Archivi giornalieri: 5 Settembre 2012

L’Influenza solare sui rigidi inverni nell’europa centrale + Terremoto M7.6 in Costa Rica

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Magnitude 7.6 – OFF THE COAST OF COSTA RICA

Profondità 40km.

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Di Frank Sirocko, Heiko Brunck, Istituto di Geoscienze, Università Johannes Gutenberg Mainz, Mainz, Germania e Stephan Pfahl, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, Politecnico federale di Zurigo, Zurigo, Svizzera

GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS, VOL. 39, L16704, 5 PP., 2012 doi:10.1029/2012GL052412

Gli ultimi due inverni in Europa centrale sono stati insolitamente freddi rispetto agli anni precedenti. I dati meteorologici, soprattutto degli ultimi 50 anni, e gli studi dei modelli hanno suggerito che sia l’attività solare che El Niño possono influenzare i freddi inverni dell’Europa centrale. Per studiare i meccanismi alla base di questa dinamica, in modo statisticamente robusto e per verificare quale dei due fattori è più importante ( minimi solari & eventi El Niño ) nel corso degli ultimi 230 anni, ritornando alla Piccola era Glaciale, usiamo i rapporti storici di congelamento del fiume Reno. I dati storici mostrano che 10 dei 14 anni di congelamento si sono  verificati vicino al minimo delle macchie solari e una sola volta nel corso di un anno di moderato El Niño. Questa influenza solare è sostenuta dalle corrispondenti anomalie della circolazione atmosferica nelle rianalisi dei dati, che coprono il periodo dal 1871-2008. Di conseguenza, una debole attività solare è empiricamente correlata a condizioni invernali estremamente basse in Europa anche su scale temporali lunghe. Questa relazione vale ancora oggi, anche se tuttavia le temperature medie invernali sono aumentate nel corso degli ultimi decenni.

Alcuni passi ripresi dalla carta :

“…..In accordo con le rianalisi delle osservazioni delle temperature del 20° secolo nell’europa centrale, dal dataset CRUTEM3 [Brohan et al., 2006] troviamo che le temperature degli inverni  a seguito di un minimo delle macchie solari sono significativamente più basse rispetto alle temperature medie durante le stagioni invernali rimanenti , vedi Fig. 6a. La relazione tra le condizioni invernali fredde e l’attività delle macchie solari non è dunque, determinata solo dai soli fiumi (la quale potrebbe anche essere influenzata da una serie di altri fattori, ad esempio, l’acqua calda delle numerose centrali elettriche costruite lungo il fiume). Le variazioni di forza della serie storica in Fig. 6 bis, che sono in gran parte indipendenti dal ciclo delle macchie solari, mostrano l’importante ruolo interno, della variabilità stocastica dell’atmosfera per le temperature invernali europee. Il rapporto sopra indicato vale solo per le temperature centrali europee. Quando i dati di temperatura CRUTEM3 invernali sono in media su tutto l’emisfero nord, alcun rapporto con i minimi solare è stato trovato….”

“……Ciò suggerisce un effetto regionale, locale sul modello di circolazione, che gli autori collegano alle Figure 5a e 5b per identificare le anomalie della circolazione atmosferica nel Nord Atlantico e le relative regioni europee associate con gli  inverni freddi durante i minimi solari. La fig. 5a mostra la differenza, nei campi di altezza geopotenziale a 500 hPa (Z500) tra gli inverni, a seguito di un anno con un minimo di macchie solari e il resto del periodo dal 1871-2008, ottenuto dal set di dati del 20° secolo [Compo et al., 1996 ]. Un forte, anomalia positiva statisticamente significativa si verifica nella regione nord-orientale d’Islanda, mentre anomalie negative si trovano sulla penisola iberica e nell’area nord-orientale (quest’ultima non significativa). Queste (Z500) anomalie sono associate ad un flusso maggiore d’avvezione di aria fredda da nord, dall’Artico e dalla Scandinavia verso l’Europa centrale, con significative anomalie di temperatura negative in Inghilterra, Francia e Germania occidentale. Nella Fig. 5b, il centro del raffreddamento si posiziona nelle regioni del sud dell’Inghilterra, e nelle regioni del Benelux e nella Germania occidentale fino alla parte centrale del Reno. La Germania orientale e meridionale non sono così coinvolte come le regioni in precedenza specificate. Di conseguenza, è solo il Reno e alcuni possibili fiumi olandesi che prevedono la possibilità di ricostruire questo specifico modello di anomalia della temperatura, che corrisponde ad un anomalia NAO negativa e una preferenza di blocchi sul Nord Atlantico orientale….”

Fonte : http://www.agu.org/pubs/crossref/2012/2012GL052412.shtml