Introduzione
Nel corso delle precedenti uscite della rubrica abbiamo più volte rimarcato come l’andamento di questo ciclo 24 risulti essere particolarmente variabile o, meglio ancora, “imprevedibile”. Ciò è vero quantomeno per quello che gli studi degli esperti del settore avevano lasciato intuire fin qui. Di sicuro, per chi come noi si è appassionato alle vicende del nostro astro, ci troviamo di fronte ad un ciclo “fuori dagli schemi” rispetto a quelli immediatamente precedenti, checché ne dicano taluni autorevoli personaggi del mondo scientifico. Questo ciclo davvero non vuole farci annoiare, fornendoci sempre nuovi elementi per i quali sorprenderci e sui quali discutere.
Ci preme sottolineare che il “fuori dagli schemi” è sempre e comunque da intendersi in modo relativo, a causa della limitata conoscenza di cui disponiamo circa il comportamento del Sole. Questa dipende anche e soprattutto dal brevissimo intervallo di tempo (50-60 anni), rispetto alla vita del Sole (5 miliardi di anni!), durante il quale la nostra stella è stata oggetto di osservazioni e di studi, da Terra e tramite satelliti, con gli strumenti più sofisticati oggi a disposizione.
Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora non riesce a tenere nemmeno il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.
In dettaglio, Giugno è iniziato con una fase di attività abbastanza vivace, in corso fin dal mese di Maggio, proseguita fino a circa metà mese. Poi si è verificato un “colpo di scena”: crollo verticale dell’attività, fin quasi alle condizioni da minimo profondo, con il disco solare pressochè spotless, se si eccettuano pochi piccoli “pore” che si sono avvicendati in un paio di aree attive, seguito da una nuova altrettanto decisa crescita a fine mese. Quindi, l’attività in questo mese ha fatto registrare un andamento molto altalenante. Nonostante ciò, anzi proprio per questo, i valori di sunspot number e solar flux non si sono discostati in modo sostanziale da quelli di Maggio: in dettaglio l’SN mensile si è fermato ad un 64,5 ovvero 4,5 punti in meno di maggio, mentre il solar flux si è mantenuto su valori pressochè identici a quelli del mese precedente. L’andamento dei prossimi mesi è, a nostro modesto avviso, da monitorare con attenzione: dopo una prima evidente stasi, le curve delle medie smoothed (sia SIDC che NIA’s) sono nuovamente cresciute in modo apprezzabile. Sembra quindi allontanarsi, almeno per il momento, l’inizio del declino del ciclo 24.
Il valore del NIA’s di giugno 2012 è 43,1 (provvisorio).
L’andamento di tali curve naturalmente non esclude un eventuale secondo massimo del ciclo 24, non improbabile stante la previsione NASA (massimo nella prima metà del 2013) e la relativa precocità del primo massimo (Novembre 2011) rispetto al minimo del 2008.
Solar flux
Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 incontra nella sua progressione, anche se la distanza media dai cicli precedenti non è più in aumento, segno che ormai, anche il ciclo 24, sono tutti in prossimità del massimo.
In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti: è un ciclo “pigro”, con le “marce lunghe”, è l’unico dal ciclo 19 in poi che non sia ancora riuscito a raggiungere la soglia (di picco) di 200, ampiamente superata da tutti quelli precedenti. Inoltre, negli ultimi mesi si osserva chiaramente la brusca frenata rispetto ad un massimo, per ora relativo, comunque tutt’altro che eccezionale nonché il tentativo di “ripresa” dell’ultimo periodo.
Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stata pari a 124,19 (Maggio 2012 aveva fatto registrare un 124,12) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 86,8, valore da minimo pieno (ore 20 del 23/06) e 166,7 (ore 17 del 14/06). Nell’ultima decade (dal 20 al 30 compresi) la media è stata pari a 104,67 (valori delle ore 20) ma con valori che negli ultimi giorni sono ritornati a crescere in maniera decisa: si osserva quindi un’estrema variabilità di questo indice, dettata forse dalla probabile variazione magnetica in corso nell’emisfero nord.
Altri diagrammi
Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24 è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif
Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (ultimo grafico in basso).
Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari (o, per meglio dire, il tentativo di inversione), l’ultimo dato disponibile (11 giugno) su http://wso.stanford.edu/Polar.html#latest evidenzia un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a +2. Sembrerebbe trovare conferma quindi il cambio di polarità per questo emisfero. Per l’Emisfero Sud, invece, il percorso sembra essere ancora molto lungo, infatti i valori si stanno allontanando dalla “neutralità” fin dall’inizio del 2011. Questo sembrerebbe allontanare la possibilità di un’inversione in tempi relativamente brevi anche per questo emisfero. Storicamente, negli ultimi 30 anni, le inversioni sono avvenute a distanza di pochi mesi o al massimo di un anno. Ma, come testimoniato al link precedente, in nessun caso un emisfero si era trovato così distante dall’inversione e in progressione antitetica, mentre l’altro l’aveva appena effettuata, tant’è che la media dei due emisferi rimane relativamente stabile su valori intorno a -25.
Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.png, andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.png , andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml .
Le immagini “Stereo Behind”, oltre ad confermare l’attuale fase di maggiore attività relativa all’emisfero sud, attualmente testimoniano una situazione di nuovo piuttosto tranquilla, confermando che questo ciclo risulta davvero di difficile lettura. Risulta sempre valida quindi la regola che occorre attendere ancora qualche mese per poter avere un quadro complessivo della situazione solare. L’estrema debolezza e variabilità di questo ciclo non lasciano ancora spazio ad interpretazioni univoche.
Infine, sorprende l’assenza di qualsiasi cenno circa lo stato dell’inversione dei poli nel sito NASA dedicato al monitoraggio del ciclo solare, come se il continuo ritardo dell’inversione non rappresenti un fatto anomalo e meritevole di qualche analisi e considerazione circa le possibili conseguenze.
Conclusioni
Questo ciclo aveva fornito una parvenza di “normalità” lo scorso autunno, quando la progressione era parsa netta e, per la prima volta dal minimo, continua per qualche mese consecutivo. Gennaio ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo difficilmente pronosticabile che ha di fatto minato l’ipotesi di un proseguimento “normale”, anche se contraddistinto da un debolezza di fondo, di questo ciclo 24. Ciò avvalora ancor di più la possibilità che il massimo raggiunto a novembre possa addirittura essere quello del ciclo, oppure uno dei due massimi che spesso si sono verificati nei cicli precedenti, tipicamente a distanza di 18-24 mesi. La modesta attività degli ultimi mesi è ben poca cosa se confrontata con quanto accadeva al sole negli approcci al massimo dei passati cicli e non è in grado di sovvertire quanto sopra scritto: solo in caso di una forte ripresa nei prossimi mesi si potrebbe riaprire il discorso. Attualmente sembra essere in corso una fase di “spinta” più decisa da parte dell’emisfero sud, con valori che si stanno gradatamente avvicinando a quelli raggiunti dall’emisfero nord nell’autunno scorso, mentre quest’ultimo parrebbe andare incontro ad una fase di “stanca”: che sia giunta l’ora del massimo relativo all’emisfero sud?
Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!
Apuano70 e FabioDue