Archivio mensile:Febbraio 2010

Una scienziata italiana in Groenlandia dice che….(e possibili relazioni con la deviazione della corrente del golfo?)

Mentre tanti pseudo scienziati si dilettano a viaggiare esponendo le loro teorie prefrabbricate sul AGW, altri scienziati VERI fanno le loro ricerche e le loro esperienze nelle condizioni piú disagiate.

Vorrei fare questo articolo per onorare una scienziata italiana che é dovuta andare all´estero per mostrare la sua capacitá. Parlo di Fiammetta Straneo.

La Dott.ssa Straneo, laureata in fisica a Milano e fisica oceanografica a Washington, guida un gruppo di scienziati multi-istituzionale per fare ricerche ed esperimenti tra i ghiacci artici e i ghiacciai della Groenlandia. Lei con il suo gruppo sono andati, come quasi ogni anno, in Groenlandia nel fiordo di Sermilik, che collega il Mare di Irminger al ghiacciaio Helheim. L’ultimo decennio ha visto la perdita accelerata di ghiaccio in Groenlandia e il ghiacciaio Helheim si é già ritirato da molti chilometri. Il ghiacciao Helheim, uno dei piú veloci al mondo con parecchi chilometri all´anno, scende dalla costa fino al mare e fino a che il ghiaccio tocca il fondo marino non ci sono problemi, ma quando il mare sprofonda il ghiacciaio galleggia e da lí nascono i problemi. Il ghiacciaio si assottiglia e si scioglie.

Fiamma Straneo in giallo misura la temperatura

I ricercatori, guidati da Fiammetta hanno scoperto che i cambiamenti nelle correnti oceaniche del Nord Atlantico portano acqua subtropicale, molto piú calda, sempre più a nord. Acqua calda con circa quattro gradi Celsius è stato trovata durante le loro ricerche. Questa acqua calda combinata con una sua rapida propagazione, ha consentito lo scioglimento di masse dei ghiacciai della Groenlandia. L’acqua più calda si muove rapidamente attraverso i fiordi, portando via con sé il ghiaccio che si scioglie mantenendo le temperature relativamente calde. Straneo, spiega, “Questa è la prima indagine completa di uno di questi fiordi che ci mostra come queste acque calde circolano e come é vigorosa la sua circolazione. Cambiamenti nella circolazione oceanica su larga scala del Nord Atlantico sono un effetto moltiplicatore per lo scioglimento rapido dei ghiacciai, non nel giro di pochi anni, ma una questione di mesi dove il ghiacciaio scende a mare. Lei sottolinea quanto poco si sa sulle interazioni dell´oceano con i ghiacciai e che la continua osservazione sarà estremamente importante per avere un quadro completo di come si influenzano reciprocamente e di come regolamentano il livello del mare. È anche probabile che la comprensione di come questi collaborano aiuterà a comprendere come le correnti oceaniche e i ghiacci marini nel loro insieme possono influire nel clima regionale e globale. Un rapido afflusso di acqua fresca potrebbe servire a distruggere il sistema globale delle correnti dell´oceano, noto come il nastro trasportatore Oceanico e della Corrente del Golfo e corrente Nord Atlantica.

Il ghiacciaio della Groenlandia Helheim dove sono state fatte le ricerche

La loro ricerca conferma che non é stato il presunto riscaldamento dell´aria a sciogliere i ghiacciai della Groenlandia, ma il cambiamento della corrente Atlantica che sta portando molto piú acqua calda verso il nord.

Guardiamo una immagine attuale e vediamo come esiste una zona di acqua calda nel sud della Groenlandia e che viene dalla corrente del Golfo:

Anomalie temperature nord Atlantico

E vediamo invece una situazione come dovrebbe essere e come era lo scorso febbraio 2008:

Anomalie temperatura nord Atlantico

La differenza di temperatura marina tra le due date febbraio 2008 e febbraio 2010 nel sud della Groenlandia sono evidenti, ma sicuramente non é stato l´uomo a riscaldare e a modificare la corrente atlantica!

http://www.whoi.edu/page.do?pid=7545&tid=282&cid=69134&ct=162

Credo che ancora gli adepti del GW hanno tanto da studiare e prendere esempio dai veri ricercatori, che non manipolano i dati e non cercano di arricchirsi con la speculazione delle teorie fabbricate a tavolino.

Un´altra ricerca sta riguardando adesso lo Stretto di Bering, che fino a poco tempo fa tutti dicevano che non aveva nessuna influenza sulle correnti, sul clima e invece sembra che….. il seguito alla prossima puntata…..

SAND-RIO

Fiammetta Straneo, una vera scienziata:

Questo il suo sito:

http://www.whoi.edu/science/PO/people/fstraneo/

Il dottor Phil Jones ammette: Nessun riscaldamento Globale dal 1995, mentre stranamente sono spariti i dati della mazza da hockey…

  • I dati di vitale importanza per sostenere il ‘grafico della mazza da hockey’ sono andati persi
  • Non c’è stato alcun riscaldamento globale a partire dal 1995
  • Periodi di riscaldamento globale sono già accaduti in passato – ma non a causa dell’uomo
Professor Phil Jones

Il professor Phil Jones (qui sopra in foto) ha ammesso che i suoi dati non sono buoni come dovrebbero essere.

Il mondo accademico al centro del caso Climategate, i cui dati grezzi sono essenziali per la teoria del cambiamento climatico, ha ammesso che ha dei problemi a rintracciare i dati.

I colleghi dicono che il motivo per cui il professor Phil Jones ha rifiutato la libertà di rendere pubbliche le informazioni è che egli può avere effettivamente perso i documenti pertinenti.

Il professor Jones ha detto qualche giorno fa alla Bbc che i colleghi hanno detto la verità e che a il suo ufficio era invaso di documenti e a lui mancava la capacità organizzativa per far si che nn venissero persi.

I dati mancanti sono fondamentali per il famoso grafico della ‘mazza da hockey’ usata dai sostenitori dell’AGW a sostegno della loro teoria.

Il professor Jones ha inoltre ammesso la possibilità che il mondo era più caldo durante l’ epoca medievale di adesso – suggerendo che il riscaldamento globale non può essere un fatto legato all’ uomo.

E ha aggiunto che negli ultimi 15 anni non vi è stato alcun riscaldamento ‘statisticamente significativo’.

Il professor Jones è entrato sotto i riflettori da quando si è dimesso da direttore della University of East Anglia Climatic Research Unit’s, dopo la fuga di e-mail che sarebbe la provasecondo gli scettici chegli scienziati pro-AGW manipolassero i dati.

Questi dati, raccolti da centinaia di stazioni meteorologiche di tutto il mondo e analizzati dalla sua unità, sono stati usati per anni per sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) per far pressione sui governi mondiali per ridurre le emissioni di biossido di carbonio.

Fonte: http://www.dailymail.co.uk/news/article-1250872/Climategate-U-turn-Astonishment-scientist-centre-global-warming-email-row-admits-data-organised.html?ITO=1490

Io non mi sento di aggiungere altro…

Simon

Intanto giusto per rimanere in tema, la legge del recinto di carrington ricolpisce ad oltranza!

Questa nuova regione che oggi prenderà il numero 1050 dal Noaa la tenevo d’occhio già da ieri sera proprio in funzione dell’ormai famosa legge del cancello di carrington coniata dal nostro celeberrimo Ale…ebbene si, codesta AR come le altre ha avuto modo di crescere in quello spicchio di sole in cui le AR hanno ultimamente maggiore possibilità di svilupparsi!

Si noti come anche al Gong Behind si iniziano ad intravvedere delle (seppur flebili) macchiette al suo interno:

Simon

Dov'è il "recinto di Carrington"?

Mi sono divertito

a verificare se l’effetto notato da molti (in primis da Ale e Simon), che “gonfia” le macchie solari al passaggio di fronte alla terra è reale o frutto di una allucinazione collettiva ….

Per far ciò, l’unico metodo e’ misurare.

Ho quindi scaricato dal sito di SOHO la sequenza delle immagini solare 1024×1024 dal primo di dicembre alla prima settimana di Febbraio e mi sono dato da fare.

Il primo problema che si incontra e’ che le macchie sono sulla superficie di una sfera e quindi la misura e’ “vera” solo quando sono prossime meridiano che ci sta di fronte (che io chiamo “0”), metre invece otteniamo una misura inferiore, man mano che ci avviciniamo al “limbo” (dove, al limite le vediamo di taglio) .

Quindi ho spolverato i miei ricordi di trigonometria, ho tirato fuori le formule di correzione per la longitudine ed ho modificato il programma che avevo fatto per il conteggio L&N . Per semplicita’ ho fatto in modo da correggere solo la longitudine e non la latitudine , tanto le macchie restano sempre piu’ o meno alla stessa latitudine e quel che mi serviva era un confronto parametrato al meridiano “0”.

Il secondo problema e’ che le macchie sembrano allargarsi man mano che evolvono. Qui on c’e’ stato altro modo che prendere come latitudine e longitudine di riferimento il “baricentro” (valutato ad occhio) della macchia.

Ci sarebbe stata una ulteriore correzione: tra la prima e l’ultima misura sono passati due mesi circa (la prima parte di dicembre non ha dato granche’ di macchie) che corrispondono ad una rotazione della terra rispetto al sole di circa una cinquantina di gradi…. ma non so da quale parte….

Quindi ho cominciato a misurare.

Ed ecco i risultati :

Sull’asse delle Y e’ riportata l’area della macchia, corretta per latitudine, in ppm dell’area solare.

Sull’asse delle X la longitudine rispetto al meridiano che punta verso la terra.

Prima le macchie che appaiono nell’emisfero NORD

Poi l’emisfero Sud

L’ultimo punto della traccia bianca e’ un mio errore di inserimento, consideratelo relativo alla traccia azzurra.

Si vede subito che le macchie piccole (le tracce piu’ basse) hanno un massimo che cade in modo abbastanza casuale nel grafico.

Concentriamoci sull’emisfero Nord: E’ subito evidente che le macchie di area consistente raggiungono le massime dimensioni in una zona molto simile, a destra del meridiano “0”.

Se consideriamo che la traccia bianca temporalmente e’ la prima e la viola l’ultima (poi c’è anche la verde, ma non so se considerarla tra le macchie “grandi”) … si vede che i massimi “si spostano” verso destra e che la differenza tra il primo e l’ultimo e’ di circa una trentina di gradi… se avessi corretto anche per la rotazione della terra…. ho l’impressione che le curve sarebbero state quasi sovrapposte.

L’emisfero Sud e’ piu’ contraddittorio. C’e’ una macchia grande che ha il massino a sinistra, mentra altre due lo hanno concoredemente con quelle dell’emisfero Nord. Si noti pero’ che la scala del grafico e’ piu’ amplificata (le macchie potrebbero essere considerate poco piu’ grandi di quelle considerate “piccole” nel grafico superiore.

Cosa concludere?

Per me il recinto … C’è… e non e’ un’allucinazione …

Luca Nitopi

Climagate, Himalayagate, ed ora Amazzoniagate!

Dopo il Climategate, abbiamo avuto l´Himalayagate, in cui é stato esposto al ridicolo la relazione dell´IPCC del 2007 che affermava che i ghiacciai himalaiani sarebbero scomparsi entro il 2035.
Adesso non contenti di averci mentito su ghiacciai scomparsi, aumento di uragani e livello del mare, l´ultima relazione dell´IPCC ci racconta anche un carico completo di menzogne sul pericolo delle alterazioni climatiche nell´ecosistema della foresta amazzonica.

Questa affermazione sopra la foresta amazzonica si trova nel capitolo 13 della relazione del 2º gruppo di lavoro, la stessa parte della 4ª relazione di stima dell´IPCC dove ci sono le assurde affermazioni sui ghiacciai. La sorprendente citazione dice che:
“Fino al 40% della foresta amazzonica puó reagire drasticamente anche ad una piccola riduzione delle precipitazioni; questo significa che la vegetazione tropicale, l´idrologia e il sistema climatico di tutta l´America del Sud puó modificarsi molto rapidamente per un altra situazione di equilibrio, non necessariamente producendo cambiamenti graduali tra la situazione attuale e quella futura. (Rowell e Moore, 2000). E piú probabile che le foreste saranno sostituite da un ecosistema che avrebbe piú resistenza ai molteplici stress causati per l´aumento della temperatura, siccitá e incendi, come le savane tropicali”.

A prima vista sembra che anche la referenza citata non abbia problemi, ma leggendo un poco dopo si legge questo:
Roswell A. e P.F. Moore, 2000. Revisione globale degli incendi forestali. WWF/IUCN, Gland Svizzera, 66 pp.
Questo quindi sembra essere un´altra relazione del WWF, realizzato assieme al UICN – Unione Internazionale Conservazione Natura.
La relazione é ancora nel sito della IUCN.

http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/2000-047.pdf

Oltre a questo, l´IUCN assieme al WWF, è un gruppo con interessi economici notevoli, e la relazione non é “peer reviewed” (revisione accademica). Secondo le regole dell´IPCC, questa relazione non poteva essere usata come fonte primaria.
Ma la storia non finisce qui. I due autori della relazione non sono neanche specialisti in Amazzonia.
Uno di loro, il Dr. P.F. Moore é un analista politico, ecco le sue referenze:
” La mia formazione e esperienza in tutto il mondo ha preteso lo sviluppo di una abilitá politica e analitica ad alto livello. Io ho una grande esperienza in amministrazione, revisione legislativa, investigazioni e osservazioni generate attraverso il coinvolgimento o gestione del processo del Fondo Forestale Australiano, inchieste parlamentari e governamentali, investigazioni e osservazioni sulle tariffe pubbliche dell´acqua, accessi e diritti di uso e della legislazione della vegetazione nativa in Australia e sulle leggi di incendio e risorse naturali, regolamenti e politiche in Indonesia, Vietnam, Tailandia, Africa del Sud e Malasia”.
E l´altro coature Andy Rowell é un giornalista Freelancer ( per il Guardia) e attivista verde. Vediamo le sue referenze:
” Andy Rowell é uno scrittore freelance e un giornalista di investigazione con esperienza di oltre 12 anni sull´ambiente, alimenti, sulla salute e globalizzazione. Rowell ha realizzato investigazioni di alto livello per, tra gli altri, Action on Smoking and Health, The Campaign for Tobacco-Free Kids, Amici della Terra, Greenpeace, IFAW, per l´Organizzazione Pan-Americana della salute, Progetti Undergound, per l´OMS, per il World in Action e WWF”.
Quindi tutto sono tranne che scienziati!
Ma la sfrontatezza dell´IPCC non finisce qui. Dopo aver cercato nella relazione del WWF da inizio alla fine, non é stata incontrata nessuna evidenza per supportare l´affermazione dell´IPCC che “il 40% dell´Amazzonia é minacciata per i cambiamenti climatici”. Neanche il WWF, cioé, ha mai detto una cosa simile! Pura invenzione!

Il sito Watts Up With That fornisce una lunga e preoccupante lista di articoli non revisionati da specialisti e pubblicati dal WWF e citati come prova nella quarta relazione dell´IPCC.

http://wattsupwiththat.com/2010/01/24/the-scandal-deepens-ipcc-ar4-riddled-with-non-peer-reviewed-wwf-papers/

Non sarebbe meglio a questo punto togliere il premio Nobel all´IPCC e darlo al WWF?
O nominare il WWF come la massima organizzazione scientifica del pianeta? Purtroppo, anche ammirando moltissimo le battaglie del WWF contro l´inquinamento, l´organizzazione non é composta da scienziati, se non in minima parte, ed inoltre le sue relazioni, rapporti, articoli, pubblicazioni non avendo rilevanza scientifica non hanno la necessitá del peer-reviewed per essere pubblicati.
Questa menzogna sull´Amazzonia é ancora ai primi passi, e nei prossimi giorni ci aspettiamo ulteriori sviluppi cosí come successo per i ghiacciai dell´Himalaya.

SAND-RIO