mesi.

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fonte: http://www.solen.info/solar/index.html

L’X-ray Flux

Le violente eruzioni di materia che avvengono sulla fotosfera sono chiamati brillamenti, in inglese flares e sono caratteristici fenomeni che si presentano soprattutto durante un massimo solare. Queste eruzioni sono accompagnate da emissioni di raggi X, ovvero radiazione elettromagnetica di lunghezza d’onda compresa tra 100 e 1/100 di Å (1Å = 10^-10m, 1 decimiliardesimo di metro). La quantità di energia misurata vicino alla Terra in corrispondenza a queste lunghezze d’onda costituisce il flusso solare di raggi X, l’X-ray flux. Generalmente, le regioni attive solari, come appunto i flares, emettono più raggi X rispetto a quelle non attive, di conseguenza, questo valore può essere utile nella determinazione della condizione generale della parte di fotosfera osservabile da Terra. Da qualche anno, il satellite GOES, fornisce questo valore, mediato su un tempo di 5 minuti, (esiste anche quello mediato su 1 minuto) su due intervalli di lunghezza d’onda:

a) fra 1 e 8 Å (in rosso nel grafico)
b) fra 0,4 e 4 Å (in blu nel grafico)

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Fonte: http://www.swpc.noaa.gov/rt_plots/Xray.gif

L’immagine mostra X-ray flux degli ultimi tre giorni, misurato in watts su metro quadro.

FINE PIMA PARTE

ANGELO