Indici meteo-climatici di Novembre 2012 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3,  peraltro già riportato nel forum Meteo.

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Gli indici: i valori del mese

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente:

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): (+0,103) +0,166

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,79) -0,59

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation):   (+0,376) +0,210

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-24,51) -18.95

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-10,51) -10.65

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente si trova in fase 2 e potrebbe entrare presto in fase 3 e poi 4, ma con intensità talmente ridotta che il grafico di previsione risulta di difficile lettura.

 

Commento indici Novembre

– il Nino (ENSO) a novembre (e dicembre) oscilla tra neutralità e Nina debole ad est (zona 1+2 e zona 3) e attorno alla neutralità quasi perfertta ad ovest (zone 3.4 e 4).

– La PDO permane negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni) ed oscilla, talvolta aumentando (come adesso), talvolta diminuendo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso, probabilmente contribuendo in modo decisivo nel “sopprimere” l’evento di Nino ormai quasi certamente  conclusosi. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in netta ripresa, pur restando ancora decisamente negativa.

– La QBO50 ha molto probabilmente raggiunto il proprio minimo (-11,51) a Settembre, ora è un poco risalita, anche se non ancora in modo deciso.

In base alle osservazioni ENSO NOAA, siamo in presenza di una sostanziale neutralità lungo tutto l’Oceano Pacifico equatoriale: lievissime anomalie negative ad est e al centro, neutralità pressoché totale ad ovest. Le previsioni NOAA vedono al momento l’avvio di un debole evento di Nina, specie ad est e al centro dell’oceano, al termine dell’inverno. Il grado incertezza, tuttavia, è elevato, specie dal mese di Marzo in poi.

Le anomalie sottosuperficiali di temperatura, al momento, paiono confermare quanto sopra. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,

Nel corso dell’autunno si sono alternate e in sostanza bilanciate anomalie positive e negative, segno di una prolungata fase di transizione tra Nino e Nina, che perdura. Ora però, almeno ad est e al centro, si sta affermando una evidente anomalia negativa, probabile segnale di un prossimo (primaverile?) evento di Nina.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, prevalgono ora deboli anomalie positive, soprattutto nel comparto oceanico tropicale ed equatoriale centrale, tra Sudamerica ed Africa. Più a nord, si osserva una certa alternanza tra deboli anomalie di segno opposto. Le principali anomalie negative si ritrovano attorno alle  Isole Britanniche e nel Mediterraneo Occidentale. Più ad ovest, l’anomalia negativa nel Golfo del Messico si è in buona parte dissolta, contemporaneamente alla scomparsa di parte delle corrispondenti anomalie negative nel Pacifico orientale.

http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.12.27.2012.gif

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La prima parte dell’inverno 2012/2013

Come nei numeri precedenti di tale rubrica, si introducono ora alcune considerazioni di carattere generale circa il possibile decorso della stagione invernale ormai avviata. Per una disamina di dettaglio, si suggerisce di fare riferimento ai vari ed interessanti articoli di approfondimento che, in queste ultime settimane, stanno ben illustrando cause e possibili conseguenze dell’attuale scenario barico dell’Emisfero Nord, a tutte le quote di pressione.

Per quanto concerne le prospettive invernali, dopo qualche settimana di freddo intenso in buona parte dell’Europa e, in misura minore, anche nell’Italia Settentrionale, all’inizio della terza decade si è instaurata una circolazione cosiddetta “zonale”, ovvero in prevalenza da ovest verso est. La carta di previsione seguente lo testimonia con chiarezza (120 ore, 850Hpa).

Tale circolazione, anzi, in una prima fase attorno a Natale, ha portato aria calda subtropicale sull’Italia, quasi un anticipo di primavera. Ora il flusso atlantico sta avendo nuovamente il sopravvento, tra onde più fredde e rimonte più miti, sicuramente fino all’inizio del nuovo anno. Proprio verso il 2-3 Gennaio, un’ondulazione più intensa delle precedenti porterebbe (il condizionale è d’obbligo) nuovamente aria artica verso il Mediterraneo. Tale tendenza è confermata anche dalle previsioni stratosferiche a 6-7 giorni (specie quelle a 100Hpa).

Per un esame in termini più generali, si può fare riferimento all’assetto previsto del Vortice Polare Stratosferico a medio-lungo termine, come testimonia l’immagine seguente (previsione GFS a 10 giorni a 50Hpa, ovvero una quota stratosferica intermedia e anche per questo significativa):

Essa mostra un VPS nuovamente sottoposto all’azione della wave 1 (anticiclone aleutinico) e dunque proteso con un lobo verso il nordest del continente nordamericano, mentre un’ondulazione minore è rivolta verso l’occidente europeo. Tuttavia, il nocciolo del VPS staziona ancora tenacemente lungo le coste settentrionali della Siberia centro-orientale.

Dunque, è ragionevole attendersi una netta recrudescenza invernale, specie sul Canada e gli Stati Uniti orientali, nel corso della prima decade di gennaio.

In ogni caso, il VPS è sbilanciato verso la Siberia e ciò continuerà a favorire un raffreddamento del comparto Siberiano centrale e orientale. Inoltre, con l’incremento delle ondulazioni della circolazione zonale, dopo una prima fase di ritiro (attualmente in corso), è presumibile che l’Orso (l’anticiclone siberiano) torni ad espandersi verso ovest, dunque faccia capolino nuovamente in Russia nel corso della prima decade di gennaio.

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Prospettive meteo-climatiche – inverno

Come detto più volte, ma è utile ribadirlo, la combinazione tra QBO negativa, Nino debole divenuto ENSO neutrale e centrato ad ovest, bassa attività solare e comunque la sostanziale assenza di elementi di “disturbo” a tale configurazione, depone a favore di una stagione invernale movimentata, almeno per l’Europa centro-settentrionale e almeno in termini generali.

Si è già accennato al fatto che nei primi 20 giorni di Dicembre l’Europa, specie quella oltre le Alpi, ha vissuto condizioni meteo prettamente invernali, spesso molto fredde e nevose. Affinché tali condizioni si verifichino nuovamente, occorrono alcuni fattori concomitanti:

  • una perdurante debolezza del Vortice Polare Stratosferico, tale da sottoporlo a continui attacchi degli anticicloni delle Aleutine (Oceano Pacifico) e delle Azzorre (Oceano Atlantico), tale da condurre ad uno split, o almeno ad una netta bilocazione del suo nucleo;
  • ripetuti riscaldamenti stratosferici (stratwarming) nei pressi del nucleo del VPS, tali da consentire la formazione in loco di anticicloni stratosferici, tali da contribuire a quanto detto al punto 1;
  • in alternativa o insieme, un’azione netta di disturbo sul VPS da parte dell’anticiclone russo-siberiano, tale da “stirarlo” (ellitticizzazione) e da portarsi quindi verso l’Europa, investendola con il suo alito gelido.

Per quanto concerne la situazione attuale, la prima condizione tutto sommato è soddisfatta, come dimostrato nella prima metà del mese; si tratta di capire come si manifesterà nuovamente; riguardo il “se si manifesterà”, sussitono davvero pochi dubbi.

Per quanto riguarda la seconda, è ormai iniziato un netto riscaldamento stratosferico sopra l’Asia centrale, alla quota di 10Hpa (dunque piuttosto in alto), che provocherà la formazione di un anticiclone stratosferico, il quale sicuramente “premerà” sul VPS per farlo spostare e soprattutto ruotare in senso antiorario rispetto alla sua sede attuale. Tuttavia, almeno per il momento, il riscaldamento sembra propagarsi solo in parte alle quote inferiori. In ogni caso, l’entità del riscaldamento appare notevole, pari a parecchie decine di gradi, tale (se provocherà lo “sconquasso” barico atteso) da classificarlo come MMW (Major Midwinter Warming, ovvero grande riscaldamento stratosferico di metà inverno). Tutte le conseguenze di tale evento, per ora, non sono facilmente pronosticabili. Molto dipenderà dagli effetti sul VPS a tutte le quote.

Infine, la terza condizione. Al momento appare essere la meno prevedibile, in quanto legata a movimenti troposferici (dunque ai piani bassi della nostra atmosfera), più difficilmente prevedibili di quelli stratosferici. L’anticiclone russo-siberiano, come detto, si è ormai ritirato verso est, ma resterà molto potente e pronto a lanciarsi di nuovo alla conquista dell’Europa , come avvenne lo scorso inverno, alla fine di gennaio. E’ probabile si affacci nuovamente in Russia già entro la prima decade di gennaio.

Per riassumere, ad oggi le prospettive di quest’inverno, pur interessanti in termini generali, appaiono nebulose se si vuole scendere più in dettaglio, specie dalla fine dell’anno in poi. I principali modelli mostrano un probabile importante affondo freddo artico sull’Europa Centro-Occidentale subito dopo Capodanno. Per ora è una linea di tendenza (non meno di 6-7 giorni), dunque occorrono ancora 2-3 giorni prima di sciogliere definitivamente la prognosi.

Pertanto, per gli aggiornamenti si rimanda agli articoli di approfondimento che sicuramente saranno pubblicati nel caso vi fossero concrete novità di rilievo. Si raccomanda anche di seguire la pagina Meteo di NIA, ricca di commenti e riferimenti ai prossimi sviluppi, che poi spesso costituiscono la base dei suddetti approfondimenti.

FabioDue

42 pensieri su “Indici meteo-climatici di Novembre 2012 e prospettive meteo-climatiche

  1. Sto notando nei vari “lidi” meteo sparsi per la rete che la questa carta sta sostituendo la dopamina.
    La passione per la meteo e il clima.
    🙂
    Andiamo al sodo ….a quando le prime indicazioni made in GFS o ECMWF per sapere dove cadranno e se cadranno le pulsazioni del Vp ?

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  2. @Michele
    Riguardo la dopamina, concordo pienamente 🙂 Per quanto concerne le tendenze meteo di gennaio, in realtà ho già dato due indicazioni: probabile discesa artica da noi e poi possibile duro attacco invernale in Nordamerica. Capisco benissimo che tutti aspettiamo gli sviluppi di questo stratwarming. Credo occorra attendere altri 3-4 giorni per capire se lo split del VPS sia perlomeno probabile. In caso positivo, per comprendere le conseguenze per noi, prevedo che a ridosso dell’Epifania avremo le idee abbastanza chiare: a quel punto, con le previsioni stratosferiche a 7-10 giorni, capiremo cosa aspettarci per la porzione centrale di Gennaio.

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  3. Ciao Fabio e Michele,
    si è vero, c’è fermento per questo stratwarming.
    Tuttavia per chi, come me, è non così trepidante per possibili scenari particolarmente rigidi, mi pare che vi sia un eccesso d’enfasi nel tentare d’interpretare ciò che accadrà.
    Vi sono varie discussioni davvero interessanti poiché molto didattiche, ma stiamo parlando di mercanzia (l’atmosfera) davvero davvero complessa e dunque atteniamoci a ciò che i modelli ci fanno vedere.

    In tal senso mi pare che, almeno a 240 ore secondo ECMWF, la tua idea di affondo sul continente americano sia più che plausibile.
    Ma se affonda li, è abbastanza probabile che il gelo al più si fermi sull’Est Europa, poiché la famigerata wave 2 diverrebbe piùttosto invadente suul’europa centro- occidentale.

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  4. @Zambo
    Condivido quanto dici a proposito del gelo in Nordamerica: è altamente probabile che a freddo e neve lì corrisponda un tipo di tempo ben più mite qui. Tuttavia, l’inverno non finisce certo all’Epifania e comunque, morto uno stratwarming 🙂 almeno fino a tutto febbraio se ne può fare un altro. Insomma, ad oggi è presto per trarre conclusioni.

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  5. lo strat-warming in atto è a noi sfavorevole
    rischiamo di farci tutto gennaio sotto hp ed inverno andato

    le cartucce buone c’erano a dicembre e sono state sprecate grazie all’atlantico

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  6. FabioDue :
    Tuttavia, l’inverno non finisce certo all’Epifania e comunque, morto uno stratwarming almeno fino a tutto febbraio se ne può fare un altro. Insomma, ad oggi è presto per trarre conclusioni.

    Vero, aggiungo che la prima frantumazione del Vp quest’anno si è verificata a fine Novembre inizio dicembre. Un pò prestino se ricordo bene dai vostri commenti.
    Il ciclo enso ha dato una grossa mano, come l’attività solare di quest’ultimo anno.
    Mediocre.
    Stai a vedere che da un probabile prossimo stratwarming al gobbo c’è poca strada
    Scatti che stanno diventando sempre più violenti ed impulsi di anno in anno.
    Povere mezze stagioni sempre più corte e tormentate.

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  7. A dire il vero, c’è un concetto che ho lasciato sottinteso in tutto l’articolo e anche nei commenti: i tempi di propagazione di una certa configurazione stratosferica verso i piani inferiori dell’atmosfera.
    Riguardo la probabile discesa artica, le previsioni GFS stratosferiche aggiornate a 100Hpa (il piano più basso della stratosfera) confermano una gobba anticiclonica appena ad ovest dell’Europa, tra il 2 ed il 4 gennaio. In tal caso, la propagazioni ai piani inferiori dovrebbe essere piuttosto rapida: in realtà, stamattina, solo ECMWF vede una netta discesa artica, ma dopo i 7 giorni, cioè dopo il 4 gennaio; GFS invece oggi non vede nulla di rilevante.

    Per quanto concerne l’irruzione fredda in Nordamerica, stamttina le previsioni GFS stratosferiche a 50Hpa (aggiornate ad oggi) vedono un lobo del VPS protendersi verso gli USA orientali già verso il 4-5 gennaio. E a 100Hpa, l’attacco invernale appare già in corso poco dopo. Dunque, stando a tali previsioni, il Nordamerica centro-orientale dovrebbe sperimentare un duro assaggio d’inverno tra l’Epifania ed i giorni immediatamente successivi. La conferma della durezza, ma soprattutto della probabile durata dell’attacco viene dai piani più alti della stratosfera (1, 2, 5 e 10 Hpa) dove il nocciolo del VPS è previsto in spostamento dalla Siberia proprio verso il Nordamerica, attorno all’Epifania. Se questo spostamento dovesse propagarsi in seguito ai piani bassi, USA e Canada centro-orientali vivrebbero una fase invernale non solo cruda ma anche lunga, mentre l’Europa in sostanza resterebbe a guardare.
    Ma, ripeto ancora una volta, è presto per le conclusioni, l’inverno finisce a marzo.

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  8. @ctemaz
    Macchè gufi 🙂 vorrei poter scrivere che ci aspetta un gennaio freddo e nevoso. Ma le carte di previsione dicono cose diverse.
    E sono certo che Riccardo non potrà dire cose molto diverse, al più puntualizzerà quello che abbiamo scritto.

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  9. FabioDue :
    @ctemaz
    Macchè gufi vorrei poter scrivere che ci aspetta un gennaio freddo e nevoso. Ma le carte di previsione dicono cose diverse.
    E sono certo che Riccardo non potrà dire cose molto diverse, al più puntualizzerà quello che abbiamo scritto.

    Mi viene da piangere…

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  10. Se vi può confortare, in questo forum

    http://www.meteoforumme.it/forum/analisi-e-previsioni-meteo/analisi-stratosferica-2012-2013/1150/

    dove scrive anche Riccardo, restano moderatamente ottimisti sugli sviluppi dell’inverno, carte stratosferiche alla mano, quelle a lungo termine (ma davvero lungo!). Però si parla esplicitamente della seconda metà del mese, visto che le previsioni buone in stratosfera sono riferite al 10 di gennaio e riguardano quote piuttosto elevate (da 2 a 10Hpa). Poi metteteci un po di giorni perchè la configurazione giusta si propaghi ai piani bassi e chiaramente si parla dal 15 in poi…….se sarà…..

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  11. FabioDue :

    Se vi può confortare, in questo forum

    http://www.meteoforumme.it/forum/analisi-e-previsioni-meteo/analisi-stratosferica-2012-2013/1150/

    Però si parla esplicitamente della seconda metà del mese, visto che le previsioni buone in stratosfera sono riferite al 10 di gennaio e riguardano quote piuttosto elevate (da 2 a 10Hpa). Poi metteteci un po di giorni perchè la configurazione giusta si propaghi ai piani bassi e chiaramente si parla dal 15 in poi…….se sarà…..

    Anche sul blog di Guidi si parla nella seconda parte di Gennaio, con maggiori possibilità per la prima ipotesi.

    http://www.climatemonitor.it/?p=29398

    Riporto la parte più significativa

    Ipotesi 1.

    Lo spostamento previsto dell’onda convettiva equatoriale verso la zona sudamericana settentrionale prevista attorno al 5-7 gennaio potrà attivare la wave2

    che in presenza di un HP stratosferico già invadente in sede polare lato pacifico potrebbe determinare una chiusura a tenaglia del VPS con relativa divisione in due lobi dello stesso. Il primo andrebbe a posizionarsi verso il Labrador ed il secondo in zona euro-siberiana. Lo scivolamento a più basse latitudini favorito da un aumento dei geopotenziali verso il polo determinerà una rotazione dei due lobi in senso orario con probabile interessamento diretto del Mediterraneo centrale


    con ripercussioni in troposfera a attorno alla prima metà della seconda decade di gennaio.

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  12. @Michele & @Fabio,
    io non so cosa accadrà.
    Come detto se ne leggono di ogni.
    E’ evidente che se accadrà come raccontato da Guidi allora sarà di certo così !
    Vedremo se i modelli la penseranno allo stesso modo (o se preferite la natura farà ciò che suggerisce Guidi).

    Certo che le retrogressioni da Est in questi ultimi anni hanno aumentato la loro probabilità e, non a caso, sul finire di Gennaio e tutto Febbraio.
    Lo dico in virtù di ciò che vedemmo al tempo. Ricordate la faccenda del DA+ ? Beh se è vero che sul mare di Kara in estate la pressione (geopotenziale a 500 hpa) è calata, è altresì vero che negli ultimi anni, a partire da Settembre, questa si e mediamente alzata in modo netto. Medesima cosa è accaduta sulla scandinavia del Nord (in particolare proprio nei mesi di gennaio e febbraio). Inversamente sull’area italica e soprattutto in area iberica il geopotenziale medio dei due princiapli mesi invernali è calato.
    Geopotenziale solo in leggero aumento sull’islanda.

    Ora non ho le risposte di cosa accadrà, ma dire che le sberle sono probabili da est mi pare un evidenza più che una previsione.

    La cosa che non so e che non ho tempo di approfondire (aimè) è se quel calo estivo e il repentino aumento a settembre siano figli di un innevamento precoce o meno.
    Poiché, altra cosa che non so il perché ma si misura (e fabio nintendo ha già visto sta cosa che gli ho girato un po’ di tempo fa), il geopotenziale in asia centro-settentrionale è aumentato in modo discreto tra gennaio e febbraio nell’ultimo…quasi devcennio.

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  13. @alessandro1
    Vero. In effetti, stamattina ECMWF appariva in accordo con GFS stratosferico più di GFS stesso. Vediamo i prossimi aggiornamenti, a partire da stasera, sono proprio curioso….

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  14. @Zambo
    Anch’io, come te, ritengo che in questi ultimi dieci anni sia successo qualcosa: oltre ai fatti (non opinioni) che hai citato, segnalo la Nina del 2010-2012, forte come quella del 1974-1976, seguita da un Nino molto debole e breve, conclusosi dopo poco più di 6 mesi; il segno negativo della PDO ormai da anni. Fatti appunto, non semplici opinioni. Ma tutto ciò non ci aiuta molto a capire che cosa accadrà a gennaio, ci fornisce solo la cornice di un quadro ancora non ben delineato.

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  15. Stasera, finalmente GFS troposferico segue almeno un poco GFS stratosferico (che conferma la gobba anticiclonica in Atlantico, tra 5 e 7 giorni, dunque tra il 2 ed il 4 gennaio) e comincia a vedere un abbozzo di irruzione artica tra Capodanno e l’Epifania.

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  16. @FabioDue
    Ciao @Fabio,
    a proposito della mercanzia di cui abbiamo parlato prima, ossia sulla faccenda della robetta degli ultimi 10 anni, ho ritrovato il link di un articolo che mi era piaciuto parecchio e che, ma non sono ancora riuscito ad approfondire, forse si sposa col discorso del pattern DA+ fatto poc’anzi. Se hai tempo e voglia di farne una sintesi, credo che sarebbe un punto interessante per tutti… Lo farei io se avessi tempo….

    http://journals.ametsoc.org.sci-hub.org/doi/abs/10.1175/JCLI-D-11-00664.1?journalCode=clim

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