Archivi giornalieri: 2 Febbraio 2013

Confermato l’affondo artico. E per il dopo….???? (even e Riccardo)

Come al solito, per buttare un occhio sul lontano futuro, partiamo dal passato. Ciò ci consentirà di inquadrare meglio la dinamica in atto e dunque quella futura. L’incipit principale parte come sempre dall’onda pacifica, rimasta stazionaria molto a lungo (terza decade di gennaio). Tale situazione ha consentito un accenno di passaggio del getto sul nord America, con conseguente sviluppo di una discreta ondulazione in rotazione sull’atlantico:

Nonostante la fase di innesco non “felicissima” (per via di un asse del VP non ancora del tutto favorevole), l’onda riuscirà ad acquisire un buon grado di stazionarietà in pieno Atlantico, favorendo una discesa artica sull’Europa nella prima decade di Febbraio. Tale circostanza sarà diretta conseguenza del forte “sconquasso atmosferico” indotto dal grande MMW di gennaio: difatti, come evidenziato nel nostro recente articolo, la lunghezza critica Lc  che deve possedere un onda per divenire stazionaria risulta proporzionale alla radice quadrata della velocità media zonale. Ciò vuol dire che nella condizione attuale, che vede le velocità zonali ridotte al minimo su quasi l’intera colonna ed un inversione del gradiente di intensità zonale sino alla quota di 10 hPa, anche un onda non eccessivamente energetica è in grado di bloccare la circolazione zonale per diversi giorni (ovviamente per le spiegazioni tecniche rimando direttamente all’articolo stesso: http://www.meteoforumme.it/forum/analisi-e-previsioni-meteo/facciamo-un-po-di-chiarezza-2-dinamiche-di-interazione-tropo-stratosferiche/).

Tra l’altro, sempre a questo proposito, il temporaneo “smorzamento” della precedente wave 1  (quella che ha consentito l’attivazione dell’onda atlantica) favorirà un ulteriore progressivo innalzamento del getto in Atlantico consentendo alla wave 2 di “incontrare” strati caratterizzati da  velocità zonali via via più basse:

Tale fattore, per quanto detto, non potrà che giocare a favore di una maggiore stazionarietà ed intrusività della stessa onda atlantica.

Lo sviluppo dell’onda atlantica stazionaria con asse decisamente verticale, porterà inevitabilmente alla formazione di una discreta ondulazione anche sul settore russo:

Si tratta della famosa wave 3, che nasce sempre in seguito allo sviluppo dell’onda 2 atlantica (non è un caso che è stata battezzata con il numero “3”). Tale circostanza, come vedremo, potrà avere una valenza importante nella fase successiva.

D’intanto il nuovo passaggio di un esteso lobo del VP sul comparto asiatico, favorirà la nascita di una nuova pulsazione pacifica, che potrebbe tradursi in una nuova wave 1 discretamente stazionaria:

Innesco nuova pulsazione a partire dall’asia

Nuova onda pacifica pienamente formata e discretamente stazionaria sul Pacifico

L’affermazione di questa nuova onda sul Pacifico potrebbe indurre  una nuova spinta dinamica della wave 2, andando a supportare quella dinamica dal carattere “retroattivo” di cui abbiamo parlato tanto sul forum CMT.

In questo caso, le ripercussioni potrebbero risultare diverse: la nuova onda atlantica potrebbe trovare l’aggancio giusto con la wave 3 di cui si è parlato prima, favorendo una circolazione a direttrice nord-est/ sud-ovest sull’Europa:

La situazione potrebbe quindi sfociare con l’apertura del ponte di Weikoff e conseguente circolazione a matrice più continentale sul continente europeo.

È inutile che vi dica che ad oggi si tratta di una semplice linea di tendenza, sulla quale però abbiamo insistito a più riprese con altri “colleghi”. I dubbi sono ancora molteplici, e riguardano diversi aspetti:

1)    grado di stazionarietà della nuova onda Pacifica; è fondamentale infatti che la nuova onda risulti discretamente stazionaria non andando ad invadere eccessivamente il comparto americano. Da tale fattore dipenderà l’importanza della nuova wave 2 in via di formazione (grossomodo) alla fine della prima decade e dunque le sorti dell’intero periodo successivo;

2)    grado di approfondimento della wave 3; nel caso in cui essa non risultasse abbastanza estesa, sarebbe più probabile una nuova discesa a carattere prettamente artico-marittimo;

3)    Dal punto di vista temporale poi le incertezza si moltiplicano ulteriormente. A questo proposito non è da escludere un intermezzo atlantico zonale prima della formazione della giusta dinamica di matrice nord-orientale (fase zonale che potrebbe estendersi anche sino a metà mese).

In particolare in merito al punto (1) ci sarebbe da parlare molto. Per ora ci limitiamo a rimarcare quanto sottolineato più volte con Filippo ed Alessandro in merito ad un asse del VP “leggermente” troppo inclinato dall’inizio di questo inverno, fattore che ci ha privato della possibilità di assistere ad un inverno forse storico. Anche in questo caso si tratta dell’elemento di maggiore incertezza: come detto, un asse del VP troppo inclinato risulterebbe sfavorevole ad una discreta ripartenza dell’onda atlantica, con conseguente eccessiva ingerenza del canadese e ripartenza rapida del flusso zonale atlantico. Tuttavia, a differenza delle circostanze precedenti, possiamo contare sul forte condizionamento indotto dal forte MMW, tema centrale dell’inverno 2012-2013.

In definitiva, in questa sede non possiamo che limitarci alla “semplice” illustrazione della possibile dinamica futura, mettendo in evidenza il campo dei varianti più plausibili  (sia negative che positive) illustrando le relative cause. Per la valutazione dei parametri esatti (vedi punto 1 e 2) ci penseranno, a tempo debito, i modelli e le loro sofisticate strumentazioni di misura e di calcolo.

 

Riccardo