Tutti i parametri solari sono molto deboli, e nessuno è più debole dell’indice Ap .
La Figura 1 riportata di seguito, mostra l’indice Ap a partire dal 1932, con una proiezione alla fine del ciclo solare 24 nel 2026. L’indice Ap non è aumentato molto, al di sopra del precedente piano dell’attività, nella seconda metà del 20 ° secolo. Oramai, siamo a meno di un anno dal massimo solare, previso per il 2013 e l’indice Ap, è oggi stimato scendere ulteriormente nel prossimo decennio.
Figura 1 Indice Ap 1932 – 2026
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– Update n°1 –
In questa trama realizzata da Leif Svalgaard si evidenzia il valore estremamente basso registrato dall’indice Ap nel dicembre del 2008. Un tale valore non lo si era mai registrato dal 1844 !
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– Update n°2 –
Antony Watts scrive :
“….Ciò che è più interessante del grafico dalla media del Geomagnetic Planetary Index Ap è quello che è successo intorno all’ottobre 2005. Si noti il forte calo dell’indice magnetico e il suo mantenimento su bassi livelli. Questo assomiglia molto ad una “funzione a gradino”. Funzione che vedo spesso nei grafici delle temperature superficiali GISS, quando una stazione viene trasferita in un ambiente di misurazione più fresco. Nel caso specifico dell’attività solare, sembra che questo indichi, che qualcosa si sia improvvisamente “spento”, nei meccanismi interni della dinamo solare. Si noti che nei mesi precedenti, l’indice magnetico viaggiava su una maggiore attività, poi è semplicemente caduto ed è rimasto in gran parte pianeggiante.
Ed inoltre…..
“….Il Dr. Sam Outcalt: Professore Emerito di Fisica, presso l’Università del Michigan mi ha mandato due giorni fa questo grafico. Grafico nel quale mi mostra la sua applicazione di ricalcolo Hurst elaborata ulla base dei dati dell’indice Ap. Utilizzando tale metodo, ha individuato in modo indipendente una “funzione gradino a spegnere…” Il professore dichiarava, nel febbraio 2008:
“…..La transizione al regime principale è il massimo dell’integrale e corrisponde alla data 2.005,71, ottobre 2005…” La stessa data che ho identificato !
“….Chiaramente il sole è entrato in un blocco magnetico e da allora, deve ancora uscire.Viviamo in tempi interessanti….”
Dalla Figura 2, ricaviamo che i picchi, verso il basso del solar flux F10.7 e il conteggio delle macchie solari SN sono quasi a livelli minimi assoluti. Il livello di d’attività solare nel suo complesso è solo un poco superiore a quella in un minimo solare.
Figura 2 : TSI, Solar flux F10.7 e SSN dal 2008
La Figura 3, evidenzia una sporgenza, che il numero di neutroni, alla fine del ciclo solare 24 nel 2026, dovrebbe assumere nel prossimo minimo e che sarà simile a quella registrata nel passaggio tra i cicli 23 e 24. I precedenti periodi freddi sono stati associati a picchi significativi di Be10 e C14. E’ probabile che il numero di neutroni sarà ancora più alto, nel passaggio fra l’attuale ciclo SC24 e il ciclo solare SC25.
Figura 3: Conteggio neutroni a Oulo dal 1964-2026 (e proiezione dal 2013)
I dati della copertura nuvolosa, elaborati in quest’analisi, ci sono stati forniti dal professor Ole Humlum. Esiste una relazione significativa tra la bassa copertura nuvolosa globale e la temperatura globale. Supponendo che la relazione sia lineare e che rimanga lineare a percentuali più elevate di copertura delle nuvole, la Figura 4, cerca di ricavare la percentuale di copertura nuvolosa necessaria per ottenere il calo di temperatura di 0,9 ° C previsto dalla Solheim, Stordahl e Humlum nel loro articolo intitolato ” Il lungo ciclo delle macchie solari SC23 prevede una significativa diminuzione della temperatura nel ciclo di 24 ” disponibile al seguente indirizzo: http://arxiv.org/pdf/1202.1954v1.pdf
Figura 4: Temperatura UAH mensile in relazione alla bassa copertura nuvolosa globale
La Figura 4 suggerisce che il risultato previsto sarà associato ad un significativo aumento di nuvolosità.
Figura 5: Il basso livello della copertura nuvolosa in relazione con il conteggio dei neutroni a Oulu
Questo grafico, suggerisce che vi è una scarsa correlazione tra il numero di neutroni e la copertura nuvolosa. Il conteggio dei neutroni più elevati può essere una coincidenza o un fattore causale con il clima più freddo. Forse gli EUV, l’indice Ap e altri fattori sono più significativi nei cambiamenti climatici. Inoltre, sul nostro pianeta, caratterizzato da un clima bistabile (alternanza periodi di glaciazione/inter-glaciazione), può essere, che le fasi di sopravvivenza del manto nevoso, durante l’estate, nell’emisfero nord siano molto importanti.
Fonti :
http://wattsupwiththat.com/2012/07/02/the-sun-has-changed-its-character/
http://wattsupwiththat.com/2012/07/04/another-regime-change-indication-this-time-in-solar-data/
Michele