Risposta del SIDC alla lettera pubblicata ieri, 23 agosto

Primo, grazie per il vostro profondo interesse riguardo il “sunspot index” (sunspot number, SN)).
Permettetemi di fornirvi risposte sintetiche alle vostre domande.
Trovate informazioni aggiuntive nell’articolo allegato che ho pubblicato molto di recente.

Proprio per questo, le scriviamo per esprimere tutta la nostra sorpresa ed i nostri dubbi riguardo i criteri di calcolo dei SN e riguardo i valori che leggiamo ogni giorno, confrontati con quanto possiamo vedere dal Continuum SOHO: ad esempio, il SN=4 attribuito, il 20 agosto, ad un Sole che sinceramente ci è apparso senza macchie, oppure il SN=33 del giorno 16 agosto, con un Sole che presentava poche micromacchie.

Prego notate che lo strumento MDI ha una risoluzione spaziale relativamente limitata (1Kx1K CCD), e perde molte piccole macchie che sono facilmente rilevate tramite l’osservazione visuale con un piccolo telescopio amatoriale. Così, sebbene operi nello spazio, MDI non è un buon riferimento per il conteggio delle macchie.

Qui a Bruxelles, per le nostre attività quotidiane, utilizziamo principalmente le immagini rilevate da terra delle nostre stazioni (USET, Uccle) o di Kanzelhöhe o Catania, invece delle immagini SoHO e MDI images. Ricordate anche che le osservazioni visuali catturano le macchie in un modo differente rispetto alle immagini CCD (Charge Coupled Device – rivelatore di luce elettronico).
Fino a poco tempo fa, le osservazioni visuali era migliori delle immagini CCD.
Solo con i CCD recenti, con risoluzione maggiore di 4 Mpixel e tecniche in tempo reale di selezione delle immagini, è diventato possibile uguagliare e talvolta superare le osservazioni visuali.

Nello spazio, le immagini dalle nuove missioni SDO e PICARD, lanciate molto di recente, saranno tra le migliori disponibili negli anni a venire.
“Crediamo sarebbe molto utile, per noi e per tutti gli appassionati della materia, se lei potesse fornirci qualche informazione riguardo

1) i criteri di calcolo del sunspot number, in particolare il fattore di correzione (K) utilizzato;”

Sebbene io non comprenda che cosa intendete per criteri, consentitemi di spiegare schematicamente l’intero processo: l’indice Ri è basato su statistiche globali su una rete di circa 80 stazioni, distribuite in tutto il mondo.
L’indice è generalmente la media semplice di tutti i numeri di Wolf giornalieri, provenienti da tutte le stazioni.

La dispersione di tali valori è tracciata (deviazione standard) e gli “outlier” (valori molto lontani dalla media) isolati (errori, cattive condizioni di osservazione) sono rilevati e scartati efficientemente, poichè possiamo contare su una base tipicamente di 40 valori indipendenti ogni giorno.

Ciascuna stazione viene tracciata nel tempo individualmente, e il rapporto medio tra la stazione e l’intera rete di stazioni viene computato ogni mese, fornendo il coefficiente K di scala della stazione. Questo coefficiente tiene conto dei differenti strumenti e condizioni di osservazione degli osservatori, così come effetti stagionali (valori di K mensili). Qualunque deviazione di una stazione può essere prontamente identificato, così la deviazione non influenza molte o tutte le stazioni della rete.

Una ulteriore protezione contro deviazioni secolari è quella di utilizzare una stazione pilota, attualmente Locarno (stazione base della rete originale di Zurigo).

L’Ri di rete è paragonato con il valore di Locarno, che beneficia di una costanza di lungo termine (stesso strumento, stesso sito ed anche stesso osservatore negli ultimi 50 anni). Anche in questo caso, ogni deviazione che influenzi la rete o la stazione di Locarno non sarà la stessa per entrambe e condurrà ad una discrepanza. Ciò comunque non è stato mai rilevato.
Infine, notate che il valore Ri risultante è moltiplicato di un fattore costante 0,6. Questo valore fu applicato a Zurigo per i valori recenti di Ri, per ricondurli alla medesima scala rispetto ai valori precedenti, da parte di Rudolph Wolf. Si tratta di una convenzione che ha evitato il completo ricalcolo dei valori precedenti (un’attività lunga e noiosa a ritroso nel 19° secolo).

Così. Quando osservate una singola macchia (Wolf=11), non siate sorpresi di vedere che Ri sia invece pari a 7.
2) i nomi degli osservatori i cui dati sono utilizzati per calcolare i sunspot number, oltre a Catania e Locarno;

In questo momento non ho con me la lista degli osservatori, ma ricordate che all’incirca sono 80 (1/3 professionali e 2/3 amatoriali) sparsi nel mondo.

Dunque, ogni stazione individuale non può costituire in se’ una grande differenza e deviare Ri in caso di errore. In più, le stazioni di osservazione devono qualificarsi prima di essere inserite nella computazione di Ri. Per prima cosa, richiediamo che ci forniscano valori per più del 30% dei giorni e sistematicamente ogni mese (non sono accettati osservatori occasionali non addestrati). Valutiamo anche la stabilità della stazione rispetto all’intera rete per un anno intero prima che la stazione sia incorporata nel calcolo del Ri.
3) i criteri di calcolo del sunspot number in presenza di “pore”, ovvero se siano o meno gli stessi utilizzati per le macchie solari;
Le definizioni di “pore” variano persino tra i diversi studiosi. Per il conteggio di Ri, dobbiamo essere coerenti con le osservazioni fatte nel lontano passato e così, il criterio “pore-sunspot” è considerato puramente empirico e dipendente dalla acutezza e percezione di ciascun osservatore

Questo confine variabile, legato primariamente alla risoluzione dell’immagine, è così tradotto nel coefficiente K di ciascuna stazione (scala) e nella dispersione giornaliera tra tutte le stazioni (rumore).

Notate che molti altri fattori giocano un ruolo in questa dispersione. Per esempio, piccole macchie o pore hanno sempre una breve durata, pari a poche ore. Non appena ciascuna stazione effettua le proprie osservazioni in un momento differente nell’intervallo di 24 ore (Ri è così una media temporale sulle 24 ore), alcune stazioni vedranno una macchia mentre altre non la vedranno e così sono entrambe corrette!

4) infine, in che modo sia possibile paragonare i sunspot number calcolati dal SIDC di recente (durante l’ultimo minimo e durante l’attuale ciclo 24) con i SN calcolati 50, 100, 200 anni fa e se il SIDC intenda procedere con tali paragoni nel prossimo futuro: è infatti ben noto il problema della continuità del calcolo dei SN moderni rispetto a quello del passato, dovuto alla maggiore risoluzione degli strumenti utilizzati per l’osservazione delle macchie solari.

Veramente, quando si considerano osservazioni prima del 19° secolo, la scala è meno accurata (strumenti meno avanzati ma anche osservazioni più rade da parte di meno osservatori), D’altra parte, negli ultimi 125 anni, l’indice delle macchie è abbastanza ben validato (varie altre serie di osservazioni solari consentono di controllare ogni deviazione, molti osservatori simultanei)

La ricerca continua in quel campo e i dati storici sono ripristinati ed aiutano a migliorare le ricostruzioni passate (forse qui si riferisce alla ricostruzione del sunspot number prima del 1849)
Un buon esempio è il sunspot number di gruppo (Group sunspot number) stabilito da Hoyt e Schatten, che consentiva di verificare una buona stabilità, pari al 5% di Ri sugli ultimi 125 anni,
che cresce fino al massimo al 25% andando ancora più indietro nel tempo.
Ciò accade in quanto, per i secoli passati, accanto al Ri, molti studiosi utilizzano ora il numero di Gruppo, più rozzo ma più stabile, integrato dal (più indiretto) indice aa, indice di attività geomagnetica.

Noi crediamo che una risposta ufficiale da parte sua possa incrementare ulteriormente il prestigio del SIDC. Per questo, la ringraziamo in anticipo per la risposta che vorrà fornire a noi ed a tutti gli altri appassionati di questa bella scienza.

Bene! Questa è la nostra risposta
Il documento allegato, che risulta da un invito ad un incontro internazionale, fornisce già una discreta e completa visione dell’eredità e dei metodi riguardanti l’Ri, ma lo spazio nella pagina era limitato. Così, molte di queste informazioni troveranno posto nelle nostre pagine web in futuro.

(NB: potete utilizzare il materiale dell’articolo, ma non dimenticato di includere una citazione delle fonte)
Restate sintonizzati! E congratulazioni per il vostro forte interesse nelle osservazioni solari
Frédéric Clette

SIDC – Brussels

75 pensieri su “Risposta del SIDC alla lettera pubblicata ieri, 23 agosto

  1. erdeluca :

    @ice2020
    io invece cocordo con Donato.
    Penso se ti comprassi un telscopio NEWTON 114 mm di diametro un filtro in mylar per l’osservazione diretta (te la potresti cavare con 250 Euro), dopo un po’ di osservazioni, concorderesti anche tu.
    Provare per credere.

    Quando torna pablito dalle ferie, sarà pubblicato un bell’articolo a proposito della differenza di risoluzione tra telescopi!

    Posso intanto dirti che lui faceno osservazioni cn un telescopio di uguale potenza a quelli di 150 anni fa, i pore o le macchie più piccole, nn riesce a vederle!

    Ciao

      (Quote)  (Reply)

  2. Donato :………………………….. Altra cosa che mi ha fatto piacere è scoprire che anche loro seguono il blog. La cosa deve gratificare chi, con tanto sacrificio, si adopera per aggiornarlo e, contemporaneamente, dovrebbe incrementare la nostra fiducia nelle istituzioni scientifiche. La loro attenzione per le reazioni della società a quanto esse fanno (e pubblicano) è lodevole e serve a colmare il baratro che si è scavato tra la Scienza e la Società. Buon lavoro agli amministratori ed un saluto a tutti i commentatori.Donato

    Condivido in pieno: il ruolo MOLTO importante che NIA (ed altri blog e siti di questo genere) ha assunto è diffondere, ma anche rielaborare e rendere comprensibile, un certo tipo di conoscenza a chi è interessato ma non sa dove cercarla.

    Quindi continuare così e, se possibile, fare meglio, ha un valore etico in se’, non dimentichiamolo, che è possibile prima di tutto per la voglia ed il tempo impiegato da un gruppo di appassionati delle materie oggetto di discussione.

      (Quote)  (Reply)

  3. Donato :………………………… Analizzando più nel dettaglio la risposta potrà emergere qualche reticenza ma, in buona sostanza, credo che oggi possiamo fidarci di più dei dati SIDC in quanto risultato di un metodo di rilievo sistematico e collaudato. Io non ho mai creduto all’idea del complotto per nascondere volutamente la verità al pubblico. Che interesse possono avere il SIDC o la NOAA a “pompare” i loro dati? …… Non credo che abbiano falsificato i dati. ……..Donato

    Non so se ci sia qualcuno che ha interesse a “pompare” i dati. Non spetta a me stabilirlo, anche se mi dispiacerebbe molto se una cosa del genere emergesse in modo chiaro.

    Osservo però che i valori odierni del sunspot number sono comparabili con quelli del passato FINO ad una certa data, per ammissione dello stesso SIDC.
    Prima di allora (1885), bisogna arrangiarsi in qualche modo (il SIDC suggerisce una possibilità).
    NIA si sta arrangiando nel modo che ritiene più opportuno, con un metodo che ha pregi e difetti ma che è stato costruito in modo razionale: la prova risiede nell’andamento temporale del SN di NIA rispetto al solar flux ed al sunspot number del SIDC.

      (Quote)  (Reply)

  4. Sul fatto del non interesse a falsificare ci andrei cauto ma non tanto perchè ritengo certe istituzioni malvagie.Semplicemente il nostro mondo è tutto totalmente corrotto e serve interessi più o meno pressanti e più o meno velatamente.La storia delle mega-assicurazioni sui satelliti e sui vari sistemi in orbita strappate a suo tempo per il presunto avvento del megaciclo del 2012 a tutt’oggi non è stata nè confermata nè smentita.Se annunci che il 95% delle strutture in orbita verranno fritte da un superciclo da 250sn le assicurazioni tirano su delle cifre allucinanti e se poi esce fuori un ciclo con 20sn invece di 250sn può essere un bel problema.Questo chiaramente è uno dei tanti esempi che si possono fare su quanto la corruzione può essere ovunque.
    Ma niente impedisce che che ognuno stia facendo quello che fa in buonafede, sono solo ipotesi più o meno malvagie :p

      (Quote)  (Reply)

  5. Buongiorno a tutti. Mi é piaciuta la risposta del SIDC e la loro velata ammissione di avere qualche difficoltá nel seguire nel tempo il loro compito di “garanti” della continuitá del passato col presente.
    Sembra evidente che qualsiasi strada possa essere intrapresa per mantenere questa missione, aumentando i conteggi dei vecchi cicli di un +/- 25% o diminuendo i conteggi attuali, come abbiamo fatto qui su NIA, il fatto incontestabile é che questo ciclo 24 merita tutta l´attenzione dei professionisti e di noi dilettanti. Ieri guardavo il museo di galileo a Firenze, (grazie infinite a internet) e vedevo i cannocchiali che questo pioniere usava, 14 e 20 ingrandimenti con lenti difettose, messa a fuoco approssimativa e non avevano certo i filtri in mylar o computer. E questo duró per vari decenni prima che si avessero nuove attrezzature che permettessero una visione quasi ottimale, e certo non aiutó gli astronomi dell´epoca la quasi totale scomparsa delle macchie durante il minimo di Maunder. Non vogliamo certo tornare indietro nel tempo ma tutti si domandano se Galileo e quelli dopo di lui avessero avuto con un telescopio come Locarno o Catania o Monte Wilson cosa avrebbero visto e contato?
    Che al SIDC possano seguire questp blog non mi lascia meravigliato perché sono pochissimi i siti al mondo “specializzati” sulla attivitá solare e sono sicuro che anche al SIDC sono contenti che tante persone da tutto il mondo seguano questo blog e di conseguenza anche la attivitá degli scienziati che lavorano negli osservatori.

      (Quote)  (Reply)

  6. FabioDue :

    Donato :………………………… Analizzando più nel dettaglio la risposta potrà emergere qualche reticenza ma, in buona sostanza, credo che oggi possiamo fidarci di più dei dati SIDC in quanto risultato di un metodo di rilievo sistematico e collaudato. Io non ho mai creduto all’idea del complotto per nascondere volutamente la verità al pubblico. Che interesse possono avere il SIDC o la NOAA a “pompare” i loro dati? …… Non credo che abbiano falsificato i dati. ……..Donato

    Non so se ci sia qualcuno che ha interesse a “pompare” i dati. Non spetta a me stabilirlo, anche se mi dispiacerebbe molto se una cosa del genere emergesse in modo chiaro.
    Osservo però che i valori odierni del sunspot number sono comparabili con quelli del passato FINO ad una certa data, per ammissione dello stesso SIDC.Prima di allora (1885), bisogna arrangiarsi in qualche modo (il SIDC suggerisce una possibilità).NIA si sta arrangiando nel modo che ritiene più opportuno, con un metodo che ha pregi e difetti ma che è stato costruito in modo razionale: la prova risiede nell’andamento temporale del SN di NIA rispetto al solar flux ed al sunspot number del SIDC.

    Ciao Fabio, per quanto riguarda l’eventuale manipolazione dei dati non mi sento di escludere nessuna ipotesi anche perchè intorno all’argomento clima girano interessi economici mostruosi ed il sole, con il suo comportamento, è sicuramente implicato in questa faccenda.
    Non sono affatto convinto dell’affermazione di comparabilità dei SN fino al 1885:
    1) Si è avuto un particolare step nella strumentazione in quel periodo?
    2) Incongruenze anche molto vistose nella valutazione le ritroviamo semplicemente andando a ritroso al precedente minimo, ciclo 22/23, e addirittura all’inizio dell’attuale minimo (Simon ha pubblicato diversi articoli al riguardo)
    3) Non si può fare una reale comparazione in quanto bisognerebbe far “rivalutare” oggi (alla luce della attuale “moda” di conteggio) tutti gli SN di tutti gli osservatori presenti negli archivi dal 1885 ad oggi, con buona pace dei pore e piccole spot che la “discrezionalità” e “acutezza” degli osservatori dell’epoca, oltre alla indubbia inferiore qualità della strumentazione, hanno fatto si che fossero omessi dall’essere segnalati.

    Forse sono troppo drastico?

    Bruno

      (Quote)  (Reply)

  7. Naturale Bruno che la comparabilità, anche dopo il 1885, non sia perfetta: ricordo che proprio qui su NIA si osservò come, in un giorno (mi pare del 1913) classificato come “spotless” in realtà un osservatorio europeo avesse distintamente visto e tracciato sul disco solare (cartaceo) la presenza di una macchiolina. Dunque qualcosa sfuggiva anche dopo il 1885.

    Inevitabile però ragionare sui grandi numeri (di sintesi), senza dimenticare che il sunspot number è comunque una stima calcolata che risente dei soggetti osservatori, non è una misura.

    Per questo dicevo che, a spanne, questo rivaluta notevolmente la debolezza e quindi la peculiarità dell’attuale ciclo 24, davvero paragonabile ai più deboli cicli almeno degli ultimi 200 anni e forse più.

      (Quote)  (Reply)

  8. Dobbiamo ringraziare il SIDC per la pronta risposta. Spero davvero che Simon smetta di accanirsi contro l’ osservatorio di Catania che rileva il più piccolo pore. Resta il problema della confrontabilità dei dati tra un osservatorio e l’altro e sembra chiaro che facciano delle medie tra i dati di tutti gli osservatori per ridurre al minimo gli errori. L’ SN é semplice da calcolare per l’ osservatore ma non é affidabile per macchie al limite l’ osservabilità. Tutto va bene quando il sole é in forte attività ma i problemi vengono fuori quando in giro ci sono solo dei pori un osservatorio potrebbe vedereli mentre un altro no … con il risultato che a Catania segnano 22 (due pori molto distanti ) mentre altri osservatori segnano 0 .

      (Quote)  (Reply)

  9. In effetti è inutile prendersela con Catania, non credo siano loro a decidere che cosa finisce nel calcolo del sunspot number e cosa no. Fanno il loro mestiere di osservatori e basta.
    Con il SIDC ce la siamo presa (s fa per dire) e ci hanno risposto, ora direi di concentrarci sui temi solitamente oggetto di questo blog. A tale proposito, mi sono ricordato di dover riportare nelle bozze un certo articolo…. 😮

      (Quote)  (Reply)

  10. FabioDue :

    Con il SIDC ce la siamo presa (s fa per dire) e ci hanno risposto…. :-o

    Io ho trovato che questa risposta abbia chiarito molti dubbi e abbia cancellato quasi del tutto le tesi complottiste, perché esiste un problema tecnico non risolvibile nel calcolo degli SN.

      (Quote)  (Reply)

  11. Non sono un astronomo nè uno specialista di telescopi o schermi di computer. Posso solo fare delle considerazioni sulla base della mia esperienza di fotografo e video-amatore …turistico. Possiedo una vecchia reflex Nikon con pellicola (analogica) ed una videocamera digitale. Le riprese effettuate con la vecchia reflex rispetto a quelle digitali sono molto superiori in quanto a nitidezza ed a contrasto. Ovviamente non sto parlando di macchine digitali da svariate migliaia di euro ma di normali macchine digitali da qualche centinaio d’euro. Del resto questo è il discorso che fa il SIDC: la strumentazione SOHO fornisce immagini meno dettagliate rispetto alle osservazioni ottiche tradizionali; le immagini di satelliti più recenti forniranno immagini molto più accurate e confrontabili con quelle ottiche. Circa il fatto che i telescopi della rete SIDC diversi da Locarno e Catania non siano conosciuti e, quindi, la trasparenza delle informazioni fornite non è garantita, posso essere, almeno in parte, d’accordo. Consideriamo, però, che trattasi di osservatori, da quel che ho potuto capire, anche amatoriali che debbono fornire un numero minimo di osservazioni (non inferiori al 30% di quelle garantite da un professionista). In altre parole può benissimo capitare, come capita anche a noi, che in una giornata un osservatore non ha la possibilità di eseguire osservazioni per cui non fornisce dati. Ciò, però, dal punto di vista statistico non inficia la significatività della base numerica da elaborare e, in ogni caso, esistono dei dati di riferimento (Locarno e Catania) che consentono di escludere errori grossolani. Sono abituato ad eseguire misurazioni di precisione e tanto mi basta per dire che la metodologia utilizzata dal SIDC è affidabile e corretta. In quanto alla continuità con il passato sfido chiunque a garantirla. Le strumentazioni erano del tutto diverse e diversi erano gli scopi delle osservazioni. Partire dal 1885 per effettuare i confronti mi sembra una scelta equa in quanto la strumentazione dell’epoca può essere confrontabile con quella attuale (tecnologia dei telescopi tradizionali) e le osservazioni possono essere confrontate utilizzando coefficienti correttivi scelti in modo oggettivo. Per il passato dovremmo accontentarci di margini di incertezza molto più ampi ed eseguire confronti qualitativi più che quantitativi.
    Il conteggio NIA, secondo il mio modesto e personalissimo punto di vista, è un metodo che non può considerarsi alternativo a quello SIDC. Esso riesce a quantificare in modo oggettivo il comportamento del Sole però i valori di SN sono sistematicamente inferiori a quelli NOAA e SIDC. Essendo basato su immagini satellitari caratterizzate da una certa risoluzione potrebbe benissimo capitare di non individuare delle macchie molto piccole che invece risultano ad un’osservazione diretta con telescopi tradizionali. Mi si potrà ribattere che i telescopi ed i filtri solari attuali sono migliori di quelli del passato ed io potrei ribattere che nel passato non esistevano le immagini satellitari, i pixel ed i mega pixel e via di questo passo all’infinito. Si tratterebbe di una polemica sterile che non mi affascina. La cosa importante di tutto il discorso è che tanto NIA (con pochi o nulla mezzi), quanto NOAA, NASA e SIDC (con mezzi enormi), stanno studiando un fenomeno eccezionale nella storia dell’astronomia: un ciclo solare del tutto straordinario che rimarrà negli annali della Scienza. E, cosa ancora più straordinaria, tantissima gente comune attraverso internet si appassiona ad un tema ostico come il ciclo solare e riesce a discuterne alla pari (quasi) con i massimi esperti mondiali. Ciò non sarebbe successo senza questo blog.
    Scusate se è poco.
    Donato

      (Quote)  (Reply)

  12. @Donato

    Partire dal 1885 per fare dei confronti puntuali è oggi forse inevitabile, come ci fa notare il SIDC, ma i cicli più interessanti con cui confrontare l’attuale ciclo 24 sono pressochè tutti PRECEDENTI il 1885 e anche di molto.

    Qui sta il punto: stabilire quanto sia eccezionale il ciclo attuale rispetto al passato, anche non recente, a dispetto dei dati approssimati e talvolta frammentari di cui si dispone.

    E’ chiaramente una sfida.

    Ma la scienza è fatta soprattutto di sfide e poi, grazie a queste e magari a nuovi strumenti (tecnologici e metodologici), si acquisiscono nuove conoscenze.

    Il conteggio NIA non è alternativo a quello SIDC e NOAA.
    Semmai si pone un obiettivo diverso: il confronto col passato. Che ci riesca o meno, è un altro discorso, ma ci prova.
    Dunque può ritenersi complementare agli altri metodi di conteggio, i quali invece cercano prima di tutto di vedere tutto il visibile, con i migliori strumenti, poi eventualmente smussano e mediano.
    Ma il SIDC ammette che i suoi numeri non sono confrontabili con quelli precedenti il 1885, per una serie di ragioni che non ripeto qui (vedi la lettera). Dunque non si riesce a smussare e mediare più di tanto, perchè non sono ben noti i termini di confronto.

      (Quote)  (Reply)

  13. HO aperto adesso la pagina e devo dire che secondo me alla fine ci dicono tutte cose che sappiamo già ma il punto è questo:

    Perchè usare e tenere conto solo dei mezzi più potenti, in grado di vedere anche i moscerini sul Sole, quando 100 200 anni fa sicuramente non si disponeva delle tecnologie attuali e quindi non si potevano vedere???

    Perchè aumentare in qualche modo il numero di sunspot giornaliero quando si dovrebbe mantenere una certa continuità col passato?????

    In pratica loro cosa ci dicono???

    Che loro adattano le tecnologie di adesso per andare a cambiare i vecchi metodi di calcolo aumentandone i valori, cioè secondo me è ancor più grave

    Comunque una cosa è sicura il minimo continua e ormai sono tre anni che siamo qui e di fatto poco è cambiato il Sole è in un minimo profondo, le macchie sono a latitudine da massimo e la forza o la coalescenza, come si chiama tecnicamente, è molto debole, pochi flare e poche tempeste geomagnetiche, vento solare debole, indici con qualche impennata ma sempre su valori bassi bassi, solar flux che non decolla e soprattutto una media mensile che continua a non superare i 30 insomma forse neanche nel Dalton eravamo messi così mi sa proprio che questo sfocerà in qualcosa di ben più profondo tempo un anno e vedrete 🙂

      (Quote)  (Reply)

  14. Credo che la questione sui conteggi delle macchie solari sia chiuso da parte mia!

    Le risposte che volevo sentir dire le ho avute, discreta correlazione fino al 1885 (discreta nn significa perfetta), poi no…

    Non mi sn mai accanito contro Catania, magari all’inizio quando ero acerbo anch’io, poi ho capito, e l’ho sempre scritto, che fanno semplicemente il loro lavoro cn gli strumenti a loro disposizione.

    Avere una continuità col passato è oggi impossibile, la tecnologia è andata avanti…

    possiamo dire, ma questo anche Svalgaard lo diceva, che il SN dei minimi di Dalton o Maunder devono essere aumentati del 25%, o questi diminuiti di altrettanto se nn di più, ed è all’incirca quello che sta facendo il NIA’s!

    A me basta così!

    Simon

      (Quote)  (Reply)

  15. mi scuso per la mia Assenza, ma sono stato giorni a Roma ed è stata una cosa decisa all’ultimo Minuto.
    scusa Simon se non ti ho mandato neanche un SMS, ma ho il cell praticamente andato, lo compro nuovo domani.

    ho letto la risposta del SIDC e devo dire che abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo, cioè, gli strumenti odierni sono talmente avanzati che sono più potenti dei satelliti, addio continuità con il passato

    cmq, avrei piacere se qualcuno mi facesse un riassunto stringato di quello che è successo su NIA negli ultimi giorni

      (Quote)  (Reply)

  16. Inoltre come diceva Lucio, il problema nasce soprattutto con le macchie di piccola dimensione ed i pore, il NIA’s è programmato in modo tale da nn riuscire a contarle se presenti isolatamente, mentre le segnala se un insieme di macchiette che formano una regione raggiunge una certa soglia…

    da qui ovviamente più giorni spotless e SN più bassi, anche perchè queste macchiette continuano ad apparire tutt’ora…

    diverso discorso quando appaiono le macchie di più grande dimensione, lì c’è sicuramente più sintonia tra i moderni conteggi ed il nia’s…

      (Quote)  (Reply)

  17. FabioDue :In effetti è inutile prendersela con Catania, non credo siano loro a decidere che cosa finisce nel calcolo del sunspot number e cosa no. Fanno il loro mestiere di osservatori e basta

    Vedo che dopo mesi che ne leggevo di cotte e crude finalmente ho avuto un briciolo di soddisfazione nel leggere questa considerazione…
    Credetemi, con il direttore dell’INAF di Catania ci conosciamo ed apprezziamo da anni, tanto che ci diamo del tu, parlo del prof. Gianni Strazzulla e conosco di persona quasi tutti i tecnici: sono delle brave persone e non hanno alcun interesse in alcunchè problematica, fanno solo il loro lavoro e cercano di farlo al meglio…

      (Quote)  (Reply)

  18. Fabio Nintendo :

    mi scuso per la mia Assenza, ma sono stato giorni a Roma ed è stata una cosa decisa all’ultimo Minuto.
    scusa Simon se non ti ho mandato neanche un SMS, ma ho il cell praticamente andato, lo compro nuovo domani.

    ho letto la risposta del SIDC e devo dire che abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo, cioè, gli strumenti odierni sono talmente avanzati che sono più potenti dei satelliti, addio continuità con il passato

    cmq, avrei piacere se qualcuno mi facesse un riassunto stringato di quello che è successo su NIA negli ultimi giorni

    Il sole è stato spotless per quaalche giorno, ma prima che lo diventasse anche per il sidc con un sole che però praticamente già lo era, sn passati altri giorni di conteggi assurdi…

    Allora abbiamo deciso di scrivere al Sidc e la lettera la trovi sotto, cn tanto di firme di molti utenti NIA…

    quella che vedi qui è la risposta del direttore, che credo tu abbia già letto.

    Ciao e ben tornato.

      (Quote)  (Reply)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Immagine CAPTCHA

*

Aggiungi una immagine

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.