Archivi giornalieri: 11 Novembre 2009

Aspettando la 1029, l'attività solare resta a valori "very low"…

La 103o domani nn ci sarà più, anche se ci scommetto qaunto volete che qualcuno avrà ancora il coraggio di conteggiarla…

Come già esposto in un messaggio nel precedente articolo, col metodo Layman la suddetta regione è stata conteggiata solo il giorno 9 novembre:

http://daltonsminima.wordpress.com/the-laymannias-count/

Veniamo al resto del sole: nel sud emisfero si sta formando ormai da ieri sera una regione del ciclo 24, nella stessa posizione in cui si formarono la maggiorparte delle regioni solari “importanti” del nuovo ciclo, anche se questa sembra non andare incontro a nulla di interessante.

Curioso invece notare come un pò sparse nella nostra stella vi siano ancora delle regioni con polarità invertita (dispari, trans, chiamatele come vi pare), anche queste comunque non paiono essere nulla di che.

Stiamo invece tutti quanti aspettando il ritorno della mitica 1029 che come potete vedere ha perso molta della sua forza magnetica pur restando una regione di tutto rispetto:

E’ molto probabile che al suo interno possa contenere ancora delle spots, come può anche essere che sia diventata ormai una grande plage, lo scopriremo tra un paio di giorni circa.

La media del flusso solare si attesta nella giornata di ieri a 70.10, gli altri indici solari sono tutti a livelli molto bassi.

Simon

La difficile salvezza del pianeta

I paesi in via di sviluppo, come Brasile, Russia, India e Cina (chiamati brevemente paesi del BRIC) potranno essere costretti a ridurre le loro proiezioni di crescita economica e la loro consequenziale crescita di emissioni di carbonio fino al 15% entro il 2020, se i paesi ricchi concorderanno nella loro diminuzione di emissioni di CO2 in un 40% in un nuovo patto globale per il clima.

Le negoziazioni per un accordo globale contro i mutamenti climatici (non si chiama piú riscaldamento globale!) da firmare a Copenaghen a dicembre, continuano impuntandosi nella questione dei livelli di tagli delle emissioni dei paesi ricchi e dei paesi in via di sviluppo.

Una relazione dell´IPCC del 2007 afferma che i tagli dovranno arrivare a un 25 – 40% per evitare il peggiore scenario dei mutamenti climatici, come incendi di foreste, tempeste di sabbia, estinzioni di animali, aumento del livello degli oceani e cicloni piú potenti. Allo stesso tempo, titti, ad eccezione dei paesi piú poveri, dovranno fare una deviazione sostanziale dei livelli di referenza fino al 2020.

” Se i paesi industrializzati ridurranno in un 25 – 40% le loro emissioni entro il 2020, allora penso che fino al 2020 sará necessario avere qualcosa come un ribassamento del 15% degli affari abituali dei paesi in via di sviluppo” ha affermato il capo della Conferenza dell´ONU sui mutamenti climatici, Yvo de Boe. Fino ad ora, le proposte di taglio dei gas stufa fino al 2020 fatte dai paesi sviluppati arrivano solo a un 11 – 15% sotto i livelli del 1990. E la maggior parte delle proposte impone condizioni legate al risultato degli altri paesi.

L´Unione Europea, per esempio, ha detto che taglierá unilateralmente fino al 20% e, se gli altri paesi o blocchi facessero lo stesso, aumenterebbe la riduzione fino al 30%. La proposta dell´Australia per il 2020 varia dal 3% al 23% nella comparazione col 1990.

Molti paesi ancora sono riluttanti ad ampliare i lloro progetti di taglio a Copenaghen a meno che gli Stati Uniti si impegnino anche loro. Gli Stati Uniti sono il maggiore emissore di gas stufa ed é l´unico paese industrializzato che é fuori dal protocollo di Kioto, che limita le emissioni fino al 2012. Vari paesi hanno dimostrato la loro preoccupazione nel caso non si arrivi ad un accordo a causa della mancanza di fiducia tra i paesi poveri e i paesi ricchi e industrializzati, accusati dai primi di aver provocato i cambiamenti climatici.

” La ragione é che, prima di tutto, le azioni prese dai paesi in via di sviluppo in generale non é riconosciuta né compresa, ha detto De Boer, e in secondo, molti impegni del passato, fatti dai paesi ricchi, in termini di finanza, trasferimento di tecnologia e aiuti ai paesi poveri, non sono stati mantenuti”.

In parole povere nessuno si fida delle promesse giá fatte e mai mantenute dai paesi ricchi, e sará difficile arrivare ad un accordo se prima di tutti gli Stati Uniti non cambiano la loro politica economica sempre rivolta allo sfruttamento dei paesi poveri ma con tante materie prime.

Se gli Stati Uniti e l´Unione europea pensano di mantenere il loro sviluppo a spese dei paesi del BRIC e dei paesi poveri si stanno sbagliando completamente. Oggi nessuno é disposto a rinunciare al proprio sviluppo economico per fare un favore ai paesi ricchi.

Sand- Rio

Da Rio de Janeiro