Un professore di meteorologia tedesco si aspetta un raffreddamento importante nei prossimi decenni

Il Prof. Dr. Horst Malberg in un articolo pubblicato alcuni giorni fa sulla piattaforma dell’istituto europeo per il clima e l’energia (Eike) afferma che : “L’attuale protezione dai cambiamenti climatici è inefficace”

http://www.eike-klima-energie.eu/news-cache/abkuehlung-kommt-fakten-zum-klimawandel-seit-der-kleinen-eiszeit/

e ci avverte che ci dovremmo preparare seriamente al raffreddamento che si verificherà nella prima parte del 21°secolo.

Il professore di meteorologia Dott.Horst Malberg

 

Il Professor Malberg inizia il suo articolo, mostrando e discutendo i vari grafici dell’attività solare e le relazioni con le temperature sul compartimento europeo a partire dal 1671.

La figura 7 mostra i coefficienti di correlazione tra il rapporto temporale fra la variante attività solare (Fig. 3) e la simultanea temperatura europea, per i periodi climatici del secolo scorso. Per il riscaldamento nel 18°secolo dopo la piccola era glaciale, il coefficiente di correlazione calcolato è pari a 0,90 – 0,94.

 

Il Dott.Horst Malberg continua affermando :

Il sole si trova attualmente all’inizio di una fase di quiete della sua attività e probabilmente raggiungerà un valore medio di macchie prossimo a 50, durante il ciclo corrente, o anche inferiore. Dei valori limite, che lo posizionano, tra un periodo di caldo e uno di freddo. Analogamente alle condizioni climatiche che si sono registrate durante il minimo di Dalton di 200 anni fa, dobbiamo quindi aspettarci un raffreddamento del clima per i prossimi decenni.

Solo la “variabilità solare” deciderà la portata generale del raffreddamento previsto e quando la temperatura, inizierà, nuovamente e gradualmente ad aumentare. Quest’utima situazione dovrebbe avvenire nella seconda metà del 21° secolo, quando il sole si riporterà su una fase più attiva.

Sia il ciclo di De Vries di 200 anni che il ciclo di 80-90 anni di Gleissberg dell’attività solare ci proiettano verso  un calo imminente dell’attività solare, calo che avrà conseguenze sia per il clima globale che l’approvvigionamento alimentare.

Lo scienziato russo I. Abdussamatov dell’osservatorio russo Pulkovo vicino a San Pietroburgo (www.eike.eu) ha raggiunto la stessa conclusione. Sempre secondo i suoi risultati, il minimo solare – che corrisponde al picco di raffreddamento – dovrebbe essere raggiunto durante il ciclo di macchie solari, intorno all’anno 2055.

La CO2 non è in grado di mantenere lontano dall’europa, né dal globo, il prossimo raffreddamento. Al massimo, dice il dottore, aiuterà un po’ a mitigare la temperatura.

La temperatura globale non è aumentata negli ultimi 15 anni. Essa è rimasta ferma, e negli ultimi anni ha anche mostrato una tendenza verso il basso – nonostante gli aumenti massicci annuali delle emissioni di CO2. (Perché il pubblico non è stato informato di questo da parte dei media?) Per la motivazione politica, l’IPCC e dei suoi seguaci, è giunto il momento di abbandonare il dogma di una posizione dominante della CO2 sul clima  e di emarginare coloro che hanno una posizione scientifica sul clima differente. Solo perché si appartiene o si segue la linea mainstream non significa automaticamente che si ha una migliore conoscenza della scienza.

La stima di un riscaldamento globale di 4 ° C, con le conseguenze apocalittiche propagandate per il 2100 da parte delle emissioni di CO2, da parte dei modelli climatici (World Bank, PIK) è solo ed esclusivamente un “puro ipotizzando”. Per il semplice motivo che gli effetti solari e le interazioni associati sono sottostimati e gli effetti della CO2 sono esagerati, quindi, nessuna conclusione climatica realistica può essere prevista.

Le analisi precedenti sul clima consentono una sola conclusione da effettuare:

Comparando l’effetto solare sul clima, con tutti i suoi complessi meccanismi interattivi, non lineari (mare, nuvole, albedo, biosfera, i raggi cosmici, …), l’effetto antropico greenhouse/CO2 ha solo un significato secondario. Il tentativo di ricollegare eventi meteorologici singolari ad una influenza antropica, da parte dei media, non ha alcun valore. La storia dimostra che gli uragani, tempeste tropicali, cicloni, siccità e inondazioni si sono verificati e fuori nel corso dei secoli ha causa di costellazioni sinottiche. Tuttavia, a causa della crescita della popolazione a oltre 7 miliardi, sempre più persone e dei loro beni, sono colpiti da catastrofi naturali.

Invece di puntare su una attuale protezione del clima inefficace e sopravvalutata, tutti gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulla tutela globale dell’ambiente: l’aria pulita, l’acqua pulita, un suolo incontaminato e un ecosistema intatto, tutti diritti fondamentali delle persone. Le misure per ridurre le emissioni di CO2 possono essere giustificate solo con le risorse limitate di combustibili fossili e l’inquinamento che proviene dai processi locali di combustione. La cosiddetta protezione del clima è, invece, la misura minore e meno efficace di tutte.

Non c’è mai stato un clima stabile nel corso della storia, e non ci sarà in futuro.

 

 Fonte : http://notrickszone.com/2013/02/13/german-meteorology-professor-expects-cooling-for-the-decades-ahead-climate-protection-is-ineffective/

 

Michele

27 pensieri su “Un professore di meteorologia tedesco si aspetta un raffreddamento importante nei prossimi decenni

  1. Questi sono i pezzi ed i contenuti made nIA, quelli per cui nia fin da sempre è andata controcorrente!

    A me è sempre stata chiara la correlazione tra un clima instabile che sempre si evolve e l’attività della nostra stella, chiaro che in un sistema così complesso altre variabili, seppur minori, interferiscono eh hanno un peso, ma è il sole che comanda, pochi cavoli, e questo minimo già così prolungato ed anomalo ci condurrà pian piano verso altri scenari, che in parte stiamo già vivendo, anche se in minimissima parte!

    Simon

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  2. La previsione dell’articolo corrisponde in sostanza a quello che mi aspetto anch’io: la virata dell’ENSO e della PDO, con prevalenza di anomalie negative (molto probabilmente anche nei prossimi anni), abbinata con un Sole in relativa quiete per alcuni decenni (dopo 60-70 anni di super attività) congiurano entrambe a favore di un raffreddamento chiaramente avvertibile, credo già nel corso dei prossimi 10-20 anni.

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  3. Ma tanto, domattina diranno, anzi già l’hanno detto, che il raffreddamento sarà stato causato dal riscaldamento… e la disinformazione continuerà nei secoli dei secoli…

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  4. alessandro1 :http://www.meteogiornale.it/notizia/26538-1-l-era-glaciale-puo-attendere cominciano gia a sminuire.

    nell’articolo di MTG c’è una cosa che non condivido: il fatto che gli effetti del Minimo di Dalton siano stati sovrastimati, cioè che in fondo non abbia prodotto granchè in termini di raffreddamento. Può darsi, ma dipende molto dalle condizioni di partenza: si era quasi al termine della Piccola Era Glaciale, un periodo già di per se’ mediamente freddo.
    Oggi invece veniamo da un periodo molto più mite, da decenni di super attività solare. E di recente anche ENSO e PDO hanno cambiato segno prevalente e “tireranno” nella stessa direzione del Sole, cioè verso il raffreddamento.
    Per queste ragioni, mi viene da pensare invece che gli effetti saranno ben avvertibili. Certo, ci vorrà tempo, ma ripeto che nel giro di 10-20 anni mi aspetto ce ne accorgiamo eccome. Ci manca solo una grossa eruzione vulcanica, un bel VEI7, che manca giusto da 200 anni (è proprio il tempo di ritorno), per dare un’altra mano al raffreddamento.

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  5. E poi nei confronti con i cicli del passato si sconta sempre un errore di fondo: l’approssimazione del calcolo del Sunspot Number, insomma del numero e della dimensione delle macchie.
    E’ noto (mi pare lo ammetta lo stesso SIDC) che i cicli come quelli di Dalton soffrono di un’approssimazione per difetto rispetto a quelli attuali attorno al 20% almeno. Ergo, il ciclo 24 è in realtà quasi perfettamente sovrapponibile, in termini di massimo, a quei cicli.

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  6. Infine, per quanto ne sappiamo, non esiste alcuna correlazione diretta tra l’attività solare e le ere glaciali. Ergo, non aspettiamoci a breve alcun brusco raffreddamento di quel tipo.
    I periodi di bassa attività solare, per quanto ne sappiamo, hanno prodotto essenzialmente inverni più freddi, estati più fresche, espansione dei ghiacciai in montagna. Ma nulla di paragonabile ad un’era glaciale come quella terminata circa 12.000 anni fa.

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  7. @FabioDue

    Non so se sia una coincidenza ma, comunque, almeno a livello europeo, gli ultimi inverni non mi sembrano che siano stati poco freddi. Certo; un raffreddamento non si può misurare solo in un continente ma, se non ricordo male, qualcuno aveva detto che, eventuali raffreddamenti, si sarebbero fatti sentire soprattutto qui in Europa. Rimane il “mistero” dei ghiacci artici…

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  8. Era glaciale terminata 12500 anni fa ….
    NO … interglaciale caldo iniziato 12500 anni fa … e siccome durano circa 12500 anni …

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  9. FabioDue :

    Infine, per quanto ne sappiamo, non esiste alcuna correlazione diretta tra l’attività solare e le ere glaciali. Ergo, non aspettiamoci a breve alcun brusco raffreddamento di quel tipo.
    I periodi di bassa attività solare, per quanto ne sappiamo, hanno prodotto essenzialmente inverni più freddi, estati più fresche, espansione dei ghiacciai in montagna. Ma nulla di paragonabile ad un’era glaciale come quella terminata circa 12.000 anni fa.

    bisogna cmq dire che la conoscenza sul sole è molto scarsa e non sappiamo se un’era glaciale possa (anche) iniziare per processi di feed-back che hanno origine su ciò che l’attività solare influisce maggiormente (e non è detto che noi conosciamo tutti gli effetti che ha)

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  10. @FBO
    gli inverni sono cambiati molto dal 2000, ricordo inverni dove non nevica quasi mai e non vedevo nemmeno il gelo. le cose sono cambiate radicalmente negli ultimi inverni. io credo che il cambiamento sarà più drastico del previsto

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  11. FBO :

    FabioDue :
    Infine, per quanto ne sappiamo, non esiste alcuna correlazione diretta tra l’attività solare e le ere glaciali. Ergo, non aspettiamoci a breve alcun brusco raffreddamento di quel tipo.I periodi di bassa attività solare, per quanto ne sappiamo, hanno prodotto essenzialmente inverni più freddi, estati più fresche, espansione dei ghiacciai in montagna. Ma nulla di paragonabile ad un’era glaciale come quella terminata circa 12.000 anni fa.

    bisogna cmq dire che la conoscenza sul sole è molto scarsa e non sappiamo se un’era glaciale possa (anche) iniziare per processi di feed-back che hanno origine su ciò che l’attività solare influisce maggiormente (e non è detto che noi conosciamo tutti gli effetti che ha)

    Infatti ho detto che non esiste correlazione diretta 🙂 intendendo che, se una correlazione ci fosse, l’attività solare non sarebbe sicuramente l’unica causa delle ere glaciali. In effetti ne sappiamo ancora troppo poco.

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  12. @FabioDue
    In effetti ne sappiamo ancora troppo poco. … L’inganno di come funziona il Sole, non ci è permesso di dubitare.
    Il sole solo solido sotto le nuvole (il catodo stellare) non è più grande della Terra. Questo prima o poi sarà conosciuto.

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  13. alessandro1 :

    @FBO
    gli inverni sono cambiati molto dal 2000, ricordo inverni dove non nevica quasi mai e non vedevo nemmeno il gelo. le cose sono cambiate radicalmente negli ultimi inverni. io credo che il cambiamento sarà più drastico del previsto

    gli inverni sono cambiati dal 2008 circa
    ma questo cambio di circolazione ha interessanto principalmente la siberia e l’asia
    vedremo se è un ciclo o se c’è qualcosa sotto

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  14. Scrivo anch’ io qualcosa …
    Abbiamo visto che ci sono molti indizi che associano le variazioni climatiche a origini astronomiche anche se non riusciamo a dare una spiegazione chiara tra causa ed effetto. Provo ad elencarne qualcuna :
    1) Variazione della TSI ( costante solare ) dipende dall’ attività solare
    2) Variazione della nuvolosità dipendente dai raggi cosmici legata all’ attività solare
    3) Variazione dello spettro di emissione solare con riduzione degli ultravioletti con effetti nel riscaldamento o raffreddamento degli oceani in profondità.
    4) Legame tra attività solare e posizione dei pianeti (Giove Saturno etc.)
    5) Posizione del centro di massa del sistema solare e attività solare.
    6) Attività vulcanica e sismica del nostro pianeta che sembra legata all’attività solare e quindi a tutto il resto.

    Quello che manca é un riferimento alla temperatura del nostro sistema solare. Se ci fossero variazioni alla temperatura di fondo dei sistema solare, potrebbe esistere un qualcosa in grado di interferire con il normale raffreddamento. Ammettiamo che il sistema solare possa raffreddarsi di più in certi periodi e in altri meno. Se ammettessimo che invece dei 3°K (la temperatura dell’ universo) una temperatura del sistema solare di qualche grado superiore ad esempio 10°K una variazione verso l’alto di qualche grado creerebbe sulla terra un riscaldamento globale mentre una riduzione un raffreddamento globale. Al Sole questa variazione provocherebbe una leggerissima variazione di temperatura e le emissioni in modo radiativo resterebbero pressoché identiche. Da notare che questo riscaldamento qualche anno fa era stato riscontrato su diversi pianeti. Io credo che una variabilità nella materia oscura presente nello spazio intorno al nostro sistema solare possa raffreddare o meno il nostro sistema solare. Questa materia potrebbe entrare in grande quantità in alcuni periodi mentre in altri esser quasi assente. I pianeti potrebbero avere delle influenze gravitazionali importanti con questa materia, se ad esempio sono tutti da una stessa parte potrebbero richiamare questa materia all’ interno del sistema solare mentre se il sistema é bilanciato ovvero con il centro di massa dentro il sole non ci sarebbero richiami di detriti dentro il sistema. Questo meccanismo se esiste sarebbe attivo da miliardi di anni una sorta di “aspirapolvere cosmico” che si attiva periodicamente e questo potrebbe spiegare le discontinuità di attività solare.

    EDIT: Ho sistemato il commento spero sia più chiaro.

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