Introduzione
Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.
La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.
Gli indici: i valori del mese
– ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): +0,271
– PDO (Pacific Decadal Oscillation): -2,21
– AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,487
– QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -26,61
– QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -11,42
– MJO (Madden-Julian Oscillation): non riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento.
Commento indici Settembre
– il Nino (ENSO) a settembre (ma ancor più ad ottobre) è ormai azzerato (neutrale) nella sua porzione orientale (zone 1+2 e 3) e comunque estremamente debole anche nella porzione centro-occidentale (zone 3.4 e 4).
– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni); attualmente è in fase di rafforzamento e sta confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg
– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.
– La QBO30 appare aver superato, almeno per il momento, il minimo di agosto, e si è lievemente ripresa, pur restando vicina ai propri minimi storici.
– La QBO50 è calata ulteriormente sotto quota -10 e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ha ancora raggiunto i minimi storici; potrebbe aver raggiunto il minimo di questa fase, oppure potrebbe scendere ulteriormente.
In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente una condizione di neutralità (né Nina né Nino) nel comparto est, come detto, e dal mese di agosto anche in quello centro/ovest il Nino è sceso a livello così deboli da potersi considerare ormai pressoché neutrale. Le previsioni NOAA vedono al momento per i prossimi mesi una sostanziale situazione di neutralità, con forse una Nina debole nel comparto est. Dunque l’evento di Nino pare sia concluso.
Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,
da giugno ad oggi si è verificato un netto indebolimento delle anomalie positive in tutto il comparto oceanico. Tuttavia, tra settembre ed ottobre, nel comparto est sembrano affermarsi anomalie negative, mentre nel comparto centro-ovest resiste qualche debole anomalia positiva. Sembra proprio l’annuncio dell’avvio di una nuova Nina ma, almeno per ora, solo nel settore oceanico orientale.
Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, prevalgono tuttora anomalie positive appena al largo delle coste occidentali europee e nordafricane. Permane una consistente, sia pure circoscritta anomalia negativa in aperto oceano, appena a sudovset delle Isole Azzorre, in pratica dove normalmente risiederebbe l’omonimo anticiclone. Tra parentesi, anche per questa ragione (sebbene sia una causa ultima e non prima) l’Alta delle Azzorre in questo periodo è decisamente fuori posto e sta favorendo un primo deciso (anche se non precoce, tutto sommato) affondo freddo artico.
http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.10.22.2012.gif
Considerazioni sull’autunno-inverno 2012/2013: Nino, QBO e ciclo solare
Da ora, progressivamente, le considerazioni di natura storico/statistica lasceranno spazio a qualche elemento più concreto in merito alla stagione in corso ed alla prossima stagione invernale europea (limitarsi all’Italia, così piccola, non è davvero possibile). Naturalmente, tutte le considerazioni sono affette da un certo grado di approssimazione, che dipende in parte dalla distanza temporale (nel caso della stagione invernale), dalla oggettiva difficoltà per chiunque ad essere molto preciso con grande anticipo e……..dai limiti dell’autore della presente rubrica.
La stagione autunnale ormai in pieno corso, almeno secondo il calendario, promette imminenti (anzi, in corso) sviluppi freddi. Tuttavia, ciò non deve trarre in inganno: il recente cedimento del Nino, specie in zona est, favorirà certo un maggiore dinamismo della stagione, ma più probabilmente nel lungo termine (presumibilmente nel giro di 1-2 mesi), quando si esauriranno i suoi effetti residui. Fino ad allora, lo scenario che ad oggi appare più probabile sull’Europa meridionale è quello di una circolazione ancora in buona misura anticiclonica. Questa potrà essere interrotta da qualche perturbazione atlantica e qualche sporadico affondo artico (più presenti nella porzione centro-settentrionale del continente), che potranno essere anche intensi, seppur temporanei. Dunque l’avvio tardo-estivo del trimestre autunnale a sud pare sì in buona misura archiviato, ma è probabile non sarà completamente stravolto.
Per quanto concerne le prospettive invernali, si è già detto molto nei precedenti numeri della rubrica sulla debolezza del ciclo solare e sull’abbinamento ad una QBO a 50mb che a settembre ha raggiunto il valore di ben -11 e non è escluso possa scendere ancora ed è probabile resti negativa ancora per diversi mesi. Si è anche detto più volte del carattere freddo, ed eventualmente anche nevoso, delle stagioni invernali caratterizzate da debole attività solare, QBO a 50mb negativa ed assenza di altri parametri che potessero interferire sull’azione di tale accoppiata (es. una forte Nina, oppure un Nino orientale insistente). Ebbene, ad oggi si confermano prospettive interessanti per la prossima stagione invernale, Sole permettendo (ovvero se non ci regalerà un’inaspettata e forte ripresa proprio nell’arco dei prossimi mesi). Sarà più Artico o più Siberia? E’ presto per dirlo; molto dipenderà dagli eventuali riscaldamenti stratosferici (stratwarming), di solito più frequenti nella seconda metà dell’inverno. Certo, nelle ultime settimane, la persistenza di un’alta pressione sull’Europa orientale e sulla Russia ha impedito alle perturbazioni atlantiche di dirigersi verso est, favorendo un raffreddamento del comparto siberiano. Ora è in atto un certo “rimescolamento di carte” dovuto proprio alla discesa artica in Europa. Comunque, per la formazione dell’anticiclone siberiano è ancora presto, bisogna attendere perlomeno il mese di novembre inoltrato.
In sintesi, dunque, Sole debole e QBO a 50mb negativa storicamente favoriscono inverni freddi, per le ragioni ben spiegate da Riccardo in un recente articolo.
Solo una netta ripresa dell’attività solare (possibile, ma difficile da prevedere), oppure un evento di Nina in rapida progressione e di notevole intensità (improbabile per ora, che tra l’altro inibirebbe gli stratwarming e ricompatterebbe il Vortice Polare), potrebbero ridisegnare il carattere della prossima stagione invernale europea. Per l’Europa mediterranea, in particolare, deve essere considerata anche la possibile debolezza a sud dell’Anticiclone delle Azzorre, che potrebbe favorire ingressi perturbati atlantici da noi, mentre il resto dell’Europa batterebbe i denti.
Prospettive meteo-climatiche – autunno
Attualmente, è in atto un primo importante cambio circolatorio: l’anticiclone delle Azzorre è confinato sul vicino Atlantico e si è anche proteso verso nord; come conseguenza di ciò, correnti fredde di natura artica hanno preso possesso dell’Europa centro-occidentale, fino a parte del Mediterraneo. Se tale cambio sia temporaneo, e poi tutto tornerà come prima (almeno qui da noi), o invece lascerà tracce indelebili anche sul tempo del mediterraneo, lo vedremo.
Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime 2-3 settimane disegnano un quadro prima improntato ad una notevole dinamicità, con qualche consistente passaggio perturbato anche sull’Italia, prima di matrice artica, poi di matrice atlantica. Nel lungo termine, invece, si intravvede una nuova possibile stabilità anticiclonica, anche se figlia di un equilibrio dinamico e, per questo, precario. Tale tendenza è testimoniata dalle previsioni dell’indice AO (se negativo, alte pressioni a nord dell’Europa; altrimenti a sud), che è visto in netta risalita nel lungo termine verso valori positivi. Anche il NAO (se negativo, alte pressioni sul Nord Atlantico, altrimenti a sud) è previsto in netta risalita. Insomma, per vedere discese artiche in serie, come accade a dicembre, pare sia ancora presto e ciò, a fine ottobre, appare abbastanza normale.
In sintesi, il brusco passaggio artico attuale costituisce uno spartiacque, perlomeno ideale, tra una fase (tardo estiva) ed un’altra (più avanzata) della stagione autunnale europea. Ma, dopo, l’autunno potrà mostrare (e probabilmente lo farà) un volto più freddo e perturbato sull’Europa centro-settentrionale e più mite e stabile sull’Europa meridionale, almeno fino a quando non si esauriranno gli effetti del Nino calante.
FabioDue