Archivio mensile:Maggio 2012

Indici meteo-climatici del mese di Aprile 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

–           ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +0,059 (indice MEI)

–           PDO (Pacific Decadal Oscillation): -0,66 (da confermare)

–           AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,118

–           QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -17,63

–           QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -0,32

–           MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione

Commento indici Aprile

–           La Nina (ENSO) ad aprile e maggio ha lasciato il posto ad una sostanziale neutralità, nelle zone 3, 3.4 e 4, mentre in zona 1+2 è già in corso da un paio di mesi un mini evento di Nino.una lieve anomalia positiva si sta sviluppando nella porzione orientale dell’Oceano Pacifico equatoriale: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/imagesInd3/nino34Mon.gif

–           La PDO sembra per il momento avvicinarsi alla neutralità, pur restando ancora negativa. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

–           L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

–           La QBO30 è in ulteriore lieve calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa.

–           La QBO50 accenna a risalire verso la neutralità.

In base alle previsioni ENSO NOAA

http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/images3/nino34Mon.gif è ormai avviato un Nino debole nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest pare permanere una sostanziale neutralità, che però, in base alle previsioni, lascerebbe il posto ad un Nino debole nel corso dell’estate. Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da febbraio a maggio le anomalie negative si sono indebolite fino a scomparire, mentre le anomalie positive permangono, sebbene indebolite, a profondità rilevante e concentrate nel settore occidentale dell’Oceano Pacifico.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, la seconda metà di aprile ha visto lo sviluppo di una insidiosa anomalia negativa tra le coste spagnole, portoghesi e marocchine. Questa avrebbe potuto favorire ripetute discese di depressioni atlantiche in zona, incentivando ripetute risposte calde africane sul Mediterraneo e sull’Italia, anche durevoli. Per fortuna, l’anomalia negativa si è dissolta nella prima metà di maggio, lasciando il posto ad una evidente anomalia positiva, la quale al contrario favorirà la persistenza in loco dell’Anticiclone delle Azzorre, lasciano il Mediterraneo e l’Italia a tratti scoperti e più facile preda di depressioni atlantiche. Queste ultime, inoltre, paiono beneficiare delle recenti anomalie negative stabilitesi attorno alle Isole Britanniche e più a nord. In ogni caso, come testimoniano le vicende degli ultimi due mesi, la situazione si sta tuttora evolvendo verso un nuovo assetto delle anomalie di temperatura. Nessuna meraviglia peraltro, siamo proprio in una fase di cambio di segno dell’ENSO, dunque è normale un generale molteplice avvicendamento tra anomalie di segno diverso.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso finora del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, pur dopo qualche oscillazione iniziale ad aprile. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento non lascia presagire né uno scenario favorevole a risalite di aria calda africana, né condizioni tali da consentire ripetute discese di aria fredda nord atlantica.

Desta invece qualche dubbio il comportamento della QBO, sia a 30 che a 50mb; nel primo caso la discesa non sembra essere ancora terminata, mentre nel secondo caso il comportamento dell’indice, in relazione ad andamenti passati lascia per ora aperta la questione della durata della fase negativa, di solito non inferiore a 12 mesi ma occasionalmente molto più breve.

Infine, il Sole ha tentato una ripartenza ad aprile e nella prima metà di maggio, ma finora non coronata da un significativo successo; la numerosità, l’attività delle macchie e gli altri parametri continuano a non essere consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

 

Prospettive meteo-climatiche – maggio e giugno

Il cedimento definitivo della Nina ha contribuito grandemente ad aprire nuovamente alle perturbazioni atlantiche la strada dell’Europa Occidentale e dell’Italia, fin dal mese di aprile, dopo un marzo mite ed asciutto. Maggio sta confermando questa tendenza, senza particolari scossoni di tipo estivo, almeno finora, salvo qualche episodio confinato all’estremo Sud. Anzi, come aprile, ha mostrato a tratti il volto fresco, piovoso e persino nevoso della primavera, sia sulle Alpi che sull’Appennino Centro-Settentrionale.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro altalenante: prima perturbazioni atlantiche e generale instabilità, mentre sull’Europa Settentrionale si afferma un anticiclone di stampo quasi invernale; poi forse nuove discese di aria più fresca, eventualmente intervallate da qualche prefrontale più caldo. Insomma, per ora non si intravvede alcun promontorio anticiclonico, azzorriano o africano, che ci porti un primo assaggio durevole di estate. In questo senso, il decorso stagionale appare peraltro, ad oggi, improntato ad una sostanziale normalità climatica, essendo caratterizzato dal tipico comportamento dinamico della primavera, pur ormai in fase avanzata.

FabioDue

Il Sole lavora con una fusione nucleare amplificata dalla forzatura mareale planetaria ?

Una proposta per un meccanismo fisico basato sulla relazione massa-luminosità, di Nicola Scafetta

 

Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 81–82, 27–40.

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364682612001034

 

Premessa

Nicola mi ha inviato una mail, segnalandomi la pubblicazione di un nuovo suo documento scientifico. Carta nella quale risponde alle principali obiezioni contro la sua teoria che sta portando avanti su l’influenza dei pianeti sul Sole, e del Sole sul clima. In questo nuovo documento propone anche un vero e proprio meccanismo fisico che può spiegare come i pianeti possono influenzare le dinamiche solari. Tra le referenze, al punto tre dei troviamo anche il testo di Raffaele Bendandi, “Un principio fondamentale dell’Universo” 1931.

Nicola mi ha inoltre comunicato in una successiva mail la sua nuova piattaforma (sito web).

http://www.duke.edu/~ns2002/

 “….Sul mio nuovo sito ho aggiunto in fondo una breve sintesi della mia ricerca su questi problemi con alcune figure, che possono aiutare…”

 

Sommario

Numerose evidenze empiriche suggeriscono che le maree planetarie possono influenzare l’attività solare. In particolare, è stato dimostrato che: (1) il ben noto ciclo di Schwabe, delle macchie solari di 11 anni è vincolato tra il sorgente periodo mareale di Giove e Saturno, 9,93 anni, e il periodo orbitale mareale di Giove, 11,86 anni e un modello basato su questi cicli solari è in grado di ricostruire le dinamiche su più scale temporali (Scafetta, in press), (2) una misura degli allineamenti di Venere, la Terra e Giove rivela cicli di 11,07 cicli, che sono ben correlati con il ciclo di 11 anni di Schwabe, ciclo solare, e (3) esiste una ricorrenza ciclica di 11,08 anni nello scatto del vettore solare, che è indotto principalmente da Mercurio e Venere.

Fig. 13. Periodogramma di analisi spettrale della registrazione del numero delle macchie solari e la registrazione della funzione di marea rappresentata in fig. 10. Si noti che i due lati di frequenze a circa 10 anni (Sorgente mareale di Giove/Saturno) e 11,86 anni (Marea di giove) corrispondono perfettamente alle due curve spettrali. La frequenza centrale e di circa 10,9 anni presente nello spettro del numero macchie solari ed è probabilmente generata dalla dinamo solare stessa durante la sincronizzazione delle sue dinamiche alle frequenze planetarie. Si noti che la discrepanza nella ampiezza relativa ai picchi laterali mareali può essere dovuta ad un meccanismo fisico interno che smorza una frequenza rispetto all’altro.

Tuttavia, la fisica classica newtoniana non è riuscita a spiegare il fenomeno. Solo per mezzo di una significativa amplificazione della fusione nucleare da parte dell’energia potenziale gravitazionale mareale dissipata sotto il sole, le maggiori maree planetarie posssono produrre quelle oscillazioni con una magnitudine sufficiente a influenzare i processi della dinamo solare. Qui spieghiamo come un primo fattore di ordine di ingrandimento può essere calcolato approssimativamente mediante un adattamento alla ben conosciuta relazione massa-luminosità per quelle stelle dalla sequenza principale simile al Sole.

http://csep10.phys.utk.edu/astr162/lect/binaries/masslum.html

http://www.cliffsnotes.com/study_guide/MassLuminosity-Relationship.topicArticleId-23583,articleId-23540.html

Il rapporto di massa e luminosità
L’immagine accanto mostra  il logaritmo della luminosità (in unità di luminosità solare) contro il logaritmo della massa (in unità di massa solare). La trama adiacente implica una forte dipendenza della luminosità sulla massa, poiché la massa è elevata alla 3,5. Per esempio, se raddoppiare la massa di una stella della sequenza principale, la luminosità aumenta di un fattore 2 3,5 ~ 11,3. Così, ad esempio per Sirio che è circa due volte più massiccia del Sole è quindi 10 volte più luminosa. Questa relazione, ad esempio, per le nane bianche o stelle giganti non vale. L’osservazione di una correlazione tra massa e luminosità per particolari classi di stelle importanti in materia sistematica suggerisce l’intensità luminosa delle stelle alla loro struttura intrinseca.

Questa strategia produce un fattore di conversione tra la luminosità solare e il potere potenziale gravitazionale associato alla massa persa dalla fusione nucleare: il fattore di amplificazione medio stimato è di A = 4,25 × 10 ^ 6. Usiamo questo fattore di ingrandimento per valutare le teoriche oscillazioni di luminosità che le maree planetarie possono potenzialmente stimolare all’interno del nucleo solare, facendo oscillare il suo tasso di fusione nucleare. Per convertire la potenza relativa a questa energia in unità di irraggiamento solare a 1 UA troviamo che le oscillazioni di marea possono essere in grado di indurre un aumento teorico della oscillante luminosità da 0,05-0,65 W/m2 a 0,25-1,63 W/m2, che è un intervallo compatibile con la totale fluttuazione dell’irradianza solare che il satellite ACRIM ha osservato. In conclusione, il Sole e il suo nucleo nuclearmente attivo, possono funzionare come un grande amplificatore della piccola energia planetaria mareale dissipata in esso. Il segnale amplificato dovrebbe essere sufficientemente energetico da sincronizzare le dinamiche solari con le frequenze planetari e attivare meccanismi di risonanza interna, che poi generano e interferiscono con il ciclo della dinamo solare per modellare la dinamica solare, come spiegato in (Scafetta in press). Una sezione è dedicata a spiegare come le tradizionali obiezioni alla teoria planetaria di variazione solare possono essere confutate.

Fig. 8. Totale stima marea irradianza indotta Ip(1,t), in relazione alla Eq. (33) per Giove,Venere,Terra e Mercurio.

 

Citazioni dalle conclusioni :

“…….. Nella Sezione 3.3 abbiamo proposto una metodologia per calcolare una funzione di amplificazione nucleare (Eq. (32))

 Volevate le formule, eccovi serviti !

🙂

per convertire l’energia potenziale gravitazionale rilasciata nel nucleo dal lavoro mareale nella luminosità solare. La strategia si basa sul fatto che la fusione nucleare all’interno di un nucleo solare viene mantenuta attiva dalle forze gravitazionali che continuamente comprimono il nucleo e molto lentamente rilasciano ulteriore energia gravitazionale, come la fusione dell’idrogeno in elio. Senza lavoro gravitazionale, nessuna attività di fusione potrebbe avvenire sia perché i due fenomeni sono fortemente accoppiati (Carroll e Ostlie, 2007). Così, un semplice fattore di conversione deve esistere tra le rilasciate maree gravitazionali e l’indotta anomalia luminosità solare……..Con la metodologia teorico proposta nella sezione 3.3 abbiamo scoperto che le maree planetarie possono teoricamente indurre oscillazioni nella luminosità che si trovano entro un ordine di grandezza compatibili con le registrazioni della TSI …… Sebbene questi processi dinamici interni non sono affrontati in questo lavoro, le maree planetarie sembrano essere in grado di modulare l’attività solare in modo misurabile ed i nostri risultati sono coerenti con le osservazioni…….Una obiezione al collegamento solare-planetario si basa sul scala temporale di Kelvin-Helmholtz (Mitalas e Sills, 1992; Stix, 2003) che prevede che i tempi di viaggio di un fotone irregolare nel plasma caldo dalla base alla zona convettiva variano tra i 104 e 108 anni. Questo argomento viene utilizzato per affermare che, anche se il nucleo solare è più caldo a causa di un messaggio mareale, la perturbazione luminosità dovrebbe raggiungere la superficie in media dopo centinaia di migliaia di anni. Questo lasso di tempo è molto lungo rispetto alla storica registrazione astronomica, e relativamente piccolo rispetto alle variazioni di luminosità principale che scompaiono durante il lunghissimo trasporto irregolare di fotoni sulla superficie. Questo argomento non è affrontato direttamente nel presente documento perché questo documento si concentra sull’effetto del riscaldamento mareale nel nucleo solare, non su come l’energia possa essere trasportata alla superficie. Preliminari tentativi di risolvere il problema sopra riportato, sono stati già proposti nella letteratura scientifica, in cui si ipotizza che il nucleo solare non è in un equilibrio idrostatico perfetto a causa del riscaldamento mareale. Vedi ad esempio, Grandpierre (1990,1996) che ha proposto che le maree planetarie generano flussi di ampiezza finiti nel nucleo, che inducono una generazione di campo elettrico, che poi produce una sorta di processo di fuga termonucleare locale che si muove fino alle celle convettive degli strati esterni. Termonucleare processi di fuga nei quali l’energia si sposta molto velocemente ad una velocità di diversi chilometri al secondo. Processi ben noti che possono causare esplosioni di supernova. Più di recente, Wolff e Patrone (2010) hanno sostenuto che:  ”un evento profondo nel Sole che colpisce la velocità di combustione nucleare cambia la quantità di energia che va nelle oscillazioni in modalità G.  Alcune informazioni di questa vengono trasportate piuttosto tempestivamente dalla modalità G alla base della zona convettiva del Sole (CE) “. Una volta che questa energia è deposita lì, viene portata in superficie in pochi mesi per convezione extra e dovrebbe aumentare l’attività solare nelle modalità descritte prima nella Sezione 1. Questo trasporto verso l’alto della luminosità da onde è stato anche sostenuto da Wolff e Mayr (2004) per spiegare i flussi di inversione est-ovest rilevati da Howe et al. (2000) e Komm et al. (2003) con scale temporali caratteristiche da uno a tre anni. Infatti, se il tasso di fusione nucleare solare oscilla a causa di un forzatura oscillante mareale planetaria, dovrebbe causare perturbazioni gravitazionali attraverso le onde di galleggiamento che dovrebbe essere sentite dal Sole tutto abbastanza velocemente…….. Infine, abbiamo dimostrato che le maree producono i grandi planetari cicli con periodi pari a 10, 11, 12 e 61 anni, che corrispondono ai cicli osservati nelle registrazioni del numero delle macchie solari e le registrazioni climatiche (Ogurtsov et al, 2002;.. Charvatova’ et al,1988; Komm et al, 2003;. Scafetta, 2010). I cicli con periodi di anni 10, 12 e 61 sono direttamente collegati a Giove e le orbite di Saturno, il ciclo di 11 anni è la media tra i cicli di  10 e 12 anni di Giove-Saturno, ed è anche ben riprodotto dai modelli ricorrenti mareali generati dai rapidi cicli di marea relativi a Mercurio, Venere e la Terra. ……In particolare si nota dalla fig. 12A che le maree combinate di Giove e Saturno implicherebbero un aumento dell’attività solare che infatti si verificato dal 1970-2000 con un picco circa nel 2000 ………I risultati preliminari di questo studio suggeriscono che per una migliore la comprensione dell’attività solare, l’interazione fisica tra il pianeti e il Sole non può essere liquidata, come è stato fatto fino ad ora. La future ricerche dovrebbe affrontare al meglio la natura di questi accoppiamenti, che potrebbero essere utilizzati anche per attività di previsione solare e cambiamenti climatici (Scafetta, 2010, in press).

In effetti, le planetarie dinamiche possono essere rigorosamente previste.

 

Scafetta N., 2012. Multi-scale harmonic model for solar and climate cyclical variation throughout the Holocene based on Jupiter–Saturn tidal frequencies plus the 11-year solar dynamo cycle. Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 80, 296–311.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364682612000648

Scafetta N., 2012. Testing an astronomically based decadal-scale empirical harmonic climate model versus the IPCC (2007) general circulation climate models. Journal of Atmospheric and Solar Terrestrial Physics 80, 124–137.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364682611003385

Scafetta N., 2012. A shared frequency set between the historical mid-latitude aurora records and the global surface temperature. Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 74, 145-163.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364682611002872

Scafetta N., 2010. Empirical evidence for a celestial origin of the climate oscillations and its implications Original Research Article Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 72, 951-970. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364682610001495

Scafetta N., 2009. Empirical analysis of the solar contribution to global mean air surface temperature change Original Research Article Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 71, 1916-1923.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364682609002089

 

Fonte : http://www.duke.edu/~ns2002/pdf/ATP3610.pdf

 

Michele

Terremoto in Emilia Romagna, nuova correlazione solare-geologica + Aggiornamenti in corso

http://www.emsc-csem.org/Earthquake/earthquake.php?id=267440

M 6.1 – NORTHERN ITALY – 2012-05-20 02:03 UTC

 

Aggiornamento delle 23:30

1°) Importante aggiornamento. L’utente pseasky del nostro blog e del forum di nibiru sta portando avanti il lavoro del ricercatore indiano Kolvankar. http://daltonsminima.altervista.org/?p=18814

In breve, la straordinaria relazione lineare fra gli interi eventi sismici registrati nella giornata odierna in emilia-romagna, in orario UTC e angolo SEM+EMD è confermata anche in questa tragica vicenda.  Relazione Sole – Luna ed eventi geologici.


2°) Ho aggiornato il mio lavoro grafico delle correlazioni geologico-astronomiche per l’anno 2012.

Evidente la stretta relazione fra le dinamiche elettromagnetiche/particelle e gli eventi geofisici più significativi.

http://img708.imageshack.us/img708/5080/astronomicalgeologicalc.jpg

Sempre più ricerche dimostrano a chiare lettere che la geologia terrestre è plasmata secondo per secondo da forze elettromagnetiche e gravitazionali.

Aggiornamento ore 16.00

dopo la scossa delle 15.18 (magnitudine 5.1) ci sono stati nuovi crolli a Finale Emilia eventuali aggiornamenti li trovate a questo link del corriere.

http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_20/terremoto-nord-italia-emilia_6da21156-a226-11e1-bfa6-752e370d244b.shtml

nel link trovate anche il video della scossa registrata sul luogo durante un’intervista.

grave un pompiere, per ora le vittime restano 6, speriamo di non ricevere aggiornamenti in merito

Aggiornamento delle ore 13:00

 http://www.meteoweb.eu/2012/05/terremoto-7-morti-accertati-tutti-in-emilia-romagna-evacuati-due-ospedali-domani-scuole-chiuse-in-molti-centri/134744/

“……Terremoto: 7 morti accertati, tutti in Emilia Romagna. Evacuati due ospedali, domani scuole chiuse in molti centri….”

Aggiornamento Ore 11.10

http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_20/terremoto-nord-italia-emilia_6da21156-a226-11e1-bfa6-752e370d244b.shtml

circa 50 i feriti e 6 i Morti ad ora confermati.

danni ingenti nei centri storici delle città vicine, aspettiamo le notizie e speriamo che il numero di vittime non salga.

 

Ore 4, stavo dormendo ed il letto si è mosso con la stessa forza del terremoto in Aquila anni fa…

non so dove sia stato e di quale forza!!!!!

Sono andato nel sito dell’ansa ed è indisponibile come la lista in tempo reale dell’ingv!!!!

Sembrerebbe 5.9 a Dogaro, Modena:

http://hisz.rsoe.hu/alertmap/index2.php

Lavori in progress…

—-

Update di michele delle ore 09:57 del 20/05/2012

In data 18 Aprile avevo realizzato la seguente analisi. In riferimento alle possibili finestre temporali a rischio : http://daltonsminima.altervista.org/?p=20042

3° Configurazione 19-20/05/2012

Entrata in Luna Nuova (21), Proiezione entrata in allineamento (Transito) Sole-Venere-Terra

Nell’articolo avevo scritto, citazione :

Naturalmente le sotto riportate configurazioni planetarie dovranno essere interpretate, valutate ed eventualmente corrette tre o quattro giorni prima, in contemporaneo studio, evoluzione dell’attività solare, che come specificato e riscontrato in questi anni, ricopre il ruolo cardine nella distribuzione delle fasi di carica-scarica energetica del pianeta.

Analiziamo quindi i vari monitor che ripercorrono la vera e propria fase scaldante,

http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=9506&cpage=370#comment-96595

che ha portato a questa giornata movimentata che vede non solo il sisma di M6.1 in Italia, ma anche un evento di M6.0 in Giappone, con tutta la cintura di fuoco che ha iniziato a vibrare al termine della passata giornata.

Fase scaldante prodotta dalla Ch 515 + Ch 516

Indice Ap
Testimone della fase scaldante
2012 05 07 4 0 1 1 2 1 1 1 1
2012 05 08 9 1 2 1 2 2 2 2 4
2012 05 09 24 4 4 3 3 4 3 4 4 
2012 05 10 12 3 3 2 2 2 2 3 4 
2012 05 11 12 4 3 2 2 2 2 2 2 
2012 05 12 10 3 2 2 2 3 2 2 3 
2012 05 13 12 3 3 3 2 2 2 3 3
2012 05 14 6 3 2 1 1 1 1 1 2
2012 05 15 5 2 2 2 1 1 1 0 2
2012 05 16 9 2 2 1 1 2 2 3 4
2012 05 17 6 2 2 2 1 1 1 1 1
2012 05 18 8 3 2 2 2 2 2 2 2
2012 05 19 5 2 2 1 1 1 1 1 1
2012 05 20 24 3 4-1-1-1-1-1-1
Protoni
Doccia di protoni terminata. Termina la fase scaldante delle particelle

Il Trigger

Il Vento solare. La discesa iniziata al termine della passata giornata ha
dato il via al rilascio energetico.

A seguire nuovi aggiornamenti.

Nowcasting del W-E, Giorgio Vs Simon parte terza: la partita è finita in parità!

E’ innegabile cari amici che il nostro sole da metà aprile fino ai giorni nostri ha avuto una parziale ripresa della sua attività.

Sono apparse delle regioni importanti soprattutto dal punto di vista della loro dimensione, anche se queste poi non sono state altrettanto attive dal punto di vista magnetico.

Ed è questa un importante differenza con il picco di attività dello scorso autunno, nonchè ovviamente il valore del solar flux che per quanto visto in aumento proprio in questi ultimi 20 giorni, non è stato comunque paragonabile a quello degli scorsi mesi di ottobre e novembre 2011.

Giorgio ha avuto in parte ragione quindi: il sole grazie alle influenze orbitali ha dato un’accelerata, accelerata che comunque non ha sortito gli effetti che lo stesso baby-fenomeno di NIA aveva previsto, ovvero un secondo picco più pronunciato di quello dello scorso autunno.

In conclusione quindi, la partita tra il sottoscritto ed il caro Giorgio può dirsi finita in sostanziale parità!

Anzi se guardiamo il valore mensile del nia’s conut alla giornata di ieri 18 maggio, stiamo viaggiando con una media abbastanza alta, molto vicina al valore più alto finora raggiunto dal ciclo solare 24, ovvero novembre 2011 che chiuse a 47.9. Non è da escludere che tale valore possa persino essere superato, quindi almeno per il Nia’s count, avere il picco relativo del ciclo 24!

Infine ecco come si presenta il Solar Behind:

almeno altre tre AR stanno per sopraggiungere nella parte visibile del Sole, vedremo quale sarà la loro dimensione e coalescenza.

E per finire un mio personalissimo parere su questo ciclo solare 24, che riprende un tema molto caro a tutti i lettori del NIA: è molto probabile che il sole non riesca ad invertire i suoi poli, mancaormai   poco alla verità!

Stay tuned with NIA!

Simon

Ghiacci Marini Artici – Situazione Aprile 2012

Estensione:

 

 

Anomalia Concentrazione:

 

 

Area:

 

 

Trend Anomalia Estensione:

 

 

Curiosità:

Rispetto a 10 anni fa abbiamo 0.3milioni di kmq di estensione in più e 0.2 in più di area.

Rispetto a 20 anni fa abbiamo la stessa estensione e 0.3 in meno di area.

Rispetto a 30 anni fa abbiamo 0.9milioni di kmq di estensione in meno e 0.1 in meno di area.

 

 

Fabio Nintendo