Archivio mensile:Novembre 2013

Rubrica Sole Ottobre 2013

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Ma gli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, hanno di fatto reso molto improbabile che questo ciclo possa prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a questo momento. In definitiva il Sole è entrato in una fase di “stallo”: pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non ha mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva. Ciò significa che il Sole è attualmente in fase di massimo. Pertanto, salvo qualche temporaneo fisiologico picco come quello attualmente in corso, ben difficilmente la nostra stella ci potrà mostrare più di quello cui abbiamo assistito finora durante il ciclo 24.

Il mese di Ottobre appena trascorso, ha interrotto, almeno per il momento, la recente ultima fase di debolezza iniziata a giugno, dopo che maggio e aprile avevano mostrato una certa vivacità. Infatti, Ottobre ha riproposto alcuni x Flare di classe X dopo quelli del maggio scorso. Come prevedibile, Solar flux e sunspot number si sono riportati su valori paragonabili a quelli più elevati raggiunti fino ad ora in questo ciclo 24, a testimonianza di una “reazione d’orgoglio” del Sole. Si tratta comunque di valori molto bassi se paragonati ad un massimo solare dei cicli compresi tra il 19 ed il 23 ed accompagnati da macchie decisamente meno estese ed attive.
Questa fiammata dell’attività potrebbe essere messa in relazione all’eventuale secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/. Nel caso in cui tale secondo picco non dovesse aver luogo, il ciclo 24 sarebbe condannato ad un prossimo lento ma inesorabile tramonto.
Pur mantenendo quindi una certa prudenza (il Sole ci ha da anni abituato a continue sorprese, a repentini “cambi di marcia”), ormai mesi e anni sono trascorsi senza evidenti e durature accelerazioni del ciclo. Siamo ormai vicini alla soglia dei 5 anni (58 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo constatare che, fatti salvi i brevi periodi di più intensa attività, il livello attuale di questa assomiglia molto poco a quello di un massimo solare ed ancor meno a quello dei cicli immediatamente precedenti. Infatti il solar flux non ha finora raggiunto quota 200, nemmeno come valore di picco giornaliero. Tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, almeno come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile. Anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento. Ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).
Il grafico seguente evidenzia la citata assenza di trend del solar flux e i valori complessivamente “depressi” di questo massimo in tono minore.

solen info

Il sunspot number

Come già accennato in precedenza, dopo il massimo registrato a Febbraio 2012 con 66,9, nel successivo mese di Marzo, per la prima volta dal minimo, la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita, continuando a calare sensibilmente nei mesi seguenti. Attualmente questo indice (assieme anche al Solar Flux), sembra proprio che sia tornato in una fase di stallo, pur con alti e bassi di limitata entità dovuti alle normali oscillazioni mensili dei valori.
Riteniamo che il massimo relativo raggiunto nel mese di Febbraio 2012 sarà con elevata probabilità anche il massimo assoluto del ciclo. Naturalmente, come già detto, non possiamo escludere che l’attività solare manifesti una consistente e duratura ripresa su livelli paragonabili o superiori a quelli dell’autunno 2011, prima che l’inversione magnetica dell’emisfero Sud venga confermata. Dopo, in base alle nostre conoscenze attuali, il massimo del ciclo potrà considerarsi avvenuto con certezza.
Ad onor di cronaca va rimarcato che il conteggio del NIA’s risulta essere leggermente difforme rispetto a quelli ufficiali del sunspot number SIDC, in quanto il mese del massimo relativo cade a Marzo 2012 anziché Febbraio. Come già accennato, in questa fase, grazie a valori del SN decisamente altalenanti, stiamo assistendo ad una nuova fase di stallo del valore di questo indice, sia per il SIDC che per il “nostro” conteggio (alcuni dati sono ancora da verificare). Inoltre, la curva della media “smoothed”, con le dovute proporzioni, sembra ricalcare l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.
Ci preme sottolineare che il ciclo 24 è da considerarsi “fuori dagli schemi”, sia pure in senso relativo, a causa della limitata conoscenza di cui disponiamo circa il comportamento del Sole. Questa dipende anche e soprattutto dal brevissimo intervallo di tempo (50-60 anni), rispetto alla vita del Sole (5 miliardi di anni!), durante il quale la nostra stella è stata oggetto di osservazioni e di studi, da Terra e tramite satelliti, con gli strumenti più sofisticati oggi a disposizione.
Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Ottobre 2013:

 Area Sunspot

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora non riesce a tenere nemmeno il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.
In dettaglio, Ottobre è stato caratterizzato da un livello di attività stavolta superiore alla media dei valori di questo ciclo, superiore anche a quello del periodo Marzo-Maggio, che aveva fatto registrare una sensibile crescita rispetto al mese di Febbraio scorso, caratterizzato da valori da minimo pieno. Il sunspot number ha registrato una notevole crescita rispetto a Settembre passando da 36,9 a 85,6 stabilendo la terza “miglior prestazione” di questo ciclo dopo il 96,7 e l’88,0 rispettivamente di Novembre e Ottobre 2011. La relativa staticità, pur con gli “alti e bassi” relativi alle oscillazioni mensili, dei valori degl’indici di attività solare conferma ancora una volta la convinzione che il ciclo sia giunto al suo massimo. L’incapacità di sovvertire una tendenza abbastanza netta al ribasso degli indici o quantomeno non riuscire a produrre più di quanto fatto vedere fino ad ora, di fatto possa decretare l’inizio del declino effettivo dello stesso.

Sidc+Nia

Il valore del NIA’s di ottobre 2013 (43,0) è stimato-provvisorio ed al momento in attesa di validazione.
Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del massimo a primavera e l’iniziale declino delle curve del SSN ed il sostanziale stallo dell’indice in oggetto.

Solar flux

Il Solar Flux a Ottobre, come già anticipato ha fatto segnare valori decisamente più elevati rispetto a quelli degli ultimi mesi ed è stato caratterizzato da una progressione continua fino a valori mediamente elevati (circa 160) e senza mai scendere al di sotto della soglia dei 100, come invece “normalmente” accaduto nei mesi scorsi.
In virtù di quanto sopra esposto, in pieno accordo con l’andamento dell’SN, il valore medio mensile del solar flux (aggiustato), è nuovamente tornato a salire, stavolta in maniera più decisa, fino a segnare un 131,92 dopo il 103,91 di Settembre. Tali valori restano comunque sempre al di sotto di quelli definiti “normali” per un sole in condizioni di massimo ed in ogni caso inferiori al 150 di Novembre 2011, massimo di questo ciclo.
Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione, ormai giunta al suo massimo. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar flux

In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti. E’ un ciclo “pigro”, con le “marce lunghe” e, come accennato in precedenza, è l’unico degli ultimi 6 cicli (dal ciclo 19, cioè da quando si misura il solar flux) che non sia ancora riuscito a raggiungere la soglia (di picco) di 200, ampiamente superata da tutti quelli precedenti. La nostra convinzione è che ormai non sia più in grado di raggiungerla. Inoltre, si nota chiaramente una tendenza alla stasi, se non al declino, manifestatasi dall’autunno 2012 autunno in poi, dopo un trend fino ad allora costantemente improntato al rialzo.
Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 131,92 (contro 103,91 di Settembre) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 105,9 (ore 20 del 05/10) e 169,7 (ore 20 del 26/10); valori piuttosto modesti per un massimo. Nell’ultima decade (dal 21 al 30 compresi), nonostante si tratti del periodo di maggiore “brillantezza” di questo indice, la media è stata pari a 153,16 (valori delle ore 20), appena superiore al valore massimo mensile di Novembre 2011.

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif

Butterfly

Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari (o, per meglio dire, il tentativo di inversione), l’ultimo dato disponibile (24 Ottobre) su http://wso.stanford.edu/Polar.html evidenzia un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a +13, stazionario ormai da quattro mesi. L’Emisfero Sud, invece, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 mostra una decisa progressione e fa segnare un valore di -8. Dunque ormai anche l’emisfero Sud ha nettamente invertito la polarità. Da ora in poi, in base al comportamento dei cicli precedenti, ci si attende ancora un anno circa prima dell’avvio di un evidente ed inesorabile declino del ciclo 24. Durante tale anno saranno possibili ancora picchi isolati, come si è verificato nel corso dei cicli precedenti.
Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora:

dettaglio polar field

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.png,

WSO Polar Field

andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.png,

N-S polar Field

andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.
Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento, non paiono prospettare una particolare ripresa dell’attività: sono presenti alcune regioni attive soprattutto nell’Emisfero Sud; tuttavia, quelle già visibili dalla Terra stanno producendo perlopiù macchie di entità modesta, sebbene ora relativamente numerose, nell’Emisfero Sud. Si conferma la forte riduzione di attività dell’Emisfero Nord, con pochissime AR e macchie visibili. Tutto ciò lascia pensare, come peraltro ci si attende, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!
Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/
Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif
ci dice che il massimo sarebbe…….proprio adesso e anzi, ormai ci avvieremmo al suo termine! Dunque, se corretta (cioè se non di dovesse verificare un secondo massimo dopo quello del Novembre 2011), i primi chiari segnali di declino dovrebbero essere imminenti.

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.
Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La parvenza di “normalità” dell’autunno 2011, quando la progressione era parsa netta e, per la prima volta dal minimo, continua per qualche mese consecutivo aveva dato l’illusione che il ciclo 24 potesse essere solo un poco più debole di altri precedenti ma comunque “normale”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo difficilmente pronosticabile che ha di fatto minato l’ipotesi di un proseguimento “normale”, anche se contraddistinto da un debolezza di fondo. Il più recente massimo di Luglio 2012 e il picco di Gennaio 2013, pur inaspettati, hanno avuto il carattere di episodi isolati, come e più di quello di Novembre 2011 e dunque non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi interlocutori, senza “acuti”, pur con la novità del netto calo del SSN. I mesi di Dicembre 2012 ed il Febbraio 2013 potrebbero aver dato il “colpo di grazia” a questo ciclo. I valori degli indici di riferimento nuovamente così bassi lasciano intendere che il Sole non riesce a dare di più di quanto non sia riuscito a fare nel corso degli ultimi 4 anni e anche una eventuale forte ripresa dell’attività potrebbe non essere sufficiente a far cambiare “piega” alle cose. Ciò avvalora ancor di più la possibilità che i due massimi trascorsi possano essere quelli assoluti del ciclo. Certo, non si può ancora escludere possa esservi un altro massimo nei prossimi mesi o nel 2014, al limite fin verso l’inizio del 2015 (ma solo come picco isolato), come indicato nelle ultime previsioni NASA. Dopo l’inversione è entrata in netta decadenza la fase di maggiore spinta relativa proprio nell’emisfero Nord che, dopo l’inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud è sostanzialmente stabile dopo l’iniziale rampa di ascesa. Anche in questo caso, stante l’inversione di polarità in corso e forse già conclusa, ci si attende presto un declino di attività.

Ciclo 24 progress

Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? E’ sempre più probabile che non vedremo un Sole più attivo di quanto non lo sia stato nell’autunno 2011.
Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale stabilità di quello Sud.

SSN N+S+Tot

Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

Apuano 70 e FabioDue

E’ tornato alla carica !

La passata giornata leggendo i vari post su fb, uno strano mesaggio mi ha incuriosito. Messaggio che si collegava a questo articolo :

Discutere di cambiamento climatico in modo sensato

Preso dalla estrema curiosità ho allora aperto immediatamente il link, in cerca di questa fantomatica discussione “sensata“.  Passano pochi secondi e come per magia si apre lo sfondo della home : Effetto Cassadra… è lui o non lui ? Certo che è lui !

Simon è tornato ! 🙂

Direi che è tornato in splendida forma dopo l’uscita di una recente carta che contraddice la recente pausa del riscaldamento globale.

http://ugobardi.blogspot.it/2013/11/clima-la-bufala-della-pausa-nel.html

Ho già proposto una serie di repliche, di seguito riporto “printscreen” di un mio recente messaggio, depositato nello specifico articolo, a titolo “sensato“…

Post Ugo Bardi 2L’interrogativo che mi pongo è il seguente :

L’interrogativo : Credete che le repliche al mio messaggio si manterrano sensate ?

Con questo non voglio affermare che il Dott.Bardi stia riportando o scrivendo fesserie, certo è che la posizione mi sembra molto estrema.

Variabili naturali completamente trascurate !

Sono le ore 15:06 di Domenica 17 Novembre, quanto tempo passerà prima che una replica arrivi al mio messaggio ?
Credo che la lista di lavori scientifici riportati nel messaggio non verrà minimamente presa in considerazione. Sarà una nuova replica in stile “partito preso” non un condividere e prendere esperienza dalle ricerche scientifiche altrui.

Saluti,
popolo di Nia

Michele

Italia e Cina insieme per monitorare le attività sismiche dallo spazio

Premessa

C’eravamo lasciati con Jeffrey Love dal USGS che aveva realizzato una carta scientifica nella quale non si rilevava alcuna relazione statisticamente significativa fra gli eventi sismici sul nostro pianeta e le dinamiche solare.

Ricordate ?

http://daltonsminima.altervista.org/?p=25920

Adesso però vengo a conoscenza che Cina e Italia.. leggete un pò…

 

Firmato un accordo tra ASI e CNSA per ospitare un payload italiano a bordo del satellite cinese CSES

Studiare i fenomeni di natura elettromagnetica e la loro correlazione con l’attività geofisica per contribuire al monitoraggio dei terremoti dallo spazio è il principale obiettivo scientifico della missione CSES (China Seismo-Electromagnetic Satellite).

Un importante protocollo d’intesa è stato sottoscritto oggi, presso l’Ambasciata Italiana a Pechino, dall’Agenzia Spaziale Italiana e dalla China National Space Administration (CNSA) per avviare una collaborazione in questo particolare settore di ricerca, che vede l’Italia all’avanguardia. Il satellite CSES ospiterà un payload italiano.

“L’accordo di oggi si muove in un terreno di ricerca fortemente innovativo – ha commentato a caldo il Presidente dell’ASI, Enrico Saggese – L’unione delle capacità scientifiche dell’agenzia italiana e cinese può portare a più di un risultato positivo”.

Sarà la CNSA a sviluppare, integrare e testare CSES, mentre il payload italiano sarà progettato e fornito dall’ASI attraverso la collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il satellite avrà una vita operativa di cinque anni e il suo lancio è previsto per settembre 2016.

Studi recenti hanno sottolineato la possibile correlazione tra le emissioni elettromagnetiche connesse all’attività sismica della Terra e il verificarsi di perturbazioni nel plasma iono-magnetosferico.

Ricercatori italiani e cinesi collaborano regolarmente dal 2004 per sviluppare la strumentazione di bordo del satellite CSES. Sono coinvolti i gruppi di ricerca italiani dell’INFN, guidati dal Prof. Roberto Battiston dell’Università di Trento (INFN – TIFPA, Trento Institute for Fundamental Phisycs and Application) e cinesi del China Earthquake Administration (CEA).

“La partecipazione dell’Italia al progetto CSES – ha dichiarato Roberto Battiston, docente presso l’Università di Trento e presidente della Commissione Astroparticelle dell’INFN  – prevede la realizzazione di un rivelatore di precisione per la misura degli elettroni che precipitano nell’atmosfera dalle fasce di Van Allen”.

“In questo modo – prosegue Battiston – potremo sottoporre a verifica scientifica rigorosa i meccanismi che collegano il nostro pianeta e le sue dinamiche interna al plasma che circonda la terra, con l’obiettivo di  sviluppare nuove tecniche per il monitoraggio sismico dallo spazio”.

Il contributo tricolore alla missione CSES consiste in uno strumento innovativo per misurare le particelle energetiche che precipitano dalle fasce di Van Allen a seguito di disturbi elettromagnetici. In onore dell’esploratore italiano Matteo Ricci, che con il suo operato creò un ponte tra l’Occidente e la Cina, lo strumento sarà chiamato Li Madou, il nome con cui il gesuita era conosciuto in Cina. A realizzarlo sarà l’INFN, nell’ambito di una collaborazione che vede coinvolti i propri centri e le Università di Trento, Roma Tor Vergata, Perugia e Bologna.

Il satellite avrà a bordo un’ampia gamma di strumenti (magnetometri fluxgate e search-coil, rivelatori di particelle di alta energia, LP-RPA e ion drift meter) atti a rivelare congiuntamente perturbazioni di diversi parametri e grandezze fisiche.

…………………..

Mi piacerebbe domandare adesso al nostro Jeffrey Love … ma se non esiste alcun collegamento fra dinamiche solari e sismica terrestre, perchè nazioni come Italia e Cina investono fior di denari per queste ricerche ?

😎

Adesso gli spedisco una mail.

🙂

 

Fonte :  http://www.asi.it/it/news/italia_e_cina_insieme_per_monitorare_le_attivita_sismiche_dallo_spazio

 

Grossa negligenza scientifica – L’IPCC ha ignorato una mole enorme di ricerche (peer-reviewed), i risultati mostrano un chiaro impatto del Sole

E’ dimostrato da migliaia di set di dati di temperatura, che il clima della terra ha oscillato ciclicamente in passato, e che c’è una schiacciante quantità di prove che dimostrano una stretta correlazione con l’attività solare e di altri potenti fattori naturali. Se all’IPCC avessero veramente esaminato gli sviluppi delle temperature del passato e li avessero confrontati con i dati solari, avrebbero visto che c’era qualcosa di notevole.

Eppure, nell’IPCC AR5, Gruppo di lavoro 1 volge solo un rapido sguardo all’attività solare ed alle sue eventuali conseguenze sul clima; respingendo semplicemente tutti i dati sul Sole. Fornitore di energia unico della Terra, il sole, e tutto il suo dinamismo, ottiene infatti solo un paio di pagine in un report di 2200 pagine, circa lo 0,1%. Che da solo è uno scandalo monumentale. E’ incompetenza e negligenza su larga scala.

Questo sarà certamente ricordato nei libri come uno dei più grandi disastri scientifici della storia umana.

Se l’IPCC avesse diretto la stessa energia e le stesse risorse per rendere il sole e fattori naturali il colpevole per il cambiamento climatico e non verso la CO2, avrebbero certamente un caso molto più convincente di oggi, e molte delle domande a cui pretendono di rispondere e che sono ancora aperte, sarebbe chiuse. Ma ovviamente l’unico intento dell’IPCC è quello di inquadrare l’uomo e le sue emissioni di CO2 come il colpevole di qualcosa che si è arrestato 16 anni fa. Questa è frode, non scienza.

L’IPCC ha avuto lo stesso approccio negligente con i livelli del mare: respingendo la scienza non allarmistica a favore di scenari apocalittici.

Ho trascorso una mezza giornata alla ricerca di documenti che forniscono l’evidenza di un impatto significativo sul clima da parte del sole e di fattori naturali, e un altro giorno pieno di smistamento. Ho limitato l’ambito della ricerca al periodo 2008 – 2012, vale a dire i documenti dall’ultimo rapporto IPCC. Ci sono molti più documenti prima del 2008.

Quello che segue è un elenco di documenti che ho trovato in poche ore che l’IPCC avrebbe dovuto prendere in considerazione più da vicino e che invece ha ignorato. L’elenco ovviamente non è completo.

Una risorsa eccellente che ha realmente accelerato le cose è stato il sito:

http://www.populartechnology.net/2009/10/peer-reviewed-papers-supporting.html

La tecnologia popolare è in realtà una lista di 1100 documenti che non vanno d’accordo con i desideri dell’IPCC.

Per alcuni dei documenti e di importanti citazioni ho incluso i collegamenti nelle informazioni aggiuntive. Purtroppo non ero in grado di fare questo per ogni carta, visto il tempo limitato.

1. Using data to attribute episodes of warming and cooling in instrumental records, Ka-Kit Tung1 and Jiansong Zhou, 12/2012; “…anthropogenic global warming trends might have been overestimated by a factor of two in the second half of the 20th century.”

2. Discrepancies in tropical upper tropospheric warming between atmospheric circulation models and satellites, Stephen Po-Chedley and Qiang Fu, 10/2012. Read more here.

3. Significant Changes to ENSO Strength and Impacts in the Twenty-First Century: Results from CMIP5, Samantha Stevenson, 09/2012; read more here, “…ENSO amplitude does and does not respond to climate change...”

4.  Secular temperature trends for the southern Rocky Mountains over the last five centuries, Berkelhammer and Stott, 09/2012. “Temperature trends in SW US have been relatively stable over last 5 centuries.”

5. Solar forcing on the ice winter severity index in the western Baltic region, M.C. Leal-Silv et al, 09/2012, read http://wattsupwiththat.com/2012/09/05/solar-activity-linked-to-arctic-winter-severity/more here. “…ice winter severity index is strongly modulated by solar activity at the decadal periodicity.”

6. Radiation Budget of the West African Sahel and its Controls: A Perspective from Observations and Global Climate Models, Miller et al, 8/2012, read more here; “… GCMs underestimated the surface LW and SW CRF and predicted near zero SW CRE when the measured values were substantially larger…”

7. Pressure changes in the Arctic from 1801 to 1920 Atmospheric , Przybylak et al, 08/2012; read more here. “…that the atmospheric pressure in early [Arctic] instrumental period [from 1801 to 1920] was not significantly different to that of present day.

8. Orbital forcing of tree-ring data, Esper et al, 07/2012; read hmore here. “…large-scale near-surface air-temperature reconstructions relying on tree-ring data may underestimate pre-instrumental temperatures including warmth during Medieval and Roman times.”

9. Impact of the solar cycle and the QBO on the atmosphere and the ocean, Petrick et al, 07/2012; Read more here. “…it is concluded that comprehensive climate model studies require a middle atmosphere as well as a coupled ocean to investigate and understand natural climate variability.”

10. Marine climatic seasonality during early medieval times (10th to 12th centuries) based on isotopic records in Viking Age shells from Orkney, Scotland, Surge and Barret, 07/2012; read more here . “…conclusion that the early MCA was warmer than the late 20th century by ~ 1 °C.”

11. Investigation of methods for hydroclimatic data homogenization, Steirou, E., and D. Koutsoyiannis, 07/2012; read more here. “…results cast some doubts in the use of homogenization procedures and tend to indicate that the global temperature increase during the last century is between 0.4°C and 0.7°C…”

12. Multi-archive summer temperature reconstruction for the European Alps, AD 1053–1996. Trachsel et al, 07/2012; read more here.

13. A 101 year record of windstorms in the Netherlands. Cusack, 07/2012; read more here.

14. Winter temperature variations over the middle and lower reaches of the Yangtze River since 1736 AD. Z.-X. Hao et al, 06/2012; read more here .

15. Does the Sun work as a nuclear fusion amplifier of planetary tidal forcing? A proposal for a physical mechanism based on the mass-luminosity relation (PDF), Nicola Scafetta, 06/2012, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volumes 81–82, pp. 27-40.

16. Holocene glacier fluctuations and climate changes in the southeastern part of the Russian Altai (South Siberia) based on a radiocarbon chronology, 06/2012; read more here.

17. A 9170-year record of decadal-to-multi-centennial scale pluvial episodes from the coastal Southwest United States: a role for atmospheric rivers?, Kirby et al, 06/2012; read more here.

18. The Medieval Climate Anomaly in the Iberian Peninsula reconstructed from marine and lake records Moreno et al, 06/2012; “…a persistent positive mode of the North Atlantic Oscillation (NAO) dominated the Medieval Climate Anomaly (MCA: 900–1300 AD).”

19. Alternative pathway for atmospheric particles growth. Monge et al, 05/2012, Read more here. “…aerosols still pose key uncertainties in the understanding of Earth’s radiative balance {…] major gaps exist in the understanding of the physicochemical pathways that lead to aerosol growth…”

20. Changes in climate variability in Central Europe during the past 250 years 05/2012 read more here.

21. Solar influences on atmospheric circulation,  K. Georgieva et al, 05/2012, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics

22. Nile Delta vegetation response to Holocene climate variability, Bernhardt et al, 05/2012; read more here.

23. Tree ring based precipitation reconstruction in the south slope of the middle Qilian Mountains, northeastern Tibetan Plateau, over the last millennium 04/2012, Read more here.

24. Tree ring based precipitation reconstruction in the south slope of the middle Qilian Mountains, northeastern Tibetan Plateau, over the last millennium, Junyan Sun, Yu Liu, 04/2012, Journal of Geophysical Research, Volume 117

25. Evidence of Suess solar-cycle bursts in subtropical Holocene speleothem δ18O records, 04/2012; read more here.

26. Spring temperature variability relative to the North Atlantic Oscillation and sunspots — A correlation analysis with a Monte Carlo implementation, 04/2012; read more here.

27. Trends in sunspots and North Atlantic sea level pressure, Harry van Loon et al., 04/2012, Journal of Geophysical Research, Volume 117

28. Assessment of the relationship between the combined solar cycle/ENSO forcings and the tropopause temperature Alfred M. Powell Jr., Jianjun Xu, 03/2012, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 80, pp. 21–27

29. Strong evidence for the influence of solar cycles on a Late Miocene lake system revealed by biotic and abiotic proxies A. K. Kern, Palaeogeography, 03/2012, Palaeoclimatology, Palaeoecology, Volumes 329–330, pp. 124–136

30. Variability of rainfall and temperature (1912–2008) parameters measured from Santa  Maria (29°41′S, 53°48′W) and their connections with ENSO and solar  activity P. H. Rampelotto et al, 03/2012, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 77, pp. 152–160

31. Multi-scale harmonic model for solar and climate cyclical variation throughout the Holocene based on Jupiter–Saturn tidal frequencies plus the 11-year  solar dynamo cycle (PDF), Nicola Scafetta  03/2012, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics

32. Bicentennial Decrease of the Total Solar Irradiance Leads to Unbalanced Thermal Budget of the Earth and the Little Ice Age, Habibullo I. Abdussamatov, 02/2012 (PDF)
Applied Physics Research, Volume 4, Issue 1, pp.178-184

33. An ikaite record of late Holocene climate at the Antarctic Peninsula, Lu et al, 02/2012; read more here. “…record qualitatively supports that both the Medieval Warm Period and Little Ice Age extended to the Antarctic Peninsula.

34. Hydroclimate of the northeastern United States is highly sensitive to solar forcing, Nichols et al, 02/2012; read more here. “…Regional moisture balance responds strongly and consistently to solar forcing at centennial to millennial timescales…”

35. The long sunspot cycle 23 predicts a significant temperature decrease in cycle 24 , Solheim et al, 02/2012; read more here. “…25–56% of the temperature increase the last 150 years may be attributed to the Sun.”

36. 9,400 years of cosmic radiation and solar activity from ice cores and tree rings, Steinhilber et al, 02/2012, read more here.

37. High-resolution sea surface reconstructions off Cape Hatteras over the last 10 ka, Cléroux et al, 02/2012; read more here. “The last decade of paleoclimate research has shown that the Holocene is not the stable, climatic event-free period as previously thought: both external and internal (oceanic) forcings have caused major climatic changes.”

38. Variability and extremes of northern Scandinavian summer temperatures over the past two millennia, Esper et al, 01/2012; read more here. “The warmest and coldest reconstructed 30-year periods (AD 21–50 = + 1.05 °C, and AD 1451–80 = − 1.19 °C) differ by more than 2 °C, and the range between the five warmest and coldest reconstructed summers in the context of the past 2000 years is estimated to exceed 5 °C.”

39. Climatic variations over the last 4000 cal yr BP in the western margin of the Tarim Basin, Xinjiang, reconstructed from pollen data, 01/2012; read more here.

40. Possible evidence of the resonant influence of solar forcing on the climate system. Gusev and Martin, 01/2012; read more here.

41. Solar and volcanic fingerprints in tree-ring chronologies over the past 2000 years, Breitenmoser et al, 2012. “...significant periodicities near the DeVries frequency during the entire past 1500 years, pointing to a solar imprint on global climate.”

42. Bunker Cave stalagmites: an archive for central European Holocene climate variability , J. Fohlmeister, 2012. “…We found cold and dry periods between 9 and 7 ka, 6.5 and 5.5 ka, 4 and 3 ka as well as between 0.7 to 0.2 ka.”

43. Bacterial GDGTs in Holocene sediments and catchment soils of a high Alpine lake: application of the MBT/CBT-paleothermometer, Niemann et al, 2012, read more here. “…Major climate anomalies recorded by the MBT/CBT-paleothermometer are, for instance, the Little Ice Age (~14th to 19th century) and the Medieval Warm Period (MWP, ~9th to 14th century).”

2011

44. Variability of rainfall and temperature (1912–2008) parameters measured from Santa Maria (29°41′S, 53°48′W) and their connections with ENSO and solar activity , Rampelotto et al, 12/2011; read more here. “…study shows that both solar activity fluctuations and internal oceanic cycles played crucial roles on Southern Brazilian climate during the last 100 years and continue to play a role today.

45. A 15,000 year record of vegetation and climate change from a treeline lake in the Rocky Mountains, Wyoming, USA, Mensing et al, 12/2011; read more here. “…

46. A possible solar pacemaker for Holocene fluctuations of a salt-marsh in southern Italy, Di Rita, 12/2011; read more here. “…important fluctuations in the extent of the salt-marsh in the coastal Tavoliere plain are related to variations of solar activity.”

47. Testing an astronomically based decadal-scale empirical harmonic climate model versus the IPCC (2007) general circulation climate models , 12/2011; read more here.

48. Solar Activity and Svalbard Temperatures, Solheim et al, 11/2011; read more here. “…models show that 60 per cent of the annual and winter temperature variations are explained by solar activity.

49. Mesospheric temperature trends at mid-latitudes in summer, Berger et al, 11/2011; “…This large cooling is primarily caused by long-term changes of ozone in the upper stratosphere in combination with a CO2 increase.”

50. Variation in surface air temperature of China during the 20th century, Willie Soon, Koushik Dutta, David R. Legates, Victor Velasco, WeiJia Zhang, 10/2011, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 73, Issue 16, pp. 2331-2344.

51. Disturbances with hiatuses in high-latitude coral reef growth during the Holocene: Correlation with millennial-scale global climate change, Hamanaka et al, 10/2011, read more here. “…coral reef growth was interrupted by suborbital millennial-scale global climate change induced by persistent solar activity during the Holocene…”

52. Mid-Holocene variability of the East Asian monsoon based on bulk organic δ13C and C/N records from the Pearl River estuary, southern China , 2011, read about it here.

53. Short term climate variability during “Roman Classical Period” in the eastern Mediterranean, Liang Chen et al, 10/2011; read more here . “…suggests that solar variability might be one of the major forcings of the regional climate.”

54. A shared frequency set between the historical mid-latitude aurora records and the global surface temperature (PDF), Nicola Scafetta, 10/2011,
Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics

55. Amplitudes, rates, periodicities and causes of temperature variations in the past 2485 years and future trends over the central-eastern Tibetan Plateau, 09/2011, LIU Yu; read more here. “The long-term trends (>1000 a) of temperature were controlled by the millennium-scale cycle, and amplitudes were dominated by multi-century cycles. Moreover, cold intervals corresponded to sunspot minimums. The prediction indicated that the temperature will decrease in the future until to 2068 AD…”

56. Identifying natural contributions to late Holocene climate change , Humlum et al, 09/2011; read more here. “…causes of millennial climate changes remain poorly understood…the role of such recurrent natural climate variations in the future climate development.”

57. The Evolution of the Albufereta Lagoon (Western Mediterranean): Climate Cycles and Sea-Level Changes , Garcia and Morilla, 08/2011; read more here. “…the two periods of most frequent superstorm strikes in the Aigues-Mortes Gulf (AD 455 and 1700-1900) coincide with two of the coldest periods in Europe during the late Holocene…”

58. Temporal derivative of Total Solar Irradiance and anomalous Indian summer  monsoon: An empirical evidence for a Sun–climate connection, Rajesh Agnihotri, Koushik Dutta, Willie Soon, 08/2011, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 73, Issue 13, pp. 1980-1987

59. Evidences for a quasi 60-year North Atlantic Oscillation since 1700 and its meaning for global climate change (PDF), Adriano Mazzarella, Nicola Scafetta, 08/2011,
Theoretical and Applied Climatology

60. Climate patterns in north central China during the last 1800 yr and their possible driving force, Tan et al, 07/2011, read more here. “…Solar activity may be the dominant force that drove the same-phase variations of the temperature and precipitation in north central China.”

61. On the time-varying trend in global-mean surface temperature. Wu et al, 07/2011; Read more here.

62. Multifractal Detrended Cross-Correlation Analysis of Sunspot Numbers and River Flow Fluctuations, Hajian & Movahed, 07/2011; read more here. “…there exists a long-range cross-correlation between the sunspot numbers and the underlying streamflow records.”

63. Holocene hydrological changes in south-western Mediterranean as recorded by lake-level fluctuations at Lago Preola, a coastal lake in southern Sicily, Italy, Magny et al, 06/2011; read more here. “…climate oscillation around 7500 – 7000 cal BP may have resulted from combined effects of a strong rate of change in insolation and of variations in solar activity.”

64. Abrupt Holocene climate change and potential response to solar forcing in western Canada. Gavin et al, 05/2011: read more here. “…possible link between solar minima and El Niño-like conditions that are correlated with warm spring temperature in interior British Columbia.”

65. Temperature prognosis based on long sunspot cycle 23, Solheim et al, 05/2011, read more here. “…We find that for the Norwegian local stations investigated that 30-90% of the temperature increase in this period may be attributed to the Sun. For the average of 60 European stations we find !60% and globally (HadCRUT3) 50%.”

66. Possible impact of interplanetary and interstellar dust fluxes on the Earth’s climate, M. G. Ogurtsov, O. M. Raspopov, 04/2011, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 51, Number 2, pp. 275-283

67. A new approach to the long-term reconstruction of the solar irradiance leads to large historical solar forcing (PDF), A. I. Shapiro et al., 04/2011, Astronomy & Astrophysics, Volume 529, A67

68. Variations in climate parameters at time intervals from hundreds to tens of  millions of years in the past and its relation to solar activity, O. M. Raspopov et. al., 02/2011, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 73, Issues 2–3, pp. 388–399

69. Natural climatic oscillations driven by solar activity, A. A. Gusev, 02/2011, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 51, Number 1, pp. 131-138

70. Variations in tree ring stable isotope records from northern Finland and their possible connection to solar activity, Maxim Ogurtsov, 02/2011, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 73, Issues 2–3, pp. 383–387

71. New Basic One-Dimensional One-Layer Model Obtains Excellent Agreement with the Observed Earth Temperature, Link et al, 01/2011; read more here.

72. Sun–earth relationship inferred by tree growth rings in conifers from Severiano De Almeida, Southern Brazil
(Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, 01/2011) – A. Prestes et al.

73. Solar-geomagnetic activity influence on Earth’s climate Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, 01/2011) – S. Mufti, G.N. Shah

74. Northern Hemisphere temperature patterns in the last 12 centuries, F. C. Ljungqvist, 2011; “…dominance of negative anomalies is observed from the 16th to 18th centuries […] 20th century warming is within the range of natural variability over the last 12 centuries.”

2010

75. Latitude dependency of solar flare index–temperature relation occuring over  middle and high latitudes of Atlantic–Eurasian region, A. Kilcik et al., 12/2010, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 72, Issue 18, pp. 1379–1386

76. Dynamical Response of the Tropical Pacific Ocean to Solar Forcing During the Early Holocene, Thomas M. Marchitto et al., 12/2010, Science, Volume 330, Number 6009, pp. 1378-1381

77. The Influence of the Atmospheric Transmission for the Solar Radiation and Earth’s Surface Radiation on the Earth’s Climate (PDF), Habibullo I. Abdussamatov, Alexander I. Bogoyavlenskii, Sergey I. Khankov, Yevgeniy V. Lapovok, 10/2010, Journal of Geographic Information System, Volume 2, Number 4, pp. 194-200

78. A new reconstruction of temperature variability in the extra-tropical northern hemisphere during the last two milleina, Ljungqvist, 09/2010; “…mean temperatures seem to have reached or exceeded the 1961–1990 mean temperature level during substantial parts of the Roman Warm Period and the Medieval Warm Period.”

79. Solar forcing of the semi-annual variation of length-of-day, Jean-Louis Le Mouel et al., 08/2010, Geophysical Research Letters, Volume 37, Number 15

80. Quantifying and specifying the solar influence on terrestrial surface temperature (PDF), C. de Jager, S. Duhau, B. van Geel, 08/2010, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 72, Issue 13, pp. 926-937

81. Empirical evidence for a celestial origin of the climate oscillations and its implications (PDF), Nicola Scafetta, 08/2010, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 72, Issue 13, pp. 951-970

82. Difference in the air temperatures between the years of solar activity maximum and minimum and its mechanism, A. I. Laptukhov, V. A. Laptukhov, 06/2010, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 50, Number 3, pp. 375-382

83. A statistically significant signature of multi-decadal solar activity  changes in atmospheric temperatures at three European stations, Vladimir Kossobokov, Jean-Louis Le Mouel and Vincent Courtillot, 05/2010, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 72, Issues 7-8, pp. 595-606

84. Why Hasn’t Earth Warmed as Much as Expected?, Schwartz et al, 05/2010: read more here. “…The observed increase in global mean surface temperature (GMST) over the industrial era is less than 40% of that expected from observed increases in long-lived greenhouse gases…”

85. Solar activity and climatic variability in the time interval from 10 to 250 Ma ago, O. M. Raspopov et al., 04/2010, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 50, Number 2, pp. 141-152

86. Variations in tree ring stable isotope records from northern Finland and their possible connection to solar activity, Ogurtsov et al, 02/2010; read more here. “…carbon and oxygen stable isotope records reveal variations in the periods around 100, 11 and 3 years. A century scale connection between the 13C/12C record and solar activity is most evident.”

87. Variations in climate parameters at time intervals from hundreds to tens of millions of years in the past and its relation to solar activity , Raspopov et al, 02/2010; read more here. “… analysis of 200-year climatic oscillations in modern times and also data of other researchers referred to above suggest that these climatic oscillations can be attributed to solar forcing.”

88. Possible manifestation of nonlinear effects when solar activity affects climate changes,  M. G. Ogurtsov et al., 02/2010, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 50, Number 1, pp. 15-20

89. Solar Minima, Earth’s rotation and Little Ice Ages in the past and in the future: The North Atlantic–European case, Nils-Axel Morner, 01/2010, Global and Planetary Change

90. Evolution of seasonal temperature disturbances and solar forcing in the US North Pacific, Vincent Courtillot, Jean-Louis Le Mouel, E. Blanter, M. Shnirman, 01/2010,
Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 72, Issue 1, pp. 83–89

91. A solar pattern in the longest temperature series from three stations in Europe, Jean-Louis Le Mouel, Vladimir Kossobokov, Vincent Courtillot, 01/2010, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 72, Issue 1, pp. 62-76

2009

92. Quasisecular cyclicity in the climate of the Earth’s Northern Hemisphere and its possible relation to solar activity variations, M. G. Ogurtsov et al., 12/2009, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 49, Number 7, pp. 1056-1062

93. Long-term solar activity as a controlling factor for global warming in the 20th century, V. A. Dergachev, O. M. Raspopov, 12/2009, Geomagnetism and Aeronomy, Volume 49, Number 8, pp. 1271-1274

94. Empirical analysis of the solar contribution to global mean air surface temperature change (PDF), Nicola Scafetta, 12/2009, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 71, Issues 17-18, pp. 1916-1923

95. Possible orographic and solar controls of Late Holocene centennial-scale  moisture oscillations in the northeastern Tibetan Plateau (PDF), Cheng Zhao et al., 11/2009, Geophysical Research Letters, Volume 36, Number 21

96. Evidence for Obliquity Forcing of Glacial Termination II, R. N. Drysdale et al., 09/2009, Science, Volume 325, Issue 5947, pp. 1527-1531

97. Evidence for solar forcing in variability of temperatures and pressures in Europe, Jean-Louis Le Mouel et al., 08/2009, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 71, Issue 12, pp. 1309-1321

98. Amplifying the Pacific Climate System Response to a Small 11-Year Solar Cycle Forcing (PDF), Gerald A. Meehl et al., 08/2009, Science, Volume 325, Number 5944, pp. 1114-1118

99. Phase-coherent oscillatory modes in solar and geomagnetic activity and climate variability, Milan Palus, Dagmar Novotna, 06/2009, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 71, Issues 8–9, pp. 923–930

100. ARIMA representation for daily solar irradiance and surface air temperature time series (PDF), Olavi Karner, 06/2009, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 71, Issues 8-9, pp. 841-847

101. Tropical Water Vapor and Cloud Feedbacks in Climate Models: A Further Assessment Using Coupled Simulations, Sun et al, 03/2009; read more here. “…underestimating the negative feedback from cloud albedo and overestimating the positive feedback from the greenhouse effect of water vapor over the tropical Pacific during ENSO is a prevalent problem of climate models.

102. ACRIM-gap and TSI trend issue resolved using a surface magnetic flux TSI proxy model (PDF), Nicola Scafetta, Richard C. Willson, 03/2009, Geophysical Research Letters, Volume 36, Number 5

103. Supporting material document for: ACRIM-gap and TSI trend issue resolved using a surface magnetic flux TSI proxy model, Nicola Scafetta, Richard C. Willson, Supplement, 2009 (PDF)

104. Episodes of relative global warming (PDF), C. de Jager, S. Duhau, 02/2009, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 71, Issue 2, pp. 194-198

105. Understanding Solar Behaviour and its Influence on Climate, Timo Niroma, 01/2009, Energy & Environment, Volume 20, Numbers 1-2, pp. 145-159

106. The Sun’s Role in Regulating the Earth’s Climate Dynamics, Richard Mackey, 01/2009, Energy & Environment, Volume 20, Numbers 1-2, pp. 25-73

107. Sun-Climate Linkage Now Confirmed (PDF), Adriano Mazzarella, 01/2009, Energy & Environment, Volume 20, Numbers 1-2, pp. 123-130

108. Solar Cycle 24: Expectations and Implications (PDF), David C. Archibald, 01/2009, Energy & Environment, Volume 20, Number 1-2, pp. 1-10

109. Earth’s Radiative Equilibrium in the Solar Irradiance (PDF), Martin Hertzberg, 01/2009, Energy & Environment, Volume 20, Numbers 1-2, pp. 85-95

2008

110. Using the oceans as a calorimeter to quantify the solar radiative forcing (PDF), Nir J. Shaviv, 11/2008, Journal of Geophysical Research, Volume 113, Issue A11

111. Solar Forcing of the Stream Flow of a Continental Scale South American River (PDF), Pablo J. D. Mauas et. al., 10/2008, Physical Review Letters, Volume 101, Issue 16

112. Non-linear alignment of El Nino to the 11-yr solar cycle, Warren B. White, Zhengyu Liu, 10/2008, Geophysical Research Letters, Volume 35, Number 19

113. A History of Solar Activity over Millennia, Ilya G. Usoskin, 10/2008; read more here. “…New paper: Solar activity at end of 20th century was the highest in 1200 years.”

114. On the relationship between global, hemispheric and latitudinal averaged air surface temperature (GISS time series) and solar activity, Souza Echer et al, 10/2008; read more here.

115. Solar activity and its influence on climate, C. de Jager, 09/2008 (PDF) (Netherlands Journal of Geosciences, Volume 87, Issue 3, pp. 207–213

116. Solar Forcing of Changes in Atmospheric Circulation, Earth’s Rotation and Climate (PDF), Adriano Mazzarella, 08/2008, The Open Atmospheric Science Journal, Volume 2, Issue 1, pp. 181-184

117. Evidence for a solar signature in 20th-century temperature data from the USA and Europe (PDF), Jean-Louis Le Mouel et al., 07/2008, Comptes Rendus Geosciences, Volume 340, Issue 7, pp. 421-430

118. Proxy-based reconstructions of hemispheric and global surface temperature variations over the past two millennia, Mann et al, 2008; “…The reconstructed amplitude of change over past centuries is greater than hitherto reported, with somewhat greater Medieval warmth in the Northern Hemisphere, albeit still not reaching recent levels.” (Thanks for the correction, MHB).

119. Impact of variations in solar activity on hydrological decadal patterns in northern Italy,  D. Zanchettin et al., 06/2008, Journal of Geophysical Research, Volume 113, Issue D12

120. The influence of the de Vries (not, vert, similar 200-year) solar cycle on  climate variations: Results from the Central Asian Mountains and their  global link (PDF), O. M. Raspopov et al., 03/2008, Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, Volume 259, Issue 1, pp. 6-16

121. Sun-Climate Complexity Linking (PDF), Bruce J. West, P. Grigolini, 02/2008, Physical Review Letters, Volume 100, Issue 8

122. Temperature variations at Lake Qinghai on decadal scales and the possible relation to solar activities, Hai Xu, Xiaoyan Liu, Zhaohua Hou, 01/2008, Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, Volume 70, Issue 1, pp. 138-144

123. Phenomenological reconstructions of the solar signature in the Northern Hemisphere surface temperature records since 1600 (PDF),  Nicola Scafetta, Bruce J. West, 11/2007, Journal of Geophysical Research, Volume 112, Issue D24

Fonte : http://notrickszone.com/2013/10/11/gross-scientific-negligence-ipcc-ignored-huge-body-of-peer-reviewed-literature-showing-suns-clear-impact/

Goce potrebbe cadere in Italia ! Comunicato della protezione civile

Riporto importante comunicazione rilasciata dal nostro dipartimento della protezione civile.

http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_com.wp;jsessionid=94F49A01D164AC50DBB7070B27467F2A?contentId=COM42301

Come ormai noto, sta per rientrare sulla Terra il satellite denominato GOCE (Gravity Field and Steady State Ocean Circulation Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), lanciato il 17 marzo 2009 con l’obiettivo di produrre una mappa gravitazionale, precisa e ad alta risoluzione, del geoide terrestre.

Nell’ultimo aggiornamento fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ai membri del gruppo costituito per monitorare l’evoluzione della situazione e composto da tecnici del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, dell’ASI stessa, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dell’ENAV, dell’ENAC, di ISPRA, del Comando Operativo Interforze e del Friuli Venezia Giulia in rappresentanza di tutte le Regioni, la finestra temporale ipotizzata per il rientro incontrollato del satellite è stata spostata in avanti rispetto alle precedenti comunicazioni, aprendosi alle 22 di oggi, sabato 9 novembre, e chiudendosi alle 13 di lunedì 11.
Rimane, comunque, alta l’incertezza sia sul comportamento che terrà GOCE sia sulla traiettoria che seguirà nel suo rientro incontrollato poiché, pur essendo senza carburante, non ha ancora perso il controllo del suo assetto. L’ESA prevede che la maggior parte di GOCE, che non contiene materiale pericoloso, si disintegrerà nell’atmosfera e che solo alcune parti (di cui la più pesante non dovrebbe superare i 95 kg) potrebbero resistere fino all’impatto con la superficie terrestre.

Dunque, quando e dove gli eventuali frammenti del satellite cadranno sulla terra non può ancora essere previsto. Al momento, all’interno dell’arco temporale che va dalla sera di oggi alla tarda mattinata dell’11, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio. Le finestre di interesse per l’Italia sono, per ora, tre: dalle 8.26 alle 9.06 di domenica, 10 novembre, coinvolgendo potenzialmente il Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna; dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre, periodo per il quale non sono ancora disponibili informazioni poiché sono ancora in corso le elaborazioni delle traiettorie possibili da parte di ASI.

L’Agenzia Spaziale Italiana, in raccordo con l’ESA, continuerà a rilasciare periodicamente le disponibili previsioni di rientro, al fine di mantenere l’intero sistema di protezione civile aggiornato.
Eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. Pertanto, non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi.
Tuttavia, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione qualora si trovi, nel corso degli intervalli temporali di interesse per l’Italia, nei territori potenzialmente esposti all’impatto:

– è poco probabile che i frammenti causino il crollo di strutture: per questo sono da scegliere luoghi chiusi;
– i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
– all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi).

Michele