Climagate, Himalayagate, ed ora Amazzoniagate!

Dopo il Climategate, abbiamo avuto l´Himalayagate, in cui é stato esposto al ridicolo la relazione dell´IPCC del 2007 che affermava che i ghiacciai himalaiani sarebbero scomparsi entro il 2035.
Adesso non contenti di averci mentito su ghiacciai scomparsi, aumento di uragani e livello del mare, l´ultima relazione dell´IPCC ci racconta anche un carico completo di menzogne sul pericolo delle alterazioni climatiche nell´ecosistema della foresta amazzonica.

Questa affermazione sopra la foresta amazzonica si trova nel capitolo 13 della relazione del 2º gruppo di lavoro, la stessa parte della 4ª relazione di stima dell´IPCC dove ci sono le assurde affermazioni sui ghiacciai. La sorprendente citazione dice che:
“Fino al 40% della foresta amazzonica puó reagire drasticamente anche ad una piccola riduzione delle precipitazioni; questo significa che la vegetazione tropicale, l´idrologia e il sistema climatico di tutta l´America del Sud puó modificarsi molto rapidamente per un altra situazione di equilibrio, non necessariamente producendo cambiamenti graduali tra la situazione attuale e quella futura. (Rowell e Moore, 2000). E piú probabile che le foreste saranno sostituite da un ecosistema che avrebbe piú resistenza ai molteplici stress causati per l´aumento della temperatura, siccitá e incendi, come le savane tropicali”.

A prima vista sembra che anche la referenza citata non abbia problemi, ma leggendo un poco dopo si legge questo:
Roswell A. e P.F. Moore, 2000. Revisione globale degli incendi forestali. WWF/IUCN, Gland Svizzera, 66 pp.
Questo quindi sembra essere un´altra relazione del WWF, realizzato assieme al UICN – Unione Internazionale Conservazione Natura.
La relazione é ancora nel sito della IUCN.

http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/2000-047.pdf

Oltre a questo, l´IUCN assieme al WWF, è un gruppo con interessi economici notevoli, e la relazione non é “peer reviewed” (revisione accademica). Secondo le regole dell´IPCC, questa relazione non poteva essere usata come fonte primaria.
Ma la storia non finisce qui. I due autori della relazione non sono neanche specialisti in Amazzonia.
Uno di loro, il Dr. P.F. Moore é un analista politico, ecco le sue referenze:
” La mia formazione e esperienza in tutto il mondo ha preteso lo sviluppo di una abilitá politica e analitica ad alto livello. Io ho una grande esperienza in amministrazione, revisione legislativa, investigazioni e osservazioni generate attraverso il coinvolgimento o gestione del processo del Fondo Forestale Australiano, inchieste parlamentari e governamentali, investigazioni e osservazioni sulle tariffe pubbliche dell´acqua, accessi e diritti di uso e della legislazione della vegetazione nativa in Australia e sulle leggi di incendio e risorse naturali, regolamenti e politiche in Indonesia, Vietnam, Tailandia, Africa del Sud e Malasia”.
E l´altro coature Andy Rowell é un giornalista Freelancer ( per il Guardia) e attivista verde. Vediamo le sue referenze:
” Andy Rowell é uno scrittore freelance e un giornalista di investigazione con esperienza di oltre 12 anni sull´ambiente, alimenti, sulla salute e globalizzazione. Rowell ha realizzato investigazioni di alto livello per, tra gli altri, Action on Smoking and Health, The Campaign for Tobacco-Free Kids, Amici della Terra, Greenpeace, IFAW, per l´Organizzazione Pan-Americana della salute, Progetti Undergound, per l´OMS, per il World in Action e WWF”.
Quindi tutto sono tranne che scienziati!
Ma la sfrontatezza dell´IPCC non finisce qui. Dopo aver cercato nella relazione del WWF da inizio alla fine, non é stata incontrata nessuna evidenza per supportare l´affermazione dell´IPCC che “il 40% dell´Amazzonia é minacciata per i cambiamenti climatici”. Neanche il WWF, cioé, ha mai detto una cosa simile! Pura invenzione!

Il sito Watts Up With That fornisce una lunga e preoccupante lista di articoli non revisionati da specialisti e pubblicati dal WWF e citati come prova nella quarta relazione dell´IPCC.

http://wattsupwiththat.com/2010/01/24/the-scandal-deepens-ipcc-ar4-riddled-with-non-peer-reviewed-wwf-papers/

Non sarebbe meglio a questo punto togliere il premio Nobel all´IPCC e darlo al WWF?
O nominare il WWF come la massima organizzazione scientifica del pianeta? Purtroppo, anche ammirando moltissimo le battaglie del WWF contro l´inquinamento, l´organizzazione non é composta da scienziati, se non in minima parte, ed inoltre le sue relazioni, rapporti, articoli, pubblicazioni non avendo rilevanza scientifica non hanno la necessitá del peer-reviewed per essere pubblicati.
Questa menzogna sull´Amazzonia é ancora ai primi passi, e nei prossimi giorni ci aspettiamo ulteriori sviluppi cosí come successo per i ghiacciai dell´Himalaya.

SAND-RIO

21 pensieri su “Climagate, Himalayagate, ed ora Amazzoniagate!

  1. Solo business, ormai nel mondo tutto e’ “filtrato” attraverso il business.
    Dallo sport all’istruzione dei nostri figli, passando per l’energia e l’ecologia.
    Povero vecchio mondo, di questo passo finirai molto male…

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  2. Xlillo hai ragione pienamente!!!
    Il brutto di tutto questo è la perdita di sensibilita verso la natura e l’ambiente in cui viviamo.
    Poveri noi….

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  3. Le cose non sono semplici come crediamo. Le relazioni dell´IPCC vengono considerate importantissime dal Banco Mondiale per finanziare investimenti negli stati. Se nella prossima relazione dell´IPCC fosse scritto che la pianura Padana nel 2050 sará sommersa dalle acque, gli imprenditori che volessero avere dei finanziamenti per fare delle industrie a Milano si vedrebbero negare il prestito!
    È quello che sta accadendo adesso con milioni di persone e imprese in Bangladesh.
    Le isole di Tonga stanno per essere vendute al prezzo di 600 US$ ad ettaro. Isole paradisiache che forse verranno sommerse… ma qualcuno sta comprando…. chi? imprese legate a nomi famosi che prevedono il GW. Un alto funzionario dell´ONU/IPCC é indagato per questo “affare”.

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  4. Per quanto riguarda l´Amazzonia, moltissime imprese americane ed europee con il paravento di ONLUS e ONG hanno tentato di comprare centinaia di migliaia di ettari di foresta. Il Governo brasiliano ha dovuto emanare una legge che impedisce alle imprese straniere di comprare terreni in Amazzonia e ha fatto finire questa immensa speculazione.
    P.S. sembra che il sottosuolo dell´amazzonia sia ricco di idrocarburi (PETROLIO!!)

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  5. Dopo l’Himalaya l’Olanda

    http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=3388

    Si tratta di un refuso: il rapporto dell’Ipcc affermava che il l 55% del Paese si trova sotto il livello del mare, in realtà lo è solo il 26%, il dato utilizzato dall’Ipcc include tutte le aree dei Paesi Bassi soggette ad alluvioni, compresi i terreni lungo i fiumi e sopra il livello del mare, un altro 29% del territorio olandese.

    Intanto come dice sand-rio questo influenza il rapporto con la banca mondiale che tiene molto in considerazione le valutazioni del rapporto ipcc.

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  6. Questa mi sembra la cosa più grave. Come dice alberto omonimo, è il caso di verificare le fonti. Sarebbe da farci un articolo…

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  7. L´articolo sará fatto e lí metteró tutte le fonti (australiane e neo zelandesi) che ne hanno parlato, sono notizie del mese di gennaio, che ancora sono in appurazione. L´inchiesta é in corso e anche nel segreto qualche piccola notizia trapela.
    Per quanto riguarda la denuncia del Governo olandese contro l´IPCC questo non é piú un segreto.
    http://www.dutchnews.nl/news/archives/2010/02/anger_over_second_climate_pane.php
    http://www.rnw.nl/english/article/sea-level-blunder-enrages-dutch-minister

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  8. Già l’Olanda è rimasta offesa.

    Oltre che dire che il 55% del territorio è sotto il livello del mare hanno specificato che il 65% della produzione avviene in quei territorio (sotto il livello del mare).

    Così facendo scoraggi dei potenziali investitori a e allontani capitali. Aumentando il rischio del paese (il rating) in base ad affermazioni false e poco attendibili.

    Se fossi nel ministro dell’economia olandese chiederei un risarcimento cospicuo all’ IPCC/ONU e la testa (licenziamento) di quello che ha scritto il rapporto.

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  9. nel mio piccolo sono indignato per tutti gli scandali che ultimamente stanno uscendo, non tanto perchè si stanno arricchendo sulle nostre spalle perchè quello purtroppo è sempre stato così in tutte le epoche umane e non si ci può fare niente, la cosa che mi manda in bestia è lo spirito con cui lo fanno, non pensano minimamente alle conseguenze che certe affermazioni possono avere, sono d’accordo che l’inqunamento da noi prodotto sia una cosa tremenda è sono il primo a dire che senza inqunamento staremo tutti meglio, ma non è certo con il denunciare questo e l’altro che si risolve il problema, se volessero davvero invogliare l’umanità a cambiare atteggiamento verso l’ecologia, lo farebbero in modo diverso, mi vergogno da morire ad appartenere a una società simile, spero davvero che il sole aiuti i veri scienziati a spodestare questa finta scienza ambientalista, purtroppo come è sempre accaduto alla fine chi ci andrà di mezzo la povera gente

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  10. Ma mi viene spontanea una domanda… Perchè se un gruppo di persone parla deve preoccuparsi di citare fonti ben attendibili per ovviare al richio di complottismo, mentre se lo fa un istitituto che poi però è palese che dica mezze verità invece è libero di farlo senza nemmeno degnarsi d’essere un po’ coerente?
    E’ vero che in ogni caso citare la fonte rende molto più fondata una notizia, ma questa cosa proprio non la concepisco…
    Mah speriamo in bene.. intanto ieri al meteo del tg5 delle 13 ieri ,hanno citato nuovamente che la bassa attività solare è una delle cause di questo inverno così profondo…

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  11. Vedi, e’ proprio questo il motivo, l’istituto in questione e’ stato colto in fallo,
    proprio perche’ cio’ che citava non corrispondeva alla realta’, oppure io potrei dire che sono i rettiliani a modificare il clima, e citando chi lo dice posso dare ad altri la possibilita’ di farsi un’idea, ti faccio un esempio tu hai citato il TG5, ma il TG5 non e’ una fonte specializzata in questi argomenti, quindi anche il TG5 dovrebbe citare chi dice cosa.
    Capisci se io scrivessi qui che io so per certo che l’attivita’ solare non influisce sul clima dovrei anche in qualche modo giustificare le mie affermazioni, altrimenti io posso dire tutto ed il contrario di tutto.
    O per lo meno questo e’ il mio modesto parere

    Alberto

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  12. Quando i nostri eroi scienziati dell´IPCC hanno fatto le catastrofiche previsioni sull´inondazione del Bangladesh, non hanno tenuto conto di un piccolo particolare: malgrado l´innalzamento dell´Oceano Indiano il territorio del Bangladesh aumenta ogni anno di 30 – 40 chilometri quadrati ogni anno. Questo perché i signori del clima hanno dimenticato che i grandi fiumi Gange e Brahmaputra, oltre agli altri minori, trasportano ogni anno circa 1 miliardo di tonnellate di sedimenti verso il mare!

    http://sciencepolicy.colorado.edu/prometheus/archives/prediction_and_forecasting/001491ocean_encroachment_i.html
    http://www.nytimes.com/2009/03/20/world/asia/20bangla.html?_r=1&scp=1&sq=Silt%20Bangladesh&st=cse
    http://www.artdiamondblog.com/archives/2009/06/evidence_sugges.html
    http://hidethedecline.eu/pages/posts/bangladesh-how-can-we-help-137.php

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  13. Si, speriamo che il sole aiuti, con un bel brillamento solare, purificatore e di adeguata potenza, diritto verso la Terra …

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