Archivi giornalieri: 27 Marzo 2013

La Rubrica di NIA: Controllo previsivo Inverno 2012/13

Come ben sapete anche per questo inverno ho tentato di costruire una previsione dell’inverno sulla base del solo indice ENSO.

Dopo il discreto fallimento dello scorso anno decretato da un Febbraio storico quest’anno devo dire che la performance è stata notevole, segno che questo indice non è affatto da sottovalutare nelle dinamiche atmosferiche europee.

Ed è evidente come quest’anno la differenza sia stata fatta proprio dalle dinamiche di neutralità delle anomalie pacifiche tropicali.

 

Rimando all’articolo pubblicato in Dicembre per chi se lo fosse perso

http://daltonsminima.altervista.org/?p=23937

 

Ora passiamo alla verifica di tale previsione.

 

Anomalie Geopotenziale a 500hPa, Inv12/13

 

 

 

Si nota subito che la distribuzione delle anomalie non è ovviamente identica, ma presenta lo stesso pattern in maniera, quasi, incredibile.

Infatti il minimo di geopotenziale si trova proprio tra la Germania ed il Nord Italia, è presente l’anomalia maggiore in sede groenlandese-islandese così come si note la presenza di una “lingua” di anomalia che prosegue verso l’oceano all’altezza delle Isole Britanniche.

NB: le maggiori anomalie del polo sono da ascrivere ai valori meno estesi dei ghiacci artici rispetto agli anni che sono stati usati per fare la previsione ed al graduale aumento che la zona polare ha subito nell’ultimo decennio

 

 

Anomalie Temperature al Suolo, Inv12/13

 

 

Anche per le temperature le anomalie non sono distribuite in maniera esatta ma la zona più fredda dell’inverno è stata certamente la zona scandinava comprese le tre repubbliche baltiche.

Anche le anomalie positive sono state inquadrate abbastanza bene infatti i Balcani e la penisola anatolica risultano aver visto un inverno con temperature più elevate della norma.

Come avevo scritto sotto alla terza mappa (che mostrerò subito dopo) le anomalie al suolo su mia sensazione sarebbero state più occidentali di quanto mostrasse la mappa di sintesi ed infatti anche questo andamento risulta esserci stato con maggiore interessamento della zona Alpina.

 

 

Proprio per questo motivo le temperature in quota risultano tanto diverse da quelle previste.

Per via della maggiore accidentalità delle dinamiche circolative.

NB: lo stesso discorso fatto per le zone polari a 500hPa vale sia per le temperature al suolo che per quelle a 850hPa

 

 

Anomalie Temperature a 850hPa, Inv12/13

 

 

A differenza della previsione che vedeva il massimo del freddo in scandinavia anche in quota in questo inverno il massimo delle termiche “fredde” si è visto in Danimarca e nel nord della Germania.

Nonostante questo si vede come in quota, a differenza che al suolo, il coinvolgimento del Mediterraneo sia stato più forte come mostravano le mappe di sintesi, così come si possa notare che le anomalie maggiori a 850hPa si siano avute nella regione del Caucaso.

 

 

Per quanto riguarda le conclusioni possiamo dire che questo inverno è stato determinato in maniera quasi unica dall’indice ENSO e questo rende lecita l’ipotesi che si possano fare analisi long-range per quanto riguarda l’inverno anche utilizzando un solo indice.

L’anno scorso questa correlazione non c’è stata, ma potrebbe essere dovuto all’avvenimento di una condizione talmente eccezionale che era impossibile da inquadrare con analisi a lunga gittata.

Sicuramente il prossimo inverno sarà una nuova sfida.

 

Ci si rivede in Giugno dove quest’anno proverò a fare (tempo permettendo, non quello meteorologico) una previsione estiva sull’ENSO

Anche se va detto subito che per l’Europa le migliori correlazioni si trovano in Inverno e con l’estate le cose cambiano notevolmente.

 

 

FBO