Archivio mensile:Giugno 2013

Trova le differenze

Dalla settimana enigmistica di Nia, trova le differenze.

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The tesla is a large unit for geophysical observations ...
The tesla is a large unit for geophysical observations ...

 

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Measurement of magnetic

TITLE: geomagnetic field (geophysics)
SECTION: Representation of the field
…terms of the rate of change of potential, volts per metre (V/m). Magnetic fields are measured in units of tesla (T). The tesla is a large unit for geophysical observations, and a smaller unit, the nanotesla (nT; one nanotesla equals 10−9 tesla), is normally used. A nanotesla is equivalent to one gamma, a unit originally defined as 10−5 gauss, which is the unit…

http://www.britannica.com/EBchecked/topic/402670/nanotesla

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Adesso passiamo la gioco, trova le differenze :

Confronto fra i cicli solari Sc20-21-22-23 e 24 (in corso), visti secondo i conteggi ufficiali del SIDC (traccia di colore blu) o misurati attraverso i magnetometri (traccia di colore rosso) montati a bordo dei vari satelliti (media su rotazione solare carrington 27 giorni), a partire dal 1963.

http://omniweb.gsfc.nasa.gov/html/omni2_doc_old.html#source

 

Quanti oggetti o differenze negli aspetti elettromagnetici emergono nel confronto fra le due immagini ?

Per poter partecipare al gioco, dovete prelevare il file reperibile al seguente indirizzo : http://i.minus.com/iYUiVS5I3VEpI.gif

 

Buon fine settimana,

Michele

Rubrica meteo Giugno: indici meteo-climatici e prospettive meteo estive

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi neutralità, MEI index): (+0,009) +0,069

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (–0,16) +0,08

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,169) +0,134

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+8,39) +12,64

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-5,71) -3,60

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente è in fase 7, con intensità modesta ma prevista in progressivo incremento. Finora non pare aver giocato alcun particolare ruolo, si attende qualche possibile novità.

– L’ITCZ (www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.shtml), nuovamente significativo per il nostro emisfero dall’inizio di Aprile, alla seconda decade di Giugno risulta sostanzialmente in media, con un lieve sottomedia nel settore centro- orientale.

Commento indici

– l’ENSO ormai da mesi mostra comportamenti differenziati da zona a zona dell’Oceano Pacifico:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po più al largo), attualmente appare da qualche tempo in evoluzione un evento di Nina debole/moderata;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi mostrano una certa fatica a seguire le ultime rilevazioni dell’evento e continuano a mostrare una persistenza del suddetto dualismo. Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato. Pertanto, la persistenza di tale condizione depone a favore di un proseguimento della stagione estiva nei termini che attualmente stiamo osservando, a meno che non intervengano altri fattori ad oggi non pronosticabili.

– La PDO compie un’escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; si tratta di una situazione inconsueta ma non unica; si ritiene probabile che nel giro di qualche mese tornerà negativa; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

– La QBO30 sta crescendo nettamente verso il prossimo valore massimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

– La QBO50, dopo il valore minimo di dicembre, sta lentamente risalendo verso la neutralità. Le statistiche, disponibili dal 1979 ad oggi, indicano che l’indice può permanere in fase negativa fino ad un massimo di 18 mesi. Attualmente la negatività dura da 15 mesi (Febbraio 2012), dunque al più il passaggio in fase positiva avverrà entro l’estate.

Come segnalato in precedenza, in base alle osservazioni ENSO NOAA, la prolungata neutralità ha lasciato il posto alla Nina nel settore oceanico centro-orientale, mentre altrove permangono condizioni di neutralità. Le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Rispetto ai mesi precedenti (Marzo, Aprile e Maggio), le anomalie negative di temperatura si sono nettamente ritirate verso est. Le anomalie positive, invece, non mostrano variazioni di rilievo. In sostanza, la rilevazione suggerisce un probabile ritorno nei prossimi mesi verso condizioni di neutralità in gran parte del comparto oceanico equatoriale.

Le anomalie superficiali mostrano tuttora una debole Nina nel Pacifico centro-orientale. Colpisce inoltre la persistenza di notevoli anomalie negative in Atlantico, dalle Isole Britanniche fino alle coste del Marocco ed oltre, ad ovest fino a parte dei Caraibi, segno della persistenza di maltempo in quelle aree, poco consono alla stagione estiva, ma anche di anomalie di temperatura dovute a fenomeni diversi e non ben conosciuti.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

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L’estate 2013

I prossimi giorni

Gli ultimi giorni di Giugno trascorreranno all’insegna del fresco e dell’instabilità. Si tratta di una situazione davvero poco consona all’estate ormai pienamente in corso (in teoria). Mancherà, infatti, una figura anticiclonica stabilizzante, sul Mediterraneo e sull’Italia; l’Anticiclone delle Azzorre presidierà il vicino Atlantico e l’Europa centro-occidentale, lasciando invece il Mediterraneo esposto a correnti settentrionali, fresche ed instabili, specie sulle Alpi, al Centro ed al Sud. Il Nord (più il Nordovest, meno il Nordest) sarà protetto dalla catena alpina e godrà di tempo asciutto, in prevalenza soleggiato ma gradevole. Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, relativa a metà giornata di giovedì 27, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Nell’immagine si nota bene il solido Anticiclone delle Azzorre ad ovest, che tende ad espandersi verso l’Europa centrale, e un corridoio ad est in cui scorrono verso sud correnti fresche ed instabili. Queste producono temporali lungo la catena appenninica, da nord verso sud.

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Possibile evoluzione successiva (Luglio)

La fase fresca ed instabile probabilmente si concluderà all’inizio di Luglio, con una maggiore affermazione dell’Anticiclone delle Azzorre anche sul Mediterraneo e sull’Italia. La conseguenza sarebbe quella di una stagione pienamente estiva, ma senza il caldo davvero eccessivo dovuto alle incursioni africane, come quella da poco verificatasi (anche se breve). Gli scenari del mese di Luglio, al momento, suggeriscono che la stagione prosegua all’insegna di un caldo moderato, estivo, ma senza eccessi. Lo si intuisce anche dall’esame dell’andamento di AO e NAO (che, ricordo, non sono indici predittivi, ma sintetizzano quanto riportato dai vari ensemble del modello GFS) nei prossimi 10-15 giorni:

L’AO sostanzialmente neutra ci segnala che le alte pressioni sono disposte a latitudini medio-alte e non (se fosse positiva) in prevalenza alle nostre latitudini. Ma la NAO, dunque in Oceano Atlantico, segnala che lì invece l’alta pressione è disposta in prevalenza a latitudini medio-basse e non a quelle elevate. Dunque, corrisponde bene a quanto si osserva nell’immagine previsionale precedente, dove l’alta pressione presidia l’Oceano Atlantico anche alle latitudini del Nordafrica, ma lascia scoperto il Mediterraneo, specie il comparto centro-orientale (Italia e Balcani), come si era già accennato. L’inizio di luglio vede un lieve incremento dell’AO, segnale di una probabile maggiore stabilità.

Preoccupa ancora la persistenza di anomalie negative al largo delle coste spagnole e marocchine, attualmente sede di una debole lacuna barica (depressione semipermanente). Tale persistenza potrebbe in futuro favorire nuove incursioni calde africane, pur non molto intense in quanto l’ITCZ (confine tra alisei e monsone umido, in Africa) appare per ora normale e dunque non le favorisce.

In conclusione, lo scenario attuale depone decisamente a favore di una stagione estiva “vecchio stile” (simile a quella del 2004, come si è ribadito più volte). Potrà esservi occasione per qualche incursione calda africana, lo si è già visto, ma anche per qualche sortita instabile atlantica. Comunque si ritiene che, almeno per il mese di luglio (il mese estivo per eccellenza ed anche quello solitamente più stabile), l’ipotesi più probabile sia quella di una presenza predominante dell’Anticiclone delle Azzorre. Dunque ci si attende estate piena, sì, ma solo moderatamente calda e in questo senso sottotono rispetto a quelle degli anni precedenti, che tanto ci hanno fatto sudare.

FabioDue

Cronistoria del Gelido Inverno 1928 – 1929 Parte Prima – 1 Dicembre 1928 – 5 Gennaio 1929

Prima Parte della Cronistoria degli Eventi Meteorologici del Freddissimo Inverno 1928 – 1929;

Cronache e Immagini: La Stampa

Ricerca e Trascrizioni: Davide Mua – Davide1987

 

VIENNA 3 DICEMBRE 1928 NOTTE

In Tirolo è caduta ieri neve in grande abbondanza. Sessanta metri di binario della linea dell’Alberg sono ingombrati da una valanga, cosicchè il traffico ha dovuto essere interrotto. I diretti internazionali Vienna – Parigi che passano per la linea dell’Alberg, attraverseranno la Germania meridionale fino a quando il pericolo di nuove valanghe non sia scomparso. Di due convogli che stasera sono stati obbligati a fermarsi a Dalaas, uno ha potuto proseguire. Oggi mentre l’altro fermo da 24 ore a Wald, dovrà sostare ancora questa notte in detta località. Il treno è riscaldato e i viaggiatori possono procurarsi i viveri nel vicino paese. Un’altra valanga è scesa sulla stazione di Langen. Il magazzino della stazione è stato asportato. La massa di neve ha investito l’edificio stesso della stazione, penetrando negli uffici.

LAGHI GELATI NEL TRENTINO TRENTO 12 DICEMBRE 1928 NOTTE

Abbondanti nevicate sono cadute sui monti del Trentino, abbassando la temperatura che nella zona delle Dolomiti è scesa fino a dieci gradi sotto lo zero, congelando i corsi d’acqua e i laghetti alpestri.

UDINE 12 DICEMBRE 1928 NOTTE

Furono registrati oggi 48 centimetri di neve a Tarvisio, 45 a Camporosso e a Fusine, 30 a Ugovizza, 16 a Bagni di Lusnizza. Sulla città si è scatenato oggi un temporale con lampi e tuoni.

PIOGGIA TORRENZIALE A MESSINA MESSINA 12 DICEMBRE 1928 NOTTE

Nel pomeriggio di ieri si rovesciò sulla città una pioggia torrenziale accompagnata da violentissime raffiche di scirocco che resero le acque dello stretto tempestose. Parecchie località furono allagate e richiesero l’opera dei pompieri. Parecchie baracche corsero serio pericolo. Il maltempo è durato anche ieri sera.

 

L’INVERNO – VENTI GRADI SOTTO ZERO NELLE DOLOMITI – TRENTO, 24 DICEMBRE 1928 MATTINA –

L’ondata di gelo continua intensissima in tutta la regione e ha raggiunto nella zona più alta delle Dolomiti la temperatura veramente siberiana di venti gradi sotto lo zero, in città il termometro ha segnato anche l’altra notte otto gradi sotto lo zero. Il Lago di Canzolino in Valsugana è completamente gelato alla superficie, per uno spessore di oltre dieci centimetri, tanto che se il freddo perdura, potrà servire, come negli anni più rigidi, per le esercitazioni di pattinaggio. Anche i laghetti della Costa e di Nadrano, nella zona di Pergine, sono completamente ghiacciati. Il gelo ha causato anche la magra invernale dei corsi d’acqua, tanto che a Pergine, si è dovuta ridurre nelle ore notturne la tensione della centrale elettrica comunale, per economizzare l’acqua motrice della stessa. Le buone condizioni della neve caduta abbondante nei giorni scorsi sulle montagne della regione favoriscono gli sports invernali. Per la seconda festa di Natale il Gruppo Universitario Fascista ha indetto sul Monte Bondone la prima gara sciistica della stagione, sopra un percorso di circa dieci chilometri.

LA NEVE IN TOSCANA – FIRENZE 24 DICEMBRE 1928 –

Ieri la temperatura si è nuovamente abbassata e il termometro ha segnalato 1.5 gradi sotto lo zero. Nella mattinata ha cominciato a cadere la neve, che però ha cessato dopo qualche tempo. A Vallombrosa, e in tutte le regioni circostanti, la nevicata è stata invece abbondante ed ha raggiunto un’altezza di vari centimetri. Anche la Garfagnana la neve è caduta abbondantemente.

 

 

INVERNO DA LUPI
NUOVA ONDATA DI FREDDO SULL’AUSTRIA
LA LOTTA CONGLI ESPLOSIVI CONTRO IL GHIACCIO
VIENNA 3 GENNAIO 1929 NOTTE
Giunge dalla Russia una nuova ondata di freddo, che si fa sentire in tutta l’Europa centrale. Stamane in Austria si registravano in parecchie località temperature di 18 e 20 gradi sotto zero, mentre a Leopoli venivano segnalati 21 gradi sotto lo zero. A Vienna, la temperatura è oscillata fra 8 e 9 gradi. Il ghiaccio traditore non manca di provocare disgrazie. A Vienna, lo scoppio di una conduttura d’acqua ha determinato l’allagamento di una scala e il ghiaccio di cui si sono subito ricoperti ha fatto scivolare un caffettiere che si è fratturato 2 costole ed è morto all’Ospedale;fratture interne hanno riportato parecchie persone. L’ufficio idrografico annunzia che, sul Danubio, la formazione del ghiaccio farà progressi. A valle di Presburgo il blocco che ai primi di gennaio raggiungeva il chilometri 1876 oggi ha toccato il chilometro 1881, ed i reparti del Genio debbono intensificare contro di esso la lotta a base di esplosivi. I lavori di sgombero del porto di Presburgo continuano con molta energia, facilitati da una lieve diminuzione delle acque; ma siccome sul fiume si segnalano blocchi alti fino a 4 metri, la situazione è sempre critica. Sulla sponda ungherese presso Orosvar le autorità prendono misure preventive. Il battello fluviale “Sazava” rimasto prigioniero del ghiaccio, che lo ha trascinato al largo, ancora non ha potuto essere liberato. I venti uomini che si trovano a bordo non corrono rischi e attendono la fine della loro reclusione. Per demolire il blocco di ghiaccio, le truppe del Genio cecoslovacco hanno finora utilizzato senza frutto 274 chilogrammi di esplosivo. L’impiego delle artiglierie è impedito dalla vicinanza della frontiera ungherese. Presburgo ha corso per un intera giornata il pericolo di essere allagata dalle acque, delle quali il ghiaccio ostacola lo scolo; ma tale pericolo sembra ormai scongiurato. Una minaccia non meno grave era costituita dalla pressione del ghiaccio contro gli impianti portuali, tanto che si era anche iniziato lo smontaggio delle grandi grue.

 

NUMEROSE PERSONE DIVORATE DAI LUPI IN POLONIA
VARSAVIA 3 GENNAIO 1929

Si segnalano di nuovo nelle regioni della frontiera orientale polacca che dei lupi attaccano i passanti nelle località della frontiera e parecchie persone sono gia vittime di questi animali. Nella campagna presso Orany dodici contrabbandieri sono stati assaliti dai lupi e divorati. Si annunzia anche che parecchie guardie di frontiera sono state preda delle belve.

 

LA STAMPA 5 GENNAIO 1929 – I DANNI DEL MALTEMPO – LE COMUNICAZIONI FRA TORINO E CUNEO – UNA VALANGA DI 150 METRI –

Tutte le linee ferroviarie sono state sgombrate dalla neve da ieri mattina, e la circolazione è ritornata normale ad eccezione della linea montana di Cuneo. Gli spartineve hanno continuato ininterrottamente a circolare per tenere sgombri i binari e vi sono riusciti benché la neve continui irriducibilmente a cadere. Si ha notizia che qualche spartineve sarebbe rimasto bloccato nella zona montana.
I ritardi più gravi furono ieri sulla linea di Cuneo, quelli del diretto, che giunse a Torino alle 12.17, con 3 ore e 7 minuti di ritardo, e quello dell’accellerato, che doveva giungere alle 14.30. Le notizie giunte al nostro Compartimento ferroviario in serata e durante la notte segnalavano ancora abbondante caduta di neve nella regione cuneese, con relativo aggravamento della situazione ferroviaria.
Non si ricorda infatti, da quelle parti, una nevicata così spettacolosa. Diamo qualche cifra:

Sulla linea Cuneo – San Dalmazzo di Tenda – Ventimiglia si hanno: A Robulant 150cm di neve; A Limone Piemonte 165cm di neve; A Cuneo 130cm di neve Sulla linea Cuneo Bastia ci sono: A Mondovì 90cm di neve; e 75 centimetri di neve in parecchie altre località:

Sulla linea Cuneo – Ceva – Savona si sono raggiunti: A Carmagnola 60 cm di neve; A Bra 90cm di neve; A Ceva 105cm di neve; A Berragna 130cm di neve; Da Ceva verso Ormea si hanno: A Nucetto 130cm di neve; A Garessio 110cm di neve;
Ma la località dove le condizioni delle linee destano qualche preoccupazione, è l’alta Valle Del Breudi, e la valle Vermenagna, nella quale ieri sono cadute alcune valanghe, specialmente fra Vernani e Limone Piemonte. Una di queste è precipitata vicina allo sbocco della galleria Cresta Morino. La valanga era di rispettabili proporzioni – 150 metri di lunghezza e 3 di altezza – abbattendosi sui binari, ha provocato l’interruzione quasi completa del transito. In conseguenza di ciò i treni si spingono fin dove è possibile fra Cuneo e la montagna, e fra Cuneo, San Dalmazzo e Ventimiglia il servizio dei treni è conseguenzialmente ridotto. Continuano perciò le limitazioni dei treni fra Cuneo e San Dalmazzo, Cuneo e Basta, Cuneo e Mondovì, dove si è reso necessario far circolare gli spartineve. Sulle altre linee del nostro Compartimento il servizio si svolge regolarmente.

TEMPESTA DI NEVE A UDINE,
UDINE LA STAMPA 4 GENNAIO 1929

Una vera tempesta di neve, accompagnata da bora, quanto da anni non si ricordava sferzante. Si è scatenata oggi in tutta la provincia.
Essa è durata dalle ore 9 alle ore 12, riprendendo con minor violenza nel pomeriggio. Ad Udine la neve raggiunge 20 centimetri di altezza. Il treno San Giorgio di Novaro -Udine è stato arrestato dalla violenza bora e dalla quantità di neve poco oltre la partenza. Si sono dovuti invitare moltissimi operai per farlo proseguire. In montagna ogni attività è paralizzata. Le linee telefoniche sono interrotte, quelle telegrafiche hanno subito danni. I treni giungono ritardi.

IL MALTEMPO – CUNEO DOPO LA GRANDE NEVICATA LA RIPRESA DEI SERVIZI – CUNEO LA STAMPA 5 GENNAIO 1929

La neve ha cessato nelle prime ore di stamane di cadere, ed oggi si è finalmente rivisto il sole, Cuneo appare come interamente coperta da un gran manto e a chi si affaccia sui baluardi gesso e Stara, è dato assistere ad uno dei più pittoreschi e suggestivi spettacoli.
Tutti gli avvallamenti sono scomparsi, i bruschi dislivelli addolciti ed una distesa candidissima si estende a perdita d’occhio fin sotto alle montagne che fanno corona a Cuneo. In città continua lo sgombero della neve dai tetti, e nelle strade squadre di manovali lavorano a tagliare passaggi e ad accumulare la neve. Le comunicazioni telefoniche funzionano ora regolarmente con quasi tutti i centri della provincia, e così pure quelle telegrafiche. Invece i servizi postali con i centri minori non legati al capoluogo che da linee automobilistiche e tramviarie sono effettuati saltuariamente a piedi ed a dorso di muli. Le linee tramviarie sono ancora inattive, ma si spera che per lunedì i servizi possano essere ripresi regolarmente. I servizi ferroviari procedono, sia pare con limitazioni di corse, quasi regolarmente. Sulla Cuneo Ventimiglia le valanghe che ieri avevano interrotto per varie ore ogni passaggio di treni, sono state tagliate a mezzo ed i treni hanno nuovamente potuto transitare. La Cuneo – Ventimiglia sin dalle prime ore di stamane è poi stata totalmente liberata dalla neve accumulata dalla valanga caduta fra Limone Piemonte e Vernante. Qui però, più che di una vera valanga si trattava di una slavina di 150 metri di lunghezza per tre di altezza. Su questa linea, anche ad evitare eccessivi ritardi, i treni sono stati limitati a due per Ventimiglia e a due per Cuneo. Tale orario continuerà per due o tre giorni, sino a quando cioè la linea potrà essere completamente liberata dalla neve. Le valanghe cadute nelle alte valli Stura, Maira, Gesso, per quanto ci consta, non hanno causato vittime, ma solo seri intralci alla viabilità.

LA NEVE A MANTOVA – MANTOVA LA STAMPA 5 GENNAIO 1929 –

Dopo due giorni di continua pioggia, è caduta ieri, per circa tre ore, una fitta neve. I corsi d’acqua sono sensibilmente ingrossati, senza però nessun pericolo di straripamento. La temperatura è bassa.

GRANDINE D’INVERNO – ADRIA LA STAMPA 5 GENNAIO 1929
Ieri la stranezza del tempo, ha imbiancato di grandine il paese di Ariano Polesine. I chicchi avevano la grossezza delle nocciole.

LA MANCANZA DI LUCE A NIZZA MONFERRATO – NIZZA MONFERRATO LA STAMPA 5 GENNAIO 1929 –

Il maltempo non ha risparmiato la nostra zona. La neve è caduta abbondante sino a raggiungere i 30 centimetri di altezza, accompagnata da forti raffiche di vento che hanno abbattuto i pali e strappati i fili delle condutture elettriche in molti punti, per cui la città da martedì, nella notte, si trova immersa nell’oscurità e lo sarà ancora per qualche tempo. E’ stata pure interrotta la distribuzione dell’acqua potabile a causa della mancanza dell’energia elettrica; e così sono pure state interrotte le linee telegrafiche e telefoniche: i treni hanno cominciato ieri a funzionare regolarmente. Non si segnalano disgrazie; la neve, che sino a ieri continuava a cadere, nel comune di Maranzana raggiunge l’altezza di 80cm.

 

–  Fine Prima Parte –

 

Davide Mua

Capire il perchè della forte scossa di terremoto in Toscana – Magnitudo stimata M5.2

Magnitudo  5.2 – NORTHERN ITALY – 2013-06-21 10:33:59 UTC

Premessa

Una previsione sismica significa indicare il giorno e il luogo di un prossimo evento sismico (diciamo in un raggio di 50/100Km.), oggi questo non è possibile, in un prossimo futuro potrebbe essere possibile se….la scienza ufficiale investe seriamente negli aspetti elettromagnetici e gravitazionali che giorno dopo giorno ci mostrano che gli eventi sismici hanno una natura prettamente esogena (esterna) alla Terra.

Alcuni dati :

  • La zona dove si è verificato il sisma era una zona “calda”, poichè la passata settimana si era già verificato un sisma di M3.5, la prevenzione doveva e deve essere su livelli alti !

http://www.emsc-csem.org/Earthquake/earthquake.php?id=321823

  • C’è una buona correlazione tra gli eventi sismici locali e i violenti cambi di circolazione atmosferica nelle regioni interessate.

http://daltonsminima.altervista.org/?p=16131

Nelle ultime ore abbiamo avuto un drastico cambio di circolazione atmosferica tra la Liguria e la Toscana. Aria fresca ed ha una temperatura decisamente inferiore alla quota di 850hPa ha sostituito l’aria di matrice africana che risiedeva in zona .

Ecco come si esprimono M.N. Gousheval , K.Y. Georgieva, B.B. Kirov, D. Atanasov in merito :

Per verificare quindi la relazione tra la circolazione atmosferica e l’attività sismica. I ricercatori hanno confrontato i cambiamenti nel lungo termine della forza della circolazione espressa nel contrasto di temperatura tra le regioni equatoriali e polari, nel periodo che va dal 1961 al 1990 e il numero di terremoti con magnitudo >=7 nell’ultimo secolo.

Il rinforzo dei venti occidentali ( cioè il maggior trasferimento di masse d’aria da est a ovest ) è accompagnato dal numero di terremoti (vedi figura sotto) . Studiando la lista dei terremoti si può osservare che nelle diverse ore della giornata, uno o più terremoti si verificano alla stessa latitudine o longitudine. Pertanto, il possibile meccanismo dell’attività solare che influenza l’attività sismica potrebbe includere i seguenti elementi :

Flussi del vento solare,rafforzamento del elettro-getto delle aurore, generazione di onde di gravita atmosferiche, cambiamenti della circolazione atmosferica, interruzione dell’equilibrio di pressione sulle placche e quindi attivazione del terremoto.

 

  • Terzo ed ultimo punto di importanza decisa. Variazione aspetti elettromagnetici solari,innesco dovuto alla connessione con il buco coronale Ch 573.

– Salto da 300/350 Km/s. agli attuali 500/550 Km/s.

Una ricerca di recente stesura conferma quello si era scoperto parecchi anni prima da Gousheval , Georgieva, Kirov e Atanasov :

http://ieeexplore.ieee.org/xpl/articleDetails.jsp?reload=true&arnumber=6015869&contentType=Conference+Publications

Variazioni giorno per giorno tra i grandi eventi del terremoto con il HSSW rilevato, la Figura 10 è stata tracciata. È un metodo di analisi sovrapposto al numero dei grandi terremoti e il tempo di insorgenza rispetto ai giorni di arrivo di HSSW.  Il risultato mostra il numero dei grandi terremoti cresce fino al giorno dell’arrivo di HSSW ( innalzamento del vento solare per CME/Ch) e il massimo è raggiunto il giorno dopo l’arrivo di HSSW per poi diminuire.

Michele