L’ EFFETTO-SERRA NON ESISTE NEPPURE SU VENERE!

L’amico e collega Alberto (IlikeCO2) scriveva qui giustamente qualche tempo fa che è difficile per molte persone liberarsi dagli schemi mentali più radicati, anche se vengono fornite tutte le prove scientifiche dell’erroneità di tali convinzioni, e sulla base di calcoli precisi, leggi fisiche e matematiche.

E infatti l’idea che l’atmosfera sia una serra, o una “coperta” i cui gas sarebbero in grado di “intrappolare” le radiazioni infrarosse ed accrescere le temperature, per quanto smentita da varie leggi fisiche, da precisi esperimenti (come quello di Wood del 1909), e da molti studi autorevoli al riguardo (Siddons, Nahle, Schreuder, Gehrlich, Tscheuschner, Miskolczi, Thieme, Claes Johnson, ‘O Sullivan, etc.) sembra tuttora affascinare – nel suo rozzo semplicismo –”climatologi” (peraltro piuttosto privi di cognizioni matematiche e fisiche adeguate) e molte persone che si limitano a citare pezzi di articoli e diagrammi trovati nei vari blog, senza neppure capirne l’erroneità (come l’improponibile diagramma di Kiehl e Trenberth, che anche la NASA ha messo in cantina da diversi anni).

Ma il pezzo forte di questi sostenitori della teoria dell’effetto-serra, è senz’altro rappresentato dalla proposizione dell’esempio del pianeta Venere.

Una delle affermazioni più comuni nei blog, ed anche in moltissimi testi ed articoli, è quella secondo cui Venere, la cui atmosfera è al 96.5% composta da CO2, e la cui temperatura alla superficie raggiunge i 464° C (737°K) sarebbe proprio la dimostrazione indiscutibile ed assoluta sia dell’esistenza dell’effetto serra, che della capacità della CO2 di intrappolare le radiazioni solari, innalzando le temperature.

Non solo, ma un’altra delle affermazioni più diffuse – tra i serristi più convinti – è proprio la lugubre profezia del destino rovente che ci attenderebbe, qualora la CO2 prodotta dall’uomo aumentasse ancora.

Peccato che molti di questi personaggi dimentichino in primo luogo che la CO2 presente sulla Terra è solo lo 0.04% di tutti i gas atmosferici, cioè poco più di 4/10000simi di quella presente su Venere, e che peraltro vi furono epoche preistoriche anche sulla Terra in la CO2 nell’atmosfera era oltre 20 volte maggiore di quella attuale, senza che vi fosse alcun danno per le specie animali.

Chiusa parentesi.

Ma il problema è un altro.

Venere – per quanto diverso dalla Terra – è davvero la dimostrazione dell’esistenza di un ipotetico effetto serra?

Le temperature roventi su Venere sono davvero causate dalla spaventosa concentrazione di CO2 nell’atmosfera?

In realtà si può facilmente dimostrare che le cose non stanno affatto così, e solo chi non sa nulla delle condizioni fisiche di Venere, e non possiede adeguate cognizioni matematiche e fisiche, poi se ne esce ripetendo meccanicamente il solito refrain sulla CO2 e sull’effetto serra.

Ma vediamo rapidamente i dati precisi che riguardano Venere (tratti dal sito della NASA, e dalle rilevazioni delle varie sonde spaziali, quindi sperimentalmente documentati e inattaccabili).

http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/factsheet/venusfact.html

La prima cosa che colpisce, chi analizza le condizioni di Venere, è il fatto che le temperature del pianeta sono UNIFORMI, sia l’emisfero irradiato dal Sole, che quello in oscurità, hanno le medesime temperature, ovvero circa 460°-465° C.

Questo dovrebbe immediatamente fare riflettere chiunque sia in buona fede, e voglia comprendere la realtà dei fatti senza pregiudizi.

Ora, se fosse l’atmosfera e la CO2 di Venere ad “intrappolare” le radiazioni solari e a causare un enorme effetto serra, allora non si spiega come mai anche la parte oscura non irradiata dal Sole ha LA STESSA temperatura della parte illuminata.

Dove non arrivano radiazioni solari, ovviamente non vi può essere innalzamento di temperature, ma anzi si dovrebbe rilevare un freddo notevole.

E dove non arrivano radiazioni infrarosse, ovviamente queste non possono nemmeno venire “intrappolate”, non si può intrappolare ciò che non esiste.

Eppure su Venere abbiamo ovunque le medesime temperature, sia dove c’è Sole che dove c’è ombra!

Inoltre, su Venere i venti soffiano a velocità ridottissime, inferiori ad 1 m./sec., quindi è escluso ovviamente che vi possa essere un effetto convettivo, di “rimescolamento” e trasporto di calore da parte dell’atmosfera, anche perchè là il giorno dura 2802 ore, la rotazione è lentissima, e il giorno venusiano è pari ad oltre 116 giorni terrestri.

E ancora, la densità estrema dell’atmosfera di Venere, che raggiunge i 67/70 kg./m^3 (la Nasa dà circa 65 kg/m^3 sul suo sito, ma altri fonti danno una densità un po’ più alta), impedisce ai raggi solari di raggiungere la superficie, su Venere c’è buio anche nell’emisfero irradiato dal Sole, alla superficie avete solo una sorta di sauna a 464°C e con un buio quasi assoluto

E allora, quale può essere la causa delle enormi temperature di Venere?

Semplicemente le enormi pressioni che l’atmosfera raggiunge alla superficie, pari a ben 92 atmosfere (mentre la Terra ha solo 1 atmosfera di pressione al livello del mare).

Infatti, utilizzando l’equazione generale dei gas: PV = nRT, che è la legge universale dei gas perfetti, valida per i gas al di sotto di temperature e pressioni troppo elevate (come possono essere quelle stellari, dove l’equazione non è applicabile), e usando i parametri di Venere, abbiamo:

P (pressione) = 92 atmosfere

V (volume) = 1 m^3 (1000 dm^3, oppure 1000 L)

n (numero di mole): che è dato dal rapporto tra la massa reale del gas (che in questo caso è pari a 67.000 grammi/m^3) e la massa molecolare della CO2, che è pari a 44, quindi il numero di mole/m^3 su Venere è 1522.7

R (costante universale dei gas) = 0.082

In base a questi parametri, ed effettuando una semplice operazione di moltiplicazione e divisione:

92 * 1000/1522.7 * 0.082

abbiamo 92000/124.8 e il risultato è 737 gradi Kelvin, cioè appunto 464° C, che è la temperatura uniforme che si trova sulla superficie di Venere!

Ma ciò dimostra matematicamente che le temperature tanto elevate di Venere non sono per nulla dovute né ai raggi solari (sulla superficie i raggi solari non arrivano per nulla, perché l’atmosfera è troppo densa e non li lascia passare, così come i raggi solari non arrivano in fondo al mare, dove è buio e freddo), né ad un fantasioso effetto serra!

Sono le pressioni gigantesche che l’atmosfera di Venere raggiunge alla superficie a causare le temperature superiori a 460° C che le sonde spaziali hanno evidenziato, e cambierebbe ben poco se al posto della CO2 ci fosse l’aria terrestre (che ha massa molecolare di 28.9 anziché 44). Se comprimete un gas come l’aria fino a 92 atmosfere (anziché solo 1 come abbiamo sulla Terra, avreste comunque temperature superiori a 300°C.

Quindi, chi cita Venere come esempio perfetto di “effetto-serra”, non ha la minima idea di cosa parla, e parla ripetendo luoghi comuni e senza sapere usare la propria testa, poiché i 464°C di Venere sono al 100% causati dalla pressione di 92 atmosfere che esiste là, le radiazioni solari e il fantomatico “effetto-serra” non c’entrano proprio nulla.

Roberto Frigerio

107 pensieri su “L’ EFFETTO-SERRA NON ESISTE NEPPURE SU VENERE!

  1. Il sito ESA di Venus Express

    http://www.esa.int/SPECIALS/Venus_Express/index.html

    E la pagina con le caratteristiche….

    http://www.esa.int/SPECIALS/Venus_Express/SEMFPY808BE_0.html
    (la velocità dei venti e’ bassa solo sulla superficie… ma li la capacità termica e’ elevatissima a causa della pressione… e quindi bastano “venti” leggeri per trasportare parecchio calore. In alto, alla superficie delle nubi i venti arrivano a 360km/h)

    Una osservazione… Sei sicuro di aver applicato correttamente l’eq. di stato?
    (Non nel senso dei conti… e’ chiaro che in quelle condizioni l’uguaglianza deve valere… la domanda puo’ essere anche intrepretata… perchè ci sono quelle condizioni? )

    Ciao
    Luca

  2. P.S.
    La strada che indichi mi ricorda la famosa atmosfera adiabatica illustrata sulla “TERMODINAMICA” di Fermi… appena arrivo in ufficio (mi par di avere li il libro)… ci do un’occhiata.
    Ciao
    Luca

  3. Non so se sia corretto utilizzare la legge dei gas perfetti, per vari motivi:

    1: il gas di sicuro non è perfetto
    2: si sta considerando un sistema dinamico
    3: benchè la CO2 sia prevalente in misura straordinaria, si devono comunque considerare anche gli altri componenti (con le relative leggi delle pressioni parziali ecc…)
    4: bisogna considerare la stratificazione dell’atmosfera, quindi come per al Terra, il discorso non si può risolvere considerando una legge (la cui applicazione, tra l’altro, come detto nei punti precedenti, è discutibile)

    Mi pare che l’articolo ponga una serie di interessanti considerazioni e interrogativi, però tragga delle conclusioni indebite.

  4. … Ci ho rimuginato (e non ho trovato il “fermi” 8) …
    Non mi quadra… mi spieghi per bene come hai messo giu’ il numero n di moli per metro cubo??

    Luca

  5. non mi quadra il ragionamento

    da Wikipedia … Equazione di stato dei gas perfetti
    La sua espressione più comune è: pV = nRT
    in cui
    p è il valore della pressione del gas;
    V è il volume occupato dal gas;
    n sono le moli del gas;
    R è la costante universale dei gas …
    T è la temperatura assoluta del gas, espressa in kelvin

    con il calcolo si dimostra solo che l’atmosfera si comporat (+-) come un gas ideale
    ma non si spiega come e perchè si formano quelle condizioni (+-) in condizioni di equilibrio .

    allora perchè URANO , NETTUNO ecc… sono freddi

    la formula dice solo che l’Atmosfera di VENERE si comporta (+-) come un gas ideale
    nessun bilancio energetico e / o spiegazione di come si raggiunge quel punto di equilibrio.

    ps: altri pianeti GIOVE ecc…
    emettono energia generata dalla compressione (dinamica) dovuta alla gravitazione
    ma il sistema è dinamico … non statico. (e tutt’altro che un gas ideale)

  6. anche a me qualcosa non quadra, in particolare su come tu abbia calcolato il n di moli e la Massa reale de gas. Quindi il calcolo che hai fatto mi lascia un po perplesso.
    Comunque faccio 2 considerazioni qualitative (o semi quantitative) invece che quantitative.
    1)L’atmosfera di Venere puo essere considerata come costituita interamente da CO2 (97%). Il restante 3% è trascurabile nel contesto di cui stiamo parlando.
    2)L’atmosfera della Terra è composta da azoto (78% ) e ossigeno (21%) che costituiscono il 99% del totale ( e ci accontentiamo)
    3) La CO2 ha un peso molecolare di 12+16+16=44. L’ossigeno O2 di 16+16=32 e l’azoto N2 di 14+14=28 per l’atmosfera terrestre un peso molecolare medio di 21.8+8.96 = 30 contro 44 di quella di venere.
    4)Risulta che l’atmosfera di venere è più pesante di quella terrestre.
    5)Se non erro a parità di gravità e di altezza della colonna gassosa quindi l’atmosfera di venere sarà anche più densa di quella terrestre. Ora Venere è poco più piccola della Terra e dovrebeb avere una massa di poco inferiore a quella terrestre e una forza di gravità simile
    QUindi come considerazione qualitativa possiamo dire che l’atmosfera di venre è più pesante e più densa di quella terrestre e quindi dall’equazione di stato dei gsas se ne deduce che anche la temperatura superficiale di venere sarà superiore a quella terrestre.
    Il punto ora è quantificare correttamente il concetto. Inoltre toverei ineressante proporre lo stesso calcolo per l’atmosfera terrestre fatta dal mix di ossigeno e azoto e vedere che temperatura ottengo.

  7. Ho una domanda per l’autore.

    1) Cosa fornisce al gas l’energia per stare a 737K, dal momento che un corpo emette energia proporzionalmente a T^4?

    PS Potrebbe essere interessante ricercare su google le immagini della missione “Venera”, per scoprire se la superficie del pianeta e’ effettivamente buia, oppure no.

  8. @Giovanni
    Erano due…

    Mi pare che le massiccie sonda sovietiche abbiane resistito un’ora scarsa….
    Per l’epoca (1975) e’ stata un’impresa eccezionale…

    Il cielo dovrebbe risultare arancione…

    Ciao
    Luca

  9. Immaginiamo l’esperimento mentale: si abbia un contenitore “trasparente” (nel senso che lascia passare la radiazione in uscita e in entrata), e dotato di un pistone da un lato. Sia il contenitore riempito di CO2. Immaginiamo ora di muovere il pistone e di comprimere il gas fino a quando non abbia raggiunto la densità di 67 kg/m^3, la pressione di 92 atm ed il volume di 1 m^3. In tale situazione, fornendo enegia dall’esterno (tramite il pistone – si può pensare che abbia fatto il lavoro della gravità) abbiamo raggiunto le condizioni presenti su Venere. A questo punto il gas emette energia per irraggiamento: il che significa che perde energia, ovvero si raffredda e, o diminuisce il suo volume o diminuisce la sua pressione, o entrambe le cose. Nel nostro esperimento vedremmo quindi uscire energia dal contenitore, e diminuire la pressione al suo interno e il pistone muoversi (nel senso della diminuzione di volume occupato dal gas). Se volessimo invece mantenere costanti le condizioni dovremmo fornire energia dall’esterno, ovviamente non tramite il pistone (avremmo una diminuzione di volume), ma tramite radiazione. Fuori di metafora, la temperatura su Venere è mantenuta dalla radiazione solare…. Sbaglio?

  10. @nitopi

    Grazie luca per le immagini, anche perché io fallisco sempre miseramente quando provo a postarle, forse perché non sono registrato? Beh, almeno una cosa adesso la sappiamo, non è buio. Forse varrebbe la pena di correggere questa parte dell’articolo:

    “su Venere c’è buio anche nell’emisfero irradiato dal Sole, alla superficie avete solo una sorta di sauna a 464°C e con un buio quasi assoluto”

    Cordiali Saluti

  11. Dopo tutte queste osservazioni, restiamo in attesa di ciò che risponde l’autore dell’articolo…io non sono preparato in materia quanto voi altri ma, da profano, credo che sia difficile che un pianeta che orbita più vicino al sole rispetto alla Terra, non venga influenzato dalla maggiore esposizione alla radiazione solare…

  12. Salve a tutti,
    ribadisco le perplessità di altri sull’articolo.

    Vorrei far notare che anche sulla terra ci sono 92 atm sotto una coltre di fluido: in fondo al mare. Mi pare che gli scambi termici sono regolati tramite “convezione termiche” che non hanno un’oscillazione d’intensità date dal giorno terrestre, ma hanno oscillazioni anche di “anni” come il nigno e la nignona che ci stiamo beccando in questi mesi. La superficie di Venere è un pò come un fondale marino.

    Questo è secondo me a livello intuitivo il motivo per il quale la temperatura della superficie di Venere è circa costante.
    Quindi qualsiasi ragionamento su Venere va pensato nel solo fluido esterno che un “pV = nRT” non ne completa la trattazione. Esistono i diagrammi a 850hPa, 500hPa, 200hPa di Venere? 🙂 (scherzo)

    Ciao!

  13. Ho un’altra domanda, per l’autore e per tutti.

    – La Solar Irradiance per Venere e’ circa 2.6kW/m^2
    – La temperatura superficiale di Venere e’ circa 464 °C, quindi, con un emissività di 0.8 Stefan-Boltzmann ci da 13.3kW/m^2

    Quindi:

    1) La superficie di Venere emette più energia di quanta ne riceva, violando il principio di conservazione dell’energia
    2) Abbiamo dimenticato un termine nel bilancio energetico
    3) O Stefan-Boltzmann, o la T superficiale di Venere, o la solar Irradiance sono sbagliate, e di brutto.

    Io, lo dico chiaramente, propendo per la due, e voi?

  14. Osservazioni su cui riflettere, ma su certi passaggi ho da ridire:

    E’ probabile che la temperatura di Venere sia causata per la maggior parte da fenomeni endogeni, ma non dimentichiamo che la sola relazione dei gas perfetti in questo caso fornisce una prova all’effetto-serra venusiano (che non ha nulla a che fare con quello ipotetico terrestre)

    Come tu stesso hai detto, l’atmosfera è talmente densa da non permettere l’entrata di radiazioni elettromagnetiche, bene, dato che l’atmosfera non cambia in base alla direzione allora è ovvio che non permette nemmeno l’uscita di quelle radiazioni.

    Infatti, se poniamo che l’attuale temperatura è stata generata dalla compressione della atmosfera stessa come spieghi che ora non si sia raffreddata (la legge dei gas perfetti dice che un gas si scalda durante la compressione, non continua a generare calore dal nulla). Se si è generato e ad oggi è ancora lì, presupponendo che non ci siano fonti interne (cosa di cui dubito) è d’obbligo pensare che l’atmosfera trattenga il calore interno, impedendogli di uscire.

    C’è ancge da dire che non è solo l’effetto serra a trattenere il calore, ma l’atmosfera stessa è in grado di immagazzinare questo calore, quindi non c’è per forza bisogno di una fonte (che sia il sole o altro) per avere una determinata temperatura.

    E dato che tu mi escludi il sole come fonte principale (la differenza termica tra le due facce del pianeta c’è, quindi una influenza minima si verifica) allora è evidente che il calore fa fatica ad uscire, rimane intrappolato nella densa atmosfera.

    Potrebbe essere il calore del centro del pianeta?? Si, ma vedi, anche la terra ha il nucleo caldo, eppure la crosta terrestre si è raffreddata, guardacaso la nostra atmosfera è molto meno densa.

  15. Ringrazio sentitamente TUTTI, ma proprio tutti quelli che hanno postato, perché sono esattamente le domande che prevedevo (e mi ero già preparato le risposte!), e che mi danno l’opportunità di completare il discorso, e di chiarire anche alcuni dubbi di qualcuno, e confermare che nel caso di Venere l’equazione di stato dei gas perfetti basta a dare conto al 100% delle temperature elevatissime di Venere, sia nell’emisfero assolato, che in quello al buio (mentre ovviamente l’equazione di stato dei gas non è adeguata alla più complessa e turbolenta atmosfera terrestre, se non concettualmente, perché comunque ci dimostra che con appena 1 atmosfera di pressione a livello del mare non puoi avere caldo più di tanto)

    Prima di tutto, partirei con le osservazioni di Luca Nitopi, a proposito dei venti sulla superficie, e nelle parti alte dell’atmosfera di Venere.

    No, è del tutto da escludere che i venti alla superficie di Venere (che soffiano solo alla velocità compresa tra 30 cm. e 1 metro al secondo, e senza continuità) siano sufficienti dal punto di vista fluidodinamico, a trasportare e soprattutto mantenere anche sull’altro emisfero al buio per ben 116 giorni le stesse temperature della zona assolata.

    L’emisfero in ombra resta totalmente al buio per ben 116 giorni terrestri, con un pianeta che resta praticamente “fermo”, rispetto alla veloce rotazione terrestre, e dunque se vi fosse un “rimescolamento” di tipo convettivo, da trasporto ventoso di masse di gas densi superficiali da una parte all’altra del pianeta, allora ci dovrebbe essere un “livellamento” tra temperature radiativamente alte dell’emisfero al Sole, e quelle che dovrebbero essere ben al di sotto dello zero dell’emisfero in ombra, in ogni caso ci sarebbero temperature molto al di sotto dei 460° C ed oltre che si trovano ovunque.

    Inoltre, le velocità dei venti superficiali sono così modeste (calcolando una media di 50 cm. costanti al secondo, avresti solo 1,8 km/h, cioè 43.2 km/giorno, cioè 5000 km e poco più in 116 giorni, non copriresti se non ¼ dell’emisfero in ombra, che è un semicerchio lungo circa 20.000 km.
    Quindi l’ipotesi del trasporto convettivo del calore da parte dei venti superficiali, dall’emisfero caldo a quello freddo in ombra non è accettabile, quel trasporto non potrebbe assolutamente controbilanciare il crollo delle temperature della zona in ombra assoluta!

    E invece l’equazione di stato spiega al 100% che sono proprio le pressioni enormi, di 92 atmosfere alla superficie di Venere, a spiegare in modo precisissimo le temperature che troviamo là.

    Nell’articolo non c’era spazio per spiegare altre cose importantissime che riguardano Venere e la sua atmosfera, che è 1000 volte più “semplice” di quella terrestre, e che accenno qui.

    Prima di tutto, salendo dalla superficie di Venere, le pressioni si abbassano molto, e così anche le temperature. A 65 km. di altezza dal suolo le temperature sono già glaciali a – 30° C, perché le pressioni sono appena di 0.092 atmosfere, e lì i venti soffiano a 100 metri al secondo (una sorta di “jet stream” venusiano).
    Ovviamente è da escludere che i venti che trovate a 65 km. di altezza possano influire sui gas alla superficie, sia perché i venti soffiano seguendo le differenze di pressione (dalla pressione più alta a quella più bassa), quindi orizzontalmente e dal basso verso l’alto, e in senso rotatorio (Venere ruota in senso orario, al contrario della Terra), ma MAI verso il basso, verso la superficie di Venere.
    Quindi ciò che accade a 65 km. di altezza non sfiora minimamente i “gas-purè” caldissimi che trovate in superficie, altrimenti – come ovvio – il contatto tra masse d’aria freddissime in movimento velocissimo a – 30° C con gas a + 460° C raffredderebbe rapidamente questi ultimi, e invece non accade, sulla superficie ci sono ovunque più di 460° C!

    Non solo, ma se salite ancora, a 100 km. di altezza, trovate una temperatura di – 112° C e solo 0.00026 atmosfere di pressione.

    Quindi, in sostanza Venere è una specie di “cipolla” atmosferica, in cui gli strati esterni sono sempre più freddi, secondo un preciso gradiente termico, mentre la superficie è caldissima proprio per le pressioni di 92 atmosfere che comprimono l’atmosfera.

    E qui vengo alla parte più importante, che dimostra perché l’equazione dei gas perfetti spiega così bene le temperature di Venere, mettendo in relazione termodinamica pressioni, volumi, massa, densità dei gas e temperature.

    In realtà ciò avviene perché Venere, non avendo acqua nell’atmosfera, NON ha alcuna delle reazioni chimico-fisiche e climatiche caotiche che trovate sulla Terra, su Venere non ci sono oceani, non c’è evaporazione, né condensazione del vapore acqueo, né ovviamente piogge e nevi.

    Avete in sostanza solo gas, solo CO2 (più un poco di azoto, monossido di carbonio, argo, zolfo, ecc., che però non innescano certo le reazioni dell’acqua, e quindi non cambiano nulla), che viene compressa adiabaticamente e progressivamente dalla propria stessa massa, e dalla forza di gravità di Venere.

    Ecco perché l’equazione dei gas perfetti lì funziona al 100%: perché lì su Venere avete in pratica UN GAS SOLO (CO2), senza reazioni chimiche , e con un comportamento adiabatico perfetto: una compressione progressiva, allo stesso modo di quella che avreste in qualsiasi esperimento “in vitro” di laboratorio!

    Su Venere in pratica avete UN LABORATORIO NATURALE che – come succederebbe sulla Terra e in qualsiasi posto dell’Universo, dimostra la validità dell’equazione dei gas perfetti avendo un solo gas, e a pressioni non elevatissime (come sono invece quelle stellari).

    Come detto, la Terra ha un’atmosfera troppo complessa, per la presenza degli oceani e dell’acqua, e dei fenomeni termodinamici che vi si accompagnano, ma su Venere ciò non accade ed ecco perché l’equazione dei gas perfetti là funziona alla perfezione.

    Qualche breve chiarimento sull’equazione dei gas per calcolare le temperature di Venere..

    Per usare l’equazione dei gas, e calcolare il numero di moli (n) di un volume di un m^3 gas, si divide la massa reale in m^3, e in litri (moltiplicando le atmofere per 1000 litri) di un gas per la sua massa atomica.

    Ed ecco allora che dividendo 67 kg, cioè 67.000 grammi di massa media di gas per m^3 sulla superficie di Venere, per la massa molecolare della CO2, che è 44, ottengo 1522.7, che è il numero n delle moli per metro cubo.

    Se qualcuno preferisce, si possono anche usare i numeri della Nasa, solo lievemente diversi, ma i risultati delle temperature cambiano pochissimo.
    Per la Nasa la massa media di gas alla superficie di Venere è di 65 kg/m^3, cioè 65.000 grammi, e la massa molecolare media dei gas (loro considerano anche le piccolissime % di azoto, monossido, ecc. attorno al 3% totale) è 43.46 (io ho calcolato solo la CO2 che ha 44 di massa molecolare)

    Quindi, in base ai dati Nasa, avrei, per ogni m^3 di gas alla superficie di Venere e con l’equazione dei gas PV = nRT :
    92 atmosfere * 1000 litri = (65.000/43.46) * 0.082 * T

    Quindi, la temperatura (T) verrebbe: 92.000/ 1495.6 * 0.082, cioè 92.000/122.64 cioè 750.1° Kelvin, cioè 477° C, il che mi dà una differenza di soli 13° C in più rispetto ai miei risultati, con il calcolo usando i parametri della Nasa, che peraltro è confermato anche da altre rilevazioni delle sonde spaziali (che danno appunto temperature comprese tra i 460°/480° C).

    Quindi, le sonde spaziali confermano sia le temperature uniformi (464° C) che ho calcolato io con la massa di 67.000 gr/m^3 e la massa molecolare 44, che le temperature lievemente superiori di 477° C, con i parametri della Nasa: massa dei gas attorno a 65.000 gr/m^3 e massa molecolare un po’ più bassa, a 43.46.

    Probabilmente su Venere le temperature effettive oscillano davvero entro un range limitatissimo del 3-4%, e di appena una ventina di gradi, cioè tra i 460°C e i 480°C, come infatti risulta da varie rilevazioni. (confrontare con il range spaventoso terrestre, dove c’è un’escursione di oltre 140° C, dai – 87° antartici, ai + 57° C massimi del Sahara).

    Infine rispondo sia a Luca Nitopi che a Giovanni, a proposito delle radiazioni solari che arrivano sulla superficie di Venere, e sul perché la formula di Stefan Boltzmann sull’irraggiamento, con T^ 4 , non funziona proprio per nulla su Venere.

    Tenete ben presente – come documentato anche dai dati della Nasa – che su Venere la radiazione solare, che là ha una costante di circa 2600 W/m^2 (circa doppia di quella terrestre), non arriva quasi per nulla in superficie, poiché oltre il 90% viene bloccato subito dall’albedo dell’alta atmosfera di Venere, che secondo la Nasa riduce appunto subito la radiazione del 90%, quindi dei 2600 W/m^2 di radiazioni solari, ne rimangono solo 260 W/m^2, che a loro volta, attraversando la fittissima coltre dei vapori di Venere, vengono ridotti a soli il 2.5% degli originari, (come documentato anche dal lavoro del prof. Jelbring che vi ho allegato ieri) che toccano di fatto la superficie.

    Ma il 2.5% di 2600 W/m^2 sono solo 65 W/m^2 che arriverebbero sulla superficie di Venere esposta al Sole, e 65 W/m^2 di radiazione non possono ovviamente riscaldare un bel niente.
    Inoltre, sull’emisfero in ombra, se non arrivano radiazioni, secondo la Stefan-Boltzmann dovrei solo avere temperature da 0° C in giù, ma su Venere ho + 464° C anche dove non arrivano radiazioni solari!

    Ma ciò dimostra appunto che la formula di Stefan-Boltzmann è spesso del tutto inapplicabile per spiegare le temperature di molti pianeti e satelliti, perché in certi pianeti l’irraggiamento e le sue formule non servono a spiegare temperature dovute in buona parte a cause convettive (Terra), o puramente pressorie, come appunto su Venere.

    Quindi, non posso farci nulla se – osservando bene Venere, e considerando che metà emisfero non riceve manco 1 W/m^2 per ben 116 giorni, mentre l’altro riceve comunque pochissima radiazione solare – NULLA delle temperature venusiane si spiega con formule radiative e fantomatici “effetti-serra” dei gas, mentre TUTTO si spiega considerando le elevatissime pressioni atmosferiche e usando l’equazione universale dei gas, considerando che là c’è un solo gas, e assenza di reazioni disturbanti, l’optimum per l’applicazione adiabatica della legge dei gas!

    In conclusione, mi spiace per chi non si arrende all’evidenza, ma se io (e non solo io) usando l’equazione dei gas riesco a spiegare fino all’ultimo grado centigrado le temperature che si trovano su Venere, e le spiego mettendole in relazione con le pressioni e la massa dei gas che trovo là, allora questo vuol dire solo che ho applicato la formula (equazione di stato dei gas) e la legge fisica GIUSTE, con buona pace dei serristi.

    Ma questo vuol dire anche che ha ragione il prof. Jelbring, e la massa atmosferica, insieme alla gravitazione, sono i fattori dominanti (anche se non unici su pianeti complessi come la Terra, dove hai molti più fenomeni atmosferici) che spiegano i meccanismi del riscaldamento dei pianeti dotati di atmosfera.

    Quindi l’effetto-serra radiativo (gas atmosferici che trattengono le radiazioni solari) non esiste, facciamocene una ragione.

    Ironia della sorte, proprio Venere, che sembrerebbe il “baluardo”, il luogo per antonomasia della prova delle teorie serriste, si dimostra a chi lo analizza per bene in tutte le sue caratteristiche fisiche l’anello più debole, perché le temperature si spiegano al 100% con le pressioni e l’equazione dei gas….

    Però io consiglierei a tutti di riflettere bene, e di considerare i calcoli precisi e le considerazioni fisiche e termodinamiche, prima di continuare a dire ostinatamente: “non mi convince”, e solo perché pochissimi (ma buoni!) dicono quello che vi dico io.

    Chi non è convinto faccia eventualmente vedere i suoi calcoli, e le leggi fisico-matematiche che vorrebbe applicare, lo sfido ad ottenere risultati così precisi come questi che vi ho mostrato io.

    Carta e… matematica cantano!

    Saluti a tutti e Buon Natale buon 2011 a tutti

    rf

    p.s.: Giovanni, la prego, lasci perdere le sue formule di Stefan Boltzmann, su Venere si applica l’equazione generale di stato dei gas, e le temperature si spiegano facilmente con le pressioni di 92 atmosfere.
    Punto.

    Lei vorrebbe applicare la Stefan Boltzmann per tutto, anche per calcolare quanto Shakira si scalda ballando, o quanto mia zia si raffredda aspettando l’autobus, ma non ce la fa…

    Lei e Bardi, e i serristi, vorreste ridurre l’universo alla sola radiazione IR della CO2 e alla Stefan Boltzmann, siete semplicistici in modo imbarazzante.

    LEI SBAGLIA QUI SOPRA PERCHE’ E’ LEI (NON IO) CHE ALLA 2 NON CONSIDERA UN TERMINE EVIDENTE DEL SISTEMA ENERGETICO VESUSIANO.

    LA SUPERFICIE DI VENERE NON EMETTE AFFATTO PIU’ ENERGIA DI QUANTA NE RICEVE, PROPRIO PERCHE’ LA SUA CARA STEFAN-BOLTZMANN NON RIESCE A CALCOLARE TUTTA L’ENERGIA CHE UN SISTEMA EMETTE PER CAUSE NON RADIATIVE, MA ANCORA NON L’HA CAPITO?

    E L’ENERGIA CHE LA SUPERFICIE DI VENERE RICEVE E’ AL 99.99% QUELLA CINETICA DELLA COMPRESSIONE ADIABATICA PRESSORIA DELLE MOLECOLE PRESSATE A 92 BARS, CHE LEI MANCO CONSIDERA TUTTO PRESO A VALUTARE SOLO LA SOLAR IRRADIANCE…

    QUANDO GONFIA LA SUA BICICLETTA, LA TEMPERATURA DELLA CAMERA D’ARIA AUMENTA PERCHE’ AUMENTA LA PRESSIONE, ANCHE SE NON ENTRA NESSUNA RADIAZIONE SOLARE E LEI LA GONFIA AL BUIO COMPLETO.

    ENERGIA CI-NE-TI-CA DELLE MOLECOLE PRESSATE ADIABATICAMENTE E CHE PERCIO’ SI MUOVONO PIU’ VELOCEMENTE E SI SCALDANO, NON, RIPETO NON, SOLA ENERGIA RADIANTE, CHE SU VENERE E’ QUASI INESISTENTE (ANZI INESISTENTE NELL’EMISFERO IN OMBRA).

    SPERO ABBIA CAPITO, NELL’UNIVERSO NON C’E’ SOLO LA SOLAR IRRADIANCE CHE FA SALIRE LE TEMPERATURE.

    BUON NATALE ANCHE A LEI…

  16. @Roberto Frigerio

    Cerchiamo di lasciare le nostre discussioni passate alle spalle. Mi sembra di aver fatto delle domande e delle osservazioni legittime, nulla di più. Vorrei però capire meglio. Le porgo quindi questa domanda. Se, per assurdo, il sole si spegnesse, la temperatura di Venere sarebbe comunque molto vicina o addirittura la stessa di quella attuale. Ho capito bene?

    Cordiali Saluti

  17. @ Andreabont

    Non sta in piedi l’ipotesi del calore dall’interno della superficie di Venere.

    Allora avremmo temperature “vulcaniche” e diverse nei vari punti della superficie di Venere, ancora più alte della sola equazione dei gas, mentre invece la sola equazione dei gas e le pressioni di 92 atmosfere spiegano tutto, fino all’ultimo grado, e spiegano come le temperature siano uguali ovunque.

    Inoltre, NON è vero che c’è differenza tra i due emisferi, leggiti bene i dati sul “diurnal temperature range” sui Venus fact sheet della NASA
    http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/factsheet/venusfact.html

    diurnal temperature range = 0, quindi ci sono oltre 464° C su ENTRAMBI gli emisferi.

    Infine, evidentemente non hai capito la legge dei gas e la compressione adiabatica, hai scritto una cosa erronea.

    Se un gas RIMANE compresso a 92 atmosfere, ciò significa che le sue molecole per rimanere così costantemente compresse subiscono un numero elevatissimo di urti in spazi ridottissimi e mantengono un’energia cinetica elevatissima.

    Quindi, se un gas – come sulla superficie Venere – mantiene una pressione elevatissima nei secoli e nei millenni, allora le sue molecole avranno un’energia cinetica elevatissima, e quindi temperature altissime, non è che un gas diminuisce la sua temperatura dopo essere stato compresso, se la pressione si mantiene.

    Infine, ho già scritto – per rispondere a Luca Nitopi e anche a Giovanni – che poco importa che su Venere SULLA FACCIA ILLUMINATA ci sia buio assoluto o quasi, o che arrivi – come calcola il prof. Jebring – solo un 2.5% radiazione solare, che su 2600 W/m^2 sono una cosa ridicola.

    Quello che conta è che la radiazione solare che arriva su Venere – se arriva perchè un altro calcolo in base alla densità dei vapori di km. dell’atmosfera superficiale porterebbe ad escluderlo, come escludi che la radiazione solare arrivi in fondo al mare qui da noi – è bassissima.

    INOLTRE, VOI DIMENTICATE SEMPRE L’EMISFERO NON IRRADIATO PER 116 GIORNI DI VENERE, VOI COMMETTETE IL SOLITO ERRORE DI CHI CREDE CHE VENERE SIA SEMPRE E TUTTO ESPOSTO AL SOLE.

    LI’ SULL’EMISFERO NON ILLUMINATO C’E’ BUIO ASSOLUTO PER 116 GIORNI, ASSOLUTO, CHIARO?
    DOVREMMO AVERE – 100° C ALMENO, PERCHE’ IN 116 GIORNI UN PIANETA NON IRRADIATO SI DOVREBBE RAFFREDDARE DEL TUTTO.

    In conclusione, se siete intellettualmente seri e corretti, dovreste ammettere che la teoria dell’effetto serra non spiega nulla per Venere, mentre l’equazione dei gas spiega tutto.

    ALTRIMENTI, SE VOLETE ARRAMPICARVI SUGLI SPECCHI, MI SPIACE, MA MI METTO A RIDERE SE QUALCUNO MI DICE CHE NELL’EMISFERO IN OMBRA PER 116 GIORNI SU VENERE CI SONO 464° C PERCHE’ I GAS TRATTENGONO RADIAZIONI SOLARI CHE NEMMENO ARRIVANO!!

    ALTRIMENTI DITELO…A QUALCUNO DA’ FASTIDIO ANCORA UNA VOLTA CHE GLI SI DIMOSTRI DATI ALLA MANO E CON CALCOLI PRECISI DI AVERE CREDUTO PER ANNI A PROPAGANDA PSEUDO-SCIENTIFICA, E LUOGHI COMUNI.

    MA VI COSTA COSI’ TANTO DIRE: “NON CI AVEVO PENSATO, PER ME HAI RAGIONE”?

    Io la spiegazione ve l’ho data, e sfido chiunque a portarmi i SUOI calcoli.

    MI SPIACE, MA I FISICI E GLI INGEGNERI PARLANO CON LA MATEMATICA E LE LEGGI FISICHE APPLICATE, NON CON LE SUPPOSIZIONI E LE TEORIE STRAMPALATE.

    E SE I CALCOLI CONFERMANO CON PRECISIONE LE RILEVAZIONI SPERIMENTALI VUOL DIRE CHE CHI LI HA FATTI HA RAGIONE, E IO HO RAGIONE, ANCHE SE VEDO CHE FATE DI TUTTO PER NEGARLO.

    RAGAZZI, FATEMI VEDERE I VOSTRI CALCOLI, SE POTETE, MA NON POTETE…..

I commenti sono chiusi.