– Le super emissioni solari di protoni del pleistocene –

Una nuova conferma che le lega le dinamiche elettromagnetiche del Sole,

ai tremendi sconvolgimenti naturali registrati nello Younger Dryas.

Vicino la fine dell’ultima glaciazione c’è stata una rapida scomparsa di molte specie di mammiferi. Estinzione che alcuni paleontologi dicono essere stata una delle più improvvise e più gravi che si siano registrate dalla scomparsa dei dinosauri di 65 milioni di anni fa. Nel nord america il 95% della fauna si estinse. In prevalenza erano mammiferi con un peso compreso fra i 25 e i 50 kg, ma scomparvero anche piccoli animali e 10 specie d’uccelli. Anche se il nord america fu il più colpito, un forte impatto si registrò anche in Europa, Siberia e sud america. La causa di questo tremendo sconvolgimento è tuttora un mistero.

Innumerevoli teorie sono state redatte, dai cacciatori paleolitici del nord america a l’impatto di una cometa per passare a sciami di meteore. Tutti ipotesi che hanno dimostrato di contenere gravi lacune !

Recentemente il Dr.Paul La Violette ha trovato prove che dimostrerebbero che questo tremendo sconvolgimento, potrebbe aver avuto causa grazie ad Super flare solare !

Nella prima settimana di Giugno La Violette ha pubblicato la sua ricerca sulla rivista radiocarbonio.

L’estrema precisione ed accuratezza della sua ricerca, ha portano La Violette a concludere che questo straordinario evento di emissione di protoni SPE dell’ordine di 1,31 ⋅ 1011 protoni/cm2 , da parte della nostra stella e che avrebbe impattato con la Terra, sarebbe avvenuto 12837 anni fa. Datazione che conterebbe un errore di soli +/- 10 anni.

La Violette è arrivato a questa conclusione, studiando l’aumento delle concentrazioni di radiocarbonio 14C atmosferico che si sono manifestate dall’inizio dello YD fino alla fine dell’era glaciale, sebbene questi aumenti siano stati dovuti ai cambiamenti nel serbatoio di carbonio nell’oceano. Quest’ultimi causati dalle modificazioni della circolazione oceanica profonda. Ulteriori dati significativi, che testimoniano lo straordinario e violento evento li possiamo ritrovare nelle alte concentrazioni di ioni di NO3e nel rapido aumento di depositi di Berilio 10Be rilevato nei carotaggi GISP2 della Groenlandia. Tutti indicatori di un’improvviso flusso di raggi cosmici.

L’ impoverimento degli ioni di nitrato all’interno dello strato di ghiaccio, trovato alla profondità di 1708,65 metri, suggerisce che lo strato di Neve è stato esposto ad un grosso bombardamento di raggi UV, coerente con una distruzione temporanea dello strato di Ozono dovuto ai raggi cosmici.

Questo evento coincide anche con una brusca e ben nota escursione climatica, ed un’associata ed elevata concentrazioni di ioni d’ammonio. Indicatori d’incedi a livello globale. Studiando i dati provenienti dai nuclei di sedimenti marini prelevati nel bacino Cariaco e a largo delle coste del venezuelane si è osservato che in determinati momenti la concentrazione di radiocarbonio è salita vertiginosamente. Una forte evidenza di un possibile coinvolgimento solare nell’aumento del 14C può essere ottenuto nell’esame dei dati del bacino Cariaco. Vedi immagine sotto riportata. Dove si osserva che la punteggiatura ha diversi scatti improvvisi. Vedi le frecce

Una breve cronologia (date) dove si registrano questi salti :

12973 +/- 10 anni

12904 +/-10 anni

12837 +/- 10 anni

12639 +/- 10 anni

Vale la pena di notare che queste date sono distanziate l’una dall’altra da multipli del ciclo di Hale.

22,2 +/- 2 anni ossia 69 +/- 9 anni, 67 +/- 9 anni e 198+/- 9 anni. In particolare l’ultimo intervallo di tempo è molto interessante perchè si approssima al ciclo solare di “de Vries”.


Per darvi un’idea della portata dei principali salti di 14C è sufficiente affermare che l’evento SPE registrato nello YD paragonato al grande disturbo di protoni registrato nel 1956 è ben 125 volte più intenso.

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0273117707003936

Relativistic solar protons in the ground level event of 23 February 1956: New study

In riferimento ad un mio precedente articolo… Il campo magnetico interplanetario e l’oscillazione artica http://daltonsminima.altervista.org/?p=13899 adesso forse sono ancora più chiare le dinamiche di natura solare che portarono nel febbraio del 1956 l’arctic oscillation “AO” su dei valori estremamente negativi. Dedicato a tutti gli utenti del blog della sezione Meteo che sono affascinati quotidianamente dalle suddette dinamiche. Solar Flux che da un valore di 100 salta in poco più di 15 giorni ad valore pari a 250 !!

ftp://ftp.cpc.ncep.noaa.gov/cwlinks/norm.daily.ao.index.b500101.current.ascii

Indice AO

1956  2  1  0.050
1956  2  2 -0.210
1956  2  3 -0.904
1956  2  4 -1.606
1956  2  5 -1.206
1956  2  6 -1.260
1956  2  7 -2.267
1956  2  8 -2.174
1956  2  9 -2.722
1956  2 10 -3.624

1956  2 11 -3.660
1956  2 12 -3.444
1956  2 13 -4.092
1956  2 14 -4.552
1956  2 15 -4.564
1956  2 16 -3.793
1956  2 17 -3.450
1956  2 18 -3.655
1956  2 19 -3.702

1956  2 20 -3.792
1956  2 21 -3.627
1956  2 22 -2.998
1956  2 23 -1.752
1956  2 24 -0.916
1956  2 25 -0.129
1956  2 26  0.484
1956  2 27  1.265
1956  2 28  2.334
1956  2 29  3.227

Chiudiamo questa breve parentesi sulla recente storia climatica del nostro pianeta e continuiamo nella trattazione. La Violette continua sostenendo che l’evento di 12837 anni fa, abbia riversato sulla Terra, in soli due giorni, un contenuto di radiazioni superiore, se non compreso, fra 3 e 6 Sv (Sieverts). E’ risaputo (Epelman&Hamilton 2006) che un una dose radiazioni superiore a 3,5 Sv può essere letale per l’uomo. Quando le radiazioni sono comprese fra 4 e 6 Sv è sicuro il decesso al 100%. L’evento riportato in precedenza (Febbraio 1956) fu in grado di produrre una diminuzione del 1% della magnetosfera, di conseguenza La Violette sostiene che l’evento registrato nel Pleistocene potrebbe aver sostanzialmente indebolito se non sopraffatto il campo geomagnetico terrestre permettendo ai raggi cosmici di penetrare, in notevole dose, nell’atmosfera terrestre. La sua ipotesi come riportato in precedenza si basa sulle registrazioni dei carotaggi di ghiaccio GISP2, nello specifico sulla registrazione e la misurazione della conducibilità elettrica ECM , alla profondità di 1657,51 -1522,2 ed a 1708,65. In particolare alla profondità di 1657,51 metri che corrisponde ai 12837 anni fa (+/- 10 anni) si sarebbe registrato il picco d’acidità più grande dello Younger Dryas. La neve che cadde in quel periodo presenta infatti una conducibilità mille volte superiore alla conducibilità di fondo prima di tale periodo. L’elevata acidità della Neve suggerisce che l’atmosfera è stata esposta ad un elevato flusso di raggi cosmici durante lo straordinario evento solare !

Nella finestra sotto riportata è possibile osservare lo straordinario picco di conducibilità elettrica registrato nello strato di ghiaccio.

Ad inizio articolo avevo accennato alla contemporanea alta concentrazione di ioni NO3. Ecco che di seguito riporto immagine che evidenzia la possibile correlazione con l’ emissioni di protoni nei due eventi SPE. Si veda il picco con 200ppb.

Anche nell’evento Carrington del 1859 in Groenlandia si è registrato nel ghiaccio delle variazioni di ioni di nitrato. Un certo McCracken nel 2001 ha stimato, che nel Carrington, la concentrazione di ioni era pari a circa 750 ng/cm2e che l’emissione di protoni era circa pari a 1,9⋅1010 protoni/cm2. Prendendo come termine di paragone ed analisi questi dati, si è calcolato che il super evento solare SPE del pleistocene è stato di ben 4 volte superiore alla manifestazione registrata nel “Carrington” e 20 volte maggiore all’evento del Febbraio del 1956. Vi risparmio tutte le analisi e considerazioni di natura chimica riportate all’interno della ricerca, citandovi tuttavia un’interessante considerazione che il La Violette ci suggerisce in relazione all’alta concentrazioni di Ioni Ammonio (indicatore di combustione delle biomasse Legrand 1992), registrati dopo un secolo dall’inizio del raffreddamento nello YD.In sostanza si ritiene che ci sia stata un’alternanza di periodi estremamente caldi preceduti da un forte raffreddamento. L’aridità climatica è i successivi incendi su scala globale avrebbero impoverito l’ approvvigionamenti di cibo per molte specie viventi. Alterando irreparabilmente la catena alimentare di quel periodo. Un paesaggio arido,secco,freddo e bruciato questo è in sintesi lo Younger Dryas dove i raggi UV ,raggi cosmici, l’impoverimento dello strato d’ozono e la magnetosfera terrestre ridotta ad un colabrodo hanno giocato un ruolo chiave ! La Violette è un forte sostenitore di questa teoria, avendo già pubblicato nel 1997 e successivamente aggiornato nel 2005 una sua opera a titolo “Earth under fire”. Una raccolta di storie e leggende del mondo dove si narra come la Terra, in un passato remoto, fosse stata bruciata dal Sole. Dove incendi e mutazioni genetiche negli animali si sarebbero sparse per tutto il mondo.

Quindi, grazie alla geologia, l’astronomia, la chimica, l’analisi dei ghiacci e tante altre discipline scientifiche, sembra che le storie, che ci sono state tramandate attraverso “il mito” e/o “le leggende” non siano solo tutte frutto della fantasie.

Quella che ho riportato è sicuramente una ricerca scientifica di confine che poggia tuttavia su delle forti basi scientifiche. E’ sufficiente infatti andarsi a spulciare l’enorme quantità di documenti e/o ricerche che il La Violette ha riportato nelle ultime 4 pagine finali della sua ricerca disponibile al seguente indirizzo.

http://www.starburstfound.org/downloads/superwave/SPE.pdf

Conclusione :

Termine ultimo di questa ricerca non è come stato riportato in precedenza, dimostrare l’assoluta e specifica veridicità di questa teoria, ma in relazione ad una mia passata ricerca, reperibile al seguente link :

http://daltonsminima.altervista.org/?p=12200

5000BP -15000BP sotto la lente d’ingrandimento — Prima parte –

Affermare con assoluta certezza che all’ingresso dello Younger Dryas e alla sua uscita, la nostra stella ha passato delle continue,altalenanti e bizzarre fasi elettromagnetiche. Un’alternanza di bruschi passaggi fra profondi minimi solari e sostenuti cicli solari.

La Violette ci rassicura, affermando, che eventi solari come i sopra citati SPE non sono probabili ai nostri tempi, perchè egli sostiene che il Sole in quei millenni stava attraversando una fase molto attiva di flare, comportandosi come una stella T-tauri. Egli attribuisce questa sostenuta attività alla presenza nel sistema solare di alte concentrazioni di polvere interstellare.

Spero di aver eseguito un’ottima traduzione e sintesi di questa ricerca che ritengo essere uno dei quei fondamentali pilastri, nel chiarire e dimostrare scientificamente, una parte delle misteriose vicende, che avvolgono il nostro passato.

Michele

 

32 pensieri su “– Le super emissioni solari di protoni del pleistocene –

  1. @ Alex
    Alex visto che ci sei volevo chiederti una cortesia….potresti ridarmi il link di quel sito in cui si rifaceva la storia dei cicli ENSO…??Grazie……..

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  2. Stiamo tutti andando avanti a mostrare segni di come l’attività solare influenzi in più modi il nostro pianeta delle possibili ere glaciali e compagnia bella ma noi italici e europei continuiamo ad dover affrontare queste maledette ondate di calore africane quando potremmo essere fuori dall’insidia che il calore africano invada i nostri territori

    Torino adesso 32° NON CE LA POSSO FARE 🙁

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  3. andrew :
    Stiamo tutti andando avanti a mostrare segni di come l’attività solare influenzi in più modi il nostro pianeta delle possibili ere glaciali e compagnia bella ma noi italici e europei continuiamo ad dover affrontare queste maledette ondate di calore africane quando potremmo essere fuori dall’insidia che il calore africano invada i nostri territori
    Torino adesso 32° NON CE LA POSSO FARE

    Dai che Andrà meglio Giovedì,ancora domani!!!!

      (Quote)  (Reply)

  4. Stabilire una ciclicità di un fenomeno di tale portata mi sembrerebbe azzardato.
    I dati raccolti sembrano confermare che realmente un evento simile sia avvenuto. Ci sono infatti tantissime prove che lo confermano.
    Potrebbe però accadere ancora tra 1-100-1000-10000 o 100000 anni, oppure potrebbe non manifestarsi mai più, fino alla morte della nostra amata stella.
    Se invece il fenomeno fosse dovuto ad una cicilicità causata ad eventi esterni prevedibili, le antiche profezie potrebbero essere corrette, in base ad osservazioni millenarie.

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  5. Non può esserci un cicilicità su scale più ampie. Già un ciclo normale undecennale, dove levariabili sono relativamente limitate, ha una forte variabilità.
    I fattori da tenere in considerazione in 11.000 anni sono mille volte maggiori.
    Inoltre, non trascurate il fatto, che se mai i dati raccolti fosserto corretti, l’evento precedente potrebbe essere accaduto anche 200.000 anni prima.
    Da dove avete ricavato la conclusione che sia un ciclo di 11.000 anni?

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