Era il 1977 e John A.Eddy scriveva, il caso delle macchie solari scomparse – 3°Parte –

Svariate testimonianze dimostrano che, tra il 1645 e il 1715, l’attività solare subì un drastico rallentamento: probabilmente quello non fu un episodio isolato

 

 – Articolo ripreso dalla rivista “Le scienze” n°109 del Settembre 1977 su segnalazione del nostro Zambo-

La prima parte è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=22855

La seconda parte è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=22892

Oltre ai resoconti sulle aurore boreali e sulle macchie solari, le descrizioni dell’aspetto della corona solare durante le eclissi totali forniscono un altro genere di informazione per verificare il livello di attività del Sole nel passato. Quando ci sono molte macchie la forma della corona, tenue atmosfera esterna del Sole, e molta diversa da quella che si osserva quando ce ne sono poche. Le macchie solari sono sede di intensi campi magnetici sulla superficie dcl Sole, e quei campi magnetici modellano i pallidi bianchi pennacchi coronali che si vedono attorno al Sole durante un’eclisse totale. Quando ci sono sul Sole molte macchie, e pertanto intensi campi magnetici concentrati, la corona e tutta solcata da pennacchi che si estendono dal Sole come i petali di una dalia. Quando sono presenti meno macchie solari, il numero di pennacchi coronali diminuisce come se qualcuno avesse strappato via i petali. In fase di minimo delle macchie la corona vista durante un’eclisse totale appare debole e con pochi pennacchi limitati alla regione equatoriale. Che cosa accadrebbe della corona se non ci fosse nemmeno una macchia, e non ne fosse apparsa nessuna da anni o da decenni? Un osservatore vedrebbe ancora la luce zodiacale, o <<falsa corona>>, attorno al disco nero della Luna, un anello sottile di fioca luminosita rossastra senza alcun pennacchio ? A differenza della vera corona, la luce zodiacale non fa parte dell’atmosfera solare, ma è semplicemente luce solare diffusa dalle polveri nello spazio interplanetario. La luce zodiacale è sempre presente durante un’eclisse totale di Sole, ma solitamente non e visibile a causa della maggiore luminosità della corona.

Tra il 1645 e il 1715 ci furono 63 occasioni per osservare il Sole eclissato totalmente. Ho cercato di rintracciare le osservazioni di tutti quegli eventi per trovare descrizioni della corona durante il minimo di Maunder. La maggior parte delle eclissi era osservablle solo da regioni inaccessiblli, e non era uso comune nel XVII e nel XVIII secolo mandate, come si fa oggi, spedizioni in occasioni di eclissi a seguire l’ombra della Luna fino in capo al mondo. Alcune eclissi erano però osservabili da luoghi prossimi a osservatori europei, e furono seguite molto attentamente. Nessuna eclisse visibile in Europa andò perduta, e varie altre furono osservate da studiosi che si trovavano occasionalmente nel Nuovo Mondo e in Asia.

La maggior parte degli astronomi di professione che osservavano un’eclisse  non guardavano il Sole direttamente nel cielo, ma passavano quegli istanti preziosi scrutando l’immagine dell’eclisse proiettata su uno schermo attraverso un telescopio. Su tale immagine misuravano i dettagli dell’oscuramento del Sole prodotto dalla Luna, argomento che era allora di grande interesse. Comunque coloro che guardarono direttamente il Sole durante la totalità dell’eclisse concordavano nella loro descrizione: attorno alla Luna c’era un debole anello di luce fioca, di ampiezza uniforme, rossastro e sottile. Nessun osservatore descrisse la corana biancastra e di struttura complessa che oggi e così comune ed evidente.

Sulla base di quei resoconti mi sono convinto che al tempo del minimo di Maunder la corona solcata da pennacchi era o del tutto assente o cosi poco luminosa che non si vedeva altro che la luce zodiacale.

A giudicare dalle apparenze, i resoconti delle eclissi sembrerebbero una prova evidente della realtà del minimo di Maunder. Come già facemmo trattando i resoconti sulle aurore boreali, dobbiamo però considerare anche ciò che fu visto nei tempi precedenti. Non ho potuto trovare descrizioni di una corona dotata di strutture durante nessuna eclisse in nessuna epoca anteriore al minimo di Maunder! Le eclissi totali di Sole hanno suscitato nell’uomo attenzione e paura per millenni; come si spiega che in migliaia di descrizioni di centinaia di eclissi totali di Sole sia sfuggito all’attenzione di tutti lo spettacolo più bello e impressionante? Forse siamo capaci di vedere solo ciò che stiamo cercando, indipendentemente dall’evidenza del fenomeno, basti pensare che solo in pieno XIX secolo ci si rese conto che la corona faceva parte del Sole. Forse gli osservatori rimasero abbagliati dagli ultimi raggi di Sole prima che l’eclisse raggiungesse la totalità e perciò non notarono la presenza dell’eterea corona. Penso che chiunque abbia vista a occhio nudo l’affascinante bellezza della corona, troverà, come me, queste scuse del tutto inadeguate. Sembra dunque possibile che il Sole sia effettivamente rimasto privo della corona per un periodo molto piu lungo del minimo di Maunder, forse per varie centinaia di anni. Tale assenza coinciderebbe allora con un precedente periodo di minimo prolungato nell’attività solare, che chiamo minimo di Sporer, e che è evidente nei conteggi delle aurore boreali, nell’assenza di osservaziani di macchie salari a occhio nudo e nell’aspetto degli anelli di crescita degli alberi. Tutto ciò implicherebbe che la corona odierna possa essere un aspetto transiente del Sole di origine relativamente recente. Un indizio indipendente sul minimo di maunder proviene dal lavoro che Dorothy E.Trotter, Peter A. Gilman e io abbiamo fatto per ricostruire le caratteristiche della rotazione solare del Sole nel XVII secolo. Le osservazioni moderne dimostrano che il Sole non ruota come un corpo rigido; alle latitudini più elevate ruota più lentamente, così che le regioni equatoriali del Sole compiono un giro completo in 27 giorni, mentre le regioni polari ne impiegano 31. Teorie moderne sulla fisica del sole sostengono che la rotazione differenziale osservata produce il ciclo delle macchie solari per mezzo di un meccanismo di dinamo solare, in cui i campi magnetici solari generati nell’interno profondo interagiscono con la rotazione differenziale della superficie producendo correnti elettriche, che generano a loro volta i campi magnetici delle macchie. Pertanto, in presenza di una marcata anomalia nel numero delle macchie solari, ci  potrebbe aspettare di trovare una concomitante anomalia nel campo magnetico del Sole oppure nella rotazione della sua superficie.

La rotazione del Sole può essere misurata con grande accuratezza facendo uso di una serie di disegni in cui sono riportate giorno per giomo le posizioni delle macchie solari. Le macchie rendono evidente la rotazione della superficie, così come le foglie galleggianti in un ruscello individuano il flusso dell’acqua. Trotter, Gilman e io abbiamo ricostruito le caratteristiche della rotazione differenziale del Sole nel XVII secolo esaminando i disegni originali del Sole e delle macchie che si trovano in due vecchi libri: il  Rosa Ursina, di Christoph Scheiner, pubblicato nel 1630, prima cioe dell’inizio del minimo di Maunder, e il Selenographia, di Johannes Hevelius, che per un caso fortuito venne pubblicato nel 1647, proprio all’inizio del minimo.

In entrambi i libri troviamo disegni giornalieri dell’aspetto del Sole quasi senza interruzioni per un periodo di circa due anni. La rotazione del Sole che ricaviamo dai disegni di Scheiner nel Rosa Ursina per gli anni 1625 e 1626 assomiglia molto a quella odierna: la velocità di rotazione del Sole varia con la latitudine in modo analago. I disegni di Hevelius, fatti a cominciare dal 1642 fino a tutto il 1644, proprio quando le ultime macchie andavano svanendo prima della lunga assenza, mostrano un cambiamento cospicuo e significativo. L’equatore solare aveva accresciuto la sua velocità completando la sua rotazione in un tempo inferiore di un giorno intero rispetto al periodo del 1625! In effetti, la velocità di rotazione all’equatore aveva avuto un incremento triplo rispetto a quella delle regioni a latitudine più elevate. Scoprendo questo cambiamento nello schema di rotazione della superficie del Sole proprio quando le macchie cominciavano a svanire, abbiamo forse individuato il responsabile del crimine? Il cambiamento nella rotazione differenziale del Sole fu la causa del minimo di Maunder o ne fu solo una conseguenza?

I cambiamenti intervenuti nel clima mondiale coincidono con le variazioni a lungo termine nell'attività solare. Il ciclo delle maccchie solari dal 1610 al 1950 (in grigio) è rappresentato insieme con le osservazioni effettuate in Oriente (fino al 1750) di grandi macchie solari viste a occhio nudo (punti). L'abbondanza relativa del carbonio 14 nell'atmosfera, che viene determinata per mezzo dell'analisi degli anelli di crescita degli alberi, è rappresentata dal 1050 al 1900 (in nero). Il rapporto tra l'abbondanza del carbonio 14 e quella dell'isotopo comune del carbonio varia con l'attività solare : Quando il sole è quieto viene prodotta nell'atmosfera una quantità maggiore di carbonio 14, invece quando il sole è attivo se ne produce una quantità minore. Nella illustrazione la curva di abbondanza cresca verso il basso per permettere un confronto diretto con la curva dell'attivtà solare. La curva del carbonio 14 e quella del numero delle macchie solari sono in buon accordo. I picchi e le valli della curva che rappresenta il rigore degli inverni a Parigi e a Londra in base alle registrazioni storiche del climatologo inglese Hubert H.Lamb. L'indice del rigore degli inverni è stato traslato per tenere conto del fatto che c'è un ritardo di circa 40 anni tra la produzione di carbonio 14 nell'atmosfera e l'assorbimento da parte degli alberi. A partire dal 1900 circa, quando aumentarono sia l'attività solare che la temperatura sulla Terra, le variazioni di abbondanza del carbonio 14 non sono più un indicatore efficiente dell'attività solare; il disaccordo è dovuto all'effetto Suess, cioè alla diluzione del carbonio 14 nell'atmosfera, a causa del consumo di combustibili fossili nell'età moderna.

– Fine terza parte –

Michele

11 pensieri su “Era il 1977 e John A.Eddy scriveva, il caso delle macchie solari scomparse – 3°Parte –

  1. ice2020 :

    Ragazzi il sole è molto cotto negli ultimi giorni, strano che cn una sola regione però il solar flux nn scenda sotto i 100!

    Simon

    Questo dovrebbe suggerire prudenza riguardo il dar per “spacciato” il Sole.
    Come mi è capitato di sottolineare altre volte, le macchie non sono l’indicatore migliore dell’attività solare, specialmente in cicli deboli e/o debolissimi (notoriamente a plateau lungo). Fu proprio Eddy, non ricorco con chi altri, a sottolienare in un articolo successivo a quello in questione, come durante il minimo di maunder l’attività magnetica del Sole fosse presente e attiva.
    Propio grazie allo studio dell’attività aurorale, fu, per un certo periodo, messa in discussione la stessa esistenza del Maunder.

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  2. Oggi comunque siamo a 103…domani (o dopodomani) probabilmente saremo sotto 100…e se in questo periodo, secondo la NASA dovevamo essere al massimo del ciclo 24….lascio a voi le conclusioni.

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  3. Da fine luglio a metà Agosto potrebbe verificarsi una leggera accelerazione solare, in stile inizio Maggio. Sarò più preciso in un prossimo post spiegandovi la mia ipotesi.
    Pianeti …

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  4. @Michele
    Lo stavo pensando anch’io….il behind stamattina fa proprio pensare che domani (se non interviene qualche “moscerino”) si possa assistere a un Sole in bianco in periodo di massimo…

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  5. Inchiodato sui 95-96, oltre non scende.
    Quando scenderà sotto i 95 avrà inizio la discesa del ciclo solare !

    Chiaro…questo e quello che può dare il Sole in questo momento.
    I maggiori imputati Saturno, Giove e Urano e la loro angolazione.
    Rimane dicembre e l’impulso di Giove,Venere e la terra.
    Poi sarà la discesa…
    Penso…

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