— Le conferme del rapido congelamento dal paleomagnetismo —
C’eravamo lasciati con il seguente articolo :
5000 BP – 15000BP sotto la lente d’ingrandimento
Variazioni magnetiche – eruzioni vulcaniche – glaciazione – macchie solari
— Prima parte —
http://daltonsminima.altervista.org/?p=12200
Articolo nel quale, attraverso un’interessante analisi grafica metto in relazione le ricostruzioni millenarie delle macchie solari di Solanski con le varie ricostruzioni emerse dai carotaggi di ghiaccio in Groenlandia del tardo Pleistocene / Inizio Olocene. Sempre nello stesso articolo abbiamo parlato delle violente eruzioni vulcaniche registrate attraverso i rilevamenti degli areosol solfati emessi dai vulcani, delle ricostruzioni delle percentuali di Berilio e altro. Ci siamo lasciati però dando un piccolo cenno ai possibili legami esistenti fra le violente escursioni e/o inversioni magnetiche del passato i rapidi ingressi e/o uscite dalle ere glaciali. E’ giunto quindi il momento di introdurre nelle nostre ricerche queste nuova sezione di studio.
Il “Paleomagnetismo”, che come vedrete, a breve, risulterà essere un ‘importante branca della scienza,che potrà esserci di fondamentale aiuto nel comprendere una volta per tutte lo stretto legame esistente fra tutte queste dinamiche.
Il paleomagnetismo è una disciplina, facente parte della geofisica, che studia le proprietà magnetiche di rocce e sedimenti e le caratteristiche del campo geomagnetico del passato, sia in termini di intensità che direzionali. Rocce e sedimenti che contengono infatti piccole quantità di minerali ferromagnetici che, in seguito al raffreddamento del magma (quando la temperatura scende al di sotto del punto di Curie) o durante la diagenesi del sedimento, si dispongono statisticamente secondo le linee di flusso del campo magnetico terrestre presente in quel momento.
http://it.wikipedia.org/wiki/Paleomagnetismo
Adesso un breve premessa di carattere climatico. Fino a pochi decenni fa l’opinione comune è stata che tutti i cambiamenti su larga scala del clima, locale o globale si verificassero in un lasso di tempo, di molti secoli o millenni appena percettibili nel corso della vita umana. Uno dei risultati più sorprendenti nello studio della storia climatica del pianeta è stato che i cambiamenti climatici negli ultimi 150 mila anni ( Taylor ,1993) sono stati “Improvvisi”.
http://www.esd.ornl.gov/projects/qen/transit.html
In questa ricerca si accenna a 22 periodi “Interglaciali” / ”Glaciali” negli ultimi 1,8 milioni d’anni. Quello che sorprende i ricercatori è la rapidità con la quale avviene un periodo di raffreddamento. Ricercatori come un certo “Imbrie” 1984 o “Martinson” 1987 attraverso l’analisi dei carotaggi di ghiaccio concludono che la glaciazione di 110 mila anni fa è avvenuta ad una velocità incredibile. Anche un certo “Adkins” 1997 attraverso un’alta risoluzione d’analisi di un nucleo di ghiaccio nel nord atlantico afferma che questo raffreddamento ha richiesto meno di 400 anni per non parlare di decenni o forse anni !
Questi veri e propri “shock termici” vengono messi in luce anche in questa interessante ricerca:
http://www.geo.arizona.edu/palynology/geos462/8200yrevent.html
Abrupt tropical cooling ~8,000 years ago
In questa ricerca attraverso la misura degli isotopi di alcuni elementi su dei coralli, del periodo che ricopre dai 8400 ai 7600 anni prima del presente si evidenzia che la temperatura sulla superficie del mare è stata sostanzialmente costante nel periodo che va dagli 8400-8100 anni fa, mentre dagli 8100-8000 ha avuto un brusco raffreddamento di circa 3 gradi.
Entriamo nel vivo della trattazione. Parliamo di Younger Dryas e delle analisi paleomagnetiche. Ecco che qui di seguito riporto due (fra le tante) ricerche che ho trovato in rete e che sembrano evidenziare degli improvvisi cambi di direzione ed intensità geomagnetica sulla Terra proprio a cavallo dei due precedenti periodi sopra esposti, entrata ed uscita dallo YD.
(Ho evidenziato con un’ellisse di colore verde i periodi incriminati). Stesso intervallo di tempo, ma luoghi differenti, Alaska e Giappone.
Environmental magnetic record and paleosecular variation data for the last 40 kyrs from the Lake Biwa sediments, Central Japan
http://tor9.big.ous.ac.jp/People/torii/PDF/Hayashida07.pdf
A Holocene–Late Pleistocene geomagnetic inclination record
from Grandfather Lake, SW Alaska
http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.150.1128&rep=rep1&type=pdf
Adesso invece vi propongo alcune interessanti ricerche che ricostruiscono l’orientazione del campo magnetico terrestre attraverso l’esame di campioni di lava dei vulcani del passato remoto.
Questi veri e propri cali d’intensità o cambi di direzione, improvvisi, violenti e bruschi ci vengono confermati da questa ricerca scientifica:
Is the geodynamo process intrinsically unstable?K. Zhang, David Gubbins
http://eprints.whiterose.ac.uk/416/1/gubbinsd4.pdf
There is recent data that indicates the geomagnetic field spends 20% of its time in a weak, non-dipole state…The geomagnetic field changes correlate with abrupt drops in planetary temperature. What is causing the periodic geomagnetic field changes?Recent palaeomagnetic studies suggest that excursions of the geomagnetic field, during which the intensity drops suddenly by a factor of 5-10 and the local direction changes dramatically, are more common than previously expected. The `normal’ state of the geomagnetic field, dominated by an axial dipole, seems to be interrupted every 30-100 kyr; it may not therefore be as stable as we thought.
Da studi paleomagnetici si riscontra che il campo geomagnetico trascorre il 20% del suo tempo in uno stato di non dipolo e che questi crolli si correlano con dei bruschi abbassamenti di temperatura! E non solo ! Sembra che lo stato di dipolo del nostro campo magnetico si interrompa con una certa ciclicità !
Oppure troviamo ricerche coma la seguente :
http://www.springerlink.com/content/k6x20160542j846q/
Paleomagnetic excursions recorded in the Yanchi Playa in middle hexi corridor, NW China since the last interglacial
Every magnetic excursion event corresponds to paleointensity minima, anteceding those established abrupt paleoclimatic change events, such as the Younger Drays and the Heinrich Events (H1–H6). Here, we tentatively propose that these geomagnetic excursions/reversals can be viewed as precursors to climate abruptness.
Che la risposta sia proprio da ricercarsi nelle “improvvise” variazioni del campo magnetico terrestre! Apriamo adesso il capitolo Vulcani e le le corrispondenti ricostruzioni paleomagnetiche :
Geomagnetic excursion captured by multiple volcanoes in a monogenetic field
http://www.agu.org/pubs/crossref/2006/2006GL027284.shtml
Five monogenetic volcanoes within the Quaternary Auckland volcanic field are shown to have recorded a virtually identical but anomalous paleomagnetic direction (mean inclination and declination of 61.7° and 351.0°, respectively), consistent with the capture of a geomagnetic excursion. Based on documented rates of change of paleomagnetic field direction during excursions this implies that the volcanoes may have all formed within a period of only 50–100 years or less. These temporally linked volcanoes are widespread throughout the field and appear not to be structurally related. However, the general paradigm for the reawakening of monogenetic fields is that only a single new volcano or group of closely spaced vents is created, typically at intervals of several hundred years or more. Therefore, the results presented show that for any monogenetic field the impact of renewed eruptive activity may be significantly under-estimated, especially for potentially affected population centres and the siting of sensitive facilities.
Vulcani che si formano in un minimo periodo di 50/100 anni e che riportano differenti inclinazioni e declinazioni magnetiche !
New evidence for extraordinarily rapid change of the geomagnetic field during a reversal.
R. S. Coe et al, Nature, April 2002
http://www.nature.com/nature/journal/v374/n6524/abs/374687a0.html
Palaeomagnetic results from lava flows recording a geomagnetic polarity reversal at Steens Mountain, Oregon suggest the occurrence of brief episodes of astonishingly rapid field change of six degrees per day. The evidence is large, systematic variations in the direction of remanent magnetization as a function of the temperature of thermal demagnetization and of vertical position within a single flow, which are most simply explained by the hypothesis that the field was changing direction as the flow cooled.
Cambiamenti “velocissimi” d’inversione della polarità geomagnetica registrati nel raffreddamento dei flussi di lava delle montagne “Steens” Oregon. Lo studio parla di cambiamenti dell’ ordine di 6 gradi al giorno.
Abbiamo inoltre quest’ulteriore studio a titolo :
The tectonic and geomagnetic significance of paleomagnetic observations from volcanic rocks from central Afar, Africa” Gary D. Acton et al. Earth and Planetary Science Letters (2000)
http://paleomag.ucdavis.edu/research/acton/Publications/2000_Acton_Afar_EPSL.pdf
In questa ricerca redatta da Gary D.Acton si discute un’anomalia paleomagnetica registrata in una colata di lava ad Afar in Africa. Le registrazioni magnetiche nei minerali rilevano che la configurazione geomagnetica del campo terrestre sembra avar saltato da un’emisfero all’altro in un paio di giorni.
In pratica, come nei precedenti casi, il fenomeno sembra essersi verificato nel tempo necessario al flusso di lava per raffreddarsi.
Che la Terra sia soggetta ad un continuo alternarsi di escursioni magnetiche / eruzioni vulcaniche / violente glaciazioni non è più quindi un’interrogativo ma una certezza.
“Are there connections between Earth’s magnetic field and climate?
http://geosci.uchicago.edu/~rtp1/BardPapers/responseCourtillotEPSL07.pdf
Una breve passo :
Recent high-resolution paleomagnetic records (e.g. Snowball and Sandgren, 2004; St-Onge et al.,2003) and global geomagnetic field modeling (Korte and Constable, 2006) support the idea that part of the centennial-scale fluctuations in 14C production may have been influenced by previously unmodeled rapid dipole field variations. In any case, the relationship between climate, the Sun and the geomagnetic field could be more complex than previously imagined. And the previous points allow the possibility for some connection between the geomagnetic field and climate over these time scales.
Conclusioni :
Nell’evento Younger Dryas c’è una escursione geomagnetica. Ci sono molte altre escursioni geomagnetiche che si correlano con molti altri predenti periodi di raffreddamento e questi eventi sembrano verificarsi con una certa periodicità.
L’indizi in nostro possesso ci portano molto probabilmente a fattori di natura celeste (dinamiche astronomiche). Come i cicli di Milankovitch che regolano l’eccentricità orbitale e l’inclinazione assiale dell’orbita terrestre.
TIME VARIATIONS IN GEOMAGNETIC INTENSITY
http://ssn.dgf.uchile.cl/informes/2001RG000104b.pdf
The geomagnetic field change pattern is a very rapid drop, roughly every 40 kyr years, when the earth is at minimum obliquity, with a gradual recovery and then another rapid drop when the earth is again at its minimum obliquity.
Ma i maggiori indiziati sono sicuramente i cicli e sotto cicli solari (vedi i cicli di Scafetta di 60 anni oppure il ciclo di 2500 di Charvàtovà ect..ect..)
Celestial Climate Driver: A Perspective from Four Billion Years of the Carbon Cycle
http://etc.hil.unb.ca/ojs/index.php/GC/article/download/2691/3114
Tornando per un’attimo ad analizzare il grafico che ricostruisce sotto vari aspetti (dinamiche) lo “Younger Dryas” :
http://img257.imageshack.us/img257/9056/graficon1bis.jpg
E’ “folle” ipotizzare che il ciclo magnetico solare si sia interrotto e successivamente si sia verificata una violenta ripartenza ? Oppure quando ci troviamo ai minimi valori del campo magnetico dell’eliosfera siamo più soggetti a vere e proprie “infiltrazioni elettromagnetiche esterne” sconosciute ?
Riporto un vecchio post del nostro caro “Ale” che diceva :
Un’altro fattore che però non trattai al tempo è l’allineamento con il Centro Galattico, infatti dal 1998 il nostro Sistema Solare sta entrando in quella zona detta “Eclittica del Centro Galattico” dove il campo magnetico del Supermassive Black Hole nel centro della Via Lattea si fa più sentire!!!!
La strada è aperta, speriamo che la vera scienza pulita e priva di egoismi ed interessi personali non faccia l’errore di trascurare le strette relazioni esistenti fra le dinamiche astronomiche/magnetiche dell’eliosfera con le dinamiche del campo magnetico terrestre, l’ eruzioni vulcaniche e i cambiamenti climatici del nostro pianeta !
Non mi resta che dire a me sembra TUTTO COLLEGATO !
Michele