Variabilitá solare e cambiamento climatico

L´obiettivo di questo articolo è quello di dare alcuni dettagli sulla investigazione nello studio della relazione controversa tra il Sole e la sua energia in uscita e la temperatura terrestre, cioé la connessione SOLE-CLIMA. Malgrado quello che Voi abbiate potuto sentire o leggere sugli studi del Sole-clima, esistono di fatto delle connessioni dimostrabili tra i cambiamenti di energia in uscita dal nostro Sole e il clima sulla Terra. Questo articolo utilizzerà le migliori informazioni attualmente disponibili per spiegare quello che sappiamo e sopra i molti aspetti della connessione Sole-clima.

Questo articolo l´ho diviso in 3 parti:

1) La prima parte é una breve introduzione sugli aspetti fisici del Sole che variano normalmente durante il tempo;

2) La seconda parte é diretta all’effetto del Sole e la variabile energia radiante a rispetto dei cambiamenti sulla Terra, come la temperatura durante gli ultimi 100 e piú anni.

3)  La terza parte dá una immagine di come il cambiamento  del vento solare ( ossia il flusso di particelle caricate, protoni e elettroni, del Sole) e dei raggi cosmici ( formate dalle piú veloci e energiche particelle caricate magneticamente) possono influenzare variabili come la temperatura e le nuvole nella troposfera (i 10 km piú bassi dell´atmosfera)

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Figura 1

Questa é una immagine della superficie solare dove potete vedere delle sunspots che voi tutti conoscete. Queste regioni di macchie solari hanno un intenso campo magnetico da 1000 a 10.000 volte piú forte del campo magnetico terrestre. La freccia gialla dá la scala di questa foto e cioé 31.000 Km circa 2,5 volte il diametro della Terra cosí possiamo capire meglio le dimensioni di queste macchie.

Sono visibili in secondo piano delle regioni piú brillanti chiamate faculae cioé piccole torce dal latino. La faculae sono anche loro dei campi magnetici, ma la forza del loro campo é molto piú debole di quello delle macchie solari. Torneremo sulle faculae tra qualche paragrafo.

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Figura 2

Qui é quello che succede quando una grande macchia solare o un gruppo di macchie sono sul meridiano centrale del Sole di fronte alla Terra.  Determiniamo che il totale dell’uscita  della luce solare cade significativamente, ma continua a esistere la questione chiave: questo effetto di blocco di luce delle macchie solari che é causato per la rotazione di 27 giorni del Sole, influisce anche nelle alterazioni in uscita della energia solare?

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Figura 3

Abbiamo imparato alcuni fatti nuovi e sorprendenti durante la decade degli anni 80 quando i satelliti misurarono e ci mostrarono l´energia totale solare.

Osserviamo il periodo tra 1980 e 1990: questo fu un periodo dove ci fu una “massima attivitá solare”, quando le macchie solari furono piú numerose e grandi del normale. Ma in questo grafico vediamo che durante la fase di massima attivitá, ossia con le macchie che bloccavano la luce del Sole (Uso il termine bloccare ma capite bene cosa voglio dire) il Sole in realtá fu piú luminoso anziché meno luminoso!!!  Questo succede perché quando l´attivitá magnetica é alta, l´area coperta dal campo magnetico aumenta notevolmente il numero delle faculae che danno piú brillantezza di quanto le macchie solari riescano a diminuirla. Cosí l’effetto é che l´uscita totale di energia solare é superiore durante le fasi di massima attivitá e minore quando il Sole sta in una fase di bassa attivitá ossia  durante una fase di minimo .

Questo grafico mostra chiaramente un altro fatto: malgrado i nostri sforzi non possiamo misurare l´energia totale del Sole in maniera precisa, e l´intervallo sconosciuto é qualcosa tra 7 a 10 Wm2. Ci sono delle implicazioni importanti per questa ‘ignoranza” sulla esatta misurazione, ma oggi mi limito a dire solo che questa “inesattezza” implica una inesattezza anche sulla misurazione dell’impatto dei livelli di CO2 sul clima.

La terza cosa da notare nel grafico é che noi abbiamo solo poche decadi di dati, e ció implica che siamo completamente ignoranti su quelle che potrebbero essere delle variazioni cicliche di piú lunga durata. Sottolineo questo fatto perché la conoscenza attuale della fisica solare non permette di sviluppare teorie adeguate o regole empiriche. Pertanto potremmo usare altre fonti per aiutarci a comprendere e capire.

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Figura 4

Questo grafico dimostra una delle maniere piú promettenti e pratica per ottenere informazioni sui cambiamenti del Sole a lungo tempo. L´energia luminosa totale. Il principio é semplice: il nostro Sole é una delle molte stelle chiamate di ” ridotto sequenza principale” . Osservando attentamente e pazientemente un gruppo di stelle con proprietá fisiche simili a quelle del nostro Sole siamo capaci di dedurre alcuni comportamenti del Sole, naturalmente basandoci anche su dati statistici e probabilistici oltre che per le nostre conoscenze di fisica.

Qui sono mostrati circa 30 anni di ricerche e sforzi dei ricercatori dell´osservatorio di Monte Wilson: questo é il progetto di ricerca chiamato di Hong Kong in omaggio alle linee dei due spettri specifici di calcio ionizzato che permettono di avere le informazioni sulle variazioni magnetiche. In questo grafico abbiamo le variazioni dell´attvitá magnetiche di 12 stelle incluso il nostro Sole. In veritá osserviamo che le stelle di tipo solare hanno un intervallo di variabilitá magnetica somigliante a quelle che mostra il Sole.(tramite i registri delle macchie solari) negli ultimi 350 anni.I comportamenti includono cambiamenti ciclici, sia esse tali come il nostro Sole sta attualmente esibendo sia con i non cambiamenti come fece il Sole durante il minimo di Maunder durante la fine del XVII secolo. (Inutile dirVi cosa é il minimo di Maunder….!!) L´unica cosa da dire è che questo lungo periodo di minima attivitá é ben distinto dai periodi di normale bassa attivitá undecennale dei cicli normali quando le macchie scompaiono solo per alcuni mesi.

Con la collaborazione di vari astronomi e fisici si é stati capaci di raccogliere sufficienti informazioni sulla variabilitá della luce solare totale e magnetica delle stelle simili al Sole che ci dicono cosa potrebbe succedere al nostro Sole.  E quindi si é stati in grado di determinare che le variazioni di luce solare durante il periodo del minimo di Maunder é stato tra lo 0,2% e il 0,7% inferiore a quello che abbiamo avuto durante la fine del XX secolo quando il Sole ha avuto dei cicli molto forti.

L´intervallo di incertezza dei risultati delle stelle dipo solare é abbastanza grande ma se supponiamo un cambiamento medio dello 0,4-0,5% nella brillantezza del Sole durante gli ultimi 100 anni e questa variabile la inseriamo nei modelli dei supercomputer dei maniaci climatologici e fissati in disastri sempre prossimi a verificarsi ma che mai si verificano, bene dicevo se inseriamo questa variabile nei modelli climatici CAMBIA TUTTO!!!

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Figura 5

Qui ci sono i risultati. In questo esperimento, sono state considerate le variazioni dei fattori di produzione dell’energia del Sole e i gas con effetto serra creati dall’attivitá umana. La correlazione migliore possibile é del 92% per le temperature effettivamente registrate in tutto il mondo, una correlazione quindi notevole. Chiaro che si sta studiando la risposta piú lenta del sistema climatico per i cambiamenti causati dai gas a effetto serra e la luce del Sole in scala di tempo di decadi e secoli, ragione per cui non é possibile vedere le variazioni infrannuali.

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Figura 6

Come per la separazione tra entrata di energia solare e gas con effetto serra, qui é quello che otteniamo: quasi la metá della variabilitá viene dal Sole mentre i gas a effetto serra contribuiscono per il restante.

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Figura 7

Passiamo alla parte finale di questo articolo. Giá da molto tempo si é capito che l´uscita di energia della luce non é l´unico aspetto delle variazioni del Sole. Esaminando il Sole con i raggi X per vedere la corona solare, quella parte del Sole che ha una temperatura tra 1 e  2 milioni di gradi.  Quello che voglio farVi notare in questa foto é il buco coronale o Coronal Hole, che é semplicemente una regione dalle linee di campo magnetico aperto ( linee di forza) che il Sole proietta fuori dal sistema solare. Le macchie solari sono invece regioni di campo magnetico chiuso.

Gran parte dei gas solari fugge attraverso questi buchi coronali e questo materiale gassoso arriva sulla Terra. Invece i gas vicino alle macchie solari sono confinate dentro l´atmosfera solare date le caratteristiche proprie delle macchie come campo magnetico chiuso.

Vorrei farVi rilevare che la dimensione dei buchi coronali e il numero di macchie solari é inversamente relazionato. Ció significa che quando l´attivitá magnetica solare é nel suo massimo, ci sono piú macchie solari ma l´area dei buchi coronali diventa minore. Vorrei farvi osservare proprio quello che sta succedendo adesso col Sole in questa fase con più macchie solari (la maggior parte nell´emisfero nord)  e la quasi completa assenza di buchi coronali sempre nell´emisfero nord! I soli buchi coronali ormai appaiono solo nell´emisfero sud e sono man mano sempre di area minore. Durante i periodi di minima attivitá i buchi coronali tendono ad essere piú grandi mentre sono quasi scomparse le macchie solari. Ancora gli scienziati stanno tentando di spiegare chiaramente questo fatto empirico, ma apparentemente le strutture aperte del campo magnetico (Cioé le coronal holes) e le strutture del campo magnetico chiuso (Cioé le macchie solari) tendono ad agglomerarsi tra loro. Spero che questa spiegazione semplicistica sia sufficiente per ora.

Il fatto piú importante da ricordare é che il buco coronale é il punto di uscita del vento solare, un caldo flusso di particelle caricate che fluisce a circa 2 milioni di Km/ ora . Per altra parte la velocitá normale del vento solare e di circa 1 milione di Km/ora.

È  anche importante osservare che i cambiamenti nella struttura del campo magnetico aperto del CH possono deviare o rafforzare alcuni dei raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo e, cosí, controllare la quantitá di raggi cosmici che possono entrare nella Terra.

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Figura 8

Qui si vede una  correlazione tra buchi coronali e temperature terrestre nella parte inferiore della troposfera,  molto interessante. Questi dati sono presi a partire dei registri dei satelliti che misurano le temperature atmosferiche e costruiti dal Dr. Jhon Christy della Universitá dell´Alabama e da Roy Spencer della NASA-Huntsville.

Da notare che la scala delle temperature é invertita in questo grafico, dal piú freddo al piú caldo in basso. Da notare anche che questa correlazione é piú debole dal 1999 e questa divergenza é dovuta all’imminente massimo solare del ciclo 23.

Ci sono 3 altre cose da vedere in questo grafico.

Primo, le correlazioni deboli durante il 1997-1998 dovute al forte Niño di quegli anni, e i cambiamenti derivati dall´eruzione del Monte Pinatubo nel 1991. Queste sono variazioni climatiche che possono essere facilmente spiegate per fattori interni del sistema climatico. Non tutte le alterazioni climatiche nella Terra sono dovute ad alterazioni solari!!!

In secondo luogo, si noti che possono aversi suggerimenti nel calendario delle correlazioni e non correlazioni. Periodi di correlazione povere appaiono vicino al massimo solare, quando i buchi coronali sono minori e si formano piú sporadicamente sulla superficie del Sole; per questo motivo si pensa ad un loro effetto minore. Periodi di buona correlazione sono visti vicino a i periodi di minima attivitá. Di fatto quando abbiamo buchi coronali grandi e stabili é da attendersi un maggior effetto sulla Terra. (minori raggi cosmici per aumento vento solare= teoria di Svensmark, vedete, tutto torna!)

In terzo luogo, vediamo che le correlazioni mostrate in questo grafico suggeriscono che le temperature globali della troposfera inferiore é piú fredda durante le fasi di attivitá minima solare. In queste fasi di minima attivitá abbiamo piú particelle di vento solare e piú raggi cosmici.

Come detto sopra, le particelle caricate dei raggi cosmici viaggiano vicino alla velocitá della luce e cosí sono molto piú veloci delle particelle del vento solare. inoltre la loro elevata velocitpa gli permette di penetrare molto piú profondamente dell´atmosfera terrestre. Come questi raggi cosmici interagiscono con le molecole nella nostra atmosfera ionizzando l´aria e formando piú o meno nuvole é una materia che solo adesso sta essendo investigata a fondo. (esperimento CLOUDS di cui NIA ha giá parlato).

Ma questa ricerca ci porta a altre due domande:

1) Come spiegare le correlazioni osservate?

2) Vi é una qualsiasi evidenza addizionale che puó supportare questa nuova idea che le particelle cosmiche e solari caricate, influenzano il clima della Terra?

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Figuras 9 e 10.

Dobbiamo notare due risultati negativi, in conformitá con la pratica scientifica. In questo grafico, stiamo cercando un collegamento tra raggi cosmici e altre variabili climatiche importanti come le nuvole.

La serie temporale dei raggi cosmici ( misurata dai conteggi di neutroni mostrata come un linea non tratteggiata nel grafico) è stata plottata verso i migliori dati del coperchio delle nuvole e generata tramite satelliti e attualmente disponibili (curva a punti). Nulla di interessante succede per le nuvole a alta altitudine e a livelli medi.

Ma quando si esaminano le nuvole a basso livello, abbiamo un´altra sorpresa. Ai bassi livelli, le nuvole sembrano avere una stretta correlazione con il flusso di raggi cosmici. Piú raggi cosmici possono essere relazionati con il maggior flusso di radiazioni ionizzanti verso la bassa atmosfera, che in ultima analisi, stimola la formazione di nuvole basse. ( I dettagli complicati sono suscettibili di essere descritti in termini di ricerca della ionizzazione atmosferica e in che modo aiutano la crescita e la produzione di particelle di aerosol).Senza entrare nei dettagli (giá NIA ha pubblicato vari articoli su questo argomento) sappiamo che le nuvole basse come gli strati riflettono una grande quantitá di radiazione solare, sovraccaricano gli effetti di altri tipi di nuvole e cosí raffreddano la bassa atmosfera.

Cosí, con piú ingresso di particelle caricate durante l´attivitá  minima solare é correlazionata con l´aumento delle nuvole basse, e pertanto, un aumento del raffreddamento. Questo é coincidente con quello che é stato visto finora.

Possiamo chiederci se esistono altre maniere di testare se le particelle caricate energicamente influenzano le variabili atmosferiche inferiori. Il Dr. Wes Lockwood dell´osservatorio Lowell in Arizona ha pazientemente registrato per quasi 25 anni,  le variazioni nella brillantezza del pianeta Nettuno. La cosa piú interessante in questi ricerche é l´indicazione chiara di una correlazione tra le alterazioni della brillantezza di Nettuno e il numero di Macchie solari che il Dr Lockwood ha usato come un indicatore dell´attivitá per le varaziaoni dei raggi cosmici. La brillantezza di Nettuno é causato principalmente per il riflesso delle sue nuvole di metano bianco. Nele registrazioni del Dr. Lockwood possiamo vedere una modulazione di raggi cosmici, di albedo delle nuvole di metano, o una copertura areale o entrambi. Questo é consistente con quello che vediamo sulla Terra con le nuvole e il bianco del ghiaccio marino e continentale..

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Figura 11

Ma chiaro, gli scettici (sono loro e non noi gli scettici!!) e fanatici del AGW ancora possono opporre che queste sono appena statistiche. In questo caso, credo che la serietá di uno scienziato che ha condotto ricerche per oltre 25 anni meriti tutta la nostra considerazione.

È giusto celebrare come Salomone che non vi é nulla di nuovo sotto la luce del Sole? Non interamente. Anche se in un certo senso queste correlazioni addizionali non ci dicono nulla di veramente nuovo,  possono farci arrivare a sviluppare un meccanismo (Chiamatelo pure modello) accettabile per capire in pieno la correlazione tra Sole e bassa atmosfera terrestre.

Riassumendo: spero di aver mostrato che la ricerca dei collegamenti fisici e delle relazioni Sole-clima é ancora da studiare molto. E i denari destinati alla ricerca scientifica dovrebbero essere destinati proprio a queste ricerche e non a dimostrare quello che esiste solo nella fantasia malata di alcuni pseudoscienziati e cattedratici da strapazzo. Stiamo appena cominciando ad accumulare dati sui meccanismi fisici delle alterazioni climatiche per essere in grado di sottometterle ad un adeguato processo scientifico di formulazione di ipotesi e, piú importante, la falsificazione delle ipotesi.

La maggior parte delle ricerche Sole-clima fatte oggi é inferiore come durata ai cinque anni, e alcune di queste, come la sezione in modulazione del flusso di radiazioni ionizzanti, raggi cosmici e basse nuvole, é di fatto un lavoro appena cominciato e in fieri.  Siamo stati fortunati di beneficiare dell’aumento della capacitá osservazionale per studiare le importanti variabili solari e l´uscita di energia verso la Terra e il sistema climatico generale. E ancora piú fortunati siamo stati perché abbiamo e stiamo osservando una incredibile fase di minimo solare. Le ripercussioni di tale fase sono ancora tutte da studiare soprattutto se come credo la fase di minimo non é finita ma durerá ancora nei prossimi cicli 25 e 26.

È ancora presto per capire cosa significherá questo minimo solare nel clima terrestre. Dopo oltre 100 anni di controversie, queste correlazioni possono essere registrate e capite, e intendere se sono solo coincidenze che con i grandi minimi solari (Maunder, Dalton, Damon) la temperatura e il clima in generale é cambiato raffreddandosi. Nuove analisi di questi dati che stanno arrivando giorno per giorno devono aiutarci a capire e ad apprendere come le variazioni di energia radiante e di particelle ionizzanti influiscono sul clima.

Piú importante di tutto é che se vogliamo stabilire una ipotesi scientifica dell´AGW rispettabile e politicamente corretta, devono accelerare le ricerche su questa fonte inesauribile di alterazioni climatiche naturali che é il SOLE.  E per stabilire una ipotesi scientifica valida, dobbiamo (anche noi che scienziati non siamo) continuare a lavorare tenacemente per investigare tutti i  possibili meccanismi fisici che colpiscono la relazione SOLE-CLIMA e tentare di governarla. Il procedimento scientifico corretto é proprio questo.

SAND-RIO

33 pensieri su “Variabilitá solare e cambiamento climatico

  1. Articolo da leggere e rileggere soprattutto per chi nn ha competenze sul sole, qui cari miei ci sn le basi primarie per meglio comprendere i segreti del nostro astro!

    Complimenti Sandro!!!! 😉

    Simon

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  2. Se penso che fino a pochissimo tempo fa del nostro astro sapevo solo che sorge e tramonta tutti i giorni, e che invece ora sono letteramente colpito dal suo fascino protonico posso solo ringraziare Nia…e questo articolo ne è la riprova, oltre che avermi chiarito un bel po’ di cose.
    ciao Carlo

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  3. Approfitto…: i flare hanno origine dai buchi coronali? mi verrebbe da dire ovviamente si, ma mi pare di notarli soprattutto quando l’intensita’ solare aumenta, quindi quando ci sono più macchie nella regione attiva e pochi buchi coronali.

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  4. Un vero peccato peccato che i vari diagrammi e i vari grafici siano a bassa risoluzione e in alcuni casi davvero poco leggibili !
    Per la TSI proporrei questa … sempre piccola ma più leggibile
    TSI

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  5. “Le variazioni del campo magnetico terrestre e quello solare sono i principali rapporti di causa ed effetto sul nostro clima e sulla geofisica terrestre”

    grazie pe avermi risposto!

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  6. giovanni :

    “Le variazioni del campo magnetico terrestre e quello solare sono i principali rapporti di causa ed effetto sul nostro clima e sulla geofisica terrestre”

    grazie pe avermi risposto!

    Non prendere tutto proprio per vero al 100% anche perché questi studi stanno riemergendo dall’ “oscurità” solo adesso che alcune capisaldi del AGW sono stati messi in discussione … ma probabilmente é così !
    Credo che molte cose cambieranno …

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  7. @charlienonfasurf
    no! i Buchi coronali sono fonte di un maggior solar wind, ma i flare avvengono sempre nelle regioni attive, dove troviamo macchie e faculae.

    @sand-rio grazie dell’articolo, non l’ho ancora letto tutto, ma promette molto bene!
    Sleepy

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  8. “Il campo magnetico terrestre il grande regista del nostro clima” 21 ottobre 2010
    articolo di Michele
    http://daltonsminima.altervista.org/?p=11716

    “Delle correlazioni esistenti fra il campo magnetico terrestre e le dinamiche geologiche del pianeta mi sono più volte espresso attraverso varie analisi grafico-statistiche del corrente anno, oltre che riportare innumerevoli ricerche scientifiche. Adesso occorre però, aprire un nuovo capito degli studi , quello dei possibili legami fra i suddetti aspetti magnetici e le dinamiche climatiche del pianeta.In questi mesi di ricerche mi sono imbattuto in due interessanti pagine web che riportano numerosi articoli e/o documenti scientifici che dimostrano, a chiare lettere, che il vero e proprio regista delle principali dinamiche climatiche terrestri è il campo magnetico.

    http://www.appinsys.com/GlobalWarming/EarthMagneticField.htm

    http://www.vukcevic.talktalk.net/LFC-CETfiles.htm

    Mi sono quindi dedicato, in queste settimane, alla traduzione delle più interessanti ricerche riportate nelle pagine web sopra riportate. Ad esempio, in questo recente studio danese del 2009 si evidenzia uno stretto legame fra la forza del campo magnetico terrestre e la quantità di precipitazioni ai tropici.

    http://www.physorg.com/news151003157.html

    In quest’altro studio pubblicato nel 2005 si specifica invece che relazionare il clima al solo numero delle macchie solari (SSN) è errato o incompleto. Infatti secondo quest’ultima ricerca bisognerebbe prendere in considerazione un’ indice che tenga conto dell’attività geomagnetica della nostra stella (ad esempio l’indice “ak” come riportato nell’immagine) che risulta essere in maggior correlazione con le variazioni della temperatura globale terrestre.”

    ____________________________________________________________________

    Mi sembra del tutto evidente, (non sono un tecnico ma neanche un ottuso) che se il nostro campo magnetico ha delle variazioni che dipendono sicuramente in parte dall’attività solare, ma probabilmente anche dagli allineamenti planetari, da dinamiche interne (la dinamo interna) e da cicli periodici (l’inversione dei poli), queste variazioni fanno si che gli effetti visibili su clima, vulcanismo, attività tellurica, devono dipendere da questo RAPPORTO tra il nostro CM e ciò che lo influenza!

    Dunque l’attività solare avrà effetti diversi a seconda di come si presenta il campo in quel posto in quel periodo.

    Ritengo che gli effetti dell’attività solare e degli allineamenti andrebbero studiati IN RELAZIONE AL CAMPO e non solo alla Terra!

    Arriva una CME che effetto avrà SUL CAMPO MAGNETICO IN QUEL PUNTO IN QUEL MOMENTO e dunque che effatto avrà sulle placche, vulcani etc?

    Tra l’attività solare e allineamenti planetari, in sostanza c’è un “mezzo” attraverso il quale si traducono gli effetti FISICI sulla terra.

    Dirò di più
    Anche l’attività solare deve essere studiata in base a che effetto hanno gli allineamenti planetari CON IL CAMPO MAGNETICO SOLARE!
    Le macchie che genera il sole NON POSSONO DIPENDERE SOLO DAL SOLE!
    Le macchie, le tempeste, i flares, il vento, etc etc devono avere uno SPECCHIO anche (anche, non solo) nei movimenti planetari

    COsì come il ciclo 11ennale DEVE avere uno specchio in tutto il sistema solare.

    Non sono un tecnico geofisico astrofisico
    ma SO che tutto è interdipendente e il mio è un invito a posare l’attenzione su questa INTERDIPENDENZA più che sulle singole cause/effetti che come ha dimostrato la storia della scienza fino a ora sono solo un pezzo del puzzle

    auguri

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  9. Sand,hai fatto un lavoro sublime.Non smetti mai di stupirci.Attenzione pero’,stai per diventare un nemico giurato dell’IPCC ,e loro non sono molto dolci con chi si oppone alle loro teorie INTEGRALISTE.Anche perche dietro questo branco di scienziati e pseudo scienziati si muove il potentato economico e miliardi di dollari…Come hai sempre sostenuto,anche se la terra si raffreddera’,per l’opinione pubblica deve continuare a scaldarsi sempre piu’…con affetto Giorgio 😉

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  10. la figura 4 e la figura 5 si basano su dati che in parte sono stati screditati in quanto la correlazione perde di significato negli ultimi 20 anni circa

      (Quote)  (Reply)

  11. non so cosa fai Sand-rio nella vita ma di sicuro hai grande passione e la trasmetti con i tuoi articoli, così come trasmetti molta conoscenza a chi è profano come me in materia.
    Sia tu che tutti gli articolisti ed amministratori di questo blog.
    complimenti.

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  12. Ciao a tutti. Voglio sottolineare come per avere un parametro adeguato per capire a che punto siamo del ciclo solare, oltre al numero di macchie e al solar flux, é importante osservare l´andamento delle Coronal Hole…quasi dimenticate e ancora molto piú sconosciute rispetto alle sunspots.

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  13. Caro Sand,
    se ho capito bene il tuo ragionamento l’emisfero nord del sole è o si dovrebbe trovare in prossimità del massimo mentre l’emisfero sud è leggermente più indietro.; quindi, come su NIA è sempre stato rilevato, si andrebbe incontro a due massimi sfasati e non molto lontani temporalmente. A tuo parere il ciclo 24 ha già dato il meglio o è ancora tutto da vedere?
    Aggiungo i miei complimenti a quelli degli altri utenti.
    Grazie e ciao.
    Antares

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  14. sand-rio :Ciao a tutti. Voglio sottolineare come per avere un parametro adeguato per capire a che punto siamo del ciclo solare, oltre al numero di macchie e al solar flux, é importante osservare l´andamento delle Coronal Hole…quasi dimenticate e ancora molto piú sconosciute rispetto alle sunspots.

    e non dimenticherei i raggi cosmici!!!

      (Quote)  (Reply)

  15. André Roveyaz :

    sand-rio :Ciao a tutti. Voglio sottolineare come per avere un parametro adeguato per capire a che punto siamo del ciclo solare, oltre al numero di macchie e al solar flux, é importante osservare l´andamento delle Coronal Hole…quasi dimenticate e ancora molto piú sconosciute rispetto alle sunspots.

    e non dimenticherei i raggi cosmici!!!

    Se parla di Coronal Holes, parla di solar wind, quindi inderattamente di raggi cosmici! 😉

      (Quote)  (Reply)

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