Archivio mensile:Giugno 2012

Emisfero SUD che sta dettando sempre più legge, sole in fase monopolare! – Update – Cresce attività Ar 1515 con flare & CME –

Update -1- : Ore 19:00 UTC , Ar1515 ( vedi immagine sotto)  in rapida crescita, con flare di Cat.M5.6 e CME associata nel pomeriggio. Probabili altre manifestazioni di categoria M e X.

Update -2- : Ore 20:12 UTC nuovo flare di Categoria M in corso.

Ar1515
Ar1515 - 20:00 UTC 02/07/2012-

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Ormai da qualche mese stiamo assistendo ad un predominio di attività da parte dell’emisfero sud, non che quello nord sia praticamente bloccato, ma ha sicuramente ridotto pian pianino la sua attività.

Credo che nei prossimi mesi questa discrepanza tra i 2 emisferi sia destinata ad aumentare, con quello sud che prenderà sempre più il sopravvento fino alla probabile (ma non certa) mancanza di sunspots in quello settentrionale!

Ed ecco il valore dei campi magnetici dei 2 emisferi, aggiornato all’11 giugno 2012:

2012:06:11_21h:07m:13s -2N 36S -19Avg 20nhz filt: 2Nf 52Sf -25Avgf

La media rimane frema a -25, ricordo che affinchè avvenga l’inversione, questa dovrà arrivare a 0…siamo dunque ancora lontanissimi, e finora come già fatto notare tante altre volte nel corso dei nostri editoriali, ad ogni tentativo di un emisfero di avvicinarsi a 0, c’è il passo dietro dell’emisfero contrapposto.

Di certo sarà molto interessante osservare quello che accadrà nei prossimi 2-3 mesi, tempo di solito sufficiente quando un emisfero (in questo caso quello nord) è in procinto di invertire, mentre l’altro ancora è indietro come appunto nel nostro caso.

Il mese di giugno è giunto alla fine, praticamente chiuderemo ai livelli di maggio sia come valore di SN sia come media mensile del solar flux.

Ed infine come sempre, un’occhiata allo stero behind:

Poca attività anche nella parte non visibile del sole dunque, con sempre l’emisfero sud che sembra farla da padrona rispetto quello nord!

Stay tuned with NIA,

Simon

Allineamenti planetari da Luglio a Settembre 2012 – Update a termine articolo – Sisma M6.3 Cina

In un mio recente capitolo, sulle relazioni esistenti fra le dinamiche astronomiche e le dinamiche geologiche del nostro pianeta, ad inizio anno http://daltonsminima.altervista.org/?p=18759, avevo posto l’accento sulla questione che lo studio di queste delicate e complicate relazioni astronomico-geologiche, non fosse iniziato con la nota figura di Raffaele Bendandi, ma era già stato avviato precedentemente da altre persone. Due delle più conosciute, per chi naviga nel settore sono, Michele Stefano De Rossi, oppure l’austriaco Rudolf Falb (1838-1903). Si veda, ad esempio questa carta ingiallita riportata di seguito.

Studio di possibile relazione fra le fasi lunari e gli eventi sismici, che il De Rossi realizza nel 1873.

Su gentile concessione di Graziano Ferrari,  INGV http://www.youtube.com/watch?v=KslHsZKGaqM, in evidenza a partire dal minuto 0:40

Ricerche e studio di dette fenomenologie, che attualmente proseguono per vie più o meno ufficiali o non, con l’osservatorio di Bendandi http://www.osservatoriobendandi.it/ , il gruppo IEVPC http://www.ievpc.org/index.html, oppure amatorialmente dalla mia persona.

Si veda, ad esempio, questa mia personale analisi, che evidenzia l’innesco di origine solare che ha scatenato il sisma di magnitudo 9 dell’undici marzo 2011, in giappone, http://daltonsminima.altervista.org/?p=14738

Uscita dal lungo minimo solare del ciclo SC23 ed ingresso in questo anomalo ciclo solare SC24.

Novità dell’ultimo mese, nel mio continuo pellegrinare per la rete, ho trovato questa interessante pagina web, http://luna.e-cremona.it/fresa1a.htm. Pagina nella quale si fa riferimento ad un vecchio testo, scritto da un certo Alfonso Fresa ed edito da Hoepli nel 1933, capitolo Maree solide. Sezione nella quale sono riportate interessanti annotazioni circa i possibili collegamenti fra i cicli lunari e le dinamiche geologiche. Riporto per esteso questa sezione.

Sezione Influenze lunari sui terremoti, sulle eruzioni vulcaniche e sul magnetismo terrestre

Da  ” LA  LUNA ”  di Alfonso Fresa – Movimenti, topografia, influenze e culto. Casa Editrice Ulrico Hoepli – Milano, 1933.

Oltre alle maree oceaniche ed a quelle solide (leggeri spostamenti della crosta terrestre), alcuni dotti sono dell’opinione che la Luna debba produrre anche maree sotterranee sul nucleo interno della Terra, supposto liquido. Dall’urto di questa massa contro la crosta terrestre avrebbero origine i terremoti.  Secondo Bainet “la forza di sollevamento della Luna non produrrebbe che pressappoco l’effetto causato dal peso d’uno strato di un terzo di metro di spessore” vale a dire quasi del tutto insignificante.  Poisson (16) ammetteva l’azione lunare e l’esistenza delle maree sotterranee. Il Perrey cercò di trovare una relazione tra la frequenza dei terremoti e le posizioni della Luna.  Infatti prendendo in esame 47790 scosse riscontrò che queste presentano un massimo al perigeo ed un minimo all’apogeo, con due massimi nelle sigizie (novilunio e plenilunio) e due minimi nelle quadrature (primo ed ultimo quarto) (17). Dalle ricerche dello Schmidt risulta un massimo di terremoti all’epoca del novilunio ed un altro massimo due girni dopo il primo quarto, mentre si ha una diminuzione di frequenza all’epoca del plenilunio con una minima nel giorno dell’ultimo quarto (18). Il De Rossi invece trova che la maggior parte dei casi sembra non avere nessuna corrispondenza con alcuna fase, quantunque parecchi di essi si siano verificati durante le sigizie. E manifesta l’opinione che le fasi lunari possono influire solo favorevolmente, ma non provocare il fenomeno, dovuto ad altre cause. Il Perret (19) invece è del parere che il massimo dei terremoti si verifica nelle quadrature e specialmente quando queste coincidono  con la Luna apogea e con minima declinazione solare; in tal caso l’abbandono delle masse terrestri, per la diminuita attrazione, darebbero luogo ad un aumento di pressioni laterali e di squilibri negli strati della Terra. Su queste probabili influenze l’Oldham è del parere che l’attrazione della Luna sugli strati terrestri potrebbe anticipare o addirittura provocare una rottura di equilibrio nelle rocce, i cui strati sotto la pressione dovuta alla contrazione della Terra si trovano continuamente in un equilibrio instabile che tende a divenire stabile da un momento all’altro. Questa ipotesi, asserisce l’Alfano, non manca di probabilità. Anche il compianto Grablovitz (20) asserendo che la Luna oltre alle periodiche maree oceaniche produce anche nella crosta terrestre  dei periodici movimenti, afferma che quando questa in alcuni punti non ha più mobilità e resistenza sufficiente a subire questi sforzi periodici si rompe dando luogo ad una scossa di terremoto che coinciderà con alcune speciali posizioni della Luna e del Sole. Recentemente il Brown, trattando nella teoria della Luna gli spostamenti di massa nell’interno della Terra, trova una corrispondenza fra il diagramma delle piccole deviazioni lunari e quello che dà la frequenza dei terremoti nell’Inghilterra, dal 1750 ai giorni nostri. Da tutte queste considerazioni apparentemente in contrasto tra loro l’Alfano opportunamente conclude: ” Probabilmente una relazione fra posizione della Luna, marea e scosse consisterebbe in questo che l’aumento o la diminuzione di carico durante l’alta o la bassa marea può provocare o anticipare una rottura d’equilibrio nelle rocce terrestri ” (pag.267). Riportiamo, a titolo di curiosità, alcuni casi sporadici di terremoti : Il Sig. Chanvalon nel viaggio alla martinica nota molti terremoti verificatisi nell’ora dell’alta marea. Il terremoto che distrusse Lima il 28 ottobre 1746 si ebbe alle 3 del mattino, ora dell’alta marea. Il Bauguer asserisce che i terremoti nel Perù sono più frequenti dopo l’equinozio di autunno, ossia dopo le alte maree, le piogge e le procelle equinoziali. dal che il Toaldo (pag. 190) conclude che questi fenomeni posso avere dipendenza dall’azione del Sole ed in particolare della Luna. Il terremoto di Calabria del 16 novembre 1894 avvenne con Luna perigea e le più forti repliche si ebbero sia nel perigeo che nelle sigizie (21). Si è tentato anche di fare un confronto fra l’attività del Vesuvio e le fasi lunari. L’illustre Palmieri, primo direttore dell’Osservatorio Vesuviano, accenna ad una probabile influenza lunare sulle convulsioni di questo famoso vulcano: ” dalla collezione delle figure dell’Osservatorio, in tutti i grandi incendi, ritratti in tempo di notte, o la Luna non si trova rappresentata, o se si trova è in plenilunio. Non si trova la mezzaluna o la Luna falcata; il ché vuol dire che il maggior numero delle grandi eruzioni avvenne o nel novilunio o nel plenilunio. Nei lunghi periodi eruttivi avvenuti dopo l’installazione dell’Osservatorio Vesuviano si è avuta occasione di notare che i maggior incrementi sono accaduti nei tempi delle sigizie. Sono questi i fatti ma noi non intendiamo elevare sopra di essi una legge sicura” (22).  Il Semmola nega però l’influenza dell’attrazione luni – solare sulle masse fluide interne dicendo che ” il nostro satellite non è complice dei terribili avvenimenti che spesso si hanno nel nostro vulcano” (23). Non pertanto l’Alfano risolleva la questione dell’influenza lunare, e confrontando ben 30 fra le più terribili eruzioni del Vesuvio (da quella del 16 dicembre 1631 all’ultima dell’8 aprile 1906) colle posizioni della Luna, trova 24 eruzioni avvenute intorno alle sigizie e 6 nelle quadrature. Conclude ritenendo ” esistere una qualche relazione tra il realizzarsi di un’eruzione vesuviana e le fasi lunari” (24). Quasi accertata sembra l’influenza della Luna sul magnetismo terrestre, già posta in evidenza fin dal 1839 a Milano dal Kreil. Quantunque in un primo tempo questa ipotesi venisse messa in dubbio, in seguito fu confermata dalle osservazioni eseguite a Toronto dal Sabine, il quale trovò che le oscillazioni magnetiche passano ogni giorno per due valori massimi e due minimi. Lo stesso risultato è stato ottenuto dal De Moidrey (25) in un trentennio di osservazioni : costui nel suo esame ha tenuto conto anche della declinazione della  Luna e della sua posizione rispetto ai nodi. Già Hansteen aveva scoperto nelle variazioni del magnetismo terrestre un periodo di  19 anni che coincide appunto col movimento dei nodi lunari.

Riferimenti :

-16):  Celebre matematico francese, n. nel 1781, m. nel 1840. Scrisse molte opere tra cui un Trattato di Meccanica, Sull’invariabilità dei minori movimenti dei grandi assi planetari, Teoria meccanica del calore.-17):  G. B. Alfano, Sismologia moderna, Milano, Hoepli, 1910, pag. 205.-18):  L. Gatta, Sismologia, Milano, Hoepli, 1884, pag. 145 ( citato dall’Alfano ).-19):  Some conditions affecting volcanic eruptions. Science, Vol. XXVII, pag. 173, 1908; (citato dallìAlfano).-20):  Nuova teoria sismica delle maree, Trieste, 1876  (citato dall’Alfano).-21):  A. Riccò; Riassunto della sismografia del terremoto del 16 novembre 1894 in calabria e Sicilia. Boll. Soc. Sismol. Ital., Vol. V, 1899 – 1900, pag. 178 (citato dall’Alfano.-22):  L. Palmieri, Il Vesuvio e la sua storia. Milano, 1880, pag. 31 ( citato dall’Alfano ).-23):  E. Semmola, L’attività del Vesuvio e le fasi lunari dal 1895 al 1897. Napoli, 1898, (citato dall’Alfano).-24):  G. B. Alfano, Le eruzioni del Vesuvio e le fasi lunari.  Rivista di Fisica, Matem. e Scienze Nat. Anno 3° (serie II), N.5-25):  Effetto della posizione della Luna in angolo orario sulla declinazione magnetica a Zikawei. Terrestrial magnetism and atmosferic electricity.

Effettuata quindi questa nuova e spero interessante per tutti voi, introduzione sullo studio delle possibili ripercussioni geologiche del nostro pianeta, a livello globale,  in relazione alle fasi lunari, proseguiamo questo lavoro riportando questo nuovo calendario o almanacco astronomico che analizza non solo gli allineamenti planetari, ma anche le sopra citate fasi lunari dei prossimi tre mesi. Riportiamo quindi date delle fasi di luna nuova e i perigei lunari, che vedono appunto il nostro satellite avere la funzione di vero e proprio fuoco ( chiusura parallelogramma planetario per il bendandi).

01 Luglio 2012                    Perigeo

19 Luglio 2012                    Luna Nuova

29 Luglio 2012                    Perigeo

17 Agosto 2012                  Luna Nuova

23 Agosto 2012                  Perigeo

16 Settem 2012                  Luna Nuova

19 Settem 2012                  Perigeo

Adesso, di seguito, gli incroci planetari che ho individuato, utilizzando, come nelle precedenti occasioni, software quali Solar system simulator e solex. Configurazioni planetarie sicuramente più semplicistiche, rispetto ai lavori di Bendandi ( visioni geocentriche ) ma che è stato documentato, in varie ricerche, essere decisamente significative in relazione ai terremoti più violenti registrati nel passato. Si veda, ad esempio, questa ricerca realizzata dal prof. Mensur Omerbashich

Astronomical alignments as the cause of ~M6+ seismicity

http://lanl.arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1104/1104.2036.pdf

-1            29-30 Giugno     Ingresso allineamento  Mercurio-Venere-Nettuno

-2           17-18 Luglio        Ingresso allineamento  Marte-Terra-Urano

-3           20-21 Luglio        Ingresso allineamento  Venere-Marte-Saturno

-4           28 Luglio              Ingresso allineamento  Sole-Mercurio-Terra

-5           12-13 Agosto       Ingresso allineamento  Terra-Marte-Saturno

-6           28-29 Agosto       Ingresso allineamento  Mercurio-Venere-Urano

-7           09-10 Settem.      Ingresso allineamento  Marte-Venere-Giove

-8           09-10 Settem.      Ingresso allineamento  Venere-Mercurio-Saturno

-9           31 Settem.           Ingresso allineamento  Venere-Terra-Nettuno

Ad una preliminare e veloce analisi delle configurazioni planetarie e rispettive fasi lunari le finestre temporali più potenzialmente pericolose sono :

– Config. 2) e 3) che si vanno a collocare in sincro ed in contemporaneo ingresso in fase di luna nuova

Marte Terra Urano 17-18-19 07 2012
Marte Terra Urano 17-18 Luglio 2012
Venere Marte Saturno 20-21 07 2012
Venere Marte Saturno 19-20 Luglio 2012

 

– Config. 4) Che si colloca all’ingresso di un Perigeo lunare.

– Config. 5) Che vede un allineamento interno-esterno realizzarsi su di noi

 

Conclusioni

 Cenni sulla mia personale metodologia empirica di individuazione finestra temporale 24/48h., a rischio evento geofisico significatico su scala globale.

Precisiamo nuovamente che questo nuovo elenco di date riportate, riveste solo ed esclusivamente una indicazione di quei possibili periodi a rischio eventi geologici particoloramente significativi, su scala globale.

Finestre temporali, che come ho più volte specificato, in commenti ed articoli, in questi anni di studi, devono essere valutate in sincro alle dinamiche solari che vedono i fenomeni geologici più eclatanti manifestarsi a termine delle fasi di discesa del vento solare (a conclusione delle fasi scaldantidenominazione empiricaSw < 400/350 Km/s.) oppure nelle 24h. successive a l’impatto di una significativa CME ( esplosione di massa coronale con una velocità indicativa stimata essere superiore V > 1000 – 1500Km/s.  ( con relativa elevata densità protonica associata ), in termini energetici, con la magnetosfera terrestre.

Comunque, perchè il trigger ( impatto della CME) possa avere degli effetti geofisici significativi in termini di magnitudo e numero di eventi nelle 24h. successive a l’impatto  è necessario che detta fenomenologia si debba manifestare, oppure andare a collocare in quei periodi di tempo nel quali la Terra si trova in una particolare area del sistema solare, dove l’eliosfera è rilassata ossia assume dei valori in temini in campo magnetico IMF di pochi nanoTesla e che in contemporanea, non veda un vento solare superiore ai 350/400 Km/s. (assenza disturbi geomagnetici prodotti da buchi coronali o CME).

E gli allineamenti planetari ?

Dai lavori di Bendandi & kolvankar, sembra che quest’ultimi rivestano il ruolo di vero e proprio trigger o innesco degli eventi geologici.  Un  vero e proprio vettore risultante ( componente gravitazionale e/o effetto mareale planetario interno alla terra) modella la geologia terrestre. Tale vettore e relativi effetti sembra emergere tuttavia in maniera eclatante diretta, lineare ed in maniera direttamente proporzionale al numero di pianeti che compongono la linea (allineamento) con la Terra. Nello specifico caso o configurazione nella quale il nostro pianeta è il terminale o fuoco gravitazionale del vettore. Non sono da escludere fenomeni fisici  che interassano la fisica dei plasmi oltre ai conosciuti tides spring ( vedi ultimo lavoro di Nicola Scafetta ) .

Numerose ricerche sembrano tuttavia dimostrare che la magnitudo e il numero di eventi simici , vedi anche le eruzioni vulcaniche, aumentano in quantità, magnitudo ed indice VEI (nel caso specifico delle eruzioni) , in diretto collegamento alle dinamiche del campo magnetico interplanetario ed in relazione (tempistiche) del ciclo solare. E’ dimostrato infatti che nei minimi solari gli eventi geofisici sono in temini di intensità e quantità maggiori.

In conclusione, questa metodologia di previsione ( anche se sarebbe più corretto chiamarla un probabile orientamento  verso la stesura di una metodologia di previsione ) si basa sua una serie di referenze scientifiche già pubblicate in molti dei miei lavori, disponibili su questa piattaforma. Una specifica pagina didattica di studio è in lavorazione.

Successive rettifiche ed adattamenti a questa mia personale metodologia empirica di previsione sismica e non locale su scala globale, sono tuttavia in fase di revisione e affinamento nel tempo. Con le necessarie e doverose relazioni ed espressioni matematica da sviluppare. Verifiche e riscontri con i passati eventi geologici sono necessari.

In sintesi, sto cercando di divulgare questa difficile tematiche scientifica, che vede coninvolti aspetti fisici che interessano la gravitazione, l’elettromagnetismo, le risonanze fondamentali, le maree planetarie, la termodinamica che la fisica dei plasmi e altre, con termini e parole di uso comune, per tutto quel pubblico che segue Nia da poco e che possiede delle conoscenze scientifiche non eccelse. Cercando tuttavia di mantenere alto il livello scientifico. Vedi la prossima pagina di Nia di referenze in lavorazione.

Work in progress

Update delle ore 24:00 del 30 Giugno 2012

Si è verificato un terremoto di M6.3 alle ore 21:07 UTC in Cina.

Link : http://earthquake.usgs.gov/earthquakes/recenteqsww/Quakes/usb000aue4.php

Di seguito allego analisi del vento solare, che conferma quanto riportato nelle conclusioni.Michele

Indici meteo-climatici del mese di Maggio 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +0,706 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,26

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,200

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -22,06

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -1,04

MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento, di cui uno già pubblicato.

Commento indici Maggio

– La Nina (ENSO) a maggio, dopo una breve neutralità, ha decisamente cambiato segno anche in zona 3.4, mentre in zona 1+2 si assiste già ad un evento di intensità almeno moderata: http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.6.25.2012.gif

– La PDO é tornata nettamente negativa, dopo una temporanea risalita. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

– La QBO30 è in ulteriore netto calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai minimi storici (-25 /-26).

– La QBO50 è anch’essa calata nettamente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase.

In base alle osservazioni ENSO NOAA è ormai presente un Nino moderato nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest si sta affermando un Nino debole. Sussiste una certa discrepanza tra i due modelli di previsione NOAA: quello più recente (CFSv2) prospetta un evento di Nino di tutto rispetto, con anomalie persino superiori ad 1,5 gradi, in zona 3.4, nel corso del prossimo autunno; invece il modello “storico” prevede un Nino debole, con anomalie nettamente inferiori ad 1 grado. Il NOAA aveva previsto di dismettere quest’ultimo modello entro la primavera, ma per ora ha deciso di prolungarne l’utilizzo almeno fino ad ottobre. La ragione, presumibilmente risiede nella netta discrepanza con il CFSv2. Per quanto riguarda le anomaliesottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da marzo a giugno le anomalie negative si sono indebolite fino quasi a scomparire, mentre le anomalie  positive permangono, sebbene indebolite ad ovest ma rafforzate ad est. Infine,  riguardo la progressione di questo evento di Nino, occorrerà verificare il  ruolo della PDO, come detto tornata nettamente negativa, che solitamente tende  ad esaltare le fasi dello stesso segno (Nina) ma a moderare quelle di segno opposto (Nino, in questo caso).

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste spagnole e marocchine vi sono prevalenti anomalie positive. Tuttavia, la presenza di un’anomalia negativa in pieno oceano, in posizione non molto distante da quella occupata nel 2003 (sebbene ora estesa per tutta la larghezza dell’oceano), minaccia di ripetere i “fasti” di quell’estate memorabile, sia pure in tono minore e per un periodo di tempo più limitato (allora si cominciò già all’inizio di maggio). In ogni caso, come testimoniano le vicende degli ultimi due mesi, la situazione si sta tuttora evolvendo verso un nuovo assetto delle anomalie di temperatura. Nessuna meraviglia peraltro, poco dopo il cambio di segno dell’ENSO appena verificatosi, è fisiologico un generale molteplice avvicendamento tra anomalie di segno diverso.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso prima (Maggio) del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, che ha visto una netta risalita sopra la media storica. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento non lascia molto spazio alle illusioni: nei prossimi giorni e nelle prossime settimane saranno favorite ripetute risalite di aria calda africana.

Infine, il Sole ha tentato una ripartenza ad aprile e nella prima metà di maggio, reiterata all’inizio di giugno, ma ora completamente abortita, fino ad una pressochè totale assenza di macchie (spotless), fatto davvero clamoroso in prossimità del culmine (almeno presunto) del ciclo, ben tre anni e mezzo dopo il suo minimo. Dunque ora più che mai la numerosità, l’attività delle macchie e gli altri parametri di attività solare continuano a non essere davvero consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

Prospettive meteo-climatiche – estate

Il passaggio da Nina a Nino ha contribuito inizialmente (prima parte di giugno) a reiterare l’influenza delle perturbazioni atlantiche sull’Europa Occidentale e sull’Italia. Da una decina di giorni, però, lo scenario è cambiato: masse d’aria africana, decisamente calde, si sono fatte strada sul Mediterraneo, verso la Spagna ed anche verso l’Italia, specie al Centro-Sud. Si è trattato della prima vera avvezione africana, che ha segnato un ingresso in grande stile dell’estate tipica degli ultimi 10-15 anni, quando l’anticiclone africano ha spesso sostituito quello delle Azzorre.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro non certo rassicurante: ancora molto caldo, in una prima fase (7-10 giorni), anche a causa di un affondo depressionario atlantico verso sud, ad ovest della Spagna, che richiamerà correnti calde verso il Mediterraneo. Poi, forse, l’Anticiclone delle Azzorre prenderà l’iniziativa per ricacciare la depressione verso nord e l’avvezione calda verso sud, portando (forse) almeno qualche scampolo di estate mediterranea “classica”. Ma a questo punto, stando ai modelli, ci troveremmo tra la metà e la fine della prima decade di luglio. Infine, occorre notare una perdurante discrepanza tra GFS ed ECMWF riguardo l’intensità dell’ondata di caldo: il modello americano vede isoterme importanti ma non certo eccezionali; più severa la previsione del modello europeo, che disegna un avvio di luglio davvero rovente per tutta la nostra Penisola.

E dopo? Che cosa dovremmo attenderci? Un’annata del genere non sembra avere precedenti storici perfettamente “calzanti”, almeno negli ultimi 30 anni, in termini di indici teleconnettivi (ENSO, PDO, QBO, ecc.). Tuttavia, un precedente simile (estate 1982) lascia intravvedere la possibilità di un’estate piuttosto calda nella sua prima metà (fino a buona parte del mese di luglio), seguita da un lento e progressivo declino della stagione. Sarà così anche questa volta?

FabioDue

SIAMO SPOTLESS!!!

La cosa era già nell’aria da giorni, ma ora possiamo dire che è ufficiale, almeno per il Nia’s count!

Infatti se notate sia nell’emisfero nord, sulla sua parte orientale (che sarebbe la parte sinistra) e sia in quello sud a destra, da stamane sono spuntati degli ignobili pore, voglio proprio vedere se quelli del sidc avranno il coraggio di contarli!

Ve lo dico io…molto probabilmente si, ma ormai sappiamo da tempo che l’organo belga ha perso ogni credibilità!

Cari amici Giorgio aveva predetto tutto, aveva ben previsto l’aumento di attività del sole a cavallo di aprile e maggio (ha solo sbagliato pensando che ci sarebbe stato il nuovo massimo relativo del ciclo24, ma gliela passiamo 😉  ), ed aveva anche previsto il crollo di attività nei mesi successivi!

Ieri sera alle ore 20 il valore del flusso solare aggiustato si attestava a 87, mai così basso dall’agosto 2011!

Diamo un’occhiata al Behind:

Una certa attività la si nota, ma le regioni sono ancora distanti prima che si affacceranno sul lato visibile del sole.

Infine ricordiamo anche in questo nowcasting solare il discorso molto gettonato ultimamente qui su NIA della probabile non inversione del sole, abbiamo infatti visto che ogni tentativo dell’emisfero nord di invertire viene puntualmente inibito dal ritardo colossale dell’emisfero sud, così facendo la vedo molto dura che i 2 emisferi riescano ad invertire i loro poli!

Stay tuned with NIA, Simon

 

La geometria solare di Alan Bennett

Ne geocentrico, ne eliocentrico ma ……

– Premessa

A molti di voi questa storia potrà sembrare frutto di una mente che ama un pò troppo fantasticare e che nel corso della sua vita è sempre stata in cerca di relazioni o “far tornar i conti” a proprio piacimento. Una storia dai connotati più da programma televisivo alla Voyager, che più da blog che tratta tematiche scientifiche interne al nostro sistema solare. Ho tuttavia deciso di riportare questa storia, non tanto per le esperienze di stampo strettamente paranormale, ma per le straordinarie relazioni matematiche, che nel corso della sua vita, queste simpatico personaggio di Port Aransas in Texas (Usa), ha ricavato all’interno del nostro sistema solare.

Alan e la moglie Irene
Alan e la moglie Irene

– La storia

Alan Bennett (1936 – 2003) era un marinaio per vocazione la cui passione, o “raison d’etre“, era però rivolta all’astronomia, dopo che lui e un suo collega avevano vissuto un identico fenomeno inspiegabile in mare nel mese di novembre 1975. Chiamatela una visione, un avvistamento o qualsiasi altra cosa che vi piace, ma da quel punto in avanti ha trovato i suoi pensieri pieni di matematica e motivi geometrici e relazioni.

http://www.solargeometry.com/origdraw.htm

O è l’origine, il Sole; A si trova a 0.792893…Perielio di mercurio 2-0,5(√2+1); B è 1.000000….; Distanza media orbitale di mercurio, 0,5(√1+1); C è 1.207106 …, Afelio di mercurio, 0,5(√2+1); D è 1.414213 …√2 (√diametro di mercurio)

Alan ha iniziato a disegnare le immagini di poligoni geometrici e dentro di se sentiva che c’era qualcosa in questo e che aveva a che fare con il sistema solare. Questo nuovo interesse lo ha portato a studiare la scienza delle antiche civiltà. Le sue prime intuizioni sulle connessione dei suoi pensieri al sistema solare, è venuto leggendo il libro “Il segreto della Grande Piramide” di Peter Tompkins. Qui, a Alan divenne subito chiaro che, l’uomo delle antiche civiltà, era a conoscenza di alcune di quelle relazioni, sulle quali anche lui aveva lavorato e che sono apparse nella geometria delle piramidi in Messico, Cina ed Egitto.

Il lavoro che ci viene mostrato nel suo sito è estremamente interessante ed originale ed andrebbe approfondito, ma Alan credeva che molti altri prima di lui avessero avuto le stesse intuizioni sul sistema solare e che queste conoscenze sono andate perse da tanto tempo. Era la sua passione. Alan dice :

…..lascio a voi il piacere di portare questa conoscenza, nella speranza che un giorno la comprensione di queste relazioni ci porterà ad una più profonda verità del nostro universo e del nostro Creatore, che lo ha realizzato con tanta perfezione incredibile….

Dal tempo di Tolomeo, nel 2° secolo DC, l’uomo credeva che la Terra fosse al centro dell’universo. Nel 15° secolo, Copernico ci ha avvicinato alla verità, spostando il Sole al centro dell’universo. Successivamente Galileo, Keplero e altri, ci hanno aiutato a spostarci dalla nostra visione geocentrica dell’universo, ma alla fine del 20° secolo, la scienza esprime ancora i rapporti planetari del sistema solare grazie all’Unità Astronomica, distanza della Terra dal Sole . A parte il fatto che abitiamo la Terra, c’è qualche motivo logico per basare queste relazioni sul terzo pianeta del sistema? Siamo ancora geocentrici, e indietro, nel nostro pensiero? Prendiamo quindi un nuovo punto d’osservazione all’interno del nostro sistema solare e visualizziamo le relazioni che si ottengono quando Mercurio, viene utilizzato come misura di base per gli altri pianeti, il primo pianeta.

 

Quando Mercurio viene impostato ad 1, solo allora i rapporti planetari possono essere visti. Si tratta di un semplice cambiamento, ma questa nuova visione svela una incredibile visione nelle relazioni tra i pianeti. Ognuna di queste misure di distanza può essere rappresentata con un elegante motivo di interi semplici da 1 a 6 sotto radici, con moltiplicatori ed esponenti :

Mercurio = 1 = ½(√1+1) ; Mercurio all’afelio = ½ (√2+1) ; Venere = Mercurio * (½(√3 + 1)) ²

 Terra = Venus¾ * (½* (√5 + 1)) ; Marte = Terra¾ * (½*(√6 + √2 )) ; Giove = Marte * (√2 + 2)

 

– Le geometrie solari

Le distanze di ogni pianeta dal sole possono essere descritte da un’unica rappresentazione geometrica, o geometria solare, per ogni coppia di pianeti, come mostrato di seguito.

Mercurio e il suo Afelio e Perielio

Ponendo Mercurio = 1, abbiamo che il Perielio = 2 – ½*(2+1) = 0,792893 mentre Afelio = ½*(2 +1) = 1,207107.

Tracciamo un cerchio per la distanza media orbitale di Mercurio, e poi costruiamo un quadrato con lati di uguale lunghezza. Il punto medio tra il raggio del cerchio e la diagonale del quadrato è all’afelio di Mercurio (A), il punto al di fuori della sua orbita. La stessa distanza verso il Sole è il perielio di Mercurio (P), il punto all’interno della sua orbita.

 

Mercurio e Venere

Mercurio = Venere * (½*(3 + 1))² = 1,866025

Tracciamo un cerchio per la distanza media orbitale di Mercurio, dividiamo il cerchio in sei parti uguali, tracciamo una linea in maniera tale da formare una sezione del triangolo equilatero e successivamente disegnamo un quadrato con le linee della stessa lunghezza in maniera tale da ottenere la distanza orbitale di Venere.

Venere e Terra

Terra = Venere¾ * ½ (5 + 1) = 2,583306         Terra = 1.596571 * 1.618034 = 2.583306

Iniziamo con elevare a potenza ¾ la distanza orbitale di Venere, poi costruiamo la ben nota “sezione aureahttp://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea, e otteniamo la distanza media orbitale della Terra.

 

Terra – Marte

Marte = Terra ¾ * ½ (6 + 2) = = 2.037661 * 1.931852 = 3,936458

 Nota :  ½ ( 6 +2) = 2 * Coseno 15 º = 1,931852
Inoltre : (2 * Venere) =(diametro di Venere) = 1,931852

Iniziamo con il tracciare un cerchio elevando nuovamente a potenza ¾, la distanza orbitale della Terra come suo raggio, dividiamo il cerchio in dodici parti uguali, tracciamo una linea per formare il triangolo isoscele della sezione e quindi disegnamo un altro triangolo isoscele sull’altro lato, utilizzando delle linee della stessa lunghezza, formiamo un rombo e otteniamo la distanza fra il Sole e Marte.

Nell’elevazione potenza a ¾ si fonda la legge del moto planetario.

A prima vista, elevare a potenza ¾ nella relazione fra Venere e la Terra e fra la Terra e Marte può sembrare strana o addirittura forzata, ma il tutto diventa chiaro una volta compresa la terza legge di Keplero del moto planetario, in cui si afferma:

“….La terza legge afferma che i quadrati dei periodi di rivoluzione dei pianeti sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite….”

http://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_di_Keplero

Quindi , Distanza 3 = Periodo 2, ma se dividiamo per un quattro otteniamo,  Distanza 3/4 = Periodo = 2/4 = Periodo 1/2 = Periodo

Marte – Giove

Giove = Marte * (2 + 2) = 3.936458 * 3.414214 = 13,439908

Partiamo dalla distanza orbitale di Marte, aggiungiammo un quadrato realizzato con la distanza orbitale di Marte rivolto sulla diagonale e quindi riportiamo nuovamente la distanza orbitale di Marte e otteniamo la distanza orbitale di Giove.

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La geometria solare svela alcune relazioni affascinanti tra i pianeti del nostro sistema solare. Le relazioni sembrano troppo inusuali per essere frutto del caso, ma sono l’evidenza di un disegno divino?

L’obiezione più significativa a queste proporzioni risiede nel semplice fatto che i rapporti planetari calcolati non sono completamente in accordo con le posizioni attuali dei pianeti. Queste differenze sono riassunte qui di seguito. Di seguito sono riportate alcune possibili spiegazioni per queste piccole variazioni osservate :

L’orbite potrebbe essersi spostate nel corso del tempo, dalla creazione del sistema solare, a causa di decadimento orbitale o l’influenza gravitazionale di altri corpi solari. Le attuali misure del sistema solare potrebbero non essere esatte. Le distanze sono espresse solo in quattro o cinque cifre significative e anche le distanze orbitali e i periodi pubblicati dalla NASA non sono del tutto accurati, come dimostrano le variazioni che risultano applicando la terza legge di Keplero ai dati.
Fonte : http://solargeometry.com/index.htm

Michele