Archivi giornalieri: 29 Agosto 2011

IL FUOCO DI FINE ESTATE (Prima Parte)

Un saluto a voi, popolo di NIA. Come avrete potuto constatare sulla vostra povera pelle, la mia previsione di fine luglio, si è rivelata completamente errata. Ovviamente si è trattato per me di un dispiacere, non tanto per aver sbagliato la previsione, quanto per la mia e per le vostre condizioni psicofisiche naturalmente turbate da questo feroce caldo africano che si è impossessato dell’intero Mediterraneo. Questo terribile fenomeno naturale ha contribuito poi ad aumentare l’instabilità mentale di coloro che deviati a livello psicofisico lo sono già di partenza, portando questi poveretti a sfogare tutte le loro repressioni e le loro turbe mentali nell’articolo pubblicato qui su NIA. E si perché questi poveri squilibrati, anziché rivolgersi agli appositi servizi sociali, hanno scelto giustamente di intervenire nel precedente post incolpando la mia persona del caldo atroce che in questi giorno hanno dovuto sopportare. In fin dei conti non gli si può dare neanche torto perché, facendo il gioco della proporzione aritmetica, se il Reading in quest’estate non ha mai beccato una previsione oltre i quattro giorni, il “meteorologo” Riccardo non può toppare una previsione dal lag temporale di un mese. Alla fine li ringrazio perché mi hanno strappato qualche risata, anche se non è poi giusto ridere di quelli che stanno peggio di noi.
Fatta la mia solita introduzione, procediamo cercando di capire realmente cosa è andato storto nei giorni scorsi. Premetto da subito che, tornando indietro nel tempo sulla base dei dati e delle carte allora a disposizione, arriverei alla medesima previsione. E si perchè tutti gli indizi portavano ad un agosto non eccessivamente caldo e dal finale maggiormente movimentato e fresco. Tutti quelli che hanno una minima conoscenza della materia, hanno sfornato una previsione simile, che voleva l’estate in chiusura in anticipo rispetto alla normalità. Qualcosa però è andato storto, e a mio avviso anche in maniera inspiegabile. Vediamo cosa.
Premetto che avrei potuto scrivere questo articolo qualche giorno fa, ma aspettavo delle conferme che potevo avere solo con l’uscita del bollettino NOAA riguardo all’andamento dell’ITCZ nella seconda decade di agosto. A dir la verità ero certo che le carte avrebbero decretato un incremento dell’indice nella porzione centro-occidentale dell’africa ed un profilo basso nella sua parte orientale, ma aspettavo detta conferma perché purtroppo il coraggio non è il mio forte:

Dalla carta si può intravedere il deciso impennamento che ha appunto subito il fronte di convergenza intertropicale nella sua porzione occidentale, a discapito di quella orientale. E proprio su questo fatto risiedono le mie perplessità, perché tutto mi sarei aspettato fuorchè un simile andamento. Vi faccio capire anche il perchè.
L’andamento dell’ITCZ è strettamente correlato allo stato di forma dei due monsoni maggiori, quello west-africano e quello indiano. Nello specifico, la porzione centro-occidentale dell’ITCZ dipende dall’andamento del monsone africano, mentre quella orientale è legata maggiormente alla forza del monsone indiano (anche se per ovvie ragioni geografiche dipende in parte anche dal monsone africano). È poi scientificamente provato che entrambi i monsoni risentono enormemente delle anomalie termiche che si registrano nel pacifico equatoriale (ENSO). Nel dettaglio, in condizioni di NINO (in partcolar modo nelle zone orientali di Nino 3 e Nino 1+2), il monsone africano acquisisce vigore con conseguente shift verso l’alto dell’ITCZ occidentale, mentre il monsone indiano tende a ridimensionarsi con conseguente abbassamento dell’ITCZ orientale. Viceversa, se prevalgono condizioni di NINA, il monsone africano si indebolisce, mentre quello indiano si rafforza.
Ebbene nelle settimane precedenti si è registrata una decisa crescita del monsone africano ed una parallela decrescita del cugino indiano NONOSTANTE le anomalie positive in Nino est si siano decisamente ridimensionate. In altre parole è accaduto l’esatto contrario di quello che ci si aspettava.

Andamento monsone indiano:

Andamento ITCZ orientale:

Andamento ITCZ occidentale:

Da queste immagini si può facilmente constatare come, subito dopo la metà di agosto, il monsone indiano si sia praticamente arenato. Inoltre si può osservare come, alle frenate del monsone indiano, sia sempre seguito un “indebolimento” dell’ITCZ orientale (cerchi rosa). In entrambi i casi tale fenomeno è stato leggermente anticipato da un impennamento dell’ITCZ occidentale (cerchi blu), segno inequivocabile dell’intensificazione del monsone west-africano. Notare che in entrambi i casi in cui si sono incastrate queste situazioni, in Europa si sono verificate le due ondate di calore della stagione estiva 2011. Tuttavia, mentre nel caso precedente di inizio luglio la causa era lampante (aumento delle SSTA positive in NINO est verificatasi nella seconda metà di giugno), in questo caso è difficile rintracciarla, in quanto l’indebolimento del NINO est lasciava presagire tutt’altra situazione. In altre parole, mentre la prima ondata di calore era facilmente prevedibile (vedi primo articolo sull’estate 2011), la seconda non era per niente inquadrabile.

Quadro termico fine luglio:

Quadro termico attuale:

Da queste due belle immagini, invece, può essere facilmente percepito il cambiamento radicale ed “imprevisto” che si è verificato nel mese di agosto. Infatti, se attualmente l’Europa centro occidentale bolle nella fornace Africana (segno di un’ITCZ fortemente elevato nella sua parte occidentale), la Russia ed il continente asiatico in generale stanno vivendo una fase estremamente fresca, beneficiando dell’ “arresto” del monsone indiano. Viceversa a fine luglio, causa un monsone indiano in forma smagliante e quello africano in panne, erano la Russia e parte dell’Asia a sudare.
In concomitanza di questi fattori se ne sono poi verificati anche altri:

Situazione SSTA metà agosto:

La grossa anomalia negativa presente in prossimità del Regno Unito e che ha contribuito ad avere un luglio così fresco sull’Europa occidentale (cerchio arancione), si è andata ridimensionando fortemente nel mese in corso. Al contrario, l’anomalia negativa presente al largo dell’Africa nord-occidentale (cerchio bianco) non è stata minimamente scalfita. Quest’ultima, in concomitanza di un VP inspiegabilmente debole (o meglio inesistente), ha contribuito ad avere prevalentemente condizioni di NAO -. In altre parole, la falla iberico marocchina ha avuto modo di creare enormi disagi a noi italici (disagi che sarebbero comunque stati in gran parte evitati nel caso in cui il monsone africano fosse rimasto bello quieto) . Infine si può notare come le anomalie positive nell’atlantico nord tropicale (cerchio nero), non si siano affatto ridimensionate nonostante il rapido sfaldamento del “NINO est”. Ciò, insieme alla presenza di acque più fresce nell’atlantico sud tropicale, ha fatto si che si istaurasse un gradiente positivo tra le SSTA in NTA (cerchio nero) e quelle in STA (ho dimenticato il cerchio) favorendo la forte risalita dell’ITCZ nella sua porzione centro-occidentale.
Alla fine di tutto questo minestrone, ribadisco come il veloce passaggio in condizioni di NINA anche nelle zone orientali del pacifico, lasciava presagire un finale della stagione estiva completamente diverso. Ad eccezione dei pagliacci travestiti da sciamani che, pur non capendo un bel niente di meteorologia e dei meccanismi atmosferici e che, pur non avendo azzeccato una briciola di previsione per l’intero 2011, ora vanno dicendo che tale situazione era facilmente prevedibile (nonostante fossero in precedenza d’accordo con la previsione di un finale fresco), tutti quelli che hanno almeno un minimo di senno in materia avevano previsto un finale di stagione completamente diverso.
Per ciò che concerne l’evoluzione futura, nei prossimi giorni ci attende un’attenuazione del caldo africano. Gli scenari, almeno a livello equatoriale-tropicale, sono destinati a mutare rapidamente. Infatti, alla nuova ripresa del monsone indiano (come testimonia il diagramma precedente) corrisponderà un indebolimento del monsone west africano. Quest’ultimo infatti, a causa della stagione estiva oramai agli sgoccioli ed ancor più dal rapido raffreddamento del pacifico orientale, potrebbe essere duramente bastonato dalla rapida e consistente intensificazione degli alisei di nord-est a cui seguirà la formazione di importanti anomalie negative nell’atlantico nord tropicale (NTA). Si potrebbe dunque assistere ad un vero e proprio collasso dell’ITCZ occidentale. Inizialmente potremmo non beneficiare appieno di tale situazione favorevole per via della persistenza della falla barica a sud-oves del Portogallo. Tuttavia, proprio la futura ritirata dell’hp africano nonostante la presenza di detta falla barica atlantica, sarà la testimonianza perfetta del forte arretramento dell’ITCZ. In seguito, il riassorbimento della falla atlantica (ammesso che avvenga), in concomitanza del rapido arretramento del monsone africano, potrebbe spalancare le porte alla stagione fresca. Risulta da chiarire tuttavia la posizione dell’hp delle azzorre, che dipenderà molto dalla latitudine assunta dal flusso zonale in pieno atlantico.
Tuttavia, onde evitare la pubblica gogna, o peggio ancora l’esecuzione al rogo, preferisco non spingermi troppo a lungo e lasciarvi così il beneficio del dubbio.

Riccardo