Quello che segue è il mio tentativo di condensare queste ipotesi in un racconto che utilizza i dati osservativi per illustrare come il ciclo solare, eventi ENSO e il rilascio di calore dell’oceano immagazzinato, e non i combinati gas artificiali e l’effetto serra, hanno causato il recente riscaldamento globale, che ha iniziato, per inciso, nel 1976.
Eventi ENSO e Cicli solari
La Figura n°1 riporta l’indice Niño 3.4 dal 1960 (l’ENSO bivariata, multivariata ENSO e l’oceanico indice Niño danno essenzialmente gli stessi risultati). Ho usato la comunemente accettata soglia di + /-0.5C per definire i singoli eventi di El Niño e la Niña, il vero e proprio attraversamento di questa zona (crossover di zero) a definire la transizione diretta tra gli eventi El Nino e la Ninà , e la durata di ciascun evento è dimostrata dalle strisce verticali rosse e blu.
Figura 1: Eventi ENSO definiti da l’indice Niño3.4 (El Niños rosso, la Niñas in blu)
Iniziamo con il sovrapporre il numero delle macchie solari sulle strisce ENSO. Osserviamo subito che c’è un’ampia periodicità negli eventi ENSO, ed una chiara relazione con il ciclo delle macchie solari: Figura 2: Eventi ENSO vs Sunspot Number (El Niño di rosso, la Niña in blu)
Passiamo adesso, con il sovrapporre gli eventi del El Niño con il numero delle macchie solari. In questo caso troviamo una minore relazione.
Figura 3: Eventi El Niño in relazione con il numero di macchie solari
Adesso inseriamo dei numeri, in ordine, in riferimento agli eventi della Ninà
Figura 4: Eventi Ninà in relazione con il numero di macchie solari
Troviamo che le registrazioni degli eventi della Niña 1, 3, 4, 6 e 8 iniziano sul lato posteriore del ciclo delle macchie solari (conclusione del ciclo solare) e finiscono quasi esattamente al minimo delle macchie solari. Viceversa, gli eventi della Niña 5 e 7 inizia sul lato anteriore e terminano in corrispondenza o molto vicino al massimo delle macchie solari. L’attuale evento della Niña 9 sembra pronta, per seguire tale continuità. La sola Niña che non si adatta al modello è la numero 2. Emerge inoltre un’interessante modello ciclico, ossia una sovrapposizione di due cicli, con una periodicità ciascuno di 11-12 anni. Cicli 2,4,6,8 e cicli 3,5,7,9. Cicli che vengono spostati uno rispetto all’altro di 3-4 anni.
I nove eventi del El Niño, che sono il passaggio diretto agli eventi della Niña, mostrano una periodicità simile al ciclo delle macchie solari , nello specifico con gli eventi del El Niño 5, 7 e 9 che iniziano subito dopo il minimo delle macchie solari.
Figura 5: Cicli del El Nino che sono la transizione verso gli eventi La Niña, in relazione con il numero di macchie solari
I sei eventi del El Niño che non hanno transizione verso gli eventi della Niña, corrispondono ampiamente sempre al ciclo delle macchie solare, come durata, ed hanno inizio dopo il minimo delle macchie solari nei cicli di 20 e 21 e dopo il massimo delle macchie solari nei cicli 22 e 23.
Figura 6: I cicli El Nino non transitori in relazione con il numero di macchie solari
E ‘naturalmente possibile che queste correlazioni sono puramente casuali, ma le probabilità sono fortemente contro di essa. Credo che possiamo ragionevolmente concludere che il sole controlla gli eventi ENSO, anche se il meccanismo è ovviamente complesso.
L’impatto sul riscaldamento degli eventi ENSO
La figura 7 riporta le temperature superficiali del mare HadSST2 a partire dal 1960. Esse ci mostrano che il riscaldamento recente (SST) è iniziato con il brusco aumento della temperatura nel 1976 (le registrazioni della temperature dell’aria ci mostrano la stessa cosa). Esso dimostra inoltre che le recenti SST sono abbastanza e pesantemente distorte dagli impatti ENSO, come le 1972/73 e nel 1997/98 (El Niño), mentre la linea di tendenza (che approssima il gradiente progressivo riscaldamento) ci porterebbe a credere che il riscaldamento era stato causato da l’effetto serra e che le distorsioni dovute ad i cicli ENSO non c’erano.
Figura 7: Temperature globali superficiali del mare HadSST2, in gradi °C
Io non vedo una linea retta nel riscaldamento. Io noto che il riscaldamento si verifica in una serie di gradini verso l’alto a partire dal 1976 (con uno spostamento verso il basso in precedenza nel 1964/65) con degli intervalli di + / -10 anni di non riscaldamento tra i turni, rispecchiando ancora una volta la periodicità del ciclo delle macchie solari. Ecco una approssimazione riportata di seguito.
Figura 8: Approssimazione dello spostamento delle temperature globali superficiali del mare HadSST2, in gradi °C
Ma la registrazione è troppo pesantemente distorta dagli impatti ENSO per essere assolutamente certi che ci sono dei cambiamenti, quindi il passo successivo è quello di rimuovere gli impatti ENSO.
Il modo accettato di fare questo è prendere un indice ENSO, di solito l’indice orientale del Pacifico equatoriale “Eastern Equatorial Pacific Cold Tongue Index” e utilizzare le relazioni di regressione per quantificare gli effetti delle variazioni di temperatura negli indici e quindi sottrarle dalle registrazioni delle SST. Tuttavia, questo approccio presuppone che la risposta globale delle SST è sempre direttamente proporzionale all’ampiezza degli eventi ENSO, il che non è vero, e che anche gli eventi ENSO hanno un impatto soltanto nel breve termine.
Un approccio più solido è semplicemente è quello di togliere gli eventi del El Niño e La Niña, intervalli delle registrazioni globali SST. Ho fatto questo eliminando tutti i mesi in cui l’indice Niño3.4 era superiore a 0.5°C o inferiore a 0.5°C, ed ho anche cancellato i periodi di raffreddamento dopo l’eruzioni del 1963, Agung e 1991, Pinatubo ed il raffreddamento dopo l’eruzione del Chichón del 1982.
La Figura 9 mostra ciò che resta:
Figura 9: Eventi vulcanici di raffreddamento rimossi dalle delle temperature globali superficiali del mare HadSST2, in gradi °C
I cambiamenti nelle registrazioni SST sono chiaramente visibili e si verificano durante gli eventi ENSO e non ci sono evidenze di un qualsiasi spostamento verso l’alto di dimensioni paragonabili agli intervalli tra gli eventi ENSO. Le linee di tendenza, infatti, mostrano un raffreddamento netto anziché un riscaldamento durante questi intervalli. Fatta eccezione per il trend del 1964/65, che non è evidente nel registrazioni della temperatura dell’aria superficiale, gli stessi trend registrati nelle SST, si verificano nei cambiamenti delle registrazioni della temperatura globale dell’aria, vedi figura di seguito.
Figura 10: Temperatura superficiale dell’aria (rilevamenti GISS Stazione meteorologica, in rosso) e temperature della bassa Troposfera ( UAH TLT, in verde), eventi ENSO ed eventi vulcanici di raffreddamento rimossi
Ci possono essere alcune domande residue per quanto riguarda la misura in cui il sole controlla gli eventi ENSO, ma non credo che questi risultati lasciano molto dubbi sul fatto che il post riscaldamento del 1976 è stato causato da eventi ENSO e non dai gas serra artificiali.
– Fine 1° parte –
Michele
Grazie per il pregevole contributo (che in parte conoscevo); sicuramente di evidenzia un chiaro effetto ENSO sulle temperature.
Mi pare tuttavia che ci sia un apprezzabile effetto di “accumulo di calore”. Ovvero, indipendentepante dagli step di temperature ENSO-dipendenti si osserva comunque un trend in aumento (indipendentemente dal tipo di relazione).
E’ come se il sistema reagisse ai cicli ENSO+ con un aumento delle temperature che però non sono in grado di ritornare ai livelli basali durante i cicli di ENSO – .
In altre parole la cinetica del accumulo di energia temrica sembra più rapida della cinetica della perdita di calore (e quindi successiva riduzione delle temperature).
Quindi mi parrebbe importante cercare di rispondere alla domanda se, nel periodo di tempo considerato, si sia verificato uno sbilanciamento positivo del ciclo ENSO stesso. Questo potrebbe spiegare non solo la relazione temperature globali/ENSO, ma anche il mancato ritorno ai valori basali.
cnapolitano(Quote) (Reply)
E come risultato la riduzione dello stesso, al minimo Landscheidt
Adolfo Giurfa(Quote) (Reply)
Ke caldo!!!!!!
ice 2020(Quote) (Reply)
Ci sarà da stringere i denti per un altro paio di settimane….dopodichè le cose dovrebbero cambiare, forse anche radicalmente…..come vado dicendo oramai da mesi, si tratterà di un estate rovente nella prima metà (e questo oramai è assodato), ma in calo anticipato rispetto agli ultimi anni……chi evoca il 2003 non capisce molto di meteo (o meglio di meccanismi climatici/atmosferici), quindi non ti fidare di questi soggetti “catastrofisti”…… poi tutto può accadere, anche che il caldo tiri avanti fino ad ottobre….e questo perchè la meteo è sinonimo di incertezza e di aleatorietà, ma ad oggi, sulla base dei dati e dei forecasts a disposizione non ci sono motivi per temere un estate caldissima fino alla fine…..chi oggi sostiene questo si basa solo su sensazioni personali e su timori ancestrali, ma per nulla su dati oggettivi………
Riccardo(Quote) (Reply)
OT amministrativo
ice posta
Michele(Quote) (Reply)
Un itcz troppo alto in Autunno potrebbe causare violenti fenomeni estremi nel Mediterraneo centrale Riccardo per la possibile forte differenza pressoria e termica tra le masse d’aria quindi non credi siamo a rischio come avvenne mi pare 2 autunni fa?
Giovanni Micalizzi(Quote) (Reply)
Michele, il dato più interessante mi pare quello delle temperature in bassa troposfera (linee verdi) dell’ultimo grafico, che se ho capito bene testimonia come le temperature in “aria libera” quasi non siano cambiate negli ultimi 30 anni, se si tolgono i contributi di origine naturale (deduco che il piccolo incremento residuo è probabilmente dovuto all’intervento dell’uomo?).
Tuttavia ho qualche difficoltà a confrontare i grafici tra loro…..
FabioDue(Quote) (Reply)
@ Giovanni
Potrebbe anche essere come dici tu Giovanni, vista la prospettiva di un mese autunnale molto dinamico….in ogni caso non mi aspetto un ITCZ molto alto nel mese di settembre/prima parte di ottobre, anzi…….
Riccardo(Quote) (Reply)
A breve il nowcasting solare…ricordando…
16-Luglio-2010
Michele(Quote) (Reply)
Sarà come dite voi, ma a Torino si sta benissimo.
Da 3 o 4 giorni non ci sono neanche 25 gradi a mezzogiorno e di notte si dorme benissimo.
In pratica ha fatto caldo circa una settimana con qualche puntata di poco superiore i 30 gradi.
Ma anche quando faceva ancora caldo di notte si e’ sempre dormito benissimo.
Questa notte ho dovuto chiudere le finestre perché cominciava già a far freddo.
L’idea di mia moglie di comprare un condizionatore viene rinviata di anno in anno perché ogni estate e’ più fredda di quella dell’anno precedente.
Se infatti considerate i prezzi dei condizionatori sono scesi rispetto agli anni post-2003 in modo incredibile.
Non vorrei esagerare ma non escluderei che almeno a Torino l’estate sia già in declino.
Ciao, Ruggero .
Malleus(Quote) (Reply)
Troppi benissimo….
Malleus(Quote) (Reply)
Miki nn ce la faccio sto we a fare il nowcasring.
Simon
ice2020(Quote) (Reply)
So then, why is the top half (at least) of the ocean getting warmer, not colder?
Levitus, S., et al. (2012), World ocean heat content and thermosteric sea level change (0-2000), 1955-2010, Geophys. Res. Lett.,
http://www.agu.org/pubs/crossref/pip/2012GL051106.shtml
David Appell(Quote) (Reply)