Archivio mensile:Maggio 2011

Eruzione del vulcano Grímsvötn in Islanda

Una nuova conferma della correlazioni fra attività geologica e le dinamiche solari e planetarie del nostro sistema solare.

Sono appena rientrato dalla conferenza su Bendandi , accendo il Pc e scopro leggendo i commenti nella sezione Vulcani&Terremoti che l’attività geologica in Islanda è tornata in auge con l’eruzione del vulcano Grimsvotn.

Alcune informazioni sul vulcano le trovate al seguente indirizzo:

http://www.volcano.si.edu/world/volcano.cfm?vnum=1703-01=

La nube vulcanica sembra essere in rapido aumento, attualmente si parla di 3000-4000 metri.

Una delle prime immagini della nube.

Adesso un rapido sguardo alla configurazione planetaria di queste ore :

Allineamento Marte-Venere-Mercurio-Terra

Ricordiamo inoltre cosa era successo una decina di giorni fra l’undici e il dodici Maggio 2011

Scossa di magnitudo M5.2 in Murcia (Spagna) ed eruzione del nostro Etna (Italia).

Allineamento Giove-Venere-Mercurio-Terra

Per concludere una piccola provocazione….

ma queste configurazioni mi ricordano un’interruttore elettrico….


Welcome to the electric universe !

Aggiornamento del 22 maggio 2011 ore 11:30

In breve leggendo i commenti sul blog di Jon Frimann sembra che questa eruzione sia molto più intensa di quella del

Eyjafjallajökull nel 2010. Gli esperti sono però letteralmente “sbigottiti” dalla rapidità e la violenza con la quale è avvenuta.

Da sottolineare questo commento di Jon :

“But what is unusual is that there have been few earthquake swarm after that in Grímsfjall volcano. I do not know what it means or why this is happening.”

Confermata l’altezza della colonna che ha raggiunto i 20km. e il suo spostamento verso ovest.

In precedenza vi ho parlato di elettricità, dell’ipotesi che alla base di questi fenomeni ci siano  delle caratteristiche  molto “simili” a dei veri e propri

circuiti elettrici.

Ecco che di seguito vi riporto traccia dei tremori registrati nell’area prima della grande eruzione :

Una nuova provocazione…

Spesso ci viene detto che con la tecnologia in nostro possesso siamo in grado di prevedere con circa 48h. una possibile eruzione di un vulcano…

Ne siamo proprio sicuri ?

Proprio adesso conferma è la più grande eruzione del Grimsvotn degli ultimi 100 anni !

http://www.ruv.is/frett/staersta-gos-i-grimsvotnum-i-100-ar

Breve aggiornamento del 23 maggio 2011 ore 00.50

I tremori si mantengono alti ma l’eruzione sembra momentaneamente rallentare… ci sono quindi ancora molti punti interrogativi da sciogliere sul prossimo futuro di questa eruzione !
Attualmente la colonna di fumo arriva a 10km. e gran parte dell’Islanda è coperta .
Sul blog eruption sto leggendo che la cenere sembra essere di composizione basaltica, più pesante della cenere emessa dal vulcano Eyjafjallajökull e sembra contenere basse quantità di fluoro che in alte dosi possono causare la morte del bestiame.

Un’immagine molto particolare ripresa da MODIS questa mattina.

Al momento non ci sono ulteriori notizie significative da riportare.

Le reazioni nucleari nel sole 8: Ipotesi di reazione di antineutrini con elio 3

Nel capitolo nr. 7 delle reazioni nucleare nel sole è stata trattata l’inversione del decadimento beta meno del trizio. In quel caso il nucleo di elio 3 assorbe un elettrone con un energia uguale o superiore a 18,6 keV e emette un neutrino con l’eventuale eccesso di energia.

C’è un ulteriore modo di inversione della reazione (ancora più “eretico”, cioè non considerato dall’astrofisica attuale):

La cattura simultanea di un elettrone e di un antineutrino. Questo processo sulla terra è talmente raro che non può essere osservato. L’elettrone da assorbire è sempre un elettrone legato al nucleo dell’elio 3 e l’energia dell’antineutrino dovrebbe essere il complimento di questa energia. Antineutrini con l’energia necessaria sono quindi una parte infinitesimale dello spettro degli antineutrini. Dal tempo di decadimento del tritio in elio 3 è possibile calcolare con la relazione di Heisenberg quanto è la parte dello spettro che può essere assorbita.

Nel sole le condizioni sono diverse. Gli elettroni non hanno un’unica energia, ma dimostrano una distribuzione termica di energie, che vanno anche oltre l’energia che corrisponde al dislivello energetico di 18,6 keV tra tritio e elio3. L’antineutrino deve portare L’energia complementare all’energia dell’elettrone. Gli antineutrini con energie tra 0 e 18,6 keV possono essere assorbiti.

Nel sole, ogni volta che un protone si trasforma in un neutrone,  può essere emesse un neutrino o assorbito un antineutrino.

Il numero di neutrini osservati provenienti dal sole è inferiore rispetto al numero di protoni trasformati in neutroni. L’attuale spiegazione di questo fenomeno è che i neutrini elettronici si trasformano in neutrini muonici e tau e che quindi i sensori usati non li possono vedere. (http://en.wikipedia.org/wiki/Neutrino_oscillations). Una spiegazione notevolmente più semplice sarebbe che quelli non osservati non sono mai nati, o almeno in parte.

Nel capitolo 5 è stato spiegato da dove vengono tutti questi antineutrini.

Una valutazione quantitativa del fenomeno dell’assorbimento simultaneo di elettroni e antineutrini dovrebbe essere possibile.

 C’è qualcuno capace di farlo?

Elmar P.

IO NON TREMO: Conferenze da non perdere, soprattutto il 20 sera, searata dedicata a Raffaele Bendandi! (oltre al mitico michele ci saranno altri utenti di NIA, e penso che verrò anch’io –Simon, quindi accorrete numerosi così ci conosciamo!!!)

Volevo segnalare agli amanti della sezione vulcani&terremoti

una Mostra/Convegni  sul rischio sismico che si terrà a Rimini dal 7 al 21 maggio 2011

Dal titolo appunto IO NON TREMO

10 pomeriggi di INCONTRI PUBBLICI con interventi di:
  • Giuseppe Caporale -giornalista
  • Romano Camassi -EDURISK
  • Antonio Borri -fondazione MASTRODICASA
  • Cristiano Fidani -professore
  • Helmut Tributsh -professore
  • CISCAM-Università di Siena
  • ORENT -Università di Siena
  • Regione Emilia-Romagna Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli
15 giorni di MOSTRA PERMANENTE allestita in collaborazione con il museo “RAFFAELE BENDANDI” di Faenza.
12 INCONTRI TECNICI pomeridiani per i professionisti, le imprese e le amministrazioni.
PIATTAFORMA SISMICA allestita dalla Protezione Civile.

Il programma è ancora in fase di allestimento per ulteriori informazioni ed iscriversi alla newsletter collegarsi al link:

http://www.ionontremo.it/

Quando scrissi l’articolo il calendario della manifestazione era ancora in allestimento. Ora scopro che è stato aggiornato per cui lo integro al post.


Andrea-B

4 miliardi di anni di cambiamenti climatici: non c’è nulla di nuovo sotto il sole!

Due dei termini sbandierati dagli allarmisti del riscaldamento globale sono “senza precedenti” e “irreversibile”. È inquietante che scienziati che dovrebbero conoscere bene la storia climatica della terra, insistono sull’uso di questi termini anche se la storia del nostro pianeta mostra chiaramente che nessuno dei due termini sono giusti. La prova di questa imprecisione è evidente se si guarda indietro la storia della terra — è il Fanerozoico, in particolare — essendo il “Grand View” del cambiamento climatico.

Secondo  Meg Urry, il capo del dipartimento di fisica all’Università di Yale: “Gli scienziati che osservano la natura,  hanno poi sviluppato teorie che descrivono le loro osservazioni. La Scienza è guidatala  dalla natura stessa e la natura non ci dá nessuna scelta. È quello che è.”

Circa 13,7 miliardi di anni fa, si è creato l’universo. Non molto tempo dopo si è creata la Via Lattea. Le Stelle si formano, trasmutano gli  elementi nel fuoco nucleare e si è conclude la vita in esplosioni di supernove. Questo ciclo è stato ripetuto molte volte con molte stelle diverse.

Poi 4,6 miliardi di anni fa il nostro sole è nato dalle ceneri delle più antiche stelle morte. Insieme con il sole un grande gruppo di pianeti fu anche costituito, compresa quella che noi chiamiamo Terra. (anche se qualcuno pensa ancora che la terra è il centro dell’universo e che la terra è piatta e il sole ruota intorno terra, e che l’uomo può distruggere l’universo e la terra) Un milione di anni dopo la nascita del nostro sole, iniziò la violenta esplosione di una vicina supernova che  quasi pose fine allavita sulla terra prima ancora che questa potesse iniziare. Durante i successivi quattro e mezzo miliardi di anni, le forze della natura modellarono il nostro pianeta e la vita che ospitava.

Sballottato da supernove, sopravvivendo  alla traumatica nascita della Luna, bombardata da asteroidi, la Terra ha resistito a tutto. E nonostante il pianeta fosse congelato, devastato da  estinzioni di massa la vita ha continuato a cambiare con il clima e non solo la vita é sopravvissuta ma la Terra é prosperata.  Sebbene meteore hanno continuato a piovere sul giovane  pianeta c’è la prova che  4. 2 miliardi di anni fa l’acqua, il prerequisito per la vita come la conosciamo, era presente. L’evidenza indica anche che la vita è stata presente nel nostro pianeta per quasi 4 miliardi di anni, ma per la maggior parte di quel tempo era vita relativamente semplice unicellulare. All’inizio, l’atmosfera terrestre è stata una miscela tossica di anidride carbonica, metano ed ammoniaca — l´ossigeno era quasi assente nell’atmosfera terrestre. Per gli esseri umani e per il mondo della flora e fauna come la conosciamo, questa atmosfera era tossica.

Gli impatti di asteroidi, enormi eruzioni vulcaniche e lo spostamento delle placche tettoniche hanno provocato cambiamenti drastici nel clima e l’emergere di nuove forme di vita. Da qualche parte i microrganismi semplici, che erano gli unici abitanti della terra antica, svilupparono la fotosintesi che ha creato un guadagno netto di ossigeno per la prima volta nell’oceano e più tardi nell’atmosfera. Quindi 2. 3 miliardi di anni fa, il primo disastro ecologico del mondo si è verificato quando l’ossigeno libero ha stabilito una sua presenza permanente nell’atmosfera. Conosciuto come la  grande ossidazione o l’ ossigeno catastrofe, quasi tutti gli esseri viventi sulla terra sono morti a causa di questo cambiamento climatico indotto dai batteri.

Gli scienziati hanno scoperto questo  per i minerali presenti nel Registro di sistema delle rocce. Tra 2. 5-2. 3 miliardi di anni fa, durante il Proterozoico vasti giacimenti di pirite (solfuro di ferro)e di uranite  (ossido di uranio) si isolarono e si trovano nei sedimenti dei fiumi. Questi minerali richiedono bassi livelli di ossigeno. 2. 3 miliardi di anni dopo può essere trovata ruggine, un’indicazione della presenza di ossigeno libero. Anche così, i livelli di ossigeno erano,  una frazione di quelli attuali  e c´era un´intensa radiazione da parte del Sole. Alla fine, l’ossigeno risolse il problema della radiazione, così come le molecole di ozono (il3) sono state create nella stratosfera a forma di protezione.

Questo é il primo esempio di cambiamenti ambientali radicali e di cambiamento della vita sulla terra, a volte a scapito delle più antiche forme di vita, era una buona cosa per la nostra specie perché  senza  nessun cambiamento nella composizione dell’atmosfera noi esseri umani non saremmo  mai esistiti. Secondo il Dott.Thorne, professore di Scienze della terra a UC Santa Cruz: “la loro vita ha cambiato il sistema della Terra.Con il cambiamento del  sistema, forme più complesse di vita divennero praticabili. Alla fine, molti organismi pluricellulari fiorirono. Ma non senza prima sbattere la faccia su   alcune palle di neve”. E che palle di neve!

Ottocento  milioni di anni fa, durante il Neoproterozoico , la Terra ha subito una mostruosa era glaciale. Ci sono prove del ghiaccio a latitudini tropicali, a solo 15 ° a 30 ° a nord dell’Equatore. Nel nostro mondo, questo significherebbe ghiacciai a Miami, in Florida. La terra sembrava essere  un altro pianeta, con quasi nessun mare aperto e alcune piccole aree rocciose.  Solo  ghiaccio e neve, un mondo  bianco quasi puro. La terra “a palla di neve”.

A quel tempo, la maggior parte della terra apparteneva al super-continente, Rodinia formatosi circa 1100 milioni di anni fa. Rodinia conteneva le terre che compongono i continenti moderni oggi, ma non in un ambiente che potremmo riconoscere. Il Nord America era in mezzo. il Sud America, Australia e Antartide sono stati confezionati nei dintorni del Nord America. Rodinia divise i tropici, lasciando un vasto oceano singolo spazzare in tutto il mondo. Non c’era nessuna terra nei Poli.

Nel 1992, Joseph l. Kirschvink, della California Institute of Technology di Pasadena, ha presentato una teoria che il pianeta era quasi completamente congelato da Polo a Polo, con il mare aperto appena completamente ghiacciato. Egli chiamò questa condizione “Terra a palla di neve”. Altri ricercatori hanno calcolato che alcuni dei periodi glaciali durante questo periodo durarono più di 10 milioni di anni. Durante questi periodi l’oceano può aver congelato completamente bloccando tutti i raggi solari e uccidendo la vita nell’oceano.

In realtà, gli scienziati ora pensano che le ere glaciali risalgono tutta la strada fino alla metà dell’eone Archeano, circa 2,8 miliardi di anni fa. Abbiamo prove di strati di sedimenti trovati in formazioni rocciose, che appartengono a questo periodo. In alcune occasioni, questi episodi sono  durati diverse centinaia di milioni di anni  e possono avere rivaleggiato con l’età di ghiaccio durante il Neoproterozoico per quello che riguarda la loro intensità. Ci potrebbero essere stati diversi periodi di terra a palla di neve in passato del nostro pianeta.

Il prossimo importante traguardo per la vita sulla terra si è verificato nei primi mesi del eone Fanerozoico, 542 milioni di anni fa, con l’esplosione del Cambriano. Questo evento, con nuovi organismi multicellulari, apparendo in grande profusione, provocarono un’esplosione di vita. Segnò la fine dell’eone Proterozoico e l’inizio del Fanerozoico, dal greco”vita visibile”. Questo eone segnala l’emergere di vita veramente complessa, dove i singoli organismi sono abbastanza grandi per essere riconosciuti senza un microscopio.

Diversi periodi geologici sono contrassegnati da cambiamenti significativi nei tipi di creature che vivono sulla terra. Le rocce depositate durante l’eone Fanerozoico contengono prove di parti del corpo rigido di fossili di esseri viventi e sono questi resti fossili che vengono utilizzati per datare gli strati di roccia. Leggendo i reperti fossili, gli scienziati hanno costruito uno schema di sviluppo della vita durante il periodo successivo all’esplosione del Cambriano. Si noti che è il cambio di cast di fossili che permette alla scienza di mappare il passato — la storia del nostro pianeta è stato scritto in rocce di resti fossili di innumerevoli specie estinte.

Così vediamo che ci sono stati estinzioni di massa, cambiamento di enormi proporzioni dei gas atmosferici e persino più epoche precedenti l’inizio del Fanerozoico. Tuttavia, l’argomento può essere visto dal fatto  che le condizioni durante l’Era precambriana ( prima di 542 milioni di anni fa) non erano davvero rappresentative del clima della terra dopo la diffusione di forme di vita complesse in tutto il pianeta così diamo un’occhiata al passato, al “recente”  Fanerozoico.

Benvenuti al Fanerozoico

Esaminare da vicino il periodo del Fanerozoico avrebbe bisogno di molto spazio per cui cerchiamo una  messa a fuoco sulla variazione di diversi fattori chiave dell’ambiente durante tutto il periodo. Questi fattori sono la temperatura, livelli di anidride carbonica, ere glaciali ed estinzione di specie e il suo impatto sulla diversità. Ma prima  voglio citare un periodo tra la fine dell’Era paleozoica che darà un assaggio ai tipi di variazioni osservate in passato.

Alla fine dell’Era paleozoica, durante il periodo Carbonifero, grandi foreste di piante primitive prosperarono sulla terra, formando paludi di torba estesa. Queste enormi masse di sostanze vegetali vennero sepolti con sedimenti, che alla fine formano il carbone dei principali depositi trovati in Nord America, Europa e nel mondo. Una diminuzione globale del livello del mare alla fine del Devoniano  creó grandi mari costieri ed enormi depositi di minerali carbonatici. Questi depositi prenderono grandi quantità di carbonio nell’atmosfera e che più tardi avrebbero formano grandi strati di calcare.

Durante la parte finale del Carbonifero, la quantità di ossigeno nell’atmosfera terrestre è stato di circa il 35%, molto più grande di quello che è oggi. Secondo Robert Berner, i livelli di ossigeno atmosferico hanno cambiato dal 15% al 30% negli ultimi  550 milioni di anni (vedi “ossigeno atmosferico nel tempo Fanerozoico” in PNAS 28 settembre 1999). Allo stesso tempo, la  CO2 globale era meno di 300 parti per milione — un livello che è ora associato a periodi glaciali. L´abbondanza di O2 ha portato all’esistenza degli insetti più grandi mai visti sulla terra. Libellule come falchi con 29 pollici (75 cm) di larghezza delle ali, ragni delle dimensioni delle piante di casa, centopiedi lungo 5 piedi (1,5 m) ecc. Era davvero un tempo in cui gli insetti governarono il pianeta. Forse è un bene che il livello di ossigeno atmosferico è solo il 21% oggi!

Le piante durante il carbonifero assomigliavano alle piante che vivono oggi in zone temperate e tropicali. Dai fossili, sappiamo che molte di loro non avevano alcun anello di crescita, suggerendo un clima uniforme. Ma il clima stava cambiando. Entro la metà del Carbonifero, la terra stava  correndo verso  un’era glaciale, il Permiano-Carbonifero o era glaciale del Karoo.  La crescita di grandi strati  di ghiaccio presso il  Polo Sud è rinchiuso in grandi quantità di acqua come ghiaccio. Siccome tanta acqua è stato presa   diventando ghiaccio, il livello del mare è sceso, portando ad un’estinzione di massa di invertebrati marini, al graduale declino delle paludi e a un aumento della terraferma.

Spesso, queste condizioni sono state invertite quando i ghiacciai si ritirarono. L´acqua di fusione dei ghiacciai è stato portata indietro agli oceani e nuovamente hanno invaso le pianure basse e le paludi. Formazioni rocciose nel Carbonifero si verificano spesso come un modello di striscie, con alternanza di depositi scisti e carbone che indica il ciclico periodo di essiccazione e allagamento della terra. Anche in queste condizioni stressanti, o forse a causa di questo, la vita continuò a svilupparsi. Alla fine della stagione, i primi grandi rettili e le prime piante moderne, le conifere, apparvero.

Per molti aspetti il Carbonifero è unico nella sua combinazione di atmosfera, di clima e di forme di vita, ma ogni periodo di tempo geologico è unico — Ecco perché sono distinte con singoli nomi. Il fatto è che la cosa che rende questi periodi remoti nel tempo simili è che sono tutte diversi uno dall´ altro — il fattore unico costante che attraversa la storia della terra è il cambiamento. Per maggiori dettagli sulle caratteristiche di questi periodi geologici vedi terra resiliente capitolo 4, “climatici senza precedenti?,” o ottenere una copia del nostro libro di Amazon.

Ora che abbiamo un assaggio dei tipi di cambiamento che la terra ha sperimentato nel passato, diamo un’occhiata alla variazione della temperatura durante l’Era del Fanerozoico. Qui sotto c’è una figura che mostra l’ipotesi migliore della scienza che spiega come la temperatura è variata negli ultimi 542 milioni di anni. Guardate la grande variazione di temperatura, a volte più fredda rispetto alla media di oggi di 14 ° C, ma  per molto piú tempo la Terra fu considerevolmente più calda di quella di oggi. Si noti inoltre i rettangoli blu lungo la parte inferiore della trama che rappresentano i periodi di condizioni del ghiaccio. Anche se ci sono stati molte ere durante i Fanerozoico, per la maggior parte della metà degli ultimi miliardi di anni non c´è stato nessuna calotta di ghiaccio permanente in ogni emisfero. Di conseguenza, la totale di fusione dei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide segnerebbe un ritorno alla normale condizione storica per il nostro pianeta.

Allora date un’occhiata alla variazione dei livelli di CO2 atmosferici mostrato nel grafico seguente. Anche se l’incertezza nelle misure cresce come guardiamo più lontano nel passato,  la tendenza generale può essere vista —avendo molto di più  CO2 in aria nella maggior parte del tempo. C’è una tendenza generale a livelli ridotti, ma più interessante è quello di confrontare il grafico di CO2 con il grafico qui sopra della temperatura.

Questo grafico mostra che  non c’è davvero alcun apparente correlazione tra i livelli di biossido di carbonio e le temperature globali. Inoltre, ci sono  state glaciazioni, quando la CO2 è stata di piú di quanto ne abbiamo oggi e cioé 10-15 volte i livelli odierni (ad esempio l´era glaciale di fine-Ordoviciano). Inoltre ci sono stati momenti che stava aumentando la temperatura ma la CO2 era decrescente e a volte quando la CO2 era in aumento, ma le temperature in diminuzione (durante il Siluriano e Devoniano e durante il Triassico e Giurassico, rispettivamente).

Immersioni nei livelli di CO 2 alla fine del Carbonifero e Permiano possono  essere attribuiti alle enormi paludi che sono stati impegnate a raccogliere uno spesso strato di carbone, che fornisce energia per gran parte del mondo di oggi. Queste immersioni  persisterono  in tutto il grande periodo glaciale del Karoo  (360-260 milioni di anni fa), ma hanno iniziato ad aumentare dopo l’evento di estinzione di massa (251 milioni di anni fa). Molti hanno speculato che le ere glaciali sono le cause degli eventi di estinzione di massa e ci può essere una connessione. I tempi degli  eventi di estinzione è illustrato nel grafico sottostante.

L’estinzione del Siluriano Ordoviciano, chiamato anche estinzione del fine-Ordoviciano, fu la terza più grande dei cinque eventi principali di estinzione nella storia della terra in termini di percentuale di generi che si è estinta e la seconda più grande perdita globale della vita. Da qualche parte tra 450 e 440 milioni di anni fa, avvennero due picchi di estinzione, separati da circa un milione di anni. Osserviamo come, dopo ogni grande estinzione (indicata con triangoli rossi) la vita rifiorisce con una maggiore diversità. Chiaramente la vita si eleva a un’altra grande sfida (per ulteriori informazioni sull’estinzione vedere “lanatura, crudele e Uncaring“).

Il grafico qui sotto mostra la CO2, la temperatura e le informazioni di temporizzazione in una trama di ogni singola era glaciale. Il freddo  ha qualcosa a che fare con l’estinzione? La Scienza non lo potrà mai sapere.

Quello che sappiamo è che i gas umani delle emissioni di CO2 al suo peggior livello non si avvicina nemmeno lontanamente  ai livelli di rilascio di gas serra per eventi  naturali (vedere “potrebbero le umane emissioni di CO2 causare un’altra PETM?“). “In poche parole, i modelli teorici non possono spiegare che cosa abbiamo osservato nel tempo geologico,” dice l´oceanografo della Rice University Gerald Dickens, “sembra esserci qualcosa di fondamentalmente sbagliato in come temperatura e carbonio sono incollati nei modelli climatici.”

Ci sono stati molti altri fattori che influiscono sul cambiamento climatico  nel corso degli ultimi migliaia di anni. Questi prendono esame  i livelli di anidride carbonica, la temperatura e la comparsa di ere glaciali — ignorando l’impatto della modifica dei continenti, le variazioni nell’attività solare, cicli orbitali e il possibile impatto dei raggi cosmici sul clima terrestre. Una cosa interessante da notare è che avendo una massa di terra continentale che copre qualsiasi Polo sembra contribuire a promuovere le condizioni climatiche di ere glaciali. Fu durante il Devoniano che  il supercontinente Gondwana passó il Polo Sud, durante il Carbonifero la calotta polare coprí  l’estremità meridionale della Pangea, e oggi abbiamo l´Antartide  sulla regione polare sud.

Commenti

Ci sono un certo numero di osservazioni che possono farsi  nella nostra panoramica del Fanerozoico:

  • La temperatura della terra è sempre in evoluzione.
  • Nel corso del tempo, ci sono stati periodi in cui è stato più freddo di quanto lo sia oggi.
  • Per la maggior parte del Fanerozoico c´è stato molto più caldo di oggi.
  • La Vita ha continuato ad esisterea durante i periodi di caldo e freddo.
  • Non non c’è nessuna temperatura “giusta”.
  • Il Biossido di carbonio è stato sempre presente nell’atmosfera terrestre.
  • Nel corso del tempo, ci sono stati periodi quando la CO2 è caduta e risorta naturalmente.
  • Per la maggior parte del Fanerozoico la CO2 è stata molto più grande di quanto lo sia oggi.
  • La Vita ha persistito durante i periodi con alta CO2 e bassa CO2.
  • I livelli di CO2 cambiano con o senza contributi umani.
  • Nel corso del tempo, ci furono una serie di ere glaciali —la vita ha subto e superato  diverse ere glaciali.
  • Per la maggior parte del tempo nel Fanerozoico non ci state calotte di ghiaccio polare persistenti.

Cosa riserva il futuro,  gli scienziati del clima non possono saperlo  malgrado  tutti i loro computer e i modelli e i rapporti dell´IPCC. La Terra e il suo clima stanno cambiando costantemente. Coloro che dicono che la  CO2 è il fattore più importante per il clima, che le emissioni di gas serra umane causano il riscaldamento globale, non hanno alcuna base storica per tali rivendicazioni.

Come dimostra la storia del clima della terra, nulla di quello previsto dagli allarmisti del  riscaldamento globale  sarebbe  senza precedenti —  la Terra è stata molto, molto più calda e più fredda di oggi. I  livelli di CO2 sono stati anche molte volte più grandi di quanto sono attualmente, anche durante le ere glaciali.Le  Ere glaciali vanno e vengono, causate da meccanismi che l’umanità non è in grado di controllare. E dopo tutte le ere glaciali che il mondo si riscalda e i ghiacciai scompaiono solo per rinascere  milioni di anni più tardi. Nessun cambiamento climatico è irreversibile. Dati i 4 miliardi di anni di storia della Terra e i 542 milioni di anni di vita complessa, ora si accusa l’umanità per 9000 anni del riscaldamento globale, tutto ció sembra un po’ sciocco. Come si suol dire nell´ Ecclesiaste: “ciò che è stato è quello che sarà,  e quello che  è stato fatto è quello che verrà fatto; Non c’è nulla di nuovo sotto il sole.”

SAND-RIO

Resoconto Solare al 15/5/2011

Vi sarerete accorti tutti che all’improvviso da quando è iniziato maggio l’attività solare ha subito un brusco rallentamento rispetto i mesi di marzo ed aprile!

Ecco qui la situazione solare al giorno 15 di questi ultimi 3 mesi:

1-15 Marzo:

SN Sidc :31.2

SN Nia’s count: 16.5

Solar Flux: 125.00

1-15 Aprile

SN Sidc: 28.4

SN Nia’s count: 14.5

Solar Flux: 112.33

1-15 Maggio:

SN Sidc: 18.7

SN Nia’s count: 9.1

Solar Flux : 102.46

E’ evidente che alla metà del mese corrente il nostro sole ha quasi dimezzato la sua attività rispetto ai 2 mesi che lo hanno preceduto… per non parlare poi del vento solare e degli X-ray che a dir il vero già da aprile erano in forte picchiata rispetto marzo!

E all’orrizzonte non si vedono numerose ed importanti regioni attive in grado di far aumentare in modo deciso i maggiori indici solari testè descritti:

Arrivati a questo punto credo prorpio che il ruolo di Giove, come ovviamente quello degli altri giganti gassosi, sia di fontamentale importanza nel determinare un eventuale accelerazione o decelerazione dell’attività solare!

Simon