Interpretiamo il Sole e le sue influenze sul clima terrestre

Prendendo spunto da una discussione da me affrontata su un altro blog simile, come tematiche, a NIA darò una mia interpretazione a come il Sole possa modificare il clima terrestre.

Preciso però che non andrò ad affrontare lo specifico, per questo tipo di discorsi ci sono studi avanzati già pubblicati su NIA, per ora sappiamo che il sole influisce sulle fasi dell’ENSO ( che a sua volta influisce sulla PDO e sull’AMO ) e soprattutto sul Vortice Polare.

Tenterò di fare un quadro generale della situazione, partendo dai presupposti sui quali si basa l’ala “moderata” dei sostenitori dell’AGW.

La teoria alla base dell’AGW, come tutti ben sappiamo è che la CO2 è l’unico motore climatico della terra, ma ovviamente tra i sostenitori di questa tesi c’è anche chi la pensa in maniera leggermente diversa, asserisce cioè la presenza di fenomeni naturali che concorrono a variare il clima terrestre nel breve termine, ma solo nel breve termine, e che la CO2 diventi fondamentale solo nel “rumore di fondo” e che quindi il lungo termine alla fine debba sottostare alla CO2.

Ovviamente non sappiamo cosa queste persone intendano per breve termine, alcuni intendono cicli annuali o quinquennali, altri decennali, altri ancora trentennali, ed infine chi pensa anche che ci siano cicli molto più lunghi.

Non sto a scrivere cosa ne pensi di questa teoria, perché è sicuramente il punto di partenza con cui “collaborare” con chi pensa che sia tutta colpa dell’uomo.

Capite infatti che se già risulta difficile capire il senso di questa teoria è ancora più improbabile riuscire a capire persone che pensano nella totale dipendenza del clima della CO2 e che per di negare il raffreddamento del periodo 41-80 circa porta in causa fenomeni che dire che esistano è forse già tanto.

Prendiamo quindi come base il fatto che l’AGW per alcuni si basa solo sul lungo termine, che su una cosa siamo certi, è di almeno 100, visto che le serie storiche più lunghe superano tale soglia, anche se sono solo pochissime.

Ed è proprio qui che entra in gioco una forzante che esclude fenomeni importanti sul breve termine, ovvero il Sole che ha bisogno si almeno 20-30 anni per portare forzanti notevoli al clima.

Come vedete quindi entrambe le teorie dicono che il breve termine deriva da fattori interni alla terra ( anche se solo la 2° ne spiega un dipendenza dalla causa primaria, l’AGW infatti non si è mai posto il problema di capire da cosa derivino i cicli oceanici ).

Andiamo indietro nel tempo, analizziamo gli ultimi mille anni, il periodo su cui abbiamo molte certezze anche se la quasi totale mancanza di dati.

Sappiamo infatti che fino al 1200-1300 circa la terra viveva un periodo caldo, mentre dal 1400 al 1850 circa fosse sotto un periodo particolarmente freddo, chiamato Piccola Era Glaciale, probabilmente il più freddo dall’ultima glaciazione.

Prendiamo ora l’emivita del C14, perché proprio questo indicatore è il più fedele possibile alla reale attività solare ( che non dipende da macchie, regioni attive o strumentazioni e osservazioni non oggettive, ma dipendenti dal giudizio umano ), l’emivita del C14 è assunta costante nel tempo, ma è sempre dipesa dall’attività solare, infatti l’equilibrio naturale della concentrazione di tale isotopo dipende dai raggi cosmici che colpiscono l’atmosfera, essi come ben sappiamo grazie a NIA, sono sensibilissimi alle variazioni solari, e durante la fasi di minimo la loro concentrazione è massima.

Si capisce subito guardando il grafico che l’attività solare è stata molto intensa fino al 1250 circa, quando ha incominciato a calare, subendo l’effetto di 3 grandissimi minimi, si cui solo l’ultimo è stato direttamente misurato con degli strumenti, stiamo parlando infatti di:

Minimo di Wolf: circa 1280 – circa 1350
Minimo di Spoerer: circa 1450 – circa 1550
Minimo di Maunder: circa 1645 – circa 1715

A questi 3 grandi minimi va aggiunto il famoso Minimo di Dalton ( circa 1790 – circa 1820 ) e un minimo secondario, che più che altro fu sinonimo di bassa attività pur continuando a registrare cicli un decennali ben definiti, ovvero il Minimo di Damon ( circa 1850 – circa 1910 )

Dopo tutti questi minimi l’attività solare è cresciuta tantissimo fino a raggiungere i picchi massimi da mille anni, infatti circa dal 1940-50 stiamo vivendo una fase intensissima di attività solare.

Questo il grafico del C14:

Mentre in questa pagina di Wikipedia trovate alcune informazioni basilari sull’emivita del C14: http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_del_carbonio-14

Come abbiamo detto l’attività solare nel breve termine, ovvero i Minimi e Massimi relativi un decennali non influiscono abbastanza sulla terra per potersene accorgere di eventuali cambiamenti, l’attività solare ha bisogno infatti di almeno 20-30 per influire sul clima, solo per dire, ma noi ci troviamo da circa 60-70 anni con un’attività solare che è la più forte da chissà quanto tempo, visto che il recente massimo assoluto avvenuto 1000 anni fa è stato inferiore.

Se confrontiamo la storia climatica terrestre, andando a prendere come considerazione si nota subito come il sole spieghi perfettamente tutti i cambiamenti subiti dalla terra e che il tutto si vede con un leggero ritardo, proprio come teorizzato prima.

Dall’altro lato delle ipotesi la CO2 non è in gradi di spiegare tali mutamenti, anche perché, gli unici dati a nostra disposizione ( ammesso che siano corretti ) vedono la CO2 molto costante per cominciare a salire solo alla fine del 1800 in concomitanza con la 2° rivoluzione industriale e divenire molto significativo solo negli anni 60 con il boom economico seguito dalla 2° guerra mondiale.

Come si può intuire pare strano che la CO2 abbia influito il clima solo per gli ultimi 30-40 anni, mentre prima no, eppure c’è chi dice che il lungo termine dipende da essa, e tralasciando le scoperte che indicano la CO2 come dipendente dalla temperatura e non il contrario come sostengono i fautori dell’AGW, diviene molto difficile credere che ci siano informazioni a sufficienza sulla CO2 per definirla come unico motore del clima terrestre.

Ma torniamo al discorso Sole, la mia interpretazione qui diviene fondamentale, infatti secondo me il Sole non deve essere visto come un indice ( o un gas ) che anche la sua più piccola variazione può modificare gli scenari atmosferici, il Sole infatti è una gigantesca palla di fuoco, assomiglia molto più ad una lampadina o ad un forno, se è acceso scalda l’ambiente, se è spento l’ambiente torna alla temperatura ambientale.

In sintesi massima:

il sole si accende e si spegne ogni 11 anni, ma è talmente veloce tale variazione che non si sente.
se sta acceso per un periodo di almeno 20-30 anni la temperatura sale, se sta spento scende.

Sarà anche un ragionamento da bambini, ma così facendo si spiegano tutte le variazioni sul lungo periodo ( lo stesso sui cui ci si dibatte per la CO2 ) subite dalla terra negli ultimi 1000anni ( gli unici effettivamente valutabili ).

E proprio sul fatto che il sole preclude ogni forma di influenza sul breve periodo che la teoria ( talmente banale che neanche dovrebbe essere una teoria ) del sole come motore principale del clima terrestre è molto più credibile di quella della CO2 ( ma badate prendiamo in considerazione solo quella che vede la CO2 nel lungo periodo, perché tutte le altre sono talmente assurde che sono scienza ).

FABIO

53 pensieri su “Interpretiamo il Sole e le sue influenze sul clima terrestre

  1. dal punto di vista personale aggiungerei che bisogna tener conto che se aumenta la copertura nevosa aumenta l’albedo e diminuisce il potere di riscaldamento del sole, un processo che si autoalimenta. C’è anche da dire che nei periodi glaciali la copertura nuvolosa e le precipitazioni sono anche ridotte rispetto ai periodi “caldi”. Poi bisognerebbe considerare, per quanto piccole rispetto al sole le variazioni di calore della terra legate a variazioni dell’attività vulcanica soprattutto lungo le dorsali oceaniche.
    Comuqnue la valutazione della variazione dell’emissione di radiazione solare non è cosi semplice da quantificare nel dettaglio.

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  2. giovanni :dal punto di vista personale aggiungerei che bisogna tener conto che se aumenta la copertura nevosa aumenta l’albedo e diminuisce il potere di riscaldamento del sole, un processo che si autoalimenta. C’è anche da dire che nei periodi glaciali la copertura nuvolosa e le precipitazioni sono anche ridotte rispetto ai periodi “caldi”. Poi bisognerebbe considerare, per quanto piccole rispetto al sole le variazioni di calore della terra legate a variazioni dell’attività vulcanica soprattutto lungo le dorsali oceaniche.Comuqnue la valutazione della variazione dell’emissione di radiazione solare non è cosi semplice da quantificare nel dettaglio.

    La questione secondo me è capire quali fenomeni prevolgono nel transitorio e quali nel nuovo stato:
    può essere che in fase di raffreddamento la copertura nuvolosa prevalga perchè l’atmosfera è abbastanza satura, ma poi, nel nuovo stato più freddo, la minore evaporazione incide ulteriormente sull’umidità, relativa ed assoluta.

    Idem dicasi per la copertura nevosa: aumenta durante il transitorio, per cui presumibilmente fornisce un contributo al raffreddamento.
    Poi, quando il clima si stabilizza verso il basso, le scarse precipitazioni servono solo a mantenere la copertura nevosa stabile e abbastanza bianca da evitare forti riduzioni di albedo: come noto, la neve fresca riflette fino al 90% della radiazione solare, quella più vecchia e compatta (es. in Antartide) intorno all’80%, se sporcata da terreno o fuliggine (nelle nostre città) decisamente meno (anche la metà).

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  3. ice2020 :Complimenti a Fabio anche da parte mia, semplice ecalzante il suo ragionamento che condivido in toto, anche se c’è sempre tanta gente in giro che pretende tutto e subito…ma accontentiamoci dei piccoli cambiamenti che stanno già avvenendo…!!!
    Per il resto per rispondere a Maunder, il sole sta attraversando una fase di moderata attività, lavevamo già scritto, ad una prima fase del mese quasi piatta, ne è seguità la seconda un pò movimntata…e questo sembra essere il leit motiv, finora, di questo anomalo ciclo 24…
    Simon

    ok grazie simon 😉

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  4. Michele :
    Ot solare
    Il sito non è molto …lasciamo perdere….
    ma l’immagine che riportano …..osservata il 16 Ottobre …e molto curiosa…
    un bel cerchio in mezzo al Sole !
    Stasera controllo negli archivi…di Soho…
    http://modernsurvivalblog.com/solar-cycle/enormous-ring-is-developing-on-the-sun/

    Anche nelle immagini ufficiali e’ presente quel cerchio inquietante:

    http://sohowww.nascom.nasa.gov//data/REPROCESSING/Completed/2010/eit304/20101017/20101017_0119_eit304_1024.jpg

    (mi autorizzate ad inserire le immagini? E’ altamente irritante non poter usare una funzione presente nel sito)

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  5. Nitopi :
    @Bernardo Mattiucci
    No, e’ molto uniforme. Le mappe misurate mostrano disuniformità a livello di millikelvin (se ben ricordo)
    http://it.wikipedia.org/wiki/Radiazione_cosmica_di_fondo
    Ciao
    Luca

    Ok
    facciamo un finto calcolo molto approssimativo.

    Quanto e’ grande lo spazio che potrebbe influenzare direttamente la Terra?
    Quanta energia serve per fargli aumentare di 1 millikelvin la propria temperatura?

    Questo e’ il punto. Si parla di energie enormi.
    Ecco perche’ le ripercussioni sulla Terra sono enormi.

    E’ come far bollire l’acqua di un cucchiaino e quella di un oceano.

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  6. PER L’OT:
    dalla sequenza di immagini, quel cerchio sta scomparendo dietro al sole (si trova quasi sul bordo).
    Da quello che emerge dalle ultime immagini sono solo 5 giorni che “vive”. Ovvero 15-16-17-18-19 ottobre. Quando riapparira’ nuovamente sulla parte visibile… se non si e’ placato… sara’ enorme!

    ma cos’e’?

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  7. That great circle on the Sun appeared about a month ago, but was only visible on the Magnetogram as Active Regions aligned to it. I commented about it on WUWT, but nobody paid any attention. Now we see it.
    Today, on the HMI Magnetogram:
    http://sdo.gsfc.nasa.gov/assets/img/latest/latest_1024_HMIB.jpg
    you can see more examples of Active Regions aligned to great circular arcs.
    Normally, these active regions should be aligned East-West, along the belts of Northern and Southern Hemispheres.
    So, these circles and arcs, what are they?
    They could be one of two or more possible causes:
    1.) deep disturbances in the Sun rising to the surface.
    2.) external forcings of unknown origin.

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  8. Ora si può giocare calcolare l’energia effettivamente emessa dal sistema di emissione intero della Terra, utilizzando l’equazione del campo unificato:
    E = (y + y Sin Cos) (V / D)
    http://www.scribd.com/doc/38598073/Unified-Field
    Dove Gravity/10 Sin = Y = 0,981
    Resto del Campo Cos = Y =- 0,019, cui viene aggiunto 1 (campo totale) – 0,981 = 0.019 x 10 = 0,19 Nm (positivo per emissione di campo-19% del campo totale = 10 Nm)
    V = velocità della Terra intorno al proprio asse in m / s
    D = diametro della Terra in metri.
    E, naturalmente, il risultato è in Joule / secondo.
    Ora, si può avere, anche in considerazione della Luna che “fa schifo” al perigeo e apogeo emette a:
    Moon (a) a eccentricità = 0.026
    -2,24915291288904 Nm
    Moon (b) alla eccentricità = 0.077
    +9,40962149507112 Nm
    http://www.scribd.com/doc/39678117/Planets-Moon-Field

      (Quote)  (Reply)

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