Qui su NIA, quasi ogni giorno sentiamo parlare di cicli solari, di osservatori solari che vedono macchie più di altri o che le contano male.. Tutto questo oramai fa parte del folclore di questo blog … … ma probabilmente in pochi hanno avuto la possibilità di osservare con il propri occhi le macchie solari con uno strumento.
Ecco un metodo abbastanza semplice su come si possono osservare le macchie solari in modo sicuro. Il materiale occorrente é costituito da un binocolo un cavalletto fotografico, un adattatore per binocolo e con dei pezzi di cartone e cartoncino e un pò di pazienza!
Una cosa scontata ma la prudenza non é mai troppa:
!!! ATTENZIONE NON OSSERVATE MAI IL SOLE DIRETTAMENTE CON IL BINOCOLO !!!.
L’energia solare concentrata dalle lenti é sufficiente a provocare danni permanenti anche gravi all’ occhio .
Inoltre la tecnica può essere usata solo con strumenti aventi un obbiettivo non troppo grande. Con un telescopio é bene diaframmare l’ obbiettivo e portarlo a un diametro di circa 50 mm. La lente e soprattutto lo specchio potrebbero concentrare la luce all’ esterno e bruciare qualcosa … mi ricordo di aver visto i risultati di una avventata apertura della cupola di giorno di un telescopio del diametro di oltre un metro …
La cosa più difficile da trovare é l’adattatore per il cavalletto fotografico e inoltre con alcuni alcuni binocoli la cosa non é tanto semplice.
Il funzionamento é abbastanza semplice useremo il binocolo come un proiettore e il disco solare verrà proiettato su un cartoncino bianco ad una certa distanza.
Si prende un cartone da imballaggio abbastanza robusto sul quale faremo un foro leggermente più piccolo della dimensione dell’ obbiettivo, in modo tale che rimanga bloccato sull’ obbiettivo.
lo scopo di questo cartone é quello di oscurare una lente e quella di proiettare un ombra, in questo modo l’ immagine del disco solare sarà più contrastata.
Come schermo utilizzeremo un foglio di carta bianca incollato o fissato in modo da non fare troppe ondulazioni su un cartone…
Una volta assemblato il nostro aggeggio, bisogna puntare il binocolo in direzione del sole. La cosa non é molto semplice. Per motivi di sicurezza non possiamo mettere l’ occhio all’oculare per non “friggere” o “lessare” l’ occhio, ma dopo qualche tentativo vedremo apparire in terra un ovale luminoso, a questo punto avviciniamo lo schermo di osservazione dietro l’ oculare e lo orientiamo in modo tale da rendere il disco circolare. A questo punto possiamo mettere a fuoco o avvicinare allontanare lo schermo in modo da ottenere l’ immagine nitida e osservare … e se la fortuna ci assiste dovremmo vedere qualche macchietta !
Non perdete questa occasione, perché probabilmente, dopo questo massimo solare sarà molto difficile vedere delle macchie in questo modo per chissà quanti decenni.
Buona sperimentazione, buon divertimento … e state attenti agli occhi mi raccomando!
Gabriele Santanché … aka Luci0 … gabsan!
Bell’articolo, come quelli che si trovano sui siti per astrofili. Però su NIA si parla di questo e di molto altro, per soddisfare i palati più esigenti 🙂
Una nota a proposito delle macchie:
ormai da un po (settimane?) le macchie si formano solo a latitudini ben superiori ai 15 gradi e, mi pare, anche ai 20 gradi. E’ come se fossero tornate su, anzichè convergere verso l’equatore.
Secondo voi vuol dire qualcosa?
FabioDue(Quote) (Reply)
Piccolo OT: Volevo ringraziare Guido Guidi per aver ripreso l´articolo sul Perito Moreno, naturalmente lui usa un linguaggio meno “colorito” del mio, ma si sa io sono un provocatore che non deve rispondere a nessuno.
http://www.climatemonitor.it/?p=12894
sand-rio(Quote) (Reply)
@FabioDue
Aspettiamo, aspettiamo…ho formulato domenica questa domanda ad Ale…vai a rivedere come ha rissooto…
PS.Lucio, bel articolo!
Simon
ice2020(Quote) (Reply)
Soprattutto mi è piaciuta l’ultima frase:
“Non perdete questa occasione, perché probabilmente, dopo questo massimo solare sarà molto difficile vedere delle macchie in questo modo per chissà quanti decenni.”
Hhihihihihihi
ice2020(Quote) (Reply)
Grazie, ho letto la risposta di Ale. Non facile da verificare comunque, come al solito capiremo di aver già raggiunto il massimo quando sarà passato da un po di mesi.
FabioDue(Quote) (Reply)
Intanto è ormai matematico che per Il Sidc settembre supererà agosto (19.6) come SN:
http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=3523
Mentre s la gioca con il solar flux, che cmq nn raggiungerà di certo febbraio, marzo e luglio!
Qualcosa come sempre nn torna…
ice2020(Quote) (Reply)
Una bella idea Luci0! Io avevo costruito dei filtri con il cartoncino e un foglio di Astrosolar (costa circa 20 euro, non facile da recuperare) da mettere su un vecchio binocolo, ma un sistema semplice come il tuo non l’avevo pensato, sembra proprio quello degli antichi astronomi.
Sarebbe interessante fare un articolo su dei modi economici per verificare direttamente dal Sole quello che vediamo su Internet.
Pablito(Quote) (Reply)
attenzione a giocare con le lenti e il sole perchè oltre a rischiare di danneggiarvi la vista potete anche rischiare di far colare pezzi di plastica o di far prendere fuoco qualcosa….solitamente per questo i filtri solari vengono montati prima del telescopio così che la luce arrivi alle lenti già con minore intensità…alcuni strumenti potrebbero anche danneggiarsi a causa dell’intensità della luce…su molti telescopi c’è proprio scritto: never point the telescope at the sun…oltre che per la vista per lo strumento stesso…
Vale91(Quote) (Reply)
iMPENNATA DEL SOALR FLUX ALLE ORE 20 A 91 CHE NN MI SPIEGO…
ice2020(Quote) (Reply)
@ice2020
Come mai anche io non capisco?
Paolo 72(Quote) (Reply)
In effetti se l’ obbiettivo principale é maggiore di 50-60 mm é opportuno diaframmare lo strumento.
Luci0(Quote) (Reply)
Pure io..mi sembra di ricordare che era già successo …
Michele(Quote) (Reply)