La legge del "recinto di Carrington" colpisce ancora…

Quella che era stata per più giorni una semplice plage nell’emisfero meridionale, una volta giunta in quello spazio di sole definito dal nostro Ale recinto “Recinto di Carrington” ha improvvisamente preso vigore dando origine alla nuova AR 1049!

Mentre entro domani saranno definitivamente scomparse le altre regioni attive la 1046 e la 1048.

Dando una sguardo al Behind si nota invece come la AR 1041 (già 1039) sta approcciando il lat visibile del sole per la terza volta da quando si è formata, sotto il periodo di Natale, eguagliando così la mitica AR 9393, la regione da post massimo del ciclo 23 definita la AR che non voleva mai morire, altro tassello che non fa altro che avvalorare la teoria di Ale:

Sempre più intrigante questo ciclo 24!

Simon

23 pensieri su “La legge del "recinto di Carrington" colpisce ancora…

  1. Da cio che si nota nel behind dovremmo aspettarci un calo del solar flux nei prossimi giorni?Siamo forse gia in fase calante?Ciao Simon.

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  2. Il solar flux può anche calare, ma anche risalire…nn siamo in fase calante, te l’ho già detto, tu corri troppo…aspettiamo ancora è presto…questo ciclo il massimo lo raggiungerà prima di maggio 2013 stanne certo, ma nn di sicuro l’ha già raggiunto o lo raggiungerà da qui a qualche mese…

    step by step, il 2010 e l’allinemaneto di luglio sarà tutto da seguire

    simon 🙂

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  3. Ieri avevo fatto la seguente osservazione:

    “Vi sottopongo un’osservazione che ho fatto:
    1) Nell’emisfero nord del sole le AR hanno zona nera a dx e bianca a sx;

    2) Le AR quando entrano nel recinto di carrington presentano prevalentemente macchie nella zona nera;

    3) Solo successivamente si sviluppano macchie anche nella zona bianca che poi sembrano durare più a lungo all’uscita dal recinto;

    4) Analoga procedura ma opposta si ha nell’emisfero sud.

    Avete osservato anche voi tale fenomeno?
    Ha una spigazione scientifica?”

    Oggi invece vengo puntualmente smentito perchè la nuova AR nell’ emisfero sud, presenta più macchie nella zona nera che in quella bianca, ossia si comporta come una AR dell’emisfero nord.
    MORALE:
    1) l’osservazione che avevo fatto è priva di consistenza fisica o statistica;
    oppure
    2) essendo la nuova AR più vicina all’equatore rispetto alle altre osservate, si comporta in maniera “mista”, ossia risente dell’influsso del nord emisfero;
    oppure
    3) il polo magnetico sta shiftando e la nuova AR appartiene all’emisfero nord sebbene geograficamente posizionata in quello sud.

    Non siate troppo severi, sono solo ipotesi le mie

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  4. E sn signore ipotesi Marcello, nonver paura di dire la tua, sn i contributi come questi che stanno contribundo a far crescere il Blog!

    simon

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  5. Salve a tutti. Volevo solo complimentarmi con tutti voi.
    Da tempo sto cercando di pormi delle domande, di fare approfondimenti e comunque di imparare qualcosa sui cambiamenti climatici, sull’attività solare, su una possibile correlazione tra eventi astronomici e previsioni o predizioni lontane.
    Ovviamente, nel fare queste ricerche, mi è capitato spesso di imbattermi in catastrofisti incalliti.
    Questo, per quanto concerne l’attività solare, è il sito che preferisco.
    Mi ha molto impressionato la teoria fatta da ALE sulle possibili implicazioni nell’attività solare delle orbite dei pianeti gassosi e cercherò di documentarmi in materia (anche se le mie conoscenze sono molto modeste).
    Saluti a tutti.

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  6. Niente da dire solar flux sotto i 90 con 6 AR visibili e” proprio poca cosa per i radioamatori e gli amanti delle esplosioni solari.in ogni caso il vento solare non riesce proprio a prendere velocita, cosi i raggi cosmici continuano a penetrare e fare condensare l”umidita:IL PRINCIPALE FATTORE DEL GW e la terra nonostante la ripresa del ciclo 24 non dovrebbe risentirne molto anzi….Io credo che la differenza che sta nelle temperature tra una fase di minimo e una di massimo non sta tanto nella TSI che varia solo dello 0,1% + o – da un solar max a un solar min bensi dalla copertura nuvolosa e da un minore tasso di umidita nell”aria.per questo un solar wind debole e fondamentale per raffreddare il pianeta,forse di piu del solar flux

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  7. poco da dire, le macchie si evolvono solo in una piccola zona, per il resto attività molto bassa per un ciclo in ripartenza e a ben 14 mesi dal minimo.
    X Simon: purtroppo d’ora in poi anche il giovedì mi sarà molto difficile se non impossibile scrivere articoli o gestire il blog.
    mi dispiace ma sarò molto poco presente sul blog, gli orari delle lezioni sono gestiti malissimo, ho quasi tutte le lezioni al pomeriggio e la mattina tra varie cose difficilmente mi è possibile connettermi a internet.

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  8. Ciao ..
    Seguando i link di michele, a commento del grafico storico delle temperature globali, ho trovato questo commentino…

    “Loehle also published in 2008 a paper that described why tree rings can not be trusted as a proxy for past temperature variations. Tree ring data have what is called a “divergence problem” in the late 20th Century where the tree ring data data suggests cooling, when in fact there has been warming. This, by itself, should cast serious doubt on whether tree ring reconstructions (such as Michael Mann’s famous “hockey stick” curve) can be used to estimate past global temperature variability”.

    Quindi, l’autore dice che ha qualche dubbio sull’uso del metodo degli anelli di crescita degli alberi per stimare il clima, (anelli stretti= clima rigido l’albero cresce poco, anelli larghi clima piu’ mite, l’albero riesce a crescere piu’ prosperoso) in quanto non tornano le misure fatte su alberi “moderni” … le misure suggerirebbere un leggero raffreddamento piuttosto che un riscladamento secondo la curva “hokey stick” “misurata”.

    La cosa “curiosa” e’ che i dati divergono rispetto ad altri metodi solo peril 20° secolo ( da quando usaimo strumenti e metodi meteorologici per valutare il clima)
    Ora mi domando… come dispositivo di integrazione e valutazione del clima… funziona meglio un termometro o un albero??? Chi e’ piu’ sensibile dei due, dovendo stimare il clima nell’arco di un anno????

    D’accordo, un gran caldo e siccita’ possono fare uscire anelli stretti… ma non stiamo considerando variazioni di clima che portano dalla piovosa inghilterra all’arida savana… e’ qualcosa di molto piu’ sottile….

    Ciao
    Luca
    Ciao
    Luca

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  9. Sugli anelli c’è poi il problema della datazione le misurazioni devono essere fatte in climi in cui c’è una netta differenza fra inverno ed estate. In condizione come in pianura Padana il dato può essere falsato dai ritorni di freddo che può dare origine a falsi anelli.
    Per cui l’età di una pianta può essere falsata anche di un 15 %. La misurazione degli anelli (dendrocronologia) si effettua soprattutto per datare la pianta. Al fine di datare un bosco.

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  10. FORSE INTENDEVATE IL TASSO DI CARBONIO 14 CORRELATO CON L’INTENSITA’ DELL’ATTIVITA’ SOLARE..?

    In primo piano
    17 Febbraio 2010, ore 16.41
    Cerchiamo di essere precisi quando parliamo di sole…
    Devo una risposta a chi legittimamente ha avanzato dubbi sulla nostra posizione abbastanza radicale circa l’influenza solare sull’attuale caotico periodo meteorologico europeo.
    Clicca l’immagine per ingrandirla

    Chiari indicatori del livello di attività solare, oltre alle macchie e alle aurore, è la concentrazione di Carbonio 14 presente negli anelli di accrescimento degli alberi; il loro spessore varia in sintonia con il ciclo undecennale delle macchie solari. Premesso che non esiste uno studio universalmente approvato dalla comunutà scientifica sulla reale influenza del sole sul clima del Pianeta, ma cento teorie e supposizioni, in taluni casi anche contraddittorie, resta il fatto che la massima parte degli scienziati attribuisce comunque un ruolo al sole nell’economia del clima.

    Chiari indicatori del livello di attività solare, oltre alle macchie e alle aurore, è la concentrazione di Carbonio 14 presente negli anelli di accrescimento degli alberi; il loro spessore varia in sintonia con il ciclo undecennale delle macchie solari.
    E’ il bombardamento degli atomi di azoto da parte dei raggi cosmici, un flusso di particelle cariche che proviene dallo spazio a determinarne l’accumulo negli anelli e questo avviene solo in fasi di limitata attività solare, cioè quando i raggi cosmici riescono a raggiungerà la Terra in modo più cospicuo. Durante il minimo di Maunder ad esempio la concentrazione di Carbonio 14 è da considerarsi notevole ed è in linea con la fase della piccola era glaciale.

    Esistono poi molti altri cicli, oltre a quello più comune di Schwabe, c’è quello di Hall (tenuto in forte considerazione nell’ambiente), di Gleissberg che rivisita il ciclo di Schwabe, quello di Suess, di Hallstattzeit. Come vedete rischiamo di addentrarci in un ginepraio, errore da cui un divulgatore dovrebbe tenersi alla larga parlando ad un gruppo di lettori così eterogeneo.

    Certo l’intervallo tra il valore minimo e massimo di irraggiamento solare è modestissimo ed è stimato nello 0,1%.
    Sommando l’inerzia termica degli oceani, alle sollecitazioni inquinanti dell’uomo in termini di aumento di CO2 molti si chiedono come sia possibile che due anni con sole in relativa letargia, abbiano un ruolo nella modifica palese della circolazione atmosferica sull’Europa.

    Eppure per i due inverni consecutivi in cui il sole ha dormicchiato, l’alta pressione è praticamente scomparsa dal palcoscenico del Vecchio Continente, il vortice polare è andato incontro ad una tale debolezza da cancellare per alcune settimana la depressione d’Islanda, si è rivisto, dopo la fugace comparsa del dicembre 2001, in grande stile l’anticiclone russo-scandinavo in grande spolvero e il freddo non ha scherzato, colpendo in modo severo molte zone dell’Emisfero Boreale.

    Nel Mediterraneo è transitato in due anni un numero esagerato di perturbazioni, fino a superare il record dell’ultimo decennio appartenente alla stagione 2000-2001, due strat-warming di notevole interesse scientifico si sono riscontrati a distanza di un anno e le zone a rischio desertificazione del nostro territorio sono quelle che più di tutte hanno ricevuto pioggia, mettendo a nudo la già nota fragilità del nostro territorio. Certo nell’artico i ghiacci stentano, ma qui per trovarne la causa occorre leggere la “risposta” dell’amtmosfera alla combinazione tra l’attuale negatività della quasi biennale oscillazione dei venti stratosferici subtropicali e la debolezza solare: si è riscontrato che anche in passato una simile congiuntura ha determinato temperature molto miti al polo e basse alle nostre latitudini.

    Più sconvolgente di così direi che la situazione non poteva essere, se pensiamo solo a che tipo di inverno ci aveva abituati il biennio precedente.

    Molti scienziati concordano sul fatto che un minimo del ciclo di Schwabe si accompagni ad un regime pressorio mediamente più basso e dunque mediamente più freddo.

    Un basso flusso solare potrebbe anche innescare blocking atlantici tali da paralizzare per il gelo mezza Europa, lo dicono gli studi comparati di molte Università.

    Incredibile invece la contraddittorietà degli studi circa l’influenza sul fenomeno dell’Enso. C’è chi vede favorita la Nina in momenti di forte attività solare per una ragione legata ad una maggiore iniezione di umidità dell’aria, chi invece (e noi sposiamo questa teoria) in una fase del genere propende per un Nino più forte.

    Inoltre quando sono presenti intensi brillamenti solari infatti i raggi UV aumentano anche di oltre il 15 per cento, con possibile influenza sulla temperatura e le configurazioni bariche in sede troposferica, con modifiche delle posizioni della circolazione a celle.

    Altissima in particolare sarebbe l’interazione tra NAO e raggi cosmici. Rilevante poi l’influenza del ciclo magnetico del sole sulla PDO, nonostante cicli caldi e freddi che hanno una durata media di circa 25 anni. Se la letargia dovesse continuare, pur interrotta brevemente dal nuovo ciclo solare, è possibile che Nina e PDO negativa diventino più frequenti degli episodi opposti, con conseguente tendenza ad un lieve ma costante raffreddamento climatico
    FONTE: METEOLIVE.IT

    IN SINTESI IN QUESTO ARTICOLO SI RICHIAMANO POI ANCHE CONCETTI DA ME COME DA ALTRI GIA’ PIU’ VOLTE PROPOSTI CIRCA LA DIRETTA CORRELAZIONE TRA ATTUALE MINIMO E INDICI TELECONNETTIVI.

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