MISURE LOCALI DI RADIAZIONE SOLARE: A Urbino il 2011 si rivela come l’anno più “soleggiato” del nuovo secolo.

Saluti a tutti gli amici di NIA, è la prima volta che intervengo su questo forum, che peraltro frequento da molto tempo. Pertanto ritengo doveroso presentare me e l’Osservatorio Meteorologico in cui svolgo parte della mia attività lavorativa.

Mi chiamo Silvio Cecchini, ho 48 anni, sono un funzionario tecnico informatico dell’Università degli studi “Carlo Bo” di Urbino e svolgo oltre al ruolo di responsabile della sicurezza informatica dell’Ateneo, anche il ruolo di referente tecnico-informatico dell’Osservatorio Meteorologico “Alessandro Serpieri”.

L’Osservatorio ha una lunga storia, nasce nel 1850, non ha mai cessato l’attività neanche in tempo di guerra. Si e’ spostato di poche decine di metri in distanza e di pochi metri in altitudine nel corso di tutto questo tempo. Urbino non ha industrie, è cresciuta negli anni del maggiore sviluppo edilizio in modo satellitare in quanto i beni architettonici presenti nel centro storico non hanno mai permesso una edificazione massiva nelle vicinanze.

Pertanto l’effetto “isola di calore” non e’ significativo, anzi forse facevano più isola di

calore le stufe a legna e carbone che c’erano ancora 30 anni fa in centro storico.

Nei primi anni 90 è iniziata l’introduzione delle nuove tecnologie digitali, che ad oggi ci portano ad avere una rete di bacino di 6 stazioni professionali, oltre alle webcam meteorologiche.

 

Ma il tesoro più grande dell’Osservatorio è l’adeguamento alle nuove tecnologie senza abbandonare le vecchie metodiche di rilevamento e osservazione.

Abbiamo ancora efficienti ed in funzione quasi tutte le vecchie strumentazioni meccaniche, a parte gli anemometri ed in particolare il povero storico anemometro ad aeroplano che si e’ rotto l’anno scorso e che non riusciamo per il momento a riparare. Al Serpieri c’è ancora la figura dell’osservatore. Mi chiedo in quante realtà ci sia più. Ma, d’altronde, per condurre le doppie misurazioni e’ indispensabile. Chi resetta i termometri a massima e minima, due volte al giorno alle ore previste dal sinottico 365 giorni all’anno? Chi cambia tutte le mattine la striscia di carta che viene bruciata dai raggi del sole che attraversano la sfera dell’eliofanografo? Nel frattempo valuta nuvole, visibilità, neve al suolo ecc.

Stiamo comunque cominciando ad utilizzare le webcam prevalentemente su nuvole e visibilità, con l’obiettivo di procedere “in doppio” anche su queste rilevazioni.

Altra nota caratteristica, che da alcuni potrebbe essere interpretata come nepotismo, e’ il

 

fatto che il ruolo dell’osservatore è tramandato da 3 generazioni da padre a figlio. Per la credibilità dei dati questo si è dimostrato un valore aggiunto. Le metodiche non sono cambiate, in quanto tramandate da padre a figlio. Io sono un caso particolare, frequento il Serpieri dall’età di 8 anni per la passione innata e per la coincidenza che all’epoca il Direttore dell’Osservatorio era il marito della mia maestra alle scuole elementari.

Finite le presentazioni vengo all’oggetto del contributo.

Il tutto e’ nato a fine aprile 2011, quando mi sono accorto che il mio impianto fotovoltaico sul tetto aveva prodotto molto di più rispetto allo stesso periodo del 2010. Avendo accesso ai dati mi sono procurato l’archivio storico del radiometro del Serpieri, un C110R della Lastem (LSI), dal primo gennaio 2000. Ho cominciato a seguire l’andamento con sempre maggiore curiosità.

Il grafico seguente rappresenta la radiazione solare globale cumulata durante l’anno in MJ/Mq nei vari anni a partire dal 2000.

E’ palese che la radiazione solare che raggiunge il suolo è influenzata primariamente dalla copertura nuvolosa, pertanto dalle condizioni meteorologiche.  Di conseguenza,

condizioni meteorologiche. Di conseguenza, avendo disponibili i dati digitalizzati dell’eliofanografo dal 1953, allo staff del Serpieri è venuto in mente un gioco assurdo e perverso, cioè quello del confronto dei dati dell’eliofanografo con i dati del radiometro, confrontare 2 misure totalmente diverse, una qualitativa (eliofanografo) e una quantitativa (radiometro).

Dopo lo stupore per la grande sovrapponibilità tendenziale tra le due serie di dati nella maggior parte dei periodi esaminati, è arrivata la curiosità per i periodi con maggiore disallineamento. Questi sono attualmente in corso di studio, le cause del disallineamento stanno già trovando motivazioni concrete e saranno oggetto di ulteriori analisi prendendo in considerazione anche altri fattori come la temperatura, le precipitazioni e le medie di provenienza dei venti.

E ciò se NIA ci ospiterà, sarà oggetto di successivi interventi.

 

Silvio Cecchini

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