Un`intervista con Judith Curry, l´eretica del clima.

Ringrazio Fabio che mi ha mandato la segnalazione di questa signora che ha fatto arrabbiare i suoi colleghi climatologi.

L’Eretica del Clima (2)

Ma io voglio postare una sua intervista alla rivista Epoca qui in Brasile.

Gli uragani sono la specialità di Judith Curry, direttore della scuola di scienze della terra e atmosfera, presso il Georgia Institute of technology negli Stati Uniti. Ora lei è nell’occhio del ciclone. La confusione iniziò alla fine dell’anno scorso, quando criticó pubblicamente i ricercatori Judith Michael Mann della Penn State University, negli Stati Uniti e Phil Jones della University of East Anglia, Regno Unito, accusato di distorcere i fatti scientifici secondo le email trapelate. Jones e Mann sono stati esonerati dalle università di ricerca e dal comitato scientifico britannico. Ma Judith dice che il problema di credibilità non è finito. Non mette in dubbio che la terra si sta riscaldando… solo che questo non si sa se è causato dalle emissioni umane. Ma sostiene anche che sono esagerate le previsioni catastrofiche rilasciate dall’IPCC, il pannello degli scienziati convocati dalle Nazioni Unite.

  Divulgação CHI È
Lei è il direttore della scuola di scienze della terra e atmosfera, presso il  Georgia Institute of technology negli Stati Uniti

CHE COSA HA FATTO
Negli articoli pubblicati recentemente ha criticato  gli scienziati del clima, membri dell’IPCC, il pannello delle Nazioni Unite

ATTIVITÀ SCIENTIFICA
È membro del Consiglio della società meteorologica americana. Curò la rivista Journal of applicated Meteorology. Ha lavorato per la Nasa, l’Agenzia spaziale americana

Epoca– La signora non  ha paura delle conseguenze dei cambiamenti climatici?

Judith Curry – Ci sono rischi significativi a essi associati. Ma l’intera questione é che non si sa  quali sono i cambiamenti climatici “pericolosi” e tutto non è stato correttamente valutato. Ma personalmente non ho nessuna paura su questo.

Epoca– Gli scienziati stanno svolgendo la loro missione di informare il pubblico?

Curry – La il  percezione che le persone comuni hanno é che  il riscaldamento globale è probabilmente un’emergenza planetaria e questo ha avuto il suo apogeo tra il 2005 e il 2007, con l’uragano Katrina e il film di Al Gore. Da allora si é verificata una  caduta di interesse. Gli scettici del clima ora si chiedono  se gli impatti del riscaldamento sono prevalentemente negativi o di grandi dimensioni. E se si può fare qualcosa per migliorare la situazione. Il dibattito pubblico si è deteriorato per i tentativi di screditare o censurare gli scienziati. E quello che  vediamo adesso é pubblicità per cercare di influenzare la politica e non per informare il pubblico.

Epoca– Qual è il rischio di tutto questo?

Curry – Molti ricercatori, davvero preoccupati per i rischi di riscaldamento, me compresa, sono delusi con le decisioni politiche per affrontare la sfida del clima. Per cominciare, credo che abbiamo bisogno di apportare modifiche all’IPCC, per ripristinare la sua credibilità. Il processo deve essere più aperto. È necessario selezionare meglio  autori e revisori. Un team di ispettori deve essere incaricato di sorvegliare il processo ed esaminare tutte le denunce. Con la perdita di messaggi e-mail, dobbiamo cambiare il modo di valutare le incertezze. Spesso, nelle relazioni dell’IPCC, una semplice prova di uno specialista ha sostituito l’analisi scientifica rigorosa del grado di incertezza dei dati. Stiamo parlando di imprecisioni nel momento in cui si devono regolare o “omogeinizzare”  i dati di temperatura per compensare gli effetti delle isole di calore urbano (dato che  la crescita delle città, con la concentrazione di cemento e asfalto, aumenta artificialmente la temperatura della regione) o per riempire regioni della terra dove non sono disponibili dati.

Epoca – Cosa non sappiamo ancora sul clima?

Curry – Ci sono ancora molte incertezze. Queste incertezze sono associate ai record di temperatura in passato. E anche tutte le grandi incertezze sui modelli del clima  che vengono eseguiti sul computer dai ricercatori per simulare il comportamento dell’atmosfera e avere delle stime per il futuro.

Epoca– Sará che la scienza già riesce a stabilire il grado di gravità della crisi climatica?

Curry – Non è chiaro quanto del riscaldamentohe  si è verificato nella seconda metà del XX secolo può essere attribuito all’azione umana. E ancora non ci ono esatte proiezioni per il riscaldamento previsto in questo secolo.

Epoca – Dobbiamo  aspettarci che queste incertezze siano ridotte o eliminate prima di assumere atteggiamenti che impediscano le peggiori conseguenze del cambiamento climatico?

Curry – Non é questo quello che sto suggerendo. È impossibile eliminare le incertezze. Noi prendiamo decisioni sempre di fronte a situazioni incerte.  Solo che il grado di tolleranza delle previsioni  devono essere presi in considerazione nel processo decisionale. La possibilità di tragiche conseguenze del riscaldamento sono tanto alte quanto quello che ci fossero armi  di distruzione di massa in Iraq. Alla fine, essi non esistevano, ma siamo andati alla guerra comunque. Abbiamo una storia di decidere di agire per evitare cose cattive, anche quando la probabilità è bassa.

“Non so quanto del riscaldamento che si è verificato nella seconda metà
XX secolo può essere attribuito all’attività umana”
Epoca – Come distinguere gli scettici legittimi dai lobbisti dell’industria che vogliono aumentare la confusione?

Curry – La questione fondamentale ruota intorno ai modelli e ai dati scientifici. Lo scettico “genuino” mostrerá la sua  sincera volontà di discutere di questo  in riviste scientifiche o blog.

Epoca  – La signora vede qualche   campagna delle lobby dell’industria di combustibili fossili per aumentare la confusione?

Curry – Esiste anche. Ma non lo vedo come un fattore importante del generale scetticismo nei confronti del cambiamento climatico. La maggior parte delle persone che scrivono contro il controllo delle emissioni utilizza argomenti economici o politici. Le lobby non si importano con la  scienza né possiamo chiamarli scettici. Ci sono altri scettici con formazione scientifica. Ma pochi ricevono denaro da societá del petrolio o carbone. Entità, come l’American Enterprise Institute o l’Istituto per le imprese competitive sono preoccupati dalle politiche che potrebbero incidere sulla competitività della nostra economia negli gli Stati Uniti. Per questo spendono tempo e denaro organizzando conferenze e chiedendo informazioni sul clima ai ricercatori.

Epoca– Come vede la polemica generata dalle e-mail  della University of East Anglia divulgate dalla stampa e dai blog?

Curry – Le e-mail mostrano l´aumento della preoccupazione per i metodi utilizzati per costruire le  temperature storiche sulla superficie della terra negli ultimi 1000 anni. È la cosiddetta “hockey stick” (che mostra un lungo periodo di temperature più basse e un brusco aumento negli ultimi anni, come la punta di un bastone di hockey). Inoltre, le  e-mail hanno sollevato enormi  dubbi circa il comportamento degli scienziati in relazione al processo di valutazione di ogni studio prima che esso venga pubblicato in riviste scientifiche. E penso che si siano spinti  fino alla  violazione del freedom of Information Act ( il FOA, nel diritto inglese dà ai cittadini il diritto di richiedere l’accesso ai dati sensibili ufficiali).

Epoca –  I messaggi scambiati da Michael Mann e Phil Jones – mostrano qualche segno di comportamento inappropriato?

Curry – Ci sono diverse indagini per valutare questo. Da quello che so, la risposta sarebbe “Sì”.

Epoca – Le indagini del comitato scientifico britannico e dell’Università della Pennsylvania hanno assolto Mann e Jones.

Curry – Sono d’accordo con la conclusione delle indagini che non esiste prova scientifica di condotta sbagliata. Non hai visto alcun segno di plagio o falsificazione dei dati nel lavoro degli scienziati. Non salvare tutti i dati, selezionarli arbitrariamente e l´uso di metodi statistici inappropriati  non configura errore di condotta. Ma questo tipo di condotta non  ispira fiducia nelle ricerche. Il comportamento di questi scienziati, come squalificare le critiche e mostrare poca trasparenza, hanno ritardato l’indagine di dati di temperatura che loro hanno utilizzato. Ma penso che sia tempo di fermarsi  non concentrandoci sul  comportamento individuale e invece cominciare a rivalutare l’intero processo di valutazione scientifica dell’IPCC.

Epoca– Che cosa deve cambiare nell` IPCC?

Curry – Ha bisogno di essere più aperto alle diverse opinioni e verifica esterna. C’è una corsa a pubblicare articoli su riviste scientifiche, appena prima della chiusura delle relazioni dell’IPCC. Chiaramente, tutti gli scienziati vogliono che il loro lavoro sia  incluso nella relazione dell´IPCC. C’è una percezione che il modo migliore per includere il proprio lavoro è quello di sostenere la narrazione di base dell’IPCC. E gli scienziati IPCC tentano di squalificare i ricercatori che pubblicano articoli con opinioni opposte. Inoltre, per continuare  importante l’IPCC  non è più possibile che faccia un riassunto di tutta   la letteratura scientifica ogni cinque anni. Ha bisogno di aprire la gamma di visioni e opinioni scientifiche e sulle opzioni politiche per affrontare il riscaldamento.

http://revistaepoca.globo.com/Revista/Epoca/0,,EMI143938-16270,00-JUDITH+CURRY+NAO+TENHO+MEDO+DO+CLIMA.html

Piccola nota mia: La rivista Epoca fa parte del Gruppo O Globo che é una accanita sostenitrice del riscaldamento globale di origini umane. Ció si nota anche dalle domande poste dal giornalista della rivista, ma le risposte della Curry sono state “oneste e sincere”. Non so se abbiano censurato qualcosa….  ma conoscendoli ci scommeterei.

SAND-RIO

28 pensieri su “Un`intervista con Judith Curry, l´eretica del clima.

  1. Sleepyhollow :

    ice2020 :
    E’ ripartito il conteggio NIA nell’apposita sezione:
    http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=8780

    ero curioso di vedere il valore di febbraio… vediamo marzo se continuerà su questa linea, se aumenterà ulteriormente o diminuirà

    Se continua su questa linea febbraio verrà superato e di molto…

    siamo già al massimo?

    chi può saperlo…io e il buon Sand-rio è da un anno che andiamo dicendo che il massimo del ciclo 24 sarebbe stato entro i primi mesi del 2011, forti della latitutine delle macchie che apparivano già molto vicine all’equatore, ma poi esse si sn rialzate di latitudine…staremo a vedere…

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  2. Se Giorgio ha visto giusto avremo marzo e aprile su livelli simili o anche superiori a febbraio mentre da maggio in poi assisteremo ad un sensibile calo dell’attività solare.
    Credo che ci possa essere una buona probabilità che questo accada, semmai rimane da capire di quale entità potrebbe essere il calo e se lo stesso sia premonitore di un decadimento generale dell’attività, come sostiene Giorgio, piuttosto che una semplice oscillazione fisiologica del ciclo.
    Ancora troppi motivi di incertezza… di certo non possiamo dire che ci stiamo annoiando…
    Bruno

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  3. @ Fabio Due
    è vero, però se leggi il post n. 23 di Simon ti accorgi che sostanzialmente conferma quanto ho detto.
    saluti

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  4. @Paolo 72
    gia in aprile inizieremo ad avvicinarsi,certo che per vedere cali consistenti bisognerebbe aspettare almeno maggio,poi ovvio tutto in linea teorica.Se fosse vero sarebbe la prova del 9 che Giove e’ il pianteta che piu’ disturba l’attivita’ regolare della stella.Sul fatto il sole raggiunga il suo max ora dobbiamo ben distinguere tra il max(sul lato visibile) e solar max reale,poiche’ potrebbe essere che il max avvenga tra 6-8 mesi,solo che noi non lo vediamo poiche’ l’attivita’ solare si scaricherebbe sul lato a noi non visibile.Io penso che manchi ancora mezzo anno alla stella per raggiungere il suo top,solo che per noi sara’ marzo il mese del solar max.

      (Quote)  (Reply)

  5. giorgio :
    @Paolo 72
    gia in aprile inizieremo ad avvicinarsi,certo che per vedere cali consistenti bisognerebbe aspettare almeno maggio,poi ovvio tutto in linea teorica.Se fosse vero sarebbe la prova del 9 che Giove e’ il pianteta che piu’ disturba l’attivita’ regolare della stella.Sul fatto il sole raggiunga il suo max ora dobbiamo ben distinguere tra il max(sul lato visibile) e solar max reale,poiche’ potrebbe essere che il max avvenga tra 6-8 mesi,solo che noi non lo vediamo poiche’ l’attivita’ solare si scaricherebbe sul lato a noi non visibile.Io penso che manchi ancora mezzo anno alla stella per raggiungere il suo top,solo che per noi sara’ marzo il mese del solar max.

    Ok!grazie della risposta!Monitoriamo!

      (Quote)  (Reply)

  6. carmelo :@ Fabio Dueè vero, però se leggi il post n. 23 di Simon ti accorgi che sostanzialmente conferma quanto ho detto.saluti

    L’attività solare non si valuta dal post di Simon, che ha fatto considerazioni di natura qualitativa, bensì da elementi quantitativi come ad esempio i risultati delle osservazioni del disco solare. La sintesi è riportata in quei diagrammi che ho postato prima.

      (Quote)  (Reply)

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