Ancora 12800BP – 12900BP … non solo CME ma anche impatto extraterrestre — seconda parte –

Le prove dalle registrazioni geologiche


C’eravamo lasciati nella prima parte con lo strato di sedimenti rinvenuto a Lommel in Belgio.

http://daltonsminima.altervista.org/?p=15643

Torniamo adesso in America, fra i siti campione, troviamo 15 baie della Carolina. Un gruppo di 500.000 depressioni o laghi dalla forma ellittica. Alcune di queste formazioni raggiungono la lunghezza di 10 km.e si trovano sulla costiera atlantica. Questi siti sono stati inseriti in questa ricerca, perchè alcuni ricercatori (vedi Melton,Schriever) sostengono che queste baie hanno assunto questa conformazione in seguito ad un’ impatto di più oggetti ET.

Foto area dell’ US Geological Survey.

Le baie sono state oscurate per una maggiore chiarezza.

Un’interessante articolo correlato da altre particolari immagini è disponibile al seguente indirizzo:

http://cometstorm.wordpress.com/2011/04/27/a-different-kind-of-climate-catastrophe-2/

Passiamo adesso ad analizzare, alcuni dati significativi che suffrugano l’ipotesi dell’impatto di più oggetti ET.

Nei sedimenti i livelli magnetici di fondo superano le 117 ppb.

E’ bene ricordare che questo livello è il 25% superiore al livello di fondo presente in un meteorite di condrite. Ed inoltre, nello YDB è presente un’alta concentrazione di Torio (Th) e Uranio (U), che è ben 25 volte superiore a quella presente sulla crosta terrestre. I quindici siti analizzati in Carolina contengono gli stessi picchi (marcatori) trovati nei dieci siti Clovis (vedi tabella precedente). Nell’immagine sotto riportata potete osservare quattro microsferule magnetiche, rinvenute rispettivamente in Canada, New Mexico, Michigan e nord carolina. Microsferule che sono più abbondanti nel nord-america e che hanno una dimensione che oscilla fra i 10-250um.

La loro concentrazione raggiunge il picco in corrispondenza sempre dello YDB, in nove dei nove siti della civiltà Clovis e in cinque dei cinque siti analizzati nelle baie della carolina. Ricerche condotte da Gainey a Morley drumlin e Blackwater draw rilevano che le microsferule sono arricchite da titanio-magnetite.

Nei siti sono stati rinvenuti anche grani magnetici dalla forma irregolare, di colore marrone scuro o nero, di una dimensione compresa fra 1-500um. Quest’ultimi sono più abbondanti delle microsferule e i loro picchi di concentrazione variano molto da sito a sito. Come per le microsferule anche i grani magnetici sono più abbondanti nei siti del nord-america (Gainey, Chobot e Drumlin morley) con una concentrazione media pari a 3,4gr./Kg.

Inoltre, in tredici delle quindici baie della carolina e in sei siti della civiltà Clovis, sono stati ritrovati in concentrazione superiore alla 1500parti per Kg. sferule di carbonio di una dimensione compresa fra gli 0,15-2,5mm altamente vescicolari. Le analisi mostrano essere composte al 75% da carbonio senza alcuna evidenza o morfologia cellulare o vegetale. Confrontate con le sferule recuperate nei moderni incendi boschivi le analisi, sembrano confermare essere state prodotte da un’intenso calore sprigionato durante un’incendio. Recentemente un certo Ròsler ha riportato di aver trovato traccia delle identiche sferule di carbonio, da sedimenti YDB, in tutta l’europa.

Come non parlare poi dei vetri di carbonio o glass-like carbon che presentano elio ET” 84 volte superiore a quello in aria. Considerate, ad esempio, che il meteorite ritrovato nel lago di Tagish presenta un rapporto di “elio ET” 90 volte superiore. Frammenti di una lunghezza di vari cm. sono stati ritrovati nei confini dello YDB e la loro consistenza, suggerisce la fusione ed esposizione ad altissime temperature durante la formazione.

I ricercatori hanno studiato i vari marcatori (grani,sferule etc..) per stabilire se la loro formazione fosse da attribuire a processi di natura terrestre. In primis, c’è da dire, che i siti esaminati presentano una vasta gamma di ambienti (dal fluviale al lacustre, eolico, alluvionale, colluviale e glaciale), varie condizioni del suolo (aerobico, anaerobico e saturo ), varie condizioni dei sedimenti e vari regimi climatici.

La presenza degli identici marcatori sotto una vasta gamma di condizioni ambientali spinge i ricercatori a bocciare l’ipotesi di una formazione dovuta a processi terrestri viceversa è più coerente con un impatto di origine ET.

E’ stata esaminata anche la possibilità che lo strato di sedimenti dello YDB possa aver avuto origine grazie a tempeste di polvere interplanetaria arricchite con altri marcatori ET come Ir e Ni, ma l’intervallo di deposizione, che è durato meno di un decennio, suggerisce che tale periodo di tempo non è sufficiente a produrre quel grosso picco di Iridio che è ben 100 volte superiore a quello presente sulla crosta terrestre.

Inoltre l’abbondanza di marcatori magnetici diminuisce con l’aumentare della distanza dai grandi laghi del nord america. Questa dinamica non è coerente con l’ipotesi dell’arricchimento sopra esposta, ma è coerente con espolsioni /impatti nel nord america. Alte concentrazioni di microsferule sono state accettate come prova scientifica in undici impatti ET nel passato remoto (vedi Simonson B, Glass B 2004 Annu Rev earth planet science 32:329-361). In certe occasioni le microsferule vengono associate al vulcanismo. Ma in questa situazione, dopo analisi SEM e fluorescenza a raggi X e dopo esser state confrontate con le note microsferule di origine cosmica, esse sembrano essere non di origine vulcanica.

Riporto immagine riepilogativa del profilo dei sedimenti per sette siti con le concentrazioni in relazione alla profondità in centimetri al di sopra e al di sotto dello YDB. Sono riportate concentrazioni di grani magnetici, microsferule, carbone, fuliggine, Ir, Cr etc..

Concludiamo con l’Iridio.

In ben quattordici siti sono state effettuate 169 misurazioni e nei rilevamenti l’Iridio è stato rilevato solo nello YDB. Non è mai stato ritrovato ne al di sopra ne la di sotto di questi livello, riducendo quindi la preoccupazione circa le incertezze nei campionamenti. C’è chi ipotizza che questi picchi di concentrazione di Iridio possano essere ricondotti, come per le microsferule ad un elevato vulcanismo. Ma riferisce Koeberl : Primo non è noto alcun episodio vulcanico 12900BP nel nord america.

Secondo le concentrazioni di Iridio di origine vulcanica non sono così abbondanti come nello YDB.

Conclusioni

In un mio precedente articolo ho riferito che secondo il ricercatore “La Violette”, questa enigmatica e sconvolgente dinamica sia da ricondursi a una o più straordinarie esplosioni di massa coronale CME da parte della nostra stella. Viceversa, in quest’ultima ricerca, redatta da Firestone, West, Kennet e molti altri ricercatori che hanno collaborato alla stesura di questo lavoro, si avvalora l’ipotesi di uno o più impatti di quel che resta di una cometa o sciame.

Una mia personale ipotesi…

E se invece la verità si trovasse nel mezzo.

1°) E’ plausibile che entrambi l’ipotesi siano veritiere ?

2°) E’ plausibile ipotizzare l’ingresso nel nostro sistema solare di una più comete o sciame che nel loro pellegrinare all’interno dell’ eliosfera abbiano in un primo momento destabilizzato l’assetto elettromagnetico della dinamo solare successivamente abbiano impattato sul nostro pianeta.

La seconda un’ipotesi è sicuramente provocatoria e con dei forti accenti fantascientifici, ma non del tutto da gettare nel cestino, in relazione alla teoria di confine dell’universo elettrico che attribuisce a questi microscopici corpi ( paragonati ai pianeti e alle stelle), gelidi e freddi , provenienti dai più remoti angoli della galassia, un ruolo cardine se non fondamentale nell’evoluzione delle dinamiche all’interno del nostro sistema solare.

Michele


Fonte : http://www.pnas.org/content/104/41/16016.abstract

26 pensieri su “Ancora 12800BP – 12900BP … non solo CME ma anche impatto extraterrestre — seconda parte –

  1. allora…

    le impronte hanno tanto da spartire con questa… (e’ la prima che ho trovato sul sito della MarS Express, ma raspando se ne trovano per così…

    Tenete presente che Marte e’ da sempre “Sotto tiro” … Giove gioca a rimpiattino con la fascia degli asteroidi ed ogni tanto gli devia contro un bel sasso….

    Per l’ipotesi di impatto cometario : non credo. le comete sono pressochè “carboniose” la magnetite, l’iridio e tutti i minerali ferrosi che si trovano nelle sferulette sono presenti nelle meteoriti ferrose… A meno che non bengano da minerali presenti in superficie, ma allora un sacco di altre ipotesi va a pallino.

    Per l’ipotesi 2 … no, dai, sono troppo piccole!
    Neanche fossro state fatte di sinterizzato di terre rare 8) (i materiali magnetici più cattivi che si siano riusciti a trovare…)

    Ciao
    Luca

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  2. Ciao Michele,
    anche quest’articolo è interessantissimo.
    Volevo ritornare su quanto detto nell’articolo precedente e fare alcune osservazioni riguardo ad alcuni dati che ti progongo:

    http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/pubs/hughen2000/fig4.jpg

    Nell’immagine di cui il link sopra, si possono notare misurazioni inerenti a vari parametri. Tra questi c’è il Berillo 10. Come si vede non ha avuto picchi questo isotopo e dunque mi verrebbe da dubitare di interventi esterni determinati da raggi cosmici o comunque protoni ad alta energia.
    Ben si vede invece l’aumento del C14, ma come si nota, l’inizio della sua ripida salita è ritardata rispetto all’inizio del calo termico. Difatti la curva di accumulo ghiaccio (m/a) inizia a cadere in anticipo (dunque più siccitoso => minor vapore acqueo => capacità igrometrica bassa dell’aria => più freddo) rispetto, per l’appunto, alla crescita del C14. Se la produzione naturale del C14 rimane stabile, cosa può segregare o meno questo isotopo ? La vegetazione. Dunque il diminuire dell’attività vegetativa può lasciar maggiormente libero il C14. Se noti la curva di accumulo, si vede come questa, anche prima dell’inizio dello YD, tenda a calare e di riflesso il C14 a salire. Poi accade qualcosa che fa fare lo scatto in basso agli accumuli, ma ben più veloce è l’uscita dallo YD !
    Dunque sembra che l’ingresso in questa fase sia più graduale dell’uscita. Allora l’idea che l’inizio possa esser stato innescato da un evento più progressivo come il cambio di salinità dell’acqua dell’Oceano sembra più consona con ciò che si registra. Di fatto, sempre dai dati, si può notare come durante lo YD la curva di accumulo, seppur lentamente, tenda a risalire e la curva del C14 a scendere. Forse dunque il picco freddo è correlato all’evento d’ingresso, ma lo sconvolgimento non si dovrebbe esser risolto in breve ma in modo piuttosto graduale. Anche questo farebbe pensare a qualcosa di strettamente impulsivo ma con caratteristiche di recupero abbastanza lento, come potrebbe essere il ritorno ad un equilibrio di salinità oceanica.
    Differente è invece il ragionamento sull’uscita dallo YD. Quello si che ha connotati impulsivi.
    L’uscita potrebbe esser compatibile con la teoria da te proposta. Tuttavia qui mi mancano elementi e dunque a te mi rivolgo.
    Lo YD è un periodo tutto sommato breve e la prima domanda è se l’errore di misura temporale sui dati inerenti gli eventi da te suggeriti, siano conformi con la tempistica di fine dello YD. Se così fosse si potrebbe ipotizzare che la caduta di meteoriti abbia dato vita a sublimazione di grandi quantità di ghiaccio, liberando così in atmosfera un sacco di vapor acqueo ? Il vapor acqueo è pur sempre un fattore che da corpo all’effetto serra. Potrebbe essere questa una forzante maggiore rispetto agli incendi di una vegetazione comunque forse ridotta a acusa del permanere di condizioni ambientali sfavorevoli a fasi vegetative ?

    Oppure mi son fatto un grosso film ?

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  3. O.T. Solare….
    Ragazzi, notate anche voi ma…
    Si stanno facendo sempre più piccole!!! (Parlo delle macchie)….

    Mentre le regioni magnetiche sono sempre di dimensioni apprezzabili!

    E quella che vediamo adesso sarebbe la faccia più attiva!

    Ciao
    Luca

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  4. @nitopi

    Scusa, a quanto viaggia un meteorite? Secondo te una persona sarebbe così abile a riprendere un corpo che transita a migliaia e migliaia di km/h nell’atmosfera? A me sembra un aereo ripreso al tramonto, quando le scie diventano rosse…e poi, un meteorite, non lascia una scia doppia…

    Dimenticavo di fare i commenti a Michele per l’articolo; teoria davvero molto interessante.

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  5. @giorgio
    ci sono 5 AR sul lato visibile e il SF e’ appena sopra i 100.Poi un dubbio mi sorge,ma la 1275 e’ a latitudine 7 nord come sostiene il NOAA?a me sembra piu bassa,per tanto che provo a fare misurazioni a me risulta sull’equatore o 2.3 a nord a al massimo.

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  6. @Michele: Se “il diavolo è nei dettagli”, sei un buon diavolo..
    Penso che secondo l’ipotesi dell’Universo Elettrico queste sferule può essere riprodotto sperimentalmente

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  7. @Luke73
    Non lasciarti ingananre dal video. se guardi bene e’ stato montato più volte e poi fanno un sacco di fermo immagine.

    Pero… potresti anche aver ragione… ma che fumo spesso!!!

    Mi ricordava il rientro dello shuttle… quello che si e’ disintegrato… Anche li ce ne e’ voluto, del tempo prima che finisse….
    http://www.youtube.com/watch?v=JmWbV_YkQT0&feature=related
    Però i “fumi” di coda sono decisamente differenti…

    Mah

    Ciao
    Luca

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  8. @giorgio

    Spesse volte mi sono venuti dubbi sulle reali coordinate delle macchie solari. In effetti, guardando la macchia in questione, sembrerebbe proprio sull’equatore solare, quasi a scendere nell’emisfero sud. Boh!

      (Quote)  (Reply)

  9. Zambo :

    Nell’immagine di cui il link sopra, si possono notare misurazioni inerenti a vari parametri. Tra questi c’è il Berillo 10. Come si vede non ha avuto picchi questo isotopo e dunque mi verrebbe da dubitare di interventi esterni determinati da raggi cosmici o comunque protoni ad alta energia.

    In questa ricerca , nei carotaggi di ghiaccio , risultano picchi !

    ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/climate_forcing/solar_variability/gisp2_10be.txt

    Beryllium 10 concentrations in the
    Greenland Ice Sheet Project 2 ice core from 3-40 ka. Journal of Geophysical
    Research 102:26699-26706.

    Vedi questo grafico
    http://img257.imageshack.us/img257/9056/graficon1bis.jpg
    Osserva la curva di colore celeste

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  10. @nitopi
    L’ho visto oggi al telegiornale e a una definizione migliore. Non sembrav un aereo m piu’ che un meteorite penserei a qualche vecchio satellite o rottame di vecchie missioni spaziali…

      (Quote)  (Reply)

  11. @Luke73
    sai come vanno certe cose…non e’ la prima volta che mi capita di leggere delle coordinate che non mi tornano.Sempre ovviamente piu’ a nord di quello che mi risulta.

      (Quote)  (Reply)

  12. Michele :

    Zambo :
    Nell’immagine di cui il link sopra, si possono notare misurazioni inerenti a vari parametri. Tra questi c’è il Berillo 10. Come si vede non ha avuto picchi questo isotopo e dunque mi verrebbe da dubitare di interventi esterni determinati da raggi cosmici o comunque protoni ad alta energia.

    In questa ricerca , nei carotaggi di ghiaccio , risultano picchi !
    ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/climate_forcing/solar_variability/gisp2_10be.txt
    Beryllium 10 concentrations in the
    Greenland Ice Sheet Project 2 ice core from 3-40 ka. Journal of Geophysical
    Research 102:26699-26706.
    Vedi questo grafico
    http://img257.imageshack.us/img257/9056/graficon1bis.jpg
    Osserva la curva di colore celeste

    Ciao Michele,
    ti ringrazio per i dati. Sono davveroi interessanti.
    Su questi avrei un paio di dubbi. Il primo è che, prendendo la concentrazione di berillo 10 prima e dopo lo YD, si nota come questo, proprio nello YD, di fatto aumenti si la concentrazione, ma di fatto non supera il raddoppio. Non conosco l’efficienza dei raggi cosmici/ protoni ad alta energia nella produzione di questo isotopo (ci guarderò), ma mi aspetteri un rate grossomodo doppio rispetto all’attuale. Ciòè non mi pare associabile ad un evento, passami il termine, sufficientemente catastrofico da far cambiare drasticamente il clima. Che ne dici ?
    Inoltre, come ben si nota dal grafico da te indicato, il picco del berillo lo si è avuto almeno 500 anni dopo l’inizio del crollo termico (inizio YD). Non so…Mi sarei aspettato, fosse questo stato il trigger, di vederlo un po’ prima o contemporaneo . Intreressante è anche notare come il minimo termico dello YD lo si è avuto proprio all’inizio periodo.
    Vedo anche il discorso della polvere vulcanica, che potrebbe dar ragione dei metalli pesanti quali l’iridio.

    Ma Michele, secondo te quanto da me scritto (anche nel precedente post) è campato per aria ? Sono curioso di avere il tuo parere, di certo ben più autorevole del mio (io son solo curioso), proprio per le analisi e gli studi di documenti sull’argomento da te fatti.

      (Quote)  (Reply)

  13. quindi secondo una logica, la stella è nel suo max, e visto che l altro emisfero è mezzo spento dovremmo avere un collasso magnetico della stella giusto?

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