Una correlazione possibile
Qualche mese fa avevo già posto l’accento su una probabile correlazione esistente fra le dinamiche magnetiche e il clima terrestre, ed avevo ipotizzato una possibile relazione fra l’importante accelerazione dello spostamento del polo nord magnetico registrata in quest’ultimi anni e i recenti valori straordinari negativi del indice di teleconnessione arctic oscillation.
http://daltonsminima.altervista.org/?p=11716
Ricordo infatti che da metà dicembre 2009 a metà marzo 2010 tale indice si era posizionato su valori estremamente negativi, arrivando a toccare un valore pari a -6 nel dicembre del 2009.
Questa tendenza negativa si è protratta per tutto il 2010 andando a toccare nuovamente valori fortemente negativi nel dicembre 2010. Viceversa da metà gennaio 2011 ad oggi 20 marzo tale indice è tornato su valori positivi.
Prima d’addentrarci nelle successive analisi è mio dovere comunque riportare alcune righe, che fanno da introduzione e che spiegano brevemente e chiaramente di che cosa stiamo parlando.
http://www.centrometeoitaliano.it/larctic-oscillation-e-le-modifiche-alla-circolazione-emisferica/
Uno tra gli indicidi teleconnessione più interessanti è certamente l’Arctic Oscillation index o AO che misura le anomalie di pressione in prossimità del suolo (1000 hPa)sull’area polare. Quando il valore di questo indice è positivo la pressione sul Polo è inferiore alla media, sintomo di un Vortice Polare molto raccolto e centrato. A livello emisferico ciò determina intensi venti occidentali alle medie latitudini nonché un rinforzo ed un innalzamento generale della fascia anticiclonica subtropicale. Le masse d’aria fredda rimangono cosi confinate alle altissime latitudini le perturbazioni scorrono su Europa settentrionale e Canada mentre più a Sud dominano frequenti anticicloni.
Quando l’indice di oscillazione artica è negativo le masse d’aria fredda sono propense a scendere di latitudine, anche se tuttavia un indice troppo negativo può comunque significare una circolazione polare invertita troppo intensa con aria fredda costretta a muovere da Est verso Ovest ma difficilmente da Nord verso Sud. In questo caso le perturbazioni seguono una traiettoria (storm track) ben più meridionale e sul Polo si assiste alla formazione di cellule di alta pressione. Sul Polo un indice spesso positivo consente il mantenimento della banchisa artica specie in estate mentre al contrario un indice molto negativo può essere deleterio per il pack nella stagione calda vista la propensione dell’aria fredda ad abbandonare il suo luogo di origine.
Detto questo, iniziamo questa trattazione ricordando che più volte in quest’ultimi due anni si è ipotizzato che la bassa attività avesse avuto un ruolo fondamentale su tale anomalo comportamento, andando a destabilizzare il vortice polare.
In questi anni di partecipazione nel blog ho anche spesso evidenziato come tutte le principali dinamiche solari / eliosfera (flare,Cme ect.) ricoprano un ruolo cardine nelle dinamiche geologiche. Perchè non ipotizzare allora la stessa identica cosa con il clima terrestre. Armato quindi di tanta pazienza, sono andato a cercarmi le banche dati, dove sono archiviati, i valori giornalieri sia dell’artic oscillation che del campo magnetico interplanetario. Quindi dopo una ricerca lunga e affannosa sono riuscito a trovare ciò di cui avevo bisogno.
Riporto di seguito link delle due banche dati :
Valore giornaliero oscillazione artica:
ftp://ftp.cpc.ncep.noaa.gov/cwlinks/norm.daily.ao.index.b500101.current.ascii
Valore giornaliero in nanoTesla del campo magnetico interplanetario:
http://www.srl.caltech.edu/ACE/ASC/level2/lvl2DATA_MAG.html
Una breve descrizione della figura sotto riportata.
I dati ricoprono l’intervallo di tempo che va dal 2 Settembre 1997 al 31 Gennaio 2011. Le tracce di colore rosso rappresentano l’andamento dell’arctic oscillation, mentre quelle di colore blu indicano l’andamento del campo magnetico interplanetario. I dati sono stati elaborati utilizzando una media mobile con periodo 15 e sono state inserite anche le linee di tendenza di ordine pari a 6, per entrambi gli indici presi in esame.
Di seguito riporto l’intera elaborazione grafica ( consiglio l’apertura a schermo pieno per una migliore osservazione ) :
Link : http://img38.imageshack.us/img38/4266/grafico1g.jpg
Alcune preliminari considerazioni, ad una prima e veloce analisi visiva è facile osservare che a seguito dell’indebolimento del campo magnetico dell’eliosfera, l’arctic oscillation ( anche se con un certo ritardo a partire dal 2009) si è posizionata stabilmente su valori negativi. Andando invece a spulciare (zummare) nel dettaglio il grafico si notano alcuni passaggi (brevi periodi di tempo dell’ordine da 2 settimane ad un mese) dove si sono registrati dei repentini cambiamenti (salti) dell’ordine di 2 nanoTesla del IMF.
Ho indicato alcuni di questi salti con dei numeri che vanno da 1 a 5.
Di seguito riporto analisi grafica del periodo che va dal Luglio del 1998 al Gennaio 2004.
Link : http://img13.imageshack.us/img13/7291/grafico2f.jpg
I due grafici di seguito riportati sono stati realizzati impiegando una media mobile d’ordine pari a 30.
In questo primo ingrandimento, personalmente mi sembra di scorgere una certa correlazione fra i repentini cambiamenti in positivo o negativo dell’indice dell’arctic oscillation e le veloci variazioni d’intensità del campo magnetico dell’eliosfera. Naturalmente tali ipotetici disturbi (rettangoli siglati con i numeri 1 e 2) sarebbero coincisi con il doppio massimo registrato fra il 1999-2000 e 2000-2001 del ciclo solare n°23.
Siamo comunque però, sempre nel campo delle ipotesi e delle mie personali considerazioni visive. Ognuno di voi potrebbe leggere il contrario di quello da me espresso. Il grafico in conclusione non è molto comprensibile, per il momento appuntiamoci questa considerazione da una parte e procediamo nella successiva analisi. Andiamo adesso a zummare il recente passato, che come mostrato ad inizio articolo è stato foriero di comportamenti anomali dell’indice Ao.
Link : http://img135.imageshack.us/img135/9596/grafico3.jpg
Identica media mobile utilizzata al precedente grafico.
Credo che a questo punto dell’analisi tutti i leciti “dubbi” segnalati in precedenza, sulla possibile correlazione esistentefra questi due importanti indici possano essere cancellati . Tre sono gli intervalli di tempo nel quale queste rapidissime oscillazioni d’intensità del IMF si ripercuoto sul vortice polare nel periodo che va dall’ottobre 2006 al gennaio 2011.
Sconcertante è il picco registrato a fine 2009 inizio 2010 coinciso non a caso con l’ingresso nell’attuale ciclo solare n°24 ! Da ora in avanti abbiamo quindi un nuovo indice da tenere sotto controllo, a medio lungo termine, attraverso il quale possiamo monitorare i futuri disturbi che questo anomalo ciclo solare e successivi potrebbero o non potrebbero arrecare al vortice polare terrestre. Resta da sviscerare questa dinamica, ossia chiarire la vera e propria matematica di questa correlazione. Anche perchè ad oggi sembra che in alcune circostanze ad un repentino incremento del campo magnetico dell’eliosfera si accompagni una forte fase positiva dell’Ao (rettangolo n°3) , mentre in altre circostanze sembra che ad un rapido decremento del campo magnetico dell’eliosfera segua una fase negativa (rettangolo n°4). In conclusione se ad inizio articolo avevamo accennato ad una possibile relazione fra il campo magnetico e il clima terrestre, adesso si che dobbiamo porre un’occhio di riguardo a tutte quelle dinamiche astronomiche che si manifestano non solo all’intero del sistema solare, ma anche, dico io, al di fuori di esso !
Aggiornamento del 03 Aprile 2011
I grafici sotto riportati ri-evidenziano la nuova stretta correlazione, venutasi a creare nel mese di marzo. In simultanea alla nuova ripresa dell’attività solare stiamo registrando dei valori decisamente positivi dell’oscillazione artica. Trattasi di una nuova coincidenza ?
Michele
Non dico che i CFC non abbiano colpe … però dobbiamo aver mantenere il contatto con la realtà economica. Non facciamo prendere per i fondelli . Tenendo sempre presente che i furbetti e la dietrologia e etc. etc. sono sempre in agguato
Luci0(Quote) (Reply)
OT – Nucleare
NHK World
uno degli addetti al monitoraggio delle radiazioni negli impianti ha riferito che il livello di radiazioni negli impianti da 1 a 3 sono “immisurabili” (gli strumenti vanno fuori scala).
Anche i livelli al di fuori degli edifici superano i 100 millisievert in alcuni luoghi.
Piscine e ruscelli di acqua contaminata dalle radiazioni di alto livello si stanno trovando in tutta la struttura.
http://www3.nhk.or.jp/daily/english/05_38.html
Fukushima. Reattori 5 e 6 a rischio, e l’ingegnere piange.
Giappone, nucleare
La notizia di oggi è che anche i reattori 5 e 6 sono a rischio. Si sta tentando di raffreddarli con acqua di mare, già radioattiva di suo perché usata per gli altri reattori. Qui sotto un video della TV giapponese: dal minuto 00:26 l’ingegnere della TEPCO tenta di spiegare la situazione, ma ci riesce a stento mentre cerca di trattenere le lacrime.
http://www.youtube.com/watch?v=-W7uGvW8xvY
Update. La TEPCO si è vista costretta a rilasciare nell’oceano circa 10.000 tonnellate di acqua radioattiva che era stata stoccata nelle unità 5 e 6, per evitare che l’accumulo causasse altri problemi alle strutture, in cui sono stati già praticati tre buchi nel tetto per lasciari fuoriuscire l’idrogeno. Inoltre, si è scoperto che la TEPCO un paio di settimane fa ha avuto la somma sfacciataggine di presentare al governo un piano per costruire altre due centrali nucleari a Fukushima. Tale è stato lo scandalo, che la compagnia si è affrettata a tornare sui suoi passi.
Update 2. Sta girando in Rete in queste ore la voce che nel reattore 1 si stia verificando una reazione nucleare a catena, Qui un link con video http://www.fairewinds.com/content/newly-released-tepco-data-provides-evidence-periodic-chain-reaction-fukushima-unit-1
L’intro dice:
Recenti report della stampa hanno discusso la possibilità che a Fukushima 1 si stia verificando una reazione nucleare a catena. Nuovi dati rilasciati da TEPCO indicano che anche se Fukushima 1 è stato chiuso durante il terremoto, sembra essere arrivato alla “criticità” senza intervento umano. Il rilevamento, da parte della TEPCO, di isotopi radioattivi di vita breve sostanziano l’esistenza di tale criticalità involontaria.
http://petrolio.blogosfere.it/2011/04/fukushima-reattori-5-e-6-a-rischio-e-lingegnere-piange.html
Scusate l’ot ma dopo quello che è successo e sta succedendo in quelle centrali nucleari in giappone tutto il resto mi pare superfluo…………..hanno versato tonnellate di acqua radioattiva nel mare che contaminera’ tutta la catena alimentare, non so voi ma io sono parecchio preoccupato anche se la distanza europa/giappone è enorme se questo disastro non si ferma le conseguenze potrebbero essere pericolose anche per noi oltre che quella parte del mondo.
darkman79(Quote) (Reply)
La parte chiave dell’articolo pubblicato su Repubblica, a mio avviso, è questa:
Il danno potrebbe non essere però irreparabile. Secondo Mark Weber, dell’università di Brema, “molti studi mostrano come la circolazione” delle correnti nella stratosfera nell’emisfero nord “in futuro potrà aumentare e, di conseguenza, molto più ozono potrà essere trasportato dai tropici a latitudini più elevate e ridurne la perdita”. Nel frattempo, però, “nei decenni a venire continueranno ad esserci forti perdite chimiche di ozono nel corso di inverni artici eccezionali”.
Provo a tradurla, chiedo conferma a Riccardo sulla corretta interpretazione:
poichè, come noto, l’indice QBO ha una periodicità di 2 anni o poco più, presto cambierà di segno e quindi le correnti nella stratosfera, prima o poi, trascineranno più ozono verso il Polo Nord, tappando il buco;
però, poichè in futuro dovremo attenderci altri inverni così (cioè con Nina a palla e QBO non sempre favorevole all’accumulo di ozono verso il Polo Nord e attività solare non molto elevata), è probabile si formeranno altri buchi di ozono sopra l’Artico.
Che ne pensate?
FabioDue(Quote) (Reply)
@Riccardo
Certo che si.Simon ti dara’ al mia mail gentilmente.Sono molto fiero di collaborare con te.Anche se il mio tempo e’ limitato ti offriro’ la mia conoscenza.
@FabioDue
si prima o poi l’ozono tornera’ al polo.Solo devono invertire segno la QBO E L’AO
giorgio(Quote) (Reply)
@Luci0
Lucio,abbiamo una snow covered ECCEZZIONALE!!!!!!!E inoltre il deficit artico e’ passato pochi giorni da 950000 a soli 650000 rispetto all media trentennale.Logico che deve calare,siamo in aprile.Vedrai che bella sorpresa tra qualche mese.Tranquilli.Non ci sono pericoli ora per l’AO.Restera’ positivo per tutta l’estate. http://home.comcast.net/~ewerme/wuwt/cryo_compare.jpg
giorgio(Quote) (Reply)
@FabioDue
la grande novita’ su cui ci sarebbe da lavorare sopra.Non sparando cazz…a raffica una diversa dall’altra come si ascolta attraverso i media.Perche’ manca cosi’ tanto ozono?….Partiamo dalle certezze e cioe’ non sono gli indici teleconnettivi principali(o perlomeno non dipende solo da loro).Se no si sarebbe verificata anche in passato questa carenza cosi’ pesante di O3 in artico.
giorgio(Quote) (Reply)
@darkman79
Ciao. Sono in contatto con il curatore di quel sito, e sto traducendo in italiano gli interventi che loro pubblicano; stanno lavorando per fare un sito multi-lingua (io mi occupero’ della parte italiana). Nel frattempo pubblico i loro video sottotitolati nel mio sito (www.bionatura.it), quando e’ disponibile il transcript (per evitare errori di traduzione che permetterebbero di venire attaccati da qualche idiota, tipo “Ecco, non sanno neanche tradurre” “Ecco, non sanno di cosa palrano”).
@ tutti
Da qualche tempo mi ronza per la testa l’idea di un articolo su una legge scientifica poco nota, che forse potrebbe permettere di dimostrare che alcuni dati sono taroccati.
Vorrei provare per prima cosa con i dati sul conteggio delle macchie solari (che sono quasi certo ubbidiscano a questa legge); qualcuno mi sa indicare dove posso trovare una tabella con diciamo un secolo di dati contati come fa NIA (basta anche meno, ma maggiore l’intervallo temporale piu’ conclusivo sarebbe il risultato) e una tabella con i dati contati secondo il nuovo standard?
In excel sarebbe il massimo….
Grassie.
Pierluigi(Quote) (Reply)
Questi signori dicono che l’ ozono é diminuito, ma dove sono i dati e come fanno a misurarne la concentrazione ?
Da quello che ho trovato in rete … http://www.2la.it/scienze-e-ingegneria/306-il-buco-dellozono.html
La misurazione delle percentuali di ozono preseti nell’atmosfera vengono effettuate tramite uno strumento “spettrofotometro” a raggi ultravioletti inventato attorno al 1920 da lo scienziato inglese Dobson da cui il nome dell’unità di misura dell’ozono.
Insomma dalla misura dei raggi ultravioletti misurano la concentrazione dell’ ozono … il sistema non mi sembra molto corretto. Ancora una volta più vado a fondo in questa faccenda … più le cose si complicano e cominciano a venir furi delle magagne.
Si presuppone che l’emissione nello spettro del solo sia costante … se fosse semplicemente il sole a ridurre l’ emissione degli ultravioletti otterremo un valore falsato …
Luci0(Quote) (Reply)
@ pierluigi
prova questo sito
http://www.ngdc.noaa.gov/nndc/struts/results?t=102827&s=5&d=8,430,9
Andrea B(Quote) (Reply)
@Luci0
si ma falsato in positivo.. ossia, se si leggono meno ultravioletti perchè il sole ne manda di meno, il valore si leggerebbe come un aumento della concentrazione di ozono giusto?
poi boh.. cmq non è un metodo preciso sicuramente..
alessandro(Quote) (Reply)
@Andrea B
wow che banca dati.. ma esiste una banca dati con tutti i flare giorno per giorno con la loro classificazione?
alessandro(Quote) (Reply)
Mah…io sapevo che gli ultravioletti stimolano la sintesi di molecole di ozono.
Questo si nota anche quando accedi una lampada di Wood (ad UVB soprattutto).
Si sente subito odore di ozono.
quindi mi sento di condividere le perplessità di Alessandro.
E poi a chi diavolo poteva venire in mente di misurare raggi ultravioletti e ozono visto che le due cose si influenzano e non si sa bene come?
A proposito che ne dite del caldo africano previsto per i prossimi giorni….secondo me non sarà niente di chè….
ciao, ruggero.
malleus(Quote) (Reply)
@giorgio
Non ti preoccupare perchè anche io di questi tempi ho pochissimo tempo…. se ne parla per i primi di maggio dopo che avrò discusso la tesi, quindi ce la prenderemo molto comoda….e poi sicuramente ci sarà Fabio(Due) che sarà sicuramente sarà ben lieto di darci una mano……come si dice, chi va piano va sano e va lontano…..
Riccardo(Quote) (Reply)
@Riccardo
ok Riccardo
giorgio(Quote) (Reply)
@alessandro
La cosa giusta sarebbe misurare la concentrazione di ozono e quella dei eventuali gas inquinanti … questo non lo sta facendo nessuno per quanto ne so. Sono proprio stufo di sentire teorie e discorsi basati su misurazioni … “fasulle”. Ipotesi di concentrazioni vengono passati per dati effettivi e su questi vengono “confezionate” teorie che vengono propinate ai “terroristi” dei media.
Tanto rumore …
Luci0(Quote) (Reply)
Ecco la pagina dove il NOAA afferma che i CFC sono presenti in concentrazione costante anche ad alta quota…
http://www.esrl.noaa.gov/csd/assessments/ozone/1998/faq1.html
Peccato che sull’asse i valori siano rappresentati su una scala logaritmica .. inoltre bisognerebbe averi i valori delle concentrazioni sul Cloro insomma discorsi tanti ma certezze poche.
Luci0(Quote) (Reply)
Ciao
Interessante lavoro, che nei prossimi mesi e anni avra le risposte positive o negative che tutti aspettiamo, non vedo l’ora che l’AO scenda
OT ho visto che Molotov ha cancellato il sito…… dove posso mandarti mp o mail sul progetto …..?
Supernature(Quote) (Reply)
Up !
Rialzati articolo….
🙂
Dedicato ai signori della sezione meteo.
C’è un qualcuno che negli ultimi giorni ha scombussolato i piani di questa maestosa Nina….
Michele(Quote) (Reply)