L’indice planetario K (o Kp)
Nel 1939, lo scienziato Bartels propose di introdurre un nuovo indice che tenesse conto dell’attività geomagnetica di tutto il pianeta e allora fu introdotto l’indice planetario K o Kp (in inglese, Planetary K-index) che è la media dei valori dell’indice K registrati presso 13 osservatori geomagnetici, la cui collocazione geografica la potete vedere nell’immagine (11 si trovano nell’emisfero boreale e 2 in quello australe).
Fonte: http://roma2.rm.ingv.it/userfiles/image/tematiche/IndiciGeomagnetici/Kp_obs.jpg
L’indice Kp viene fornito, come l’indice K, ogni tre ore e la sua scala è sempre da 0 a 9. Nell’immagine è riportato l’andamento dell’indice planetario K degli ultimi giorni.
Vedi il seguente link: http://www.sec.noaa.gov/rt_plots/Kp.gif
L’indice A
L’indice A è stato introdotto per fornire un livello medio giornaliero di attività geomagnetica. Tale indice non può essere calcolato come la media aritmetica degli otto valori dell’indice K a causa della relazione non lineare tra la sua scala e le fluttuazioni del magnetometro. Si procede, allora, convertendo ogni valore di K in un nuovo indice, l’indice a, che presenta una scala lineare. Ecco la tabella di conversione
K a
0 0
1 3
2 7
3 15
4 27
5 48
6 80
7 140
8 240
9 400
Dopo aver fatto questa conversione si calcola l’indice A facendo semplicemente la media aritmetica. Facciamo un esempio, supponiamo che l’indice K in un dato giorno abbia assunto i seguenti valori: 3, 4, 6, 5,3, 2, 2, 1. Si convertono questi valori usando la tabella di sopra e poi si procede con la media:
A = (15 + 27 + 80 + 48 + 15 + 7 + 7 + 3)/8 = 25.25
Questo indice può raggiungere valori di 100 unità durante le tempeste magnetiche e superare i 200 nei casi di tempeste particolarmente violente. Nell’immagine sotto potete vedere il valore dell’indice A degli ultimi 30 giorni per quattro diverse località. Tale valore varia con la posizione dell’Osservatorio, allora, quando trovate menzionato il valore dell’indice A, generalmente ci si riferisce a quello misurato a Boulder in Colorado.
fonte: http://www.swpc.noaa.gov/alerts/graphics/a-index.png
L’indice triorario ap e l’indice giornaliero Ap
Questi due indici sono direttamente collegati all’indice Kp, che ha una scala che va da 0 a 9, espressa in unità di terzi. Ad esempio, 5- equivale a 4 e 2/3, 8+ a 8e 1/3, etc. Sotto trovate la tabella di conversione dal Kp ad un nuovo indice triorario che prende il nome di indice ap (i numeri di Kp seguiti da o indicano il numero pieno, es. 1 o=1, etc.)
Kp 0o 0+ 1- 1o 1+ 2- 2o 2+ 3- 3o 3+ 4- 4o 4+
ap 0 2 3 4 5 6 7 9 12 15 18 22 27 32
Kp 5- 5o 5+ 6- 6o 6+ 7- 7o 7+ 8- 8o 8+ 9- 9o
ap 39 48 56 67 80 94 111 132 154 179 207 236 300 400
Fonte: http://www.spenvis.oma.be/spenvis/help/background/indices.html
L’ indice giornaliero Ap è ottenuto dalla media aritmetica degli otto valori ap per ciascun giorno. L’analisi di questo indice ha permesso a David Archibald, eminente fisico solare, di prevedere un ciclo 24 molto debole. Per i dettagli vi rimando al seguente link: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/02/14/david-archibald-tramite-lap-index-prevede-un-ciclo-24-molto-debolemassimo-di-30-ssn/.
Fonti articoli:
http://roma2.rm.ingv.it/it/tematiche/23/indici_geomagnetici
http://gsc.nrcan.gc.ca/geomag/field/comp_e.php
http://www.swpc.noaa.gov/info/Kindex.html
http://www.spenvis.oma.be/spenvis/help/background/indices.html
http://www.sci.fi/~fmbb/astro/glossar1.htm
FINE
ANGELO