In questa seconda parte ci occuperemo degli indici geomagnetici, ovvero di quei valori numerici che forniscono informazioni globali e sintetiche sulle perturbazioni del campo magnetico terrestre, detto anche campo geomagnetico, prodotte dall’attività solare. Esso è una grandezza vettoriale; in ogni punto dello spazio ha una intensità e una direzione. Prendiamo un punto della superficie terrestre, e indichiamo con il vettore F (vedi immagine) l’intensità e la direzione del campo geomagnetico in quel punto. X, Y, Z sono gli assi cartesiani nello spazio. Per calcolare alcuni indici geomagnetici, si misurano, mediante uno strumento che viene chiamato magnetometro, le variazioni nel tempo di:
a) H, la componente orizzontale del campo magnetico F
b) D, la declinazione magnetica, definita, in un punto della superficie terrestre, come l’angolo formato tra il nord geografico (asse X) e H, che rappresenta il nord magnetico (angolo formato tra meridiano geografico e meridiano magnetico)
fonte: http://gsc.nrcan.gc.ca/geomag/field/images/fig04.gif
In geofisica si usa come unità di misura del campo magnetico il nano-Tesla, indicato con nT (10^-9 Tesla, un miliardesimo di Tesla). Dopo questa breve parentesi fisica, andiamo a trattare in dettaglio solo alcuni indici geomagnetici, visto il numero notevole di tali parametri utilizzati dagli scienziati.
L’indice K
L’indice K fornisce una misura dell’attività geomagnetica originata dalla radiazione solare di particelle dopo aver eliminato la variazione regolare diurna prodotta dalla radiazione solare elettromagnetica. L’indice K è calcolato su intervalli di tre ore (8 valori in un giorno). Per il calcolo si divide il giorno, secondo il tempo di Greenwich, in intervalli di tre ore e per ognuno di questi intervalli si misura, mediante un magnetometro, il massimo scarto in nT dell’andamento effettivo delle componenti H e D rispetto all’andamento normale dei giorni calmi proprio del mese e della fase del ciclo solare. L’indice K dell’intervallo triorario è un numero compreso nell’intervallo tra 0 e 9 ed è definito secondo una scala convenzionale che varia con la latitudine geomagnetica dell’osservatorio. Nell’immagine potete vedere l’andamento del K index degli ultimi 7 giorni misurato in 4 diverse località del Terra.
fonte: http://www.swpc.noaa.gov/alerts/graphics/k-index.png
L’indice aa
Questo indice triorario è una media ponderata degli indici K di due osservatori geomagnetici approssimativamente antipodali: l’osservatorio di Hartland nel Regno Unito e Canberra in Australia (vedi immagine).
fonte : http://roma2.rm.ingv.it/userfiles/image/tematiche/IndiciGeomagnetici/aa_obs.jpg
Questo indice è utilizzato dai più importanti fisici solari per fare previsioni sulla durata e l’intensità di un ciclo solare. Per ulteriori dettagli vi rimando al seguente articolo:http://daltonsminima.wordpress.com/2009/02/27/su-alcuni-metodi-di-previsione-dell’attivita-solare-parte-i/
Fine seconda parte
ANGELO