La Rubrica di NIA: L’Orso Russo è tornato? Forse

Partiamo ovviamente con spiegare brevemente e in maniera semplice cosa si intende per Orso Russo, chiamato anche Orso Siberiano a seconda della posizione che occupa nello scacchiere della circolazione atmosferica.

Partiamo con il dire che per Orso Russo si intende un anticiclone di natura termica semi-stabile, non è quindi dinamico, siamo perché risulta semi-stabile come figura pressoria ed è in primo luogo termico.

Per anticiclone termico si intende un anticiclone direi agli antipodi rispetto a quello Azzorriano o Sub-Tropicale, abbiamo infatti una situazione di regime alto pressorio al suolo con in quota geopotenziali bassi e termiche decisamente fredde ( ben sotto i -20 in Russia e Siberia ).

Un anticiclone termico di questo tipo ha bisogno per formarsi di un vortice polare non troppo forte, anche se ci sono state eccezioni notevoli, come nel Gennaio 2008, che spiegheremo più avanti, infatti le discese artiche raffreddano la siberia, a seguito di prolungate discese fredde il terreno tende a raffreddarsi di molto e se a questo periodo fa seguito uno di regime di Hp ci sono le basi per la formazione di questo particolare anticiclone.

Infatti all’inizio della sua evoluzione ci troviamo in un regime alto pressorio dinamico, questo però favorisce lo schiacciamento al suolo ( per via dell’inversione termica ) del freddo intenso che si era accumulato nel periodo precedente, a seguito di questo i geopotenziali si abbassano e l’hp forte delle temperature al suolo diviene più stabile e resistente alle incursioni cicloniche artiche.

Queste incursioni infatti abbassano notevolmente i geopenziali e creano al suolo un vero e proprio lago gelido bloccato dall’anticiclone vista la quasi totale assenza di venti.

In questo periodo la pressione dell’anticiclone sale e raggiunge valori ben superiori a 1040Bar, l’anticiclone è quindi diventato termico ed può assumere il nome di Orso Russo.

A dire il vero però quasi sempre questo fenomeno non colpisce la totalità dell’anticiclone, non è raro infatti imbattersi in una parte termica ad est, in piena siberia, ed una dinamica in Russia, infatti praticamente nella totalità delle irruzioni gelide da est dagli anni 50 in poi sono dovute o ad anticicloni dinamici che nulla hanno a che fare con l’Orso o da una sua propaggine dinamica.

Ho già quindi già accennato il fatto che l’Orso sia in parte responsabile delle irruzioni più fredde che abbiano colpito l’Italia, infatti questa figura barica permette al freddo di depositarsi al suolo e di assumere quindi connotati di continentalità molto elevati, tali che un leggero sbuffo in europa basta per far abbassare di molto le temperature.

Solo durante la PEG l’orso russo in persona faceva visita all’Italia e tutti dovrebbero conoscere che conseguenze portava questa situazione climatica.

Si capisce quindi che l’Orso Russo è una figura barica invernale e che tranne casi rari si presenta non prima di metà Dicembre e quasi mai oltre metà Febbraio.

Un esempio di anticiclone termico è quello groenlandese.

Ma veniamo al titolo del topic, è una chiaro riferimento al possibile ritorno in scena ( almeno nel suo luogo naturale ) dell’Orso durante l’Inverno, negli anni 90 infatti si è visto pochissimo e la tendenza pare prorprio invertita ora.

Nel corso degli anni ci sono state molte eccezioni a quello che ovviamente ho scritto, sapete benissimo che l’atmosfera non segue ordini precisi e in linea di massime si comporta così,un caso lampante è stato il Novembre 1998 freddissimo in tutta la Russia a causa di un orso già bello formato.

Noi ci limiteremo ad analizzare la parte centrale dell’inverno che è anche quella più interessante, nonostante nevicate Novembrine ( il 1998 l’abbiamo già citato ) e Marzoline possono sempre capitare per via dell’orso ( vedasi Marzi 1971 )

Analizziamo Temperature al Suolo e Pressione per valutarne le anomalie nel periodo sopra indicato

2010 ( abbiamo anomalie molto positive nella pressione e decisamente negative per le temperature al suolo )

2009 ( deboli anomalie sia da un lato che dall’altro, notare però come ancora una volta i segni siano cmq opposti )

2008 ( ecco il caso particolare, l’Orso Russo si è infatti formato nonostante il Vp fosse in una forma spaventosa, notate infatti le incredibili anomalie negative di pressione al polo, infatti gli effetti gelidi dell’orso furono decisamente più bassi di latitudine, regalando uno degli inverni più freddi di sempre per quelle zone, da questa carta si nota bene come ci sia una propaggine dinamica dell’Orso in Europa, che però ha portato anomalie positive, proprio perché di natura dinamica )

saltiamo il 2007 che rappresenta un’eccezione notevole per queste lande ( è infatti probabilmente uno degli inverni più caldi degli ultimi 300 anni, se a qualcuno interessa dico solo che la Siberia vide anomalie molto negative di pressione e molto positive di temperatura )

2006

2005

Come si può vedere la tendenza di questi 5 inverni è stata quella di avere un accenno di formazione dell’Orso Russo.

Se dovesse continuare questa propensione gli inverni potrebbero raffreddarsi in Europa e tornare ai livelli degli anni 70-80 almeno

FABIO

27 pensieri su “La Rubrica di NIA: L’Orso Russo è tornato? Forse

  1. Bell’articolo, sebbene un pò troppo tecnico per le mie conoscenze 🙂
    Si parla anche dell’orso 2008 quando, sulle nostre montagne, sono scesi metri e metri di neve.
    Vi chiedo: come erano gli indici NAO, AO,….. e tutti gli altri che influenzano il clima in quell’inverno 08/09?
    Ci sono analogie con l’inverno prossimo?
    Grazie e ciao

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  2. questa è la situazione attuale:
    http://www.meteogiornale.it/mappe-modelli-meteo/gfs-world pressione a 500Hpa e al suolo

    http://www.meteogiornale.it/mappe-modelli-meteo/gfs-world?map=tmp850_nps&click=li-0
    Temperatura ad 850 Hpa (non so per se renda davvero l’idea, sarebbe meglio forse la temperatura al suolo)

    Che dici Fabio, come è messo ora l’Orso? O meglio, come sarà messo tra qualche settimana, se continua così?

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  3. marcello :Bell’articolo, sebbene un pò troppo tecnico per le mie conoscenze Si parla anche dell’orso 2008 quando, sulle nostre montagne, sono scesi metri e metri di neve.Vi chiedo: come erano gli indici NAO, AO,….. e tutti gli altri che influenzano il clima in quell’inverno 08/09?Ci sono analogie con l’inverno prossimo?Grazie e ciao

    Provo a dare una prima risposta, poi Fabio vedrà se è il caso di integrarla o di correggerla:

    Gli effetti delle masse di aria fredda da nordest (dunque dai Balcani ma di solito di origine russa o addirittura siberiana) sulle nostre montagne sono molto diversificati.
    Le Alpi orientali e l’Appennino, lato est, possono ricevere buoni quantitativi di neve (e freddo); i versanti occidentali tipicamente ricevono solo freddo e poca o niente neve.

    Dunque, se le Alpi occidentali e l’Appennino, lato tirrenico, sono ben innevati, non è per effetto dell’Orso russo.

    Pe quanto riguarda l’inverno che ci attende, c’è qualche grossa differenza rispetto agli inverni degli ultimi anni: la Nina, in crescita verso un livello “strong”, combinata con AO e NAO che per ora (e sottolineo per ora) si prospettano oscillare attorno alla neutralità o addirittura negativi.

    Sono condizioni che non si verificano da oltre 50 anni (1955-56). Ma questo non vuol dire che avremo necessariamente una ripetizione dell’inverno 1956, ci sono altri fattori che possono congiurare contro un inverno freddo e nevoso.

    Dunque i freddofili tengano a freno l’entusiasmo, almeno per ora 🙂

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  4. Notazione personale per Nintendo: chi è che diceva che non eri più indispensabile (o almeno utile) a NIA? E poi chi li scrive più articoli del genere?

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  5. Complimenti Fabio per l’articolo,molto didattico e ben fatto!
    Lo metterò tra i miei preferiti.

    PS. La penso come fabiodue,chi ha detto che non servi più?

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  6. FabioDue :

    Notazione personale per Nintendo: chi è che diceva che non eri più indispensabile (o almeno utile) a NIA? E poi chi li scrive più articoli del genere?

    Ecco appunto…

    articolo davvero istituzionale per quanto riguarda la comprensione del famoso orso russo-siberiano, di cui molte volte si parla a vanvera…

    la tendenza degli ultimi inverni dporrebbe per una sua apparazione sempre più frequente…e noi l’aspettiamo a braccia aperte ovviamente…

    Simon

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  7. E speriamo che questo sia l’anno in cui l’orso deciderà di riprendersi buona parte dell’Europa e tutto il Mediterraneo 🙂

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  8. Bello Fabio!
    L’ho capito anche io !!! (Quasi… 8) )
    Quindi un “orso” prolungato tende a concentrare l’aria fredda al suolo.
    Il suolo umido congela, anno dopo anno, sempre piu’ in profondità (ricordo che le oscillazioni annuali scompaiono in pochi metri di terreno) . Cosi’ la tendenza alla riduzione del permafrost dovrebbe rientrare… risucendo anche le “emissioni di gas fetidi” ( 8) ) …
    Vedremo anche i prossimi anni….
    Ciao
    Luca

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  9. @nitopi

    Mi permetto di anticipare Fabio.

    In realtà è vero piuttosto il contrario.

    La geografia e la collocazione della Siberia si presta molto bene alla nascita ed alla persistenza di un anticiclone termico: si tratta di un vasto bassopiano in gran parte chiuso da catene montuose a sud, ad ovest e ad est (almeno in parte), ma non a nord. Dunque l’effetto mitigatore degli oceani e dei venti occidentali e meridionali, è molto ostacolato, mentre l’influenza dell’Artico si fa sentire facilmente.

    Inoltre si tratta di una porzione molto ampia di continente, dunque già di per se’ soggetta ad un clima marcatamente continentale, con forti escursioni termiche, ad una latitudine non eccessiva ma ragguardevole.

    Tutto questo lo rende, nel semestre invernale, sede ideale di inversioni termiche molto forti (anche per la bassa umidità, dovuta al clima relativamente arido), che si accentuano quando cade la prima neve autunnale (albedo pari o superiore all’80%).
    Le inversioni termiche consentono la formazione e persistenza di aria molto fredda al suolo, complici le giornate corte e l’innevamento e dunque consentono l’innalzamento della pressione, dovuto appunto alla maggiore densità dell’aria più fredda.

    Il fatto che l’anticiclone siberiano sia di tipo termico comporta, tra l’altro, che non sia sempre presente a tutte le quote, ergo che non sia necessariamente sinonimo di bel tempo, almeno nella sua sede naturale (la Siberia). Nonostante ciò, quell’area è piuttosto arida, proprio per le ragioni indicate prima: di norma in un intero semestre freddo, se ricordo bene, non cadono più di 20-30 cm di neve (meno di quanti ne cadono a Milano in un inverno normale).

    Fabio, è tutto corretto oppure ho scritto qualche sciocchezza?

    Sul permafrost concordo 🙂

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  10. Ottimo pezzo Fabio, aggiungo che sarebbe bello che qualcuno facesse il punto sugli orsi durante i minimi solari recenti in Italia…Come si disponeva questa figura in minimi passati nel nostro Continente e poi nella nostra Penisola?

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  11. marcello :

    Bell’articolo, sebbene un pò troppo tecnico per le mie conoscenze :-)
    Si parla anche dell’orso 2008 quando, sulle nostre montagne, sono scesi metri e metri di neve.
    Vi chiedo: come erano gli indici NAO, AO,….. e tutti gli altri che influenzano il clima in quell’inverno 08/09?
    Ci sono analogie con l’inverno prossimo?
    Grazie e ciao

    io sono uno di quelli che odia gli indici, per me gli unici da guardare sono AO, ENSO, PEDO e AMO, il resto non conta.

      (Quote)  (Reply)

  12. FabioDue :

    @nitopi

    Mi permetto di anticipare Fabio.

    In realtà è vero piuttosto il contrario.

    La geografia e la collocazione della Siberia si presta molto bene alla nascita ed alla persistenza di un anticiclone termico: si tratta di un vasto bassopiano in gran parte chiuso da catene montuose a sud, ad ovest e ad est (almeno in parte), ma non a nord. Dunque l’effetto mitigatore degli oceani e dei venti occidentali e meridionali, è molto ostacolato, mentre l’influenza dell’Artico si fa sentire facilmente.

    Inoltre si tratta di una porzione molto ampia di continente, dunque già di per se’ soggetta ad un clima marcatamente continentale, con forti escursioni termiche, ad una latitudine non eccessiva ma ragguardevole.

    Tutto questo lo rende, nel semestre invernale, sede ideale di inversioni termiche molto forti (anche per la bassa umidità, dovuta al clima relativamente arido), che si accentuano quando cade la prima neve autunnale (albedo pari o superiore all’80%).
    Le inversioni termiche consentono la formazione e persistenza di aria molto fredda al suolo, complici le giornate corte e l’innevamento e dunque consentono l’innalzamento della pressione, dovuto appunto alla maggiore densità dell’aria più fredda.

    Il fatto che l’anticiclone siberiano sia di tipo termico comporta, tra l’altro, che non sia sempre presente a tutte le quote, ergo che non sia necessariamente sinonimo di bel tempo, almeno nella sua sede naturale (la Siberia). Nonostante ciò, quell’area è piuttosto arida, proprio per le ragioni indicate prima: di norma in un intero semestre freddo, se ricordo bene, non cadono più di 20-30 cm di neve (meno di quanti ne cadono a Milano in un inverno normale).

    Fabio, è tutto corretto oppure ho scritto qualche sciocchezza?

    Sul permafrost concordo :-)

    l’antiticlone termico essendo termico è presente solo al suolo, con pressioni molto elevate e geopoenziali bassi.
    riguardo alla siberia, non è così facile la sua formazione, questo perchè l?orso ha bisogno delle sue particolari condizioni per formarsi, non è una figura barica sempre presente

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  13. @Fabio Nintendo

    Vero, vero, ci sono inverni in cui la formazione dell’anticiclone termico viene molto contrastata, come ci hai fatto notare.
    Certo, intende dire, le aree del mondo in cui le condizioni locali oggettivamente favoriscono la formazione di anticicloni termici non sono molte: Groenlandia, Antartide? Altre?

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  14. Gran bell’articolo Fabio! Ti faccio anche una domanda: l’attuale fase di NINA che stiamo vivendo risulta paragonabile a quella del 1955; secondo te ci sono analogie tra l’attuale scacchiere barico e quello del periodo suddetto?
    Grazie!

    Bruno

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  15. apuano70 :

    Gran bell’articolo Fabio! Ti faccio anche una domanda: l’attuale fase di NINA che stiamo vivendo risulta paragonabile a quella del 1955; secondo te ci sono analogie tra l’attuale scacchiere barico e quello del periodo suddetto?
    Grazie!

    Bruno

    no, non penso

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  16. ah, mi riferisco alla situazione barica europa, in asia l’orso è molto probabile che si formi anche questo inverno, quello del 55/56 non era poi così forte o gelido come sembra, è semplicmente che la sua parte dinamica è stata richiamata in europa nel Mese di febbraio ( Dic e Gen furono molto sopra-media in Europa ) e sappiamo poi cosa è successo

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  17. Fabio Nintendo :

    ah, mi riferisco alla situazione barica europa, in asia l’orso è molto probabile che si formi anche questo inverno, quello del 55/56 non era poi così forte o gelido come sembra, è semplicmente che la sua parte dinamica è stata richiamata in europa nel Mese di febbraio ( Dic e Gen furono molto sopra-media in Europa ) e sappiamo poi cosa è successo

    infatti molte volte per fare il botto basta che vada bene uno dei tre mesi invernali, anche solo una parte di essa—-certo che è da un pò che manca un gennaio storico…

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