Archivi giornalieri: 29 Marzo 2013

Indici meteo-climatici di Febbraio 2013 e prospettive meteo-climatiche primaverili

Introduzione

Dopo un’interruzione il mese scorso, dovuta ad impegni di lavoro di chi vi scrive, riprende la consueta rubrica meteo.

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum
Meteo.

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Gli indici: i valori del mese

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): (+0,042) -0,163

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,14) -0,43

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,158) +0,147

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-6,07) -1,23

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-9,65) -8,66

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente è in fase 1, ma con intensità davvero ridotta, tanto da essere probabilmente poco significativo.

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Commento indici Febbraio

– l’ENSO a febbraio (ma anche a marzo) permane sostanzialmente in condizione di neutralità in tutto il comparto dell’Oceano
Pacifico equatoriale in cui si l’evento (di Nino o di Nina) si verifica. E’ in condizione di neutralità ormai da circa 6 mesi. Le previsioni NOAA attualmente indicano che la neutralità possa prolungarsi per almeno altri 6 mesi. Si tratta senz’altro di un fenomeno inconsueto, rispetto agli eventi di Nino e di Nina.
Tuttavia, dal 1950 ad oggi, si segnalano almeno quattro precedenti:

  • la neutralità del 2003-2004, durata complessivamente 16 mesi, è stato preceduta e seguita da due eventi di Nino deboli e brevi (PDO positiva);
  • la neutralità tra il 1980 ed il 1982, durata ben 22 mesi, preceduta da un Nino debole e breve e seguita da un altro evento di Nino, ma molto intenso (PDO in prevalenza positiva);
  • la neutralità tra il 1978 ed il 1979, durata 16 mesi, preceduta e seguita da due eventi di Nino deboli e brevi (PDO in prevalenza negativa);
  • la neutralità tra il 1959 ed il 1961, durata addirittura 30 mesi, preceduta da un Nino di discreta intensità e durata e seguita da una Nina debole (PDO in prevalenza negativa).

– La PDO permane negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni) ed oscilla, talvolta aumentando (come adesso), talvolta diminuendo (come adesso, dopo qualche mese di incremento); sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO:

http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in netta ripresa e presto tornerà in territorio positivo, forse già nel corso di marzo.

– La QBO50, dopo il valore minimo di dicembre, sta lentamente risalendo.

Come detto in precedenza, in base alle osservazioni ENSO NOAA, ormai da 6 mesi si è in condizione di neutralità, in tutto il comparto oceanico equatoriale. Le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Rispetto ai mesi precedenti (dicembre, gennaio e febbraio), si nota una persistenza di anomalie negative di rilievo nel comparto
oceanico centro-orientale. Invece, in quello occidentale, le anomalie positive, tuttora presenti, si sono parzialmente ritratte verso ovest ed indebolite.
Occorre tuttavia attendere conferme nel corso del mese di aprile. Solo allora si capirà meglio se sia davvero l’inizio di un evento di Nina, oppure semplicemente una modesta variazione nell’ambito di un persistente equilibrio tra anomalie di segno diverso.

Si nota, inoltre, che le anomalie negative, così come quelle positive, presentano una minore propensione all’emersione. Tale fenomeno trova riscontro nell’immagine successiva, quella relativa alle anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico.

Si osserva, infatti, da est ad ovest, un’alternanza tra anomalie negative e positive, le prime presenti all’estremo est (zona 1+2) e ad ovest (zona 4), le altre soprattutto nel comparto centrale (zone 3 e 3.4).

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

 

 

 

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La primavera 2013

I prossimi giorni

I giorni che precedono la Pasqua e, in misura minore, quelli immediatamente seguenti, vedranno un tempo variabile, a tratti piovoso, con temperature inferiori alla media al Nord, più in linea altrove, con qualche sopramedia al Sud.

Tale situazione è ben riassunta dalla seguente previsione di temperatura ad 850Hpa (1400-1500 metri di quota), relativa a metà giornata di venerdì 29:

 

 

Si nota perfettamente la direttrice principale delle correnti, alle nostre latitudini, da ovest verso est, dal medio Atlantico verso
l’Europa Occidentale. Si osserva, a nord e ad est dell’Europa, il freddo, che presto si ritirerà verso nordest. Che cosa accadrà sull’Italia, a cavallo delle festività pasquali? Si assisterà ad un lieve aumento delle temperature, specie al Nord, ma in un quadro meteorologico, come si diceva, improntato ad una variabilità a tratti perturbata.

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Possibile evoluzione successiva (aprile)

AO in risalita verso la neutralità, così come la NAO, pur con una certa dispersione dei membri previsionali a lungo termine. Tale
configurazione, se confermata, sarebbe favorevole perlomeno ad una discesa fredda artica, una sorta di estremo “colpo di coda” dell’inverno ormai concluso, entro la fine della settimana dopo Pasqua. Naturalmente, si vedrà se e dove una tale discesa fredda potrà colpire.

 

 

E poi? Verso i 7 giorni, si osserva una tendenza del Vortice Polare (quello troposferico, a 500Hpa) a compattarsi parzialmente,
senza più l’anticiclone polare che ne agevola la frantumazione. Inoltre, si osserva come il Vortice Polare Stratosferico, tra fine marzo ed inizio aprile, secondo le previsioni resista e anzi si approfondisca lievemente, anziché indebolirsi vistosamente, come invece accade di solito in primavera.

Anche per questo, nel lungo termine, è ragionevole attendersi un primo periodo di tempo anticiclonico, mite e soleggiato su tutta
l’Italia. Si ritiene, tuttavia, che la perdurante neutralità dell’ENSO non deponga a favore di ondate di caldo rilevanti né durature.

In sostanza, al momento possiamo ragionevolmente confidare in un decorso stagionale fisiologico, normale, senza troppi eccessi,
almeno per quanto concerne il mese di aprile.

FabioDue