La regione 1057 è ancora in fase di leggera crescita, alle ore 17 il solar flux ritocca gli 88. Nella parte più a nord e centrale del sole si scorge da stamane un pore non significativo che non ha ricevuto per il momento un numero dal noaa. Tale pore non sembra avere chnaces di ulteriore sviluppo considerando anche che a breve sarà nella finestra d’uscita del recinto.
Con grande stupore, il Noaa ha rettificato l’SN di ieri dove da 27 si passa a 14:
Trattasi della seconda volta in pochissimo tempo che il noaa interviene dopo la mezzanotte utc per correggere un suo palese errore, anche se nella tabella riepilogativa appare ancora 27:
Ovviamente si spera che questo non sia solo un furbesco stratagemma per conteggiare quello che alla fine vogliono, ma noi saremo qui a fine mese con calcolatrici alla mano e se i conti non torneranno lo scriveremo come abbiamo sempre fatto.
Nello stereo behind si nota la presenza di 2 regioni, una nell’emisfero sud più vicina e l’altra in quello nord più lontana alla parte visibile del sole che sembra anche più attiva rispetto la prima:
Tranne qualche sparuto caso, non se avete notato anche voi che sinora la stragrande maggiornaza delle regioni solari con macchie si formano nell’emisfero nord.
Per concludere, l’attività solare nonostante la presenza della 1057 si mantiene ancora a valori bassi-molto bassi:
La dendroclimatologia è una branca della paleobotanica, che ricostruisce il clima passato sulla base sopprattutto di studi riguardanti la dendrocronologia cioè l’analisi degli anelli di sviluppo delle piante.
Attraverso l’analisi degli anelli d’ accrescimento dell’albero si possono ricostruire piovosità, temperature, umidità di una data zona. La formazione di un anello è legato ad esempio a fasi di stress come la siccità, che ne riducono lo sviluppo.
Nell’effettuare uno studio di dendrocronologia si confrontano le sequenze anulari di alberi vissuti nella stessa area geografica nello stesso periodo di tempo (cross-dating). L’esempio di cross-dating è nella figura sottostante in cui anelli di crescita di piante esistenti si sovrappongono a legnami usati in fabbricati e a resti di legno. Questo processo permette una ricostruzione dendrocronologia di parecchi secoli.
Spesso è stata data una valenza globale ad alcuni lavori scientifici (ad esempio l’ hockey stick). Invece sia la dendroclimatologia che la dendrocronologia presentano moltiplici limiti e problematiche che rendono difficile una ricostruzione precisa del clima a livello mondiale .
Per eseguire uno studio di dendrocronologia deve esistere una netta distinzione tra la stagione estiva e invernale per favorire nella pianta uno sviluppo di un anello di accrescimento facilmente visibile. Se durante la primavera sono presenti dei ritorni di freddo oppure in autunno si creano di freddi intensi e precoci la pianta può sviluppare un falso anello. Inoltre non si possono fare studi di dendrocronologia in zone equatoriali dove la mancanza di variazioni stagionali provoca negli alberi l’assenza di anelli di accrescimento. Gli studi di dendroclimatologia hanno anche il grosso limite di non considerare le zone oceaniche. Quindi escludendo le zone equatoriali, e gli oceani rimane meno di un terzo della superficie globale interessato dagli studi di dendrocronologia.
Esiste anche il problema della risoluzione dell’anello: la pianta entra in forte stress e per superarlo necessita a volte di diversi anni in cui lo sviluppo dell’anello sarebbe rallentato.
Gli studi di dendrocronologia ci segnalano l’andamento dell’ambiente in condizioni di vegetazione (fra primavera, e autunno) mentre risulta impossibile avere informazioni dell’andamento delle temperature e delle precipitazioni nel periodo invernale in quanto le piante sono in riposo vegetativo.
Negli studi di dendrocronologie ci si basa sul principio che alberi della stessa specie legnosa, viventi nella medesima area geografica, producono nello stesso periodo di tempo serie anulari simili, ma a mio avviso sono sufficienti piccole variazioni genetiche e pedoclimatiche a indurre uno sviluppo differente delle piante. Un esempio di variazione genetica è che all’interno della stessa specie legnosa possono svilupparsi ecotipi maggiormente resistenti agli stress ambientali (esempio siccità). Un esempio di variazione pedo-climatica è dato dalla natura del terreno sabbioso oppure argilloso in cui la pianta si trova a crescere che danno una risposta differente per nutritivi (azoto, fosforo, potassio, ecc) e disponibilità d’acqua.
Un’altra problematica è dovuta alla considerazione dei fattori di crescita (precipitazioni, umidità, temperature) da un punto di vista lineare al crescere del fattore aumenta lo sviluppo dell’anello; nella realtà questo è vero solo fino ad un certo limite al disopra del quale si possono avere effetti non lineari (eccessi di precipitazioni che ristagnando sul terreno portano la pianta in stress).
Infine esiste il problema della divergenza delle temperature osservate e quelle ricavate dagli anelli degli alberi. Dal 1950 valori strumentali e gli studi di dendrocronologia hanno mostrato delle divergenze nella ricostruzione del clima.
Spero di aver chiarito perché ritengo che certe ricostruzioni fatte con gli anelli degli alberi non possano avere una valenza globale ed essere valide nella ricostruzione del clima nel periodo attuale.
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