Ricerche sul clima e l’estensione del ghiaccio del mare nell’Artico evidenziano una correlazione con l’attività solare

Un documento pubblicato dal Danish Meteorological Institute trova una notevole correlazione tra le osservazioni del ghiaccio marino artico nel corso degli ultimi 500 anni e “la lunghezza del ciclo solare, che è una misura di attività solare. Una stretta correlazione (R = 0,67) di alta rilevanza (0,5% di probabilità di un evento casuale) si trova tra i due modelli, suggerendo un collegamento tra l’attività solare ed il clima dell’Oceano Artico.” Il documento aggiunge a molti altri che dimostrano che l’estensione del ghiaccio artico del mare e il clima è controllato da variazioni naturali dell’attività solare, oceano e oscillazioni atmosferiche, venti e tempeste, non da CO2 prodotta dall’uomo.

Lunghezza del ciclo solare [SCL] mostrato da linea tratteggiata, indice di estensione del ghiaccio marino da osservazioni nel Mare di Groenlandia (Koch) mostrato dalla linea continua.

Variazione multi-decennale dell’estensione del ghiaccio marino nella parte orientale della Groenlandia: 1500-2000 dC

di Knud Lassen e Peter Thejll

Riassunto

L’estensione del ghiaccio nel Nord Atlantico varia nel tempo con scale di tempo secolari, e viene discussa la causa di queste variazioni. Noi consideriamo l’indice di ghiaccio Koch che descrive la quantità di ghiaccio avvistato dall’Islanda, nel periodo 1150-1983 dC. Questa misura di estensione del ghiaccio è una misura non lineare e ridotta la quantità di ghiaccio nel Mare della Groenlandia, ma dà una visione d’insieme delle quantità di ghiaccio attraverso più di 800 anni. La lunghezza della serie permette una visione della variabilità naturale dell’estensione del ghiaccio e questa comprensione può essere utilizzata per valutare le variazioni moderne. Così troviamo che la ritirata recentemente riportata del ghiaccio nel Mare della Groenlandia potrebbe essere correlata alla chiusura della cosiddetta Piccola Età Glaciale all’inizio del XX secolo. Abbiamo anche guardato la variabilità nell’arco di 80 anni dell’indice Koch [mare di ghiaccio] e confrontato con la periodicità simile trovata nella lunghezza del ciclo solare, che è una misura di attività solare. Una stretta correlazione (R = 0,67) di alta rilevanza (0,5% di probabilità di un evento casuale) si trova tra i due modelli, suggerendo un collegamento tra l’attività solare ed il clima dell’Oceano artico.

 

Fonte : http://hockeyschtick.blogspot.co.uk/2013/07/new-paper-finds-arctic-climate-sea-ice.html


16 pensieri su “Ricerche sul clima e l’estensione del ghiaccio del mare nell’Artico evidenziano una correlazione con l’attività solare

  1. Ma alla televisione ci dicono gli scienziati che i ghiacci sono in crisi per colpa della CO2 e l’effetto serra….
    😮
    🙂
    😛
    😆

    Ottima segnalzione simone !
    😉

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  2. @Michele

    E anche un inizio di primavera ritardato, è il più corto periodo sopra zero dagli anni ’50.
    Sono anche molto interessanti i commenti.

    Vediamo come evolverà ls situazione.

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  3. Io credo che le variabili climatiche principali siano due. La prima é l’ irraggiamento solare verso la terra la seconda é l’ irraggiamento della terra verso l’ infinito, quindi la capacità della terra di raffreddarsi irraggiando. La prima sicuramente é influenzata dall’ attività solare e la variabilità della TSI lo dimostra. Della seconda ne sappiamo poco nel senso che diamo per scontato che l’ infinito abbia una temperatura costante di 2,73 °K la temperatura della “radiazione cosmica di fondo”. In realtà però la terra é immersa nell’ eliosfera e l’ impatto del vento solare sulla capacità di disperdere calore della terra non é stato studiato molto. Durante i periodi di forte attività solare il vento solare é più denso é ragionevole pensare che la capacità di dispersione del calore si riduca e aumenti durante i periodi di bassa attività solare. In pratica esisterebbe una sorta di “effetto serra” a livello di eliosfera. Quindi si potrebbe ipotizzare che l’effetto serra misurato sulla terra in realtà sia la somma di due componenti, una costante quello dell’atmosfera terrestre ed uno variabile, quello legato dell’eliosfera modulato dall’attività solare. Questo effetto serra, “bicomponente” spiegherebbe perché durante un periodi di attività solare bassa come quello che stiamo osservando, si abbia l’ impressione é che il calore del sole sia inalterato, ma che il freddo sia insolitamente più freddo. 🙂

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  4. siamo nel raggio d’azione del canadese.. se guardiamo a vista c’è l’autunno troppe volte gli ultimi anni sono mancate piogge significative estive. o meglio ci sono state, nel periodo estivo si ripetono annate per annate.. ma è mancata troppe volte la circolazione occidentale.. si direbbe clima arroventato.. scambi meridiani annichiliti flusso zonale diretto a seccare i tropici…
    l’aveva detto alessandro1

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  5. Il cargo cinese Yong Sheng sarà la prima nave a provare il “passaggio a Nordest” per raggiungere il porto olandese di Rotterdam attraversando l’Oceano Artico, approfittando della diminuita presenza dei ghiacci estivi provocata dal riscaldamento globale.

    http://www.lastampa.it/2013/08/12/scienza/ambiente/clima-cargo-cinese-prima-nave-a-tentare-passaggio-a-nordest-Z66IlO39xms9db6gjiNZcM/pagina.html

    http://www.ft.com/intl/cms/s/2/05daa11e-0274-11e3-880d-00144feab7de.html#axzz2blVtuQ22

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  6. vediamo la differenza di concentrazione continentale piuttosto, il ghiaccio o lo rompono loro o distruggono quello in formazione.. non è una buona valutazione… è da bloccare.

    cargo o rompighiaccio???

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  7. @ab2010
    [img]http://nsidc.org/data/seaice_index/images/daily_images/N_daily_extent.png[/img]

    lungo la costa non è presente il ghiaccio ma non credo sia insolito… viaggio costiero lungo a zig zag, perché non l’hanno fatto prima? proprio adesso a fine estate..

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  8. Anzi… lungo la rotta c’è una potenziale corrente fredda, non sappiamo quanto tempo occorre per un cambiamento del genere. comunque oserei dire, più è largo il passaggio più raffredda il polo nord. per quanto pack abbiamo oggi non muta la situazione l’acqua calda che giunge dal sud dell’Atlantico, e dal Pacifico rispettivamente ora stagna.. nei bacini artici.. ma non scioglie l’area continentale, che da tempo indico nella costa artica centro siberiana. tra mare di Kara e mare di Laptev, che si può indicare come inlandsis… .. in più quoto pienamente il commento di Luci0
    fine della storia ..

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