Gli ultimi avvisi sul riscaldamento globale sono stati divulgati per due decadi come una “cortesia” dei mass-media. E sicuramente questi giornali rispettati e di lunga vita, queste riviste e reti televisive possono essere affidabili quando ci raccontano qual´é lo stato attuale del clima e quale sará in futuro?
Curiosamente la storia della comunicazione del clima non é differente di quelli di tanti altri scenari apocalittici, cominciando dalla “bomba della popolazione” che avrebbe dovuto causare la morte di miliardi di persone fino al 1980, l´AIDS che avrebbe dovuto contaminare la maggioranza della popolazione mondiale entro l´anno 2000, o il disastro dell´Y2K il megabug che avrebbe spento tutti i computer del mondo al passaggio tra il 1999 e il 2000.
Guardando con una visione da curioso indietro nella storia delle storie climatiche nei mezzi di comunicazione si vede il riapparire di un tema abbastanza consistente. è una storia che sembra una commedia farsesca se non avesse un impatto cosí grande sul pubblico durante gli ultimi anni.
Tutti gli articoli giornalistici sull´implacabile riscaldamento globale e le sue terribili conseguenze, sono di fatto “vecchie novitá” e “vecchie storie” viste, riviste e ripetute.
Man mano che la temperatura globale ha un ciclo durante questi ultimi 115 anni di freddo verso il caldo e poi verso il freddo nuovaente per poi ancora riscaldarsi di nuovo, le campagne giornalistiche sul clima sono lo specchio degli stessi cicli climatici sfasato rispetto alla realtá di 10/15 anni. Sempre quando il mondo si riscalda aumentano le storie assurde sul riscaldamento per coincidire con la tendenza, lo stesso quando il clima si raffredda ci allertano per comprare mutandoni di lana e ci avvisano sulla prossima era glaciale.
Tutto quello che é popolare sará immediatamente copiato e abbellito. È molto semplice: Quello che si vende bene é se quello che si vende sanguina. Gli articoli sul clima seguono la stessa routine e la storia prova questo.
La prima storia moderna sul clima fu scritta il 24 febbraio del 1895. Nel New York Times quando scrisse: ” I geologi credono che il mondo puó congelarsi nuovamente” Il giornalista si chiese se le recenti osservazioni di raffreddamento e se queste continuassero, non segnalavano per un secondo inizio di una era glaciale.
Nel 1912, subito dopo il naufragio del Titanic causato dall´impatto con un iceberg, secondo il Times che citava un professore dell´Universitá di Cornell il Prof. Nathaniel Schmidt, scrisse un avviso” di una invasione di iceberg causata da una nuova era del gelo”. Nello stesso giorno il giornale Los Angeles Times intitoló un articolo: ” La quinta era dei ghiacci sta arrivando” e nell´articolo completarono dicendo ” La razza umana dovrá lottare per le sua esistenza contro il freddo”. Il clima “vendeva” in quel tempo cosí come lo fa adesso.
A questo punto possiamo vedere se le cose che stavano essendo scritte avevano una base scientifica. Guardando i dati della temperatura dell´Unitá di Ricerca Climatica dell´Universitá East Anglia (sí proprio quella del Climategate) possiamo notare come nelle evoluzioni delle temperature la Terra ebbe un raffreddamento a partire del 1875 e fino al 1910, cioé circa di 35 anni di tendenza di temperature basse.
Durante questo periodo ci sarebbe stato piú ghiaccio nell´artico e i ghiacciai starebbero avanzando. Le storie seguenti del mezzi di comunicazione si basarono su quello che gli scienziati dell´epoca stavano osservando: realmente c´era piú freddo. Ma a cominciare da quelle deduzioni i mezzi di comunicazione arrivarono alla proprie conclusioni su quello che questo freddo poteva produrre nel futuro del clima e della umanitá. Immancabilmante questo significava una catastrofe… lo stesso come adesso… nulla é cambiato nella tecnica mediatica di inventare e vendere fattoidi.
Il 3 luglio del 1923 il giornale Christian Science Monitor scrisse: Il Capitano MacMillan ha lasciato Wiscasset Maine annunciando che il proposito della sua crociera era determinare se era cominciata una nuova era glaciale come l´avanzamento dei ghiacciai negli ultimi 70 anni sembrava indicare. Un anno dopo il 18 settembre del 1924 il Neu York Times dichiaró che la minaccia era reale scrivendo: ” I rapporti di MacMillan confermano i segnali di una nuova era glaciale”. Nell´inizio di quell´anno, il 6 aprile, il Los Angeles Times diede la notizia che lo scienziato svizzero Rutger Sernander aveva “ragioni scientifiche” per credere che ” quando tutti i venti porteranno neve, il Sole non potrá prevalere contro le nuvole e 3 inverni consecutivi verranno e non vedremo piú le estati”.
Ma nessuno disse durante tutto questo tempo che l´Oceano Pacifico aveva iniziato a riscaldarsi dopo il 1910 iniziando una tendenza di riscaldamento che sarebbe continuata fino alla metá degli anni ´40. Gli oceani del mondo immagazzinano piú di mille volte piú calore che l´atmosfera. Quando abbiamo un riscaldamento degli oceani si riscalda anche l´atmosfera a contatto e la temperatura globale si alza; quando gli oceani si raffreddano si raffredda anche l´atmosfera e le temperature globali seguono l´esempio abbassandosi. Gli impatti di questo riscaldamento intanto non sempre sono facilamente visibili, occorrendo diversi anni perché i ghiacciai e il ghiaccio marino abbiano il tempo di reagire al graduale riscaldamento o raffreddamento degli oceani. Questo fu il caso tra gli anni 1910 e 1920.
Man mano che le temperature degli oceani cominciarono a salire salirono anche le temperature della superficie terrestre. Allo stesso tempo le storie della “nuova era glaciale” cominciarono a sparire dai titoli dei giornali, fino a che, l´11 marzo del 1929 il Los Angeles Times sorprese i suoi lettori scrivendo: ” la maggioranza dei geologi credono che il mondo sta diventando piú caldo e che diventerá in futuro sempre puí caldo”. Il 27 marzo del 1933 il titolo del New York Times fu: ” L´era glaciale che doveva venire… ancora é molto lontana”. Lo stesso anno il meteorologista JB Kincer del Bureau Weather degli Stati Uniti, pubblicó a settembre nella Monthly Weather Review:
una ricerca dal titolo: “La disseminazione e la persistente tendenza per un clima piú caldo”. Lui segnaló che su un totale di 21 inverni sal 1912 fino al 1933 a Washington D.C. 18 inverni erano stati íú caldi del normale e i rimaneti 3 inverni erano stati abbastanza lievi.
Durante la decade del 1920 l´Oceano Atlantico cominció la sua ciclica tendenza multidecadale al riscaldamento di 25/30 anni. L´acqua atlantica riscaldata unita all´Oceano Pacifico piú caldo pompó verso sopra la temperatura mondiale al punto che tutti ne presero coscienza. Fino al 6 novembre del 1939 quando il Chicago tribune pubblicó una storia dicendo che : ” Chicago stá nella linea avanzata delle migliaia di cittá in tutto il mondo che sono state colpite per una misteriosa tendenza verso un clima piú caldo delle ultime due decadi”. Loro sapevano che c´era un riscaldamneto ma non sapevano il perché.
Il 2 agosto del 1952 il New York Times fece un articolo dicendo che gli eschimesi avavano iniziato a mangiare il merluzzo che anteriormente non avevano mai cacciato perché non era visto prima dalle loro parti. L´anno successivo il Times informó che gli studi confermavano che le estati e gli inverni erano stati piú caldi e questo stava succedendo perché gli oceani stavano cambiando nuovamente.
Le storie di un mondo piú caldo continuarono fino alla fine degli anni 50. Il 15 febbraio del 1959 il New York Times scrisse: ” I risulatati delle misurazione dell´Artico, segnalano in teoria in un aumento delle temperature globali”. Ma in quel momento la temperatura della Terra non era piú di un riscaldamento e le temperature dell´Oceano Pacifico avevano cominciato a scendere nella realtá. L´enorme e dominante Oceano Pacifico aveva iniziato a raffreddarsi durante la metá degli anni `40 e continuerá a raffreddarsi fino alla metá degli anni `70. I dadi climatici mostrano che a partire dalla metá degli anni 40 la terra inizió una tendenza multidecadale di raffreddamento.
Verso il 1960 l´Atlantico inizió a raffreddarsi nuovamente. Adesso entrambi gli oceani erano nella loro fase piú fredda. I due oceani stavano “lavorando” congiunti per raffreddare il pianeta. Ma fu solo alla fine degli anni `60 che i mezzi di comunizaione cominciarono a preoccuparsi.
Erano sempre in ritardo dei famosi 10/15 anni rispetto alla realtá del clima!
Il 15 novembre del 1969 Science News citó il meteorologista Dr. J. Murray MitchelJr: “Quanto al tempo l´attuale tendenza di raffreddamento continuerá e é uno dei problemi piú importante della nostra civilizzazione.” Mi sembra che questo lo stiamo sentendo spesso….
Mitchell continuò: ” Se il raffreddamento continua per altri 200/300 anni la Terra potrá entrare in una nuova era glaciale”. L´11 gennaio del 1970 il Washington Post pubblicó un articolo con il titolo” Colder Winters Held Dawn of New Ice Age”, nell´articolo scrisse: Meglio prevenirsi dal freddo perché il peggio puó ancora venire”. Fortune Magazine a febbraio del 1974 informó: “Il clima nel mondo ha un potenziale per disastri umani di grandezza mai visti in precedenza”. Anche questo suona familiare, non é vero?
Nella sua edizione del 24 giugno del 1970 la rivista Time scrisse: ” Le cassandre climatologiche stanno diventando sempre piú apprensive, perché le aberrazioni del clima che loro stanno studiando possono essere il preannuncio di una nuova era glaciale”.
Newsweek il 28 aprile del 1975 scrisse che: “Il clima della Terra sembra si stia raffreddando.” D´a coordo con Newsweek i meteologi erano quasi unanimi nel considerare che la tendenza al raffreddamento comporterá la riduzione della produzione agricola per tutto il resto del secolo”.
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Perció sembrava che eravamo sull´orlo di una nuova era glaciale con conseguenze catastrofiche per il mondo. Poi “meravigliosamente” l´Oceano Pacifico nella sua fase ciclica multidecadale ricominció a riscaldarsi nuovamente e cosí anche la temperatura della Terra si alzó. Tutte le storie della prossima era glaciale, la caduta drammatica nella produzione degli alimenti e tutte le difficoltá che stavano arrivando… sparirono rapidamente… di nuovo.
Il Riscaldamento dell´Oceano Pacifico cominció a far aumentare la temperatura globale alla fine degli anni ´70. Questo riscaldamento continuó negli anni ´80 e le storie dell´era glaciale sparirono.
Nel 1993 venne la stria scritta su ” Notizie e rapporti dal Mondo”: “I cambiamenti climatici possono alterare i modelli di temperatura e precipitazioni, e molti scienziati temono che sará con conseguenze incerte per l´agricoltura globale”.
La rivista Time pubblicó il 13 novembre del 2000: “27 meteorologi europei si dicono preoccupati che le tendenze di riscaldamento possono essere irreversibili, per lo meno durante la maggior parte del prossimo secolo.”
Newsweek entró nella lotta al catastrofismo con questa storia nella edizione dell´8 agosto del 2005: ” Il clima stremamente secco degli ultimi mesi ha provocato sciami di cavallette… la causa? Il riscaldamento globale. La storia si conclude dicendo che;” le evidenze stanno aumentando concordando con tali timori”.
Il 3 aprile del 2006 la rivista Time fece una copertina con l´immagine ormai famosissima di un orso polare solitario sopra un piccolo pezzo di ghiaxxio. Scrissero: ” Preoccupatevi perché il cambiamento climatico non é un vago problema futuro, giá sta succedendo e sta pregiudicando il pianeta a un ritmo allarmante”. Indicó pure nella copertina in neretto: ” La Terra al punto di inflessione. Una minaccia alla sua salute”. descrivendo anche come la Cina e l´India potessero aiutare a salvare il mondo o distruirlo.
- L`ultimo orso polare! FU UN FOTOMONTAGGIO!
Allora cosa possiamo apprendere con 115 anni materie pseudogiornalistiche sopra le alterazioni climatiche?
1) I mezzi di comunicazione pubblicano quello che si “vende”. Se qualcuni pubblica una storia sopra il mondo che sta diventando piú freddo e le persone lo comprano, potete stare certi che ci saranno molte altre storie piú o meno con lo stesso titolo.
2) Esiste un lungo intervallo di tempo tra quello che fa la Natura e quello che i Midia pubblicano. Il ritardo sembra essere di 10/15 anni dopo le alterazioni climatiche reali. Questo é causato per la grandedi inerzia dei cambiamenti di temperature negli Oceani nella storia del clima mondiale che fa sí che le storie sulle tendenze climatiche hanno questo ritardo sulle reali condizioni climatiche del momento, tanto per il fredo che il per il caldo. I mezzi di comunicazione sono estremamenti lenti per reagire ai cambiamenti climatici anche se le evidenze sono chiare.
E poi come potranno spiegare di punto in bianco dopo anni di tempeste giornalistiche sul riscaldamneto globale e dire: Scuasate ci siamo sbagliati, il mondo sta andando verso un raffreddamento globale… Che fiducia avrebbero mudando repentinamente i loro titoli? Occorre tempo… occorre che l´idea pian piano si inserisca nel pensiero comune e poia che loro scenderanno in campo. Per ora basta che abbiano ridotto il numero dei loro articoli catastrofistici, poi tra qualche anno… tutto camabia di nuovo.
3) Ci sará sempre qualche scienziato disposto a prostituirsi, sia per avere qualche fondo per le ricerche o semplicemente per godere delle attenzioni dei midia e apparire in qualche spettacolo televisivo, per dare credibilitá all´allarmismo del giorno.
4) Quando tutte le notizie sono sul riscaldamento o raffreddamento é sicuro che la stampa sta sbagliando perché loro sono “ritardati” di almeno 10/15 anni. Nella realtá le tendenze climatiche stanno andando dalla parte opposta a quello che pubblicano.
Dato che é dal 1998 che la temperatura globale non aumenta potete stare certi che tra poco qualche importante giornale Vi consiglierá a comprare una coperta e comprare stufe e stufette perché sta arrivando un´altra era glaciale…. Ehhh cosa bisogna fare per sopravvivere in questo mondo dove i giornalisti sono considerati una razza in putrefazione sempre alla ricerca del “sangue” della prossima vittima… che esista realmente o che sia solo frutto della loro fantasia malata.
SAND-RIO