Ciclo 24 a confronto con gli altri: minimo e primo anno e mezzo

Premessa 

Questo articolo costituisce il seguito di quello già pubblicato la scorsa estate (http://daltonsminima.altervista.org/?p=10943). A due anni (dicembre 2008) dal minimo solare compreso tra il ciclo 23 ed il 24 ed a 6 mesi dalle rilevazioni analizzate nell’articolo precedente, tento di fare il punto sulla progressione dell’attuale ciclo 24, per sottolinearne similitudini e peculiarità. 

Di seguito si confronta lo smoothed sunspot number (SSN, media mobile su più mesi del sunspot number) del ciclo 24 con quello di tutti cicli compresi tra il 1798 ed oggi, cioè dall’inizio del Minimo di Dalton fino ai giorni nostri. Il confronto viene effettuato per i primi 18 mesi del ciclo, quelli finora disponibili per il ciclo 24. 

Come già spiegato nell’articolo precedente, la scelta dello smoothed sunspot number, rispetto al sunspot number medio mensile, è dettata dalla necessità di evidenziare i trend di medio/lungo periodo, eliminando tutte le oscillazioni “nervose” di breve, grazie appunto all’effetto dell’operazione di media. 

Lo scopo dell’analisi è quello di esaminare la progressione del ciclo 24, due anni dopo il minimo, per evidenziare informazioni importanti circa le sue prospettive future. 

Si tratta di un po’ di più di un gioco con i numeri, ma senz’altro meno di un’analisi scientificamente completa e rigorosa. 

I grafici sono poi oggetto di analisi e, nell’ultimo paragrafo, si cerca di trarre qualche conclusione. I grafici presentano la medesima scala, per un più agevole confronto. 

I dati sul sunspot number sono tratti dall’archivio SIDC (www.sidc.be), ente ufficiale di misurazione dei sunspot number. 

 

I cicli

Come accennato, i cicli oggetto dell’esame sono i seguenti:

Non sono stati presi in considerazione i cicli da 1 a 4, sia perché non aggiungono granchè all’analisi (hanno tutti una progressione superiore a quella del ciclo 24) sia in quanto i dati, risalenti ad oltre 200 anni fa, sono per questo fortemente sottostimati.

 Il grafico seguente (fig. 1) rappresenta l’intensità dei massimi relativi al ciclo che segue il minimo.

Fig. 1  

Si può osservare come l’attuale previsione sul massimo del ciclo 24 (Fonte: NASA, David Hathaway), almeno negli ultimi 200 anni (e probabilmente anche negli ultimi 300) sia ormai superiore ai soli cicli 5 e 6, quelli del cosiddetto “Minimo di Dalton” (1798-1823). 

Inoltre, occorre tenere presente che: 

  • è opinione comune tra gli studiosi che il sunspot number risulti tanto più sottostimato quando più si procede a ritroso nel tempo, specie a partire dalla fine del XIX secolo; dunque è possibile che i massimi del Minimo di Dalton siano affetti da una imprecisione non trascurabile, tale da rendere la previsione del ciclo 24 ormai paragonabile ai valori registrati per i cicli 5 e 6;
  • lo stesso fisico solare David Hathaway, nel sito NASA dedicato ai cicli solari, precisa come le previsioni dell’andamento di un ciclo solare risultino abbastanza affidabili a partire da 3 anni dopo il minimo; pertanto, nel nostro caso, occorre attendere almeno la fine del 2011; è quindi ragionevole aspettarsi ancora qualche ritocco (al ribasso?) prima che la previsione si stabilizzi.

Di seguito, si cerca di analizzare il minimo appena trascorso ed il primo anno e mezzo dal minimo stesso, confrontandolo con i cicli compresi tra il 1798 (inizio del Minimo di Dalton, come accennato prima) ed oggi. Si procede a ritroso nel tempo, suddividendo i cicli in 

  • Grande Massimo (1933-2008),
  • Ciclo finale del Minimo di Damon ed i due cicli successivi (1902-1933),
  • Minimo di Damon (1855-1902) e due cicli precedenti (1833-1855),
  • Minimo di Dalton (1798-1823) e ciclo successivo (1823-1833).

Tale suddivisione, come si nota, non corrisponde del tutto a quella tradizionalmente individuata dalla ricerca sui cicli solari, per maggiore semplicità di analisi e migliore coerenza dell’andamento dei cicli esaminati, come si può evincere dai grafici seguenti. 

 

  

  

   

 

Analisi

 

Fig. 2

Esaminando il grafico precedente (fig.2), appare subito evidente come nessun ciclo, dal 17 in poi regga il confronto con il ciclo 24, almeno nel primo anno e mezzo di vita: tutti i sette cicli precedenti sono molto più intensi, sia in termini di approccio al minimo” (da 6 mesi prima), sia come valore minimo (dal doppio fino a 6-7 volte il SSN del dicembre 2008) che in “salita” (1 anno e mezzo dopo, quasi tutti i sunspot number superano ampiamento il valore di 30). Il solo ciclo 17 evidenzia una progressione analoga a quella del 24 pur restandone comunque al di sopra e pur distaccandosene maggiormente negli ultimi 4 mesi, segno forse di una progressione più rapida.

Inoltre, il grafico precedente (fig.1) relativo ai massimi mostra come questi siano ampiamente superiori alla previsione per il ciclo 24.

Si tratta, come noto, dei cicli compresi nel cosiddetto “Grande Massimo” dell’epoca moderna, cioè il periodo, grosso modo compreso tra gli anni ’30 ed i primi anni del XXI secolo, in cui i cicli sono risultati i più intensi da quando si calcola il sunspot number e, stando a recenti ricerche, i più intensi degli ultimi 8000 anni.

 

  

Fig. 3

Procedendo ancora a ritroso, (fig. 3), s’incontrano tre cicli, corrispondenti alla porzione finale del cosiddetto “Minimo di Damon” (1850-1913) ed ai due cicli immediatamente successivi. Essi furono caratterizzati da lunghi minimi (lo si nota dal fatto che il valore minimo del sunspot number si è mantenuto immutato per più di un mese) e da massimi non particolarmente intensi.

Confrontando i valori dei sunspot number, si nota come, nella fase di approccio al minimo ed in fase di minimo, i valori furono paragonabili a quelli della transizione 23-24. Poi, però, in fase di progressione “post minimo”, i nuovi cicli si discostano sempre di più dal 24. Dunque, in sintesi, la “discesa” è “morbida” almeno tanto quanto quella dell’ultima transizione di ciclo, ma la “ripartenza” avviene con più “brio”. Ciò risulta coerente con quanto riportato in fig.1, in cui si nota come i massimi raggiunti dai cicli 14, 15 e 16 siano superiori, anche se non di molto, al valore previsto per il ciclo 24.

 

 

Fig. 4

Scorrendo ancora più a ritroso la lista dei cicli (fig.4), s’incontrano quelli compresi tra l’8 ed il 13, corrispondenti al Minimo di Damon ed a due (8 e 9) cicli successivi al Minimo di Dalton.

Come si nota chiaramente dal grafico, la progressione “post minimo” risulta nettamente più “vivace” rispetto al ciclo 24 ed a partire da sunspot number minimi già superiori. Fa eccezione il ciclo 10, che progredisce e si distacca dal 24 più lentamente degli altri.

Occorre però ricordare che ormai ci si trova in pieno XIX secolo e, come accennato in precedenza, i valori di sunspot number sono probabilmente affetti da un’approssimazione per difetto non trascurabile, anche se difficile da stimare in modo puntuale.

Fig. 5

Il viaggio a ritroso attraverso i cicli solari si conclude con il ciclo immediatamente successivo (7) e con i due (5 e 6) corrispondenti al Minimo di Dalton (1798-1823). Essi sono caratterizzati da minimi lunghi e profondi e da una ripartenza molto lenta. Infatti, l’analisi del grafico evidenzia come la progressione verso il massimo appare, almeno fino a 18 mesi dopo il minimo, appaia nettamente più lenta rispetto a quella finora evidenziata dal ciclo 24 e caratterizzata pure da qualche temporaneo arretramento del sunspot number.

Ciò risulta coerente con quanto riportato nel grafico di Fig. 1, almeno per i due cicli del Minimo di Dalton (5 e 6), il cui massimo rilevato appare inferiore alla stima attuale relativa al ciclo 24.

Conclusioni

 In sintesi, si può osservare che, nei primi due anni dopo il minimo,

  • solo il ciclo 6 risulta essere sistematicamente più debole del ciclo 24, pur considerando una probabile rilevante sottostima dei dati di sunspot number risalenti a 200 anni fa ed oltre;
  • i cicli 5 e 7 risultano “a cavallo” del ciclo 24, e dunque possono essere considerati ad esso paragonabili, tenendo anche conto della suddetta sottostima;
  • anche cicli più recenti, come il 10 ed il 15, che inizialmente appaiono paragonabili al 24, poi se ne discostano progressivamente;
  • solo il ciclo 17 mostra una progressione nel complesso paragonabile a quella del ciclo 24, pur presentando costantemente valori di sunspot number superiori, compresi tra 2 e 6;
  • infine, sebbene ciò abbia ad oggi un valore ancora piuttosto relativo, come accennato nel commento alla Fig. 1, solo i due cicli del minimo di Dalton hanno uno “smoothed” sunspot number” (effettivo) massimo inferiore a quello (stimato) per il ciclo 24, ma ormai potrebbe essere considerato ad esso paragonabile, per la succitata sottostima.

In conclusione, questo ciclo, mese dopo mese, anno dopo anno, assomiglia sempre di più ad un ciclo estremamente debole, ormai paragonabile a quelli più deboli verificatisi negli ultimi 200 anni ed oltre. Tuttavia, in base a quanto affermato da Hathaway circa l’affidabilità delle previsioni, si ritiene che per una piena valutazione della natura di questo ciclo occorra attendere ancora un anno circa.

Dunque, come ci raccomanda la NASA “stay tuned for updates”, restiamo sintonizzati per i prossimi aggiornamenti, che potrebbero riservare ulteriori novità e porre nuove domande.

In un articolo successivo, procederò al confronto tra il sunspot number del SIDC e quello NIA, nonchè altri grafici interessanti di confronto tra sunspot number e solar flux.

Tra 6 mesi ci riaggiorniamo per eventuali conferme o correzioni di quanto finora emerso.

 A voi la parola, per osservazioni e, naturalmente, obiezioni e critiche!

 FabioDue

78 pensieri su “Ciclo 24 a confronto con gli altri: minimo e primo anno e mezzo

  1. Lorenzo :No, questo no… Non saremmo affatto spotless oggi, dai… Le macchie ci sono per davverO!@max63

    Ciao a tutti, scusate ma non ho molta pratica con i blog….! Comunque non volevo mettere in dubbio il fatto che le macchie ci siano o meno, ma solo far notare che con la strumentazione di quel periodo, magari, non tutte sarebbero state annotate e conteggiate. La differenza di risoluzione di un moderno telescopio terrestre o di uno satellitare con strumenti ottocenteschi dovrebbe essere notevole. Per curiosità questo era quello che vedeva Galileo…che però era di qualche anno prima!

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  2. Un sole che va avanti a saltelli,dopo questo balzo seguirà una nuova pausa(evidente dal behind)e conseguente calo del solarflux

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  3. Non dimentichiamoci che le prime previsioni del ciclo 24 fatte da Hataway dicevano che il massimo ci sarebbe stato a fine 2012, mentre adesso hanno spostato il max a luglio 2013. E se il massimo fosse proprio nel 2012? ci staremmo avvicinando e le macchie ormai sono TUTTE a latitudine di pre-massimo, tutte in avvicinamento all´equatore.

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  4. Il sole sta dando l’ennesima accelerata, sono presenti molte regioni attive, al momento 4 stanno dando macchie, ma nei possimi giorni potrebbero anche aumentare…

    il solar flux è salito a 93 (aggiustato)…ce la giochiamo con il record di febbraio scorso (media mensile di 82.70), e stavolta potrebbe anche cadere!

    ma nn è tanto importante ciò, ma semmai cosa accadrà dopo questo ennesimo aumento di attività…se il sole dovesse ricadere in letargo, sarebbe un uleriore prova che il sole ci prova, ci prova, ma sul più bello, nn gliela fa! anche se in generale è nei prossimi 6 mesi che si deciderà il futuro del ciclo 24!

    Simon

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  5. Vi sottopongo le mie osservazioni:
    Mesi fa quando il north polar corona l hole ha cominciato a muoversi verso l’equatore, avevamo AR da pre max cioe sotto i 15 gradi nord; poi le AR si sono alzate in latitudine. Ora che il buco coronale polare e’ transequatoriale, le AR tornano ad abbassarsi verso l’equatore; ossia prima il buco coronale spingeva le AR ora le trascina verso l’equatore.
    La stessa cosa sta avvenendo per il polo sud; ora che il polo sud ha cominciato a muoversi spinge le ar verso l’equatore.
    Suppongo che l’equazione secondo la quale ar vicine ad equatore significhino solar max, sia valida quando le ar seguano il buco polare coronale.
    Da ciò deduco che il polo nord e’ già in pre max il polo sud ci arriverà tra circa sei mesi essendo la sua situazione simile a quella del polo nord circa sei mesi fa

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  6. Il sidc per oggi mette un SN di 51…mi sembra di ricordare che sia il valore giornaliero più alto del ciclo 24!

    Se nn si dà presto una calmata, questo febbraio chiuderà come il mese finora più attivo, sia come SN che come solar flux…

    vedremo cmq se a tale impennata seguirà un ennesima pausa, od una crescita più regolare che finora non vi è ancora stata.

    Simon

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  7. La prima che hai detto……

    ice2020 :
    Il sidc per oggi mette un SN di 51…mi sembra di ricordare che sia il valore giornaliero più alto del ciclo 24!
    Se nn si dà presto una calmata, questo febbraio chiuderà come il mese finora più attivo, sia come SN che come solar flux…
    vedremo cmq se a tale impennata seguirà un ennesima pausa, od una crescita più regolare che finora non vi è ancora stata.
    Simon

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  8. @ice2020

    La mia impressione è che per ora difficilmente dobbiamo attenderci “colpi di reni” di lunga durata da parte del nostro Sole.

    Me lo fa pensare proprio il confronto con i cicli degli ultimi 200 anni, che abbiamo condiviso in questo articolo:
    quando un ciclo è partito così debole come il ciclo 24, o anche più debole, è proseguito sostanzialmente debole e ha poi presentato un massimo nettamente inferiore a quello di altri cicli cominciati in modo più “vivace”.

    Inoltre, i “colpi di reni” nei cicli deboli, come ad esempio quelli dei cicli 5 e 6, si sono verificati molto in avanti, dopo 3 ed oltre 4 anni dal minimo. Dunque, visti i precedenti, per un’accelerazione sarebbe presto.

    Però ogni ciclo fa storia a se’, vediamo…..

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  9. Naturalmente queste considerazioni non ci aiutano a capire a che punto siamo del ciclo.
    A mio modesto avviso, potremmo essere in qualsiasi punto, anche al secondo massimo dopo quello di febbraio 2010.
    E dopo il ciclo potrebbe progredire ancora o decadere, al momento direi con uguale probabilità: la storia dei cicli passati, secondo me non ci fornisce elementi sufficienti ad escludere l’una o l’altra possibilità.

    Sicuramente non ho risposto alle questioni poste da Marcello, un po perchè non ho conoscenze sufficienti per farlo e perchè confronti di quel genere si possono fare solo con i pochi cicli degli ultimi 60 anni, che sono molto intensi, con ripartenze assai decise e rapide e dunque non facilmente ben comparabili con il ciclo 24.

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  10. e gia’ successo un anno fa circa questo episodio con molte AR attive e valori bassi.Ora non voglio che prendiate le mie parole troppo sul serio.Pero’ mi pare che Ale a suo tempo aveva gia’ commentato questa situazione,definendola chiaramente da Solar max.Dovrei andare a fare una richerca su i suoi commenti precedenti.

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  11. giorgio :e gia’ successo un anno fa circa questo episodio con molte AR attive e valori bassi.Ora non voglio che prendiate le mie parole troppo sul serio.Pero’ mi pare che Ale a suo tempo aveva gia’ commentato questa situazione,definendola chiaramente da Solar max.Dovrei andare a fare una richerca su i suoi commenti precedenti.

    Già, Ale…. la sua latitanza comincia ad essere preoccupante… nessuno l’ha più sentito?
    Bruno

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