Nel 1999, una coppia di ricercatori constatò che molte comete osservate, presentavano forti deviazioni in relazione alle orbite calcolate. Secondo loro, questo sarebbe provocato dal’attrazione gravitazionale di un pianeta quattro volte piú grande di Giove, nascosto dentro il sistema solare. Hanno battezzato questo grande oggetto col nome di TYCHO.
Nell´occasione, John Matese e Daniel Whitmire, legati alla Universitá della Lousiana-Lafayette, pubblicarono un articolo proponendo che solamente la presenza di un oggetto di grande massa dentro la nube di Oort, una regione circolare localizzata a quasi 1 anno luce dal Sole, poteva spiegare le anomalie viste nelle traiettorie delle comete provenienti da quella regione.
Secondo gli scienziati, a causa della luminositá molto tenue e della bassissima temperatura, l´esistenza di Tycho poteva essere provata solo attraverso delle immagini a infrarosso e di quella regione spaziale e hanno atteso che il telescopio spaziale WISE, lanciato nel 2009, cominciasse a inviare le immagini.
Recentemente, a causa della divulgazione parziale di dati del telescopio WISE, la teoria di Matese e Whitmire é ritornata ad essere oggetto di speculazioni e dibattiti tra gli astrofisici. Questo a causa che la NASA ha confermato che la prima parte dei dati raccolti dal satellite, saranno divulgati ad aprile 2011 e la seconda parte dei dati sarà resa pubblica nel marzo del 2012.
“esistono forti evidenze che esiste un grande oggetto in quella regione” ha detto Mantese. “Il tipo di deviazione nella orbita di alcune comete persiste. È possibile che sia appena una casualità statistica, ma questa probabilità diminuisce man mano che abbiamo più dati accumulati negli ultimi 10 anni”
Mantese spiega che la quantità di dati generati dal telescopio é immensa e che utilizzare e sfruttare questo banco di dati puó significare un lavoro molto lungo. “Non abbiamo una previsione esatta, forse 2 o 3 anni fino a che possiamo trovare qualche cosa, ma se l´oggetto é lí allora lo troveremo”.
Nel caso che Tycho esista realmente, secondo i due astrofisici, esso si troverà a 2,25 trilioni di chilometri di distanza. Sarebbe un oggetto gassoso e avrebbe un periodo di rivoluzione di 375 anni.
Corrente Contraria
Malgrado che Matese e Whitmire siano abbastanza fiduciosi nella localizzazione dell´ipotetico pianeta, non tutti gli astrofisici concordano con la loro teoria.
“Capisco che il nuovo lavoro sia sostenuto adesso da molti piú dati rispetto alla antica teoria, ma credo le statistiche siano errate” ha detto Hal Levison, scienziato planetario legato all´Istituto di Ricerche del Sudest del Coloradoe autore recentemente di uno studio sulla nube di Oort.
Secondo Levison, quello che Matese e Whitmire stanno osservando é un segnale molto debole. “Non ho certezza che questa deviazione nelle statistiche sia significativo e provocato per un pianeta con una massa 4 volte maggiore di Giove. Non ho nulla contro l’ idea, ma credo che le statistiche non sono state fatte correttamente” ha detto Levison.
Un altro scienziato che si contrappone agli argomenti a favore della esistenza di Tycho é Matthew Holman, ricercatore dell`Intituto Harvard Smithsonian di Astrofísica, che studia da molti anni le comete che provengono dalla nube di Oort.
“Ho già trovato molte perturbazioni orbitali in quella regione, ma questo non é sufficiente per affermare che esiste un grande pianeta capace di deviare le orbite delle comete nella nube di Oort” ha detto Holman.
Nêmesis
Nel 1980, ricercatori americani cominciarono a speculare sulla possibilità che il Sole potesse avere una compagna, il che renderebbe il Sistema Solare un sistema binario di stelle. Questa ipotetica compagna del nostro Sole fu battezzata col nome di Nemesis.
Secondo questa ipotesi, Nemesis sarebbe una stella nana marrone, piccola e scura, con una orbita di centinaia o migliaia di volte piú distante di quella di Plutone e gli occorrerebbero almeno 26 milioni di anni per completare una rivoluzione attorno al Sole. Intanto la mancanza di un campo gravitazionale che segnalasse la sua presenza, ha fatto sí che l´esistenza di Nemesis sia rimasta solo una ipotesi appena teorica pur se affascinante.
Nel novembre del 2003, la scoperta del pianeta nano Sedna fece guadagnare fiato alla ipotesi nemesis. Secondo Mike Brown, scopritore del pianeta nano, SEDNA stá dove non dovrebbe stare e non esiste una spiegazione scientifica per spiegare la sua orbita. Secondo Brown, Sedna non é abbastanza vicino al Sole per esserne influenzato e non é lontano abbastanza per essere influenzato d altre stelle.
Questi fatti rafforzano ancora di piú l´ipotesi della esistenza di nemesis, che sarebbe pari a 3 masse gioviane. Con questa grandezza, Nemesis non sarebbe osservabile nello spettro del visibile, ma brillerebbe intensamente nella lunghezza d´onda dell´infrarosso e sarebbe possibilmente visto dal telescopio spaziale Wise.
Lanciato a dicembre del 2009 con l´obiettivo di mappare il 99% del cielo nello spettro dell´infrarosso, il telescopio ha giá fatto moltissime scoperte di oggetti celesti, tra cui 20 nuove comete.
Durante la missione, il telescopio ha prodotto 1,5 milioni di immagini che adesso saranno studiate minuziosamente. Se l´ipotesi di Matese e Whitmire é corretta, Giove perderá il suo posto come maggior pianeta del Sistema solare e il Sole potrebbe non essere piú una stella solitaria.
SAND-RIO
Fonte: Apolo11 – http://www.apolo11.com