CHE BELLA SORPRESA……

Un saluto a voi, popolo di NIA.
Chi mi ha imparato a conoscere sa bene che i miei articoli non sono mai destinati ad effettuare una semplice previsione meteorologica, in quanto lo scopo che ogni volta mi prefiggo è quello di spiegarvi dei concetti e dei meccanismi nell’ambito della meteorologia-climatologia. Anche in questo caso quindi, prendendo spunto da una situazione di attualità, tenterò di farvi comprendere alcuni fenomeni di grande importanza nell’ambito della circolazione atmosferica estiva.
Terminata la stagione invernale ed uscito di scena il Vortice Polare Stratosferico, sale in cattedra, nella guida dell’evoluzione meteo europea, la circolazione troposferica tropicale (in realtà proprio la circolazione troposferica equatoriale-tropicale ha una valenza cruciale anche in inverno, ma agisce in maniera del tutto diversa). In questo pezzo cercheremo di capire alcuni dei fenomeni, legati alla circolazione atmosferica nelle regioni tropicali, che influenzano l’intensità del Monsone dell’africa occidentale (WAM). L’intensità del WAM è infatti molto importante in quanto determina l’altezza dell’ITCZ occidentale durante le stagioni calde nell’emisfero boreale e dunque, mediamente, l’influenza dell’anticiclone africano sull’Europa occidentale.
Un analisi completa ed esaustiva mi porterebbe ad eccedere in lunghezza, pertanto do per scontato che voi sappiate cosa sia l’ITCZ, cosa si intenda per alisei (trade wind), come funzioni la circolazione nella cella di Hadley ed altre nozioni base in questo ambito.

Anche nell’Atlantico tropico-equatoriale, come nel Pacifico, ha luogo una particolare circolazione, legata alla circolazione di Hadley, che prende il nome di circolazione di Walker. Al fine di avere un idea di cosa sia la circolazione di Walker, riporto qui di seguito un passo tratto da un mio precedente articolo:

“La circolazione di Walker, è una particolare circolazione connessa alla cella convettiva inerente il Pacifico che, a differenza della cella convettiva di Hadley (vedi Parte I), ha direttrice ovest-est e non nord-sud. All’interno di questa cella, l’aria sale nel ramo occidentale dove sono presenti acque calde (che comprendente l’Indonesia e le Filippine), si sposta in quota verso est e ridiscende sul ramo orientale dove le acque sono molto più fredde (zona prossima alle coste del Perù, Ecuador e Cile settentrionale). Sul ramo ascendente, dove le acque sono molto calde, si sviluppa un’intensa attività convettiva che favorisce lo sviluppo di intense precipitazioni sull’Indonesia (e zone limitrofe) e nord Australia. L’aria discendente sul pacifico orientale risulta invece estremamente secca. In questo caso il fenomeno di subsidenza porta alla formazione di un’alta pressione perenne. Ciò spiega perché le coste pacifiche del Perù, Ecuador e nord Cile nonché le isole Galàpagos sono soggette ad un clima estremamente siccitoso (in queste zone sono presenti estesi deserti costieri, come il deserto Sechura in Perù).

La circolazione si richiude grazie ai venti al suolo che spirano da est verso ovest, che nient’altro sono che gli alisei (trade winds). Proprio gli alisei, spirando sul livello del mare, raschiano la superficie del Pacifico provocando un accumulo delle acque superficiali sui settori più occidentali del pacifico ed innescando fenomeni di upwelling nella porzione centro-orientale del Pacifico stesso. La risalita d’acqua fredda dagli strati profondi verso quelli superficiali raffredda le acque del Pacifico (a partire dal pacifico orientale), mentre l’acqua “accumulata” sui bordi più occidentali del Pacifico (Indonesia) tende a riscaldarsi portando alla formazione di una estesa piscina di acqua calda (West Pacific Warm Pool). Al di sopra di questa piscina calda si genera un intensa attività convettiva, che come sopra detto, favorisce lo sviluppo di un clima eccezionalmente umido nelle zone occidentali del Pacifico (Indonesia, Filippine, Micronesia, Nord-Australia ecc..)”.

 

Come sopra detto, una simile circolazione (ovviamente molto meno intensa) interessa anche l’Atlantico tropo-equatoriale. Nello specifico, sulla porzione occidentale dell’atlantico a latitudini più o meno equatoriali, si manifestano i maggiori fenomeni convettivi con la risalita di aria calda dai bassi strati mentre, sul lato orientale dell’Atlantico (in prossimità delle coste africane), si verificano moti discendenti. Come prima, la cella si chiude grazie ai venti al suolo che spirano da est/nord-est verso ovest (alisei). Detti venti provocano un raschiamento della superficie marina causando fenomeni di upwalling con conseguente formazione di anomalie negative nell’atlantico centro-occidentale tropicale (zona TNA).
È ovvio che in corrispondenza di una circolazione di Walker atlantica particolarmente forte, si riscontra un intensificazione degli alisei da nord-est sul bordo occidentale dell’Africa, con conseguente inibizione del monsone dell’Africa occidentale (WAM).
Ci sono più fattori che influenzano l’andamento delle SSTA nell’atlantico tropicale, ma più di tutti il fenomeno è legato al ciclo ENSO. Infatti, il segnale indotto dal ciclo ENSO nel Pacifico, tende a trasferirsi nel vicino Atlantico con un meccanismo ben preciso: quando si manifestano importanti episodi di Nino, la forte cella di Hadley compresa tra l’Amazzonia ed il nord atlantico tropicale tende ad indebolirsi vistosamente. Detto indebolimento tende ad inibire fortemente i moti ascendenti che caratterizzano l’Amazzonia e l’Atlantico equatoriale occidentale ( coste del nord Brasile), con conseguente indebolimento degli alisei nell’atlantico tropicale e soppressione della correlata circolazione di Walker atlantico. La conseguenza più diretta di tale fenomeno risiede nella cessazione dei fenomeni di upwelling nell’Atlantico nord tropicale, con conseguente diffusione delle anomalie positive, che di solito interessano le zone occidentali dell’ Atlantico (coste nord Brasile, Suriname, Guyana ecc..), nell’intero atlantico centro-orientale. Pertanto, si ritrova una sorta di Nino anche nel cuore dell’Atlantico tropico-equatoriale.

 


La presente immagine ritrae la configurazione delle SSTA nella primavera del 2010, al termine di un importante episodio di Nino nel Pacifico. Notate come anche nell’Atlantico tropico-equatoriale si sia venuta a creare una “situazione tipica di Nino”, con le anomalie positive estese all’intero Atlantico nelle porzioni tropicali / equatoriali.

 

La situazione inversa si presenta quando si riscontrano episodi di Nina nel Pacifico: una forte cella di Hadley nella porzione amazzonica induce un rafforzamento della circolazione di Walker nell’Atlantico, portando alla formazione di estese anomalie negative nell’Atlantico tropicale.
A questo punto, le anomalie negative lungo le coste Africane nonché la sostenuta attività degli alisei di nord est, implicano una riduzione di intensità del monsone dell’Africa occidentale: in queste condizione l’ITCZ occidentale risulta fortemente inibita.

Un indicatore molto significativo al fine di decifrare la situazione sin qui descritta, fa riferimento alle anomale oceaniche nella regione definita West Hemisphere Warm Pool (WHWP). Brevemente, la WHWP è quella regione dell’Atlantico tropicale situata tra le due Americhe, caratterizzata da acque superficiali con temperature superiori a 28,5 C°:


La figura rappresenta la West Hemisphere Warm Pool a fine estate.

 

Difatti, in condizioni di El Nino, l’indebolimento della cella di Hadley amazzonica e la conseguente soppressione degli alisei di nord/est nelle fasce tropicali, provoca un anomalo incremento delle anomalie positive nella WHWP. Ecco allora che, dopo un forte episodio di Nino in inverno, si riscontra un anomala estensione della WHWP già in primavera, anomalia che poi tende a protrarsi per l’intera stagione estiva a venire.
La situazione inversa tende invece a riscontrarsi dopo importanti episodi di Nina.
Come già evidenziato, poiché i due fenomeni (estensione della WHWP ed anomalie termiche in zona TNA) sono figli della medesima causa, tendono a verificarsi in accordo tra loro:

• di seguito ad un episodio di Nina la WHWP si presenta insolitamente ristretta ed al contempo l’atlantico tropicale orientale (coste Africa occidentale) tende ad essere interessato da anomalie negative, con conseguente indebolimento del monsone africano. In questo contesto, l’ITCZ occidentale anormalmente basso e l’estate Europea si presenta tendenzialmente fresca;

• al contrario, dopo episodi forti del Nino, la WHWP risulta molto più estesa e l’atlantico nord tropicale nei settori occidentali è interessato da estese anomalie positive. In tale situazione l’ITCZ occidentale è mediamente più alto e l’Europa tende a subire maggiormente l’ingerenza dell’anticiclone africano.

Per farvi un idea dell’importanza della circolazione tropo-equatoriale sin qui descritta sull’andamento delle estati Europee, riporto qui di seguito un tabella che riporta i valori della WHWP nel decennio che va dal 1970 al 1979:


Tabella riassuntiva dell’andamento della WHWP negli anno 70’. I valori negativi indicano una WHWP anormalmente contratta, mentre i valori positivi si hanno in presenza di una WHWP più estesa del normale.

Notate come, salvo il solo 1973 (l’unico ad essere interessato da un forte episodio di Nino negli anni 70), tutti i restanti anni hanno visto una West Hemispheric Warm Pool fortemente ridotta, con contemporanea permanenza di anomalie negative sul resto dell’Atlantico nord tropicale (TNA). È poi noto a tutti come in quel decennio si sia verificata una brusca frenata dell’attività del monsone dell’Africa occidentale, cosa che ha provocato una terribile siccità nelle regioni dell’Africa occidentale causando la morte di milioni di persone. Allo stesso tempo, le estati in Europa sono risultate incredibilmente fresche per l’intero decennio.
Per completezza e per consentirvi di fare un raffronto, riporto di seguito i valori caratterizzanti la WHWP nel ventennio che va dal 1990 al 2010:

Notate come, nell’ultimo 20-ennio, salvo il solo 1996, in tutti gli altri non si riuscì mai a ad avere una WHWP negativa per tutta la stagione primaverile-estiva (mentre negli anni 70, nove anni su dieci hanno registrato valori negativi per tutto l’anno!!!). Tra l’altro, come potrete notare, gli unici anni che hanno fatto registrare valori bassi dell’indice, sono quelli che hanno visto le estati meno calde: 1996, 2000, 2002 ecc..
Bisogna tuttavia precisare che il legame ENSO-NTA-WHWP non è risultato infallibile negli anni (soprattutto nell’ultimo 20-ennio il fenomeno ha acquisito un carattere più aleatorio) e che il trasferimento del segnale dal Pacifico all’Atlantico non è così immediato (c’è chi ipotizza che il ritardo di tale trasferimento si aggiri intorno ai 4 mesi).

Per concludere, diamo uno sguardo alla situazione attuale. Riporto di seguito la carta che ritrae la situazione a livello di SSTA al giorno 25 aprile 2012:

Notate come, l’Atlantico centro occidentale tropicale (cerchio nero) sia interessato da estese anomalie negative ed al contempo la WHWP risulti abbastanza ristretta (cerchio rosso). Infine potrete osservare come le uniche anomalie positive si riscontrino sull’Equatore lungo le coste del Brasile e del Suriname (cerchio arancione). Tutto ciò è sintomo di una circolazione di Walker nell’Atlantico abbastanza sostenuta (la freccia rossa rappresenta l’azione degli alisei), con conseguente inibizione del monsone africano (WAM). Pertanto ci dovremmo attendere, almeno nella presente stagione primaverile e forse anche nella primissima fase della prossima stagione estiva, un ITCZ occidentale basso, a tratti molto basso.

AGGIUNZIONE

Dopo aver notato che il maggiore interesse si sia riversato più sulla previsione per il prosieguo della stagione che sugli argomenti a sfondo didattico , riporto di seguito la parte finale originale del pezzo che avevo deciso di cancellare vista la mia scelta di dare meno spazio alla previsione meteo.

“In base a quanto visto sinora è lecito attendersi, per il prossimo periodo, un ITCZ nelle porzioni centro occidentali del continente Africano molto basso”. Questo fattore da solo non scongiura l’assenza di rimonte africane sull’Europa occidentale, ma sicuramente gioca a favore di una prosecuzione della stagione primaverile senza eccessi termici positivi di rilievo (soprattutto al centro-nord).
Inoltre, guardando la situazione nel resto dell’Atlantico appare lampante quella grossa anomalia positiva che staziona al centro dell’oceano. Anche se non sono le isolate anomalie oceaniche a guidare i movimenti atmosferici, è certo che la sua presenza potrà garantire la presenza di geopotenziali non eccessivamente bassi in pieno Atlantico. Contemporaneamente, l’approfondimento di una grossa anomalia negativa lungo le coste dell’Europa centro settentrionale, potrebbe favorire la formazione di una o più discese fredde sull’Europa centro meridionale, con l’Italia che potrebbe essere coinvolta anche in maniera pesante.
 

La carta ritrae la situazione attuale delle SSTA. Il cerchio rosso individua l’anomalia positiva al centro dell’Atlantico, mentre il cerchio viola evidenzia l’area dell’Europa centro settentrionale in cui è in via di formazione una pesante anomalia negativa. Infine la freccia nera sintetizza la direttrice dei possibili affondi freddi.
 
Non volendo creare inutili speranze e dunque la disperazione di alcuni, voglio sottolineare che ad oggi la strada più probabile è quella tracciata dai modelli. Mi limito solo ad osservare che l’evoluzione non è così scontata come in molti vogliono far credere in quanto, la formazione di alcune anomalie oceaniche in pieno Atlantico, insieme alla presenza di un ITCZ occidentale molto basso per il periodo, potrebbero anche favorire un mese di maggio del tutto diverso da quello che ad oggi sembra scritto,

Riccardo

25 pensieri su “CHE BELLA SORPRESA……

  1. Grandissimo Riccardo!! Complimenti davvero!!
    Articolo da salvare e da studiare per chi vuol capire come avvengono alcune tra le più importanti circolazioni oceaniche.
    Adesso capisco da cosa deriva la variabilità dell’ITCZ. Queste probabilmente sono le dinamiche più importanti della circolazione generale, per capire poi come sarà indirizzato e condizionato il tempo anche nel nostro Mediterraneo. 🙂

    Chapeau

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  2. Complimenti davvero per la semplicità e la lucidità con cui hai spiegato queste cose finora a me abbastanza oscure ma indispensabili per capire il perchè di un certo tipo di circolazione atmosferica.
    Ma allora, un’estate fresca da noi, significa sempre siccità nel sahel?
    Questa cosa mi deprime un po’.

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  3. Ottimo articolo come sempre, tradotto in parole povere diffcilmente avremo forti ondate di calore durature con itcz basso nel settore ovest ma la siccità al Sud potrebbe essere una cosa certa per i prossimi 3 mesi che ne pensi?

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  4. Ottimo articolo,chiaro e ricco di nozioni. Leggendo l’articolo, mi sembra di capire che forse da metà estate in poi ci possiamo attendere anche qualche botta “dell’africano”.. pensi che forse farà come lo scorso anno che si presenta con un po di ritardo e ci tiene compagnia sino ad ottobre?

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  5. sbergonz :
    Complimenti davvero per la semplicità e la lucidità con cui hai spiegato queste cose finora a me abbastanza oscure ma indispensabili per capire il perchè di un certo tipo di circolazione atmosferica.
    Ma allora, un’estate fresca da noi, significa sempre siccità nel sahel?
    Questa cosa mi deprime un po’.

    Ringrazio Riccardo, per la chiarezza, anche se per chi non mastica proprio nulla come me, devo comunque leggere col vocabolario in mano.
    Ma ciò che mi ha particolarmente colpito sono:
    – per capire la meteorologia/climatologia si deve guardare lontano, geograficamente parlando. Il ns. orticello interessa davvero soltanto a noi.
    – il dato sulla siccità mi ha profondamente colpito e ti chiedo: è possibile- in linea di massima – prevedere le zone che fra alcuni mesi saranno colpite dalla siccità? E se affermativo, con tutto quello che la FAO, l’ONU ecc stanziano, perchè non prevedere in anticipo degli interventi logistici in quei paesi interessati?

    Grazie.

    David

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  6. bene, quindi nn dovremmo avere il cammello almeno nelle prime fasi dell’estate e in quest’ultima parte della primavera!!!

    PS. Complimenti riccardo per l’ottimo pezzo!!!!!

    Simon

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  7. Attenzione, Riccardo non ha (credo volutamente) tratto conclusioni esplicite circa l’andamento della prossima estate. Si è invece limitato a concludere che è assai probabile osserveremo un ITCZ sottomedia ancora per un po.
    Questo però, da solo, non offre garanzie di un’estate necessariamente fresca: le anomalie negative lungo le coste del Marocco e fino alla Spagna sono un invito per le depressioni atlantiche. Questo genera (l’abbiamo visto nei giorni scorsi) una risposta calda stabilizzante sul Mediterraneo e sull’Italia, sebbene di intensità moderata, probabilmente proprio a causa dell’ITCZ basso.
    Ergo, il carattere dell’estate non è ancora definito con certezza: al momento potremmo attenderci una stagione a tratti moderatamente calda, a tratti fresca. Insomma, niente di che.

    Ma tutto ciò dipende dal mantenimento di questo equilibrio (ITCZ bassa, anomalie negative tra Marocco e Spagna): qualora questo equilibrio venisse meno, in un senso o nell’altro, le cose cambierebbero.

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  8. FabioDue :

    Attenzione, Riccardo non ha (credo volutamente) tratto conclusioni esplicite circa l’andamento della prossima estate. Si è invece limitato a concludere che è assai probabile osserveremo un ITCZ sottomedia ancora per un po.
    Questo però, da solo, non offre garanzie di un’estate necessariamente fresca: le anomalie negative lungo le coste del Marocco e fino alla Spagna sono un invito per le depressioni atlantiche. Questo genera (l’abbiamo visto nei giorni scorsi) una risposta calda stabilizzante sul Mediterraneo e sull’Italia, sebbene di intensità moderata, probabilmente proprio a causa dell’ITCZ basso.
    Ergo, il carattere dell’estate non è ancora definito con certezza: al momento potremmo attenderci una stagione a tratti moderatamente calda, a tratti fresca. Insomma, niente di che.

    Ma tutto ciò dipende dal mantenimento di questo equilibrio (ITCZ bassa, anomalie negative tra Marocco e Spagna): qualora questo equilibrio venisse meno, in un senso o nell’altro, le cose cambierebbero.

    Beh certo Fabio, è giusto quello che rimarchi…io mi attendo una prima parte dell’estate senza grandi scossoni caldi, poi a luglio una gran botta…non come quella del 2007, ma cmq un 2 settimane di cammello nn ce lo toglie nessuno…

    Simon

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  9. Anche MTG parla, non a caso credo, testualmente di “alternanza tra instabilità ed Anticiclone Africano” nel lungo termine, con il Sud più coinvolto dall’anticiclone ed il Nord maggiormente interessato dall’instabilità.
    Appunto, la situazione “via di mezzo” che ho citato poc’anzi e che, come dicevo, è frutto di un equilibrio stabilitosi da poco e un po all’improvviso e che, in modo altrettanto improvviso, potrebbe cambiare nelle prossime settimane, specie con l’avvento progressivo del Nino.

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  10. @ice2020
    Mah, può darsi, due settimane di anticiclone africano ci stanno in quasi tutte le estati, perlomeno negli ultimi 20 anni.
    Tuttavia, è probabile che, stante il ragionamento di Riccardo, l’ITCZ basso e le anomalie negative siano ben correlati e il cambiamento dell’uno influenzi anche l’altro.
    Una specie di gioco a somma zero, in sostanza, che si protrarrebbe per tutta l’estate.

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  11. speriamo in un’estate non troppo calda…e soprattutto che non si prolunghi fino alla fine di ottobre come quella scorsa…può essere che quest’anno sia diverso proprio perchè è piovuto pochissimo…spero di nn sbagliarmi…

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  12. Come al solito Fabio si distingue per la sua perspicacia….penso che volutamente da qui alla fine dell’estate mi esimerò dal pronunciarmi circa l’andamento meteo sul nostro paese, visto che in ballo c’è molto più che una semplice previsione meteorologica….purtroppo ci sono persone che rischiano un collasso cardio-circolatorio quando sentono parlare di anticiclone africano, perdendo del tutto la lucidità necessaria per costruire un discorso logico e soprattutto costruttivo….quindi di qui in avanti cercherò di ridurre gli interventi nella sezione meteo ed i miei eventuali articoli saranno ancor più finalizzati a scopi didattici….

    per tentare di rispondere nel complesso alle vostre domande, è scontato che ci siano una moltitudine di fattori in grado di influenzare l’andamento climatico in Europa durante i mesi caldi, ma senz’altro la posizione della linea di confluenza degli aliesei gioca un ruolo molto importante (soprattutto facendo un discorso di trend)….quando l’ITCZ si trova più in alto del normale (PER LUNGO TEMPO), l’intera cella di Hadley si trova traslata verso nord e din conseguenza, IN LINEA DI MASSIMA, l’influenza degli anticicloni subtropicali (quello libico nel nostro caso) tende ad essere più accentuata alle medie latitudini….
    il problema è che la posizione della linea equatoriale in estate tende ad essere molto influenzata dall’attività monsonica in alcune regioni chiave, attività monsonica che a sua volta è influenzata da alcuni meccanismi atmosferici chiave nella fascia tropicale (alcuni dei quali visti nell’articolo)….
    ad esempio, forti episodi di NINA tendono a produrre un monsone indiano fortissimo,con conseguente trslazione verso nord dell’intera ITCZ che va dall’africa centro orientale sino all’Asia, apportando una ridistribuzione delle carte…..

    ripeto, anche se l’ITCZ non è un indice predittivo molto forte al fine di fare una previsione a medio-lungo termine, è legata ad un fenomeno chiave in grado di apportare cambiamenti climatici a lungo termine (decenni) significativi sulle zone interessate (fermo restando che una singola estate caratterizzata per intero da un ITCZ mediamente basso ha molte più probabilità di risultare più fresca di un’altra interessata mediamente dall’indice costantemente più alto)…….

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  13. Per chi mi chiedeva lumi circa l’evoluzione estiva, faccio un paio di considerazioni (che si aggiungono a quelle dell’altro commento):
    1) le anomalie oceaniche tendono a variare con grande rapidità….considerando poi che andiamo incontro ad una fase di accentuazione delle anomalie positive in zona Nino est, la circolazione tropicale nell’atlantico potrebbe essere stravolta nel giro di pochissimo tempo ritrovandoci nel giro di qualche giorno con anomalie positive in zona TNA e con una WHWP particolarmente estesa…..ciò provocherebbe un impennata dell’ITCZ occidentale…..l’ITCZ centro orientale dovrebbe risultare invece meno schizofrenico, con andamento più costante sempre intorno alla media…..
    2) molta importanza hanno anche le anomalie nel resto dell’Atlantico (come ricordava lo stesso Fabio)…..a questo proposito la situazione è in continuo divenire e sto monitorando la possibilità che si instauri una configurazione particolarmente favorevole.

    nel complesso comunque la situazione è favorevole e lascia ben sperare nel medio-lungo termine (forse anche primi di giugno)….
    a tal proposito, nell’ultima decade di aprile l’ITCZ occidentale è risultato bassissimo (anche se il bollettino non è ancora uscito e quindi trattasi di una mia considerazione)……

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  14. Zambo :Nel mio piccolo, coi pochi dati a mia diretta disposizione, mi son permesso una riflessione sulle estati dal 2002 al 2011, comparando le varie ondate di caldo.Per chi volesse leggere:
    http://www.astroara.org/meteo/report/pdf/Onda_Calore_Agosto_2011.pdf

    Secondo me è uno studio che si potrà rivelare interessante, se riutilizzato per classificare le onde di calore future, ad integrazione degli andamenti di temperatura.
    In sostanza ci suggerirà, guardando alle nostre spalle, quale sarà l’andamento del clima dal punto di vista della stagione estiva.
    Riguardo le stagioni scelte, io avrei depennato il 2003 dall’elenco, a mio avviso è un classico “outlier” in termini statistici. Eventualmente potresti ampliare la serie fino al 2000.

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  15. Riccardo :Per chi mi chiedeva lumi circa l’evoluzione estiva, faccio un paio di considerazioni (che si aggiungono a quelle dell’altro commento):1) le anomalie oceaniche tendono a variare con grande rapidità….considerando poi che andiamo incontro ad una fase di accentuazione delle anomalie positive in zona Nino est, la circolazione tropicale nell’atlantico potrebbe essere stravolta nel giro di pochissimo tempo ritrovandoci nel giro di qualche giorno con anomalie positive in zona TNA e con una WHWP particolarmente estesa…..ciò provocherebbe un impennata dell’ITCZ occidentale…..l’ITCZ centro orientale dovrebbe risultare invece meno schizofrenico, con andamento più costante sempre intorno alla media…..2) molta importanza hanno anche le anomalie nel resto dell’Atlantico (come ricordava lo stesso Fabio)…..a questo proposito la situazione è in continuo divenire e sto monitorando la possibilità che si instauri una configurazione particolarmente favorevole.
    nel complesso comunque la situazione è favorevole e lascia ben sperare nel medio-lungo termine (forse anche primi di giugno)….a tal proposito, nell’ultima decade di aprile l’ITCZ occidentale è risultato bassissimo (anche se il bollettino non è ancora uscito e quindi trattasi di una mia considerazione)……

    Sicuramente sarà stato molto basso e infatti anche al Sud abbiamo avuto piogge sopra media specie nelle tirreniche.
    Adesso però dall’ultima decade di Aprile fino alla metà di Maggio niente piogge al Sud quindi 1 mese intero siccitoso e neanche dopo si vedono piogge organizzate, quindi temo che la bella Stagione estiva e secca sia iniziata molto in anticipo qui, dato che poi da Giugno a Agosto quasi sicuramente faremo 0 o pochi mm come capita quasi ogni anno nel trimestre estivo nelle nostre zone.

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  16. @Giovanni Micalizzi
    Nelle estati classiche al Sud ed in Sicilia non piove, o quasi, hai perfettamente ragione.
    Ma chi l’ha detto che questa sia un’estate classica? Può esserlo in media, ma con certe oscillazioni.
    Vedremo, come diceva Riccardo, e modestamente ho rimarcato anch’io, è un po prestino per trarre conclusioni nette, la situazione è ancora in evoluzione.

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  17. Da un decennio tranne eccezioni si chiude il trimestre in media secco qui quindi la preoccupazione è dovuta che la norma vede seccume da giugno ad agosto e che scorra anche maggio a secco è un problema!

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