Archivio mensile:Dicembre 2013

Il dott. Judah cohen entra in collaborazione col progetto opi+implementazione new software

Vi abbiamo dato appuntamento ad oggi per rendervi partecipi di una notizia straordinaria, che abbiamo grande piacere di condividere insieme a voi. Ci scusiamo dell’eccessiva attesa, ma per motivi logistici ci siamo visti costretti a rimandare il tutto a stamani.

Lo studio dell’OPI ha avuto notevole risonanza all’estero, con particolare riferimento agli USA, dove addirittura è stato citato da alcune emittenti radiotelevisive (tra cui l’NBC), attirando la curiosità del mondo scientifico. A tal proposito siamo stati contattati, ed è questa la notizia di cui volevamo rendervi partecipi, da uno dei massimi esponenti di questo settore: parliamo di Judah Cohen.

Il Dott. Judah Cohen gode di una grande reputazione nell’ambito accademico e scientifico mondiale, ricomprendo cariche di alto prestigio nel settore di coordinamento, ricerca e prevenzione dei fenomeni atmosferici negli USA.

In particolare da diversi anni è Direttore della Sezione “Previsioni Stagionali” presso l’AER (Atmospheric and Environmental Research) , affiliato con il Dipartimento di Ingegneria Civile nel Massachusetts Institute of Technology (MIT). Inoltre lavora in collaborazione con la NASA , il NOAA ed il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è membro della American Meteorological Society (AMS) e dell’American Geophysical Union (AGU) ed ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso la Columbia University di New York.

Da sempre impegnato nello sviluppo delle previsioni stagionali ,si è particolarmente distinto ed affermato in tutto il mondo per i suoi studi sull’importanza della copertura nevosa euroasiatica come fattore predittivo per la stagione invernale. Tra le sue svariate pubblicazioni quella più conosciuta è quella relativa alla scoperta dell’indice SAI (”Snow Advanced Index” calcolato in ottobre) che possiede una elevata correlazione con il valor medio del più importante e descrittivo indice della stagione invernale, ovvero l’AO(“Arctic Oscillation”).


Nella fig. 1 è mostrata la correlazione tra il SAI, calcolato sull’innevamento al di sotto del 60^ parallelo sul settore euroasiatico che si verifica nel mese di ottobre , e l’AO del successivo quadrimestre invernale DJFM . La correlazione risulta molto elevata e pari all’81%.

Il suo interesse per l’indice OPI, come egli stesso ci ha riferito, è derivato dal grande scalpore che ha suscitato oltre i confini Italiani, sia in Europa che negli Stati Uniti, e soprattutto per l’attinenza con il suo indice SAI, sia in riferimento al periodo temporale di calcolo dell’indice, che per l’elevata correlazione con l’indice AO (addirittura superiore al SAI). Cohen ci ha proposto da subito una collaborazione in merito a queste tematiche, collaborazione che porteremo avanti con grande entusiasmo e determinazione, e con l’obbiettivo comune di migliorare sempre più i modelli nell’ambito delle previsioni stagionali invernali.

Il nostro primo incontro avverrà in primavera, quando Cohen verrà a trovarci in Italia, mentre nella fase successiva saremo noi a partire per gli USA, con destinazione Atmospheric and Environmental Research(AER).

Uno dei principali obiettivi che ci siamo posti di raggiungere con Cohen, è quello di sviluppare la tematica inerente la previsione relativa alle sottofasi stagionali a partire dall’andamento medio della stagione invernale stessa (sviluppo temporale delle principali fasi invernali), ovvero di cercare di individuare, già da fine ottobre, le caratteristiche salienti dell’andamento dell’attività d’onda planetaria del successivo trimestre invernale.

A questo proposito abbiamo scoperto già da tempo una notevole corrispondenza, in base alla quale abbiamo poi tracciato la previsione concernente il presente inverno (stagione invernale 2013-2014) ma che non era presente nel precedente studio. Infatti solo da poco siamo riusciti ad implementare su uno specifico software di calcolo la funzione che riproduce l’andamento dell’attività d’onda troposferica nel corso dell’inverno. Sebbene il calcolo necessiti di ulteriori sviluppi (nonché correzioni), vi mostriamo l’elaborazione inerente la presente stagione:


Nella fig. 2 è mostrata l’andamento, desunto dalle nuove elaborazioni, dell’attività d’onda planetaria caratterizzante il trimestre invernale 2013-2014.

Grazie a questo grafico, assieme alle informazioni relative all’allocazione ed al grado di intrusività delle onde planetarie (vedi prima pubblicazione), si possono trarre importanti e “dettagliate” indicazioni non solo a livello medio generale ma anche in termini temporali, individuando le principali sottofasi nel corso dell’intera stagione.

Quest’anno ad esempio si nota chiaramente come a livello troposferico (la nostra ricerca ci consente di individuare direttamente i risvolti troposferici, senza dover passare minimamente per i complessi e talvolta astrusi ragionamenti in merito alle dinamiche di interazione tropo-stratosferica), dopo una primissima fase di maggiore attività d’onda (fine novembre-inizio dicembre), si sarebbe avuto un rapido indebolimento della stessa, che avrebbe portato il vortice polare a raggiungere un discreta compattezza già intorno a metà dicembre.

Fatto salvo un temporaneo nonché flebile disturbo intorno a fine dicembre (quando potremmo assistere ad un temporaneo abbassamento del getto alle medie latitudini), la massima compattezza del VP potrebbe essere raggiunta a Gennaio (soprattutto prima parte). Successivamente invece, e quindi a partire dalla seconda metà del mese, si potrebbe assistere ad un primo debole rafforzamento dell’attività d’onda planetaria che culminerebbe a febbraio (grossomodo tra la fine della prima decade e la seconda).

A tal proposito, il pattern generale che dovrebbe contraddistinguere questa nuova fase prettamente artica è quello ben spiegato nell’OUTLOOK ufficiale uscito ad inizio novembre. Pertanto si prevede un’elevata possibilità di assistere per questo periodo ad una o più discese molto fredde in grado di spingersi più ad ovest grazie ad una maggiore capacità intrusiva dell’onda atlantica rispetto alla prima fase invernale (anche se le zone maggiormente favorite rimarrebbero quelle centro-orientali). Vista la direttrice Nord-Orientale, nelle fasi culminanti potremmo essere interessati da termiche rilevanti (anche -10/-15 a 850 hPa).


La fig. 3 mostra le anomalie di geopotenziale alla quota di 500hpa che potrebbero caratterizzare la fase artica di febbraio con un onda atlantica (hp delle azzorre) moderatamente più intrusiva verso il polo, rispetto alla configurazione di fine Novembre-prima fase di Dicembre, ed dunque in grado di favorire una maggiore estensione delle correnti fredde verso le aree più occidentali.

Per quanto riguarda la prima fase appena trascorsa, è da annotare un’elevata performance del nostro modello previsionale. In particolare si prevedeva che uno dei massimi dell’attività d’onda planetaria (fasi di maggiore stampo invernale) si avesse nelle battute iniziali dell’inverno (fine novembre-prima fase di dicembre) con un avvio incisivo e precoce della stagione invernale su diverse zone alle medie latitudini (con particolare riferimento agli USA ed all’ Europa balcanica/orientale). Tuttavia, come ben previsto (a partire dall’attenta analisi del pattern di ottobre), “una simile configurazione d’onda planetaria (wave 1 e 2) ha favorito una discreta compattezza del VP ed una limitata capacità intrusiva d’onda atlantica”, sebbene in una delle “fasi di massima espressione d’onda planetaria”. In altre parole, sebbene nel corso di una delle fasi di massima oscillazione del getto (discese fredde), “l’Anticiclone delle Azzorre, in presenza di una forte anomalia negativa polare centrata tra Scandinavia settentrionale e mare di Kara, non è riuscito a penetrare sino alle latitudini più settentrionali rimanendo più centrato tra Isole Britanniche e Penisola Scandinava, in un contesto di AO comunque tra il neutro ed il positivo.


La fig. 4 mostra l’andamento della AO. Da questa si vede come nella prima parte invernale, sebbene in uno dei periodi di massima attività d’onda della stagione, la AO si sia mantenuta comunque su valori tra il neutro ed il positivo.

Per ciò che attiene in particolare il discorso europeo, in questa primissima fase invernale si è registrata costantemente “un’ onda atlantica non intrusiva alle latitudini più settentrionali e dunque centrata ad ovest del continente (grossomodo Gran Bretagna) ed un flusso in scorrimento sul suo bordo orientale, tendendo ad interessare maggiormente le zone dell’est europeo e dell’area balcanica. In riferimento al nostro Paese, nel caso di configurazioni come quella descritta, le zone più coinvolte sono quello del medio e basso adriatico”. Di seguito si riporta la carta di reanalisi del NOAA relativa alla prima fase invernale (fine novembre-prima parte di dicembre):


fig.5

Da questa (fig.5)possiamo notare come effettivamente l’onda atlantica sia risultata poco intrusiva e si sia posizionata a ridosso del continente europeo, tra Gran Bretagna e Penisola Scandinava, favorendo discese artiche dirette principalmente sull’est europeo e sui Balcani.

Con particolare riferimento al nostro paese, il periodo più favorevole si è avuto a fine novembre quando molte zone del medio basso adriatico sono state investite da intense correnti di estrazione polare che hanno portato nevicate intense a quote collinari con episodi nevosi che hanno interessato anche le zone costiere.


Fig.6 : La carta mostra le anomalie alla quota geopotenziale di 500 hPa che si sono avute a fine novembre. Da queste si nota come un intenso nucleo gelido in discesa da nord-est abbia interessato l’Italia.

Quella che segue(fig.7) invece è la carta proposta nell’OUTLOOK in riferimento alle fasi artiche culminanti per il periodo in esame:


Fig.7

L’entusiasmo ed il forte interesse che hanno suscitato lo studio dell’OPI  soprattutto negli USA, ci ha spinto a redigere un OUTLOOK anche per il Nord America (http://www.americanwx.com/bb/index.php/topic/41639-seasonal-winter-20132014-forecast-based-on-opi-index/).

Anche in questo caso le performance sono molto elevate in quanto per lo stesso periodo si era previsto di un inizio della stagione invernale incisivo grazie ad un forte anticiclone delle Aleutine in elevazione sul Golfo d’Alaska favorevole ad intense discese gelide dirette principalmente sugli stati centrali ed orientali del continente americano:


Fig.8 : La presente carta è tratta dall’OUTLOOK e relativa all’america settentrionale , pubblicata sul sito “American Weather”


Fig.9: La carta mostra le anomalie alla quota Geopotenziale di 500 hPa che si sono avute in questa prima fase invernale (fine Novembre – prima parte di Dicembre).

Per quanto riguarda la fase immediatamente successiva a quella iniziale sopra dibattuta, nell’OUTLOOK si diceva che già intorno alla metà del mese di dicembre “si sarebbe aperto il periodo di massima intensità del VP (attività d’onda debole/assente)…”.


La fig. 10 mostra l’andamento della AO. Si vede che dopo questa prima fase di maggiore “debolezza” del vortice polare inizia a concretizzarsi la massimo di rinforzo con la AO tendente a valori estremamente elevati.

E’ senz’altro troppo presto per trarre conclusioni in merito a questo inverno, tuttavia possiamo già affermare di essere estremamente orgogliosi che una delle persone più brillanti, importanti ed affermate del pianeta nell’ambito scientifico, Judah Cohen, ci abbia contattato per svolgere una collaborazione che speriamo ci porterà, dopo la sua visita in Italia nella quale discuteremo insieme i programmi e gli obiettivi da raggiungere, a dibattere queste affascinanti tematiche negli ambienti delle più prestigiose università americane nelle quali egli insegna e con cui collabora: Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston e la Columbia University di New York.

In conclusione ci teniamo a precisare che non si tratta di un successo meramente personale, in quanto frutto del lavoro che in molti hanno svolto e portato avanti in questi anni, suscitando sempre più interesse e proficui dibattiti in merito a questi argomenti decisamente ostici e prima sconosciuti nel Paese. E qui ci rivolgiamo soprattutto ai pionieri forumisti delle teleconnessioni che, per pura e semplice passione, hanno promosso ed incoraggiato lo studio di una materia che in Italia aspetta ancora il giusto riconoscimento a livello ufficiale . Insomma, non si può che definire il coronamento del “sogno” della collettività dei meteo appassionati italiani.

Con l’occasione ci teniamo ad augurare a voi tutti un felice Natale ed un sereno anno nuovo.

Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti, Filippo Casciani ed Andrea Zamboni membri del Center for Study on Climate and Teleconnections di “Centro Meteo Toscana”

Indici meteo-climatici di Novembre-Dicembre e prospettive meteo-climatiche invernali

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’autunno – riepilogo

L’autunno italiano, ma anche europeo, è stato caratterizzato da una certa prevalenza di alte pressioni, specie nell’area mediterranea, con presenza di vaste anomalie positive di temperatura. Ottobre, da questo punto di vista, tranne una piccola parentesi fredda, è risultato particolarmente asciutto e mite, al Sud persino caldo. Novembre è invece risultato più instabile e dinamico, tra caldo e freddo, pur essendo alla fine complessivamente mite.

 

Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (Ottobre)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (0,094) -0,093
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,87) valore di dicembre non ancora disponibile
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,37) +0,16
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+11,7) +12,4
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+8,7) +9,7
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, tra le zone 3 e 4, l’intensità è prevista ancora molto debole almeno fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da molti mesi si mostra sostanzialmente neutro. La debole Nina prima presente nel comparto est (zone 1+2, a ridosso delle coste del Sudamerica), ha ormai lasciato il posto ad una lieve positività (Nino). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un Nino molto debole appunto nel comparto est oceanico, mentre altrove si prolungherebbero ulteriormente e almeno fino a Marzo 2014 sostanziali condizioni di neutralità. Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO, indipendentemente dalle previsioni del NOAA, pur da prendere seriamente in considerazione. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale, tranne che nel settore est, dove invece prevalgono anomalie negative, mentre le previsioni NOAA intravvedono l’affermazione di anomalie positive.

Le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

 

Immagine SST

 

Non è in sostanza più presente l’anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa, rilevata nel mese scorso. Per il resto, non si notano rilevanti cambiamenti, specie nell’Emisfero Settentrionale. Si osserva come il Mediterraneo occidentale si sia decisamente raffreddato, mentre quello orientale presenti ancora acque relativamente tiepide.

2. La PDO è tornata negativa da alcuni mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 ha ripreso a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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L’inverno 2013-2014 – Prima parte

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato una prevalenza di figure anticicloniche, alternate ad alcuni temporanei ma localmente anche molto intensi episodi di maltempo. Questi si sono accentuati nel mese di novembre, quando alle consuete perturbazioni atlantiche si è per alcuni giorni sostituito un flusso freddo di origine artica. Dicembre però ha visto nuovamente il ritorno di una potente figura di alta pressione, sul Mediterraneo e in generale sull’Europa meridionale, specie in Italia e nei paesi limitrofi. Prima si è trattato di una figura “a omega”, con perno sull’Europa occidentale, poi si è distesa sui paralleli. Il freddo è perciò rimasto confinato molto più a nord e ad est, dove ha portato una notevole ondata di freddo e di neve, che ha investito gran parte del Medio Oriente e si è spinta fino in Egitto.

Abbiamo assistito e stiamo assistendo a bel tempo in montagna e lungo le coste, con temperature miti. Invece nelle pianure, specie in Pianura Padana, si sono verificate e si stanno manifestando tuttora frequenti nebbie ed estese gelate, con formazioni di ghiaccio che, la notte ed al primo mattino, possono risultare insidiose per la circolazione automobilistica.

Ora si tratta di capire che cosa potrà accadere nei prossimi giorni e magari anche nelle prossime settimane.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le prime ore del mattino di giovedì 19 dicembre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene la contrapposizione tra un Vortice Polare (a sinistra in altro) che cerca di conquistare l’Europa occidentale e insinuarsi nel Mediterraneo e un’alta pressione (in basso, distesa dall’Atlantico fino al Mar Nero ed oltre, attraverso il Mediterraneo) che resiste e peraltro si alimenta della stessa forza del Vortice Polare.

Per quanto si può dire al momento, sembra che il Vortice Polare riesca lentamente a scendere di latitudine, verso le Alpi ed il Mediterraneo, ma senza conquistarli: invierà una prima piccola “onda” perturbata in settimana, in grado di portare qualche pioggia sull’Italia e un po’ di neve sui nostri monti, tuttavia senza freddo. Insomma, si tratterebbe di una parentesi autunnale in ritardo. Poi, probabilmente, l’alta pressione avrà nuovamente il sopravvento, almeno fin verso il 24.

Bisogna però anche rimarcare il fatto che l’evoluzione citata è quella prevista dal modello americano GFS e dal modello LAM; ECMWF (Reading), modello europeo, finora propende per una maggiore resistenza dell’alta pressione e quindi per una ulteriore prosecuzione delle condizioni attuali.

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Possibile evoluzione successiva (Fine anno e inizio Gennaio)

La via di uscita da un’alta pressione così tenace sembra comunque essere quella di un progressivo avvicinamento delle perturbazioni atlantiche, che probabilmente riusciranno ad indebolire e poi a demolire “muro” di alta pressione, almeno per qualche giorno.

Attualmente, AO e NAO promettono di restare positivi, anche nettamente, almeno fino alla fine dell’anno, pur con la consueta tendenza ad una maggiore dispersione dei membri previsionali e sebbene l’AO mostri un certo calo medio proprio alla fine dell’anno.

Immagine AO

Immagine NAO

Questo andamento positivo dipende dal fatto che le alte pressioni sono tutte o quasi a latitudini più basse (ad esempio sul Mediterraneo, AO) e non hanno tendenza a proiettarsi verso nord (NAO) per favorire discese fredde verso sud.

Naturalmente, non dimentichiamoci mai del fatto che AO e NAO non sono indici predittivi, ovvero non anticipano tendenze, ma solo descrittivi, quindi sintetizzano quanto il modello di previsione GFS già prospetta in dettaglio.

Insomma, per ora non sembrano esserci prospettive concrete di un avvio della stagione invernale consono alla sua reputazione.

E poi, all’inizio dell’anno nuovo, che cosa succederà? Arriverà l’inverno, quello vero? Oppure l’anticiclone prevarrà nuovamente?

Attualmente, le previsioni stratosferiche indicano che il Vortice Polare è in fase di raffreddamento e rafforzamento, ovvero sta diventando più compatto. Ciò inibisce qualsiasi possibilità di discese fredde verso l’Europa.

Attualmente, condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. come detto, il Vortice Polare è in fase di rafforzamento e non è in vista alcuno stratwarming;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante; buona parte della Siberia è e sarà nei prossimi giorni preda di depressioni artiche e il grosso delle alte pressioni staziona e stazionerà più a sud.

Infine, si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (fiacco) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso. E’ però possibile (anche se non molto probabile) che la QBO cambi segno a quote superiori a 50hpa a febbraio, consentendo così lo “sblocco” della situazione.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue

Randy Schekman: Basta con una scienza trendy !

È il corrispettivo scientifico del Movimento dei Forconi. Un premio Nobel (medicina 2013) che nel giorno della premiazione a Stoccolma direttamente dalle mani del re di Svezia annuncia di boicottare le tre principali riviste scientifiche del mondo (Nature, Science e Cell) finora non si era mai visto. Ma Randy Schekman, biologo americano premiato per aver scoperto il meccanismo che regola il trasporto di molecole dentro le cellule, non ha peli sulla lingua, e nemmeno timori reverenziali.

  • ATTACCO

Le principali riviste scientifiche distorcono il processo scientifico e rappresentano una «tirannia» che va spezzata, scrive Schekman sul Guardian, annunciando che il suo laboratorio all’Università di Berkeley in California non darà più i propri lavori alle tre riviste messe sotto la gogna. Schekman, che è anche socio dell’Accademia dei Lincei, dice che le «pressioni per pubblicare su testate prestigiose incoraggia i ricercatori a “tralasciare”» risultati contrastanti e a inseguire ricerche «di richiamo» (trendy) al posto di quelle più importanti.

  • COME I MARCHI DEL LUSSO

Schekman cita l’Accademia delle scienze cinese, che versa circa 22 mila euro agli autori che riescono a pubblicare sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. Inoltre alla guida di queste non ci sono scienziati, ma professionisti della comunicazione che favoriscono i lavori che possono ottenere un rilancio sui media mondiali. Il biologo va giù duro: «Queste riviste assomigliano ai marchi del lusso, che fanno edizioni limitate di borse e vestiti a prezzi proibitivi: restringono il numero delle ricerche accettate in modo da fare artificialmente aumentare “il valore” della pubblicazione tramite il “fattore di impatto” (le citazioni dell’articolo pubblicato, ndr) venduto come marketing».

  • OPEN ACCESS

Schekman cita i recenti articoli che sono stati ritirati da Science dopo che erano emersi errori grossolani, come quello sulle cellule staminali, oppure sulle relazioni tra violenza e coloro che buttano i rifiuti per strada e altri ancora. Il biologo Usa è un fautore delle riviste online open-access (ne dirige una), in modo che tutti i ricercatori possano pubblicare e poi saranno gli altri studiosi a giudicare la correttezza delle ricerche.

 

Fonte : http://www.corriere.it/scienze/13_dicembre_10/schekman-le-principali-riviste-scientifiche-danneggiano-scienza-554ac088-61b7-11e3-9835-2b4fbcb116d9.shtml

Michele

Veloce aggiornamento dell’attività solare, possibile un rimbalzo degli emisferi ?

Continua la moderata fase di ripresa dell’attività solare. Il flusso solare corretto alle 20:00 di Lunedì 9 Dicembre 2013, risulta essere pari a 163.

http://www.spaceweather.gc.ca/data-donnee/sol_flux/sx-4-eng.php

Attualmente, fronte Terra si trovano diverse regioni, fra queste, spiccano, per la loro dimensioni, l’Ar 1916 e 1917 e la nuova regione 1918, che ad una prima veloce osservazione , sembra che stia attraversando una fase di crescita, sia come per dimensioni, che per coalescenza magnetica. Inoltre, a breve, due vecchie regioni, l’Ar 1899 e 1904 torneranno ad affacciarsi fronte Terra.

E’ Tuttavia doveroso ed importante sottolineare, come continui la totale assenza di fenomenologie magnetiche, importanti e caratteristiche dei massimi solari, quali flare di Cat. M o X. e/o esplosioni di massa coronale associata.

In conlusione, anche se il flusso solare resta su valori non particolarmente bassi, i progressi e l’avanzamento del ciclo solare ( vedi in particolare il lento viaggio delle macchie solari verso l’equatore solare) risulta essere decisamente  lento e laborioso.

In sintesi, anche se l’inversione magnetica si è completata correttamente, prima per l’emisfero nord (Giugno 2012) e successivamente per l’emisfero sud (Ottobre 2013), ipotizzo che l’effetto o termine completo dello scambi di polarità effettivo fra i due emisferi sia lungo e laborioso e che in un certo senso possa rispecchiare fisicamente ( vedi la meccanica o l’elettronica ) le dinamiche degli oscillatori nella fase di smorzamento (vedi ad esempio il debole minimo solare del 1970, immagine sotto riportata).

Un vero e proprio rimbalzo fra i sopra citati emisferi ? E’ per questo motivo che adesso l’emisfero nord sembra aver di colpo arrestato la sua corsa ? Quando un’emisfero avanza l’altro rallenta la sua evoluzione ?

Sicuramente il successivo step sarà osservare e monitorare le vicende solari in sincro all’allontanamento dei tre pianeti principi, della genesi dei battimenti interni al ciclo solare….. Venere,Giove e la Terra.

Questo però nella primanvera del 2014 e cari utenti di Nia per questo c’è tempo !

Michele

La speranza non deve mai morire

La vicenda riportata in questo racconto, è da non credere e sicuramente ha nulla a che fare con le tematiche trattate e discusse in questo blog. Tuttavia, ho deciso di riportare questa incredibile storia per il suo importante messaggio racchiuso in essa.Il Natale si avvicina cari utenti di nia, il nostro paese e tutti noi siamo in serie difficoltà, non solo economiche, l’incertezze e il disorientamento per il futuro, aumentano giorno dopo giorno, ma ricordate……mai  mollare !

Uomo sopravvive tre giorni in fondo all’atlantico, di MICHELLE FAUL, Associated Press

LAGOS, Nigeria (AP) – Circa 100 metri più in basso, sul fondo dell’Oceano Atlantico, i subacquei aveva già tirato quattro corpi fuori dal rimorchiatore affondato. Poi una mano comparve su uno schermo TV, del monitoraggio del recupero. Tutti davano per scontato che fosse un altro cadavere, e il subacqueo si mosse verso di esso.

“Ma quando è andato a prendere la mano, la mano lo afferrò!”

Ecco cosa Tony Walker, responsabile del progetto per la società olandese DCN Diving, ci ha rivelato durante il salvataggio di maggio. Harrison Odjegba Okene, cuoco nigeriano del rimorchiatore, è sopravvissuto per tre giorni respirando, in una sacca d’aria, una fornitura, in costante diminuzione, di ossigeno. Un video del drammatico salvataggio di Okene èreperibile al seguente ilnk: http://www.youtube.com/watch?v=ArWGILmKCqE – ed è stato pubblicato su Internet, più di sei mesi dopo il salvataggio, ed è finito online solo questa settimana.

Quando la temperatura è scesa a zero, Okene, vestito solo con i boxer, recitò un salmo per sua moglie, che gli aveva inviato in precedenza un messaggio di testo, a volte chiamato la Preghiera per la liberazione.

«Oh Dio, in tuo nome, salvami. … Il Signore sostiene la mia vita. “.

Oggi, Okene crede che il suo salvataggio dopo 72 ore sott’acqua è stato il risultato di una liberazione divina. Quattro degli undici marinai a bordo del rimorchiatore Jascon, sono morti.

Sul video, c’era una esclamazione di paura e shock mostrata dai soccorritori di Okene, e poi la gioia, per aver realizzato che la mano apparteneva a un sopravvissuto.

“Che cos’è? E ‘vivo! Lui è vivo! “. Una voce può essere sentita esclamare.

“E ‘stato spaventoso per tutti”, ha detto Walker in quel momento, parlando in un’intervista telefonica Martedì.

“E’ stato uno shock, per il ragazzo che non sapeva cosa stava succedendo, è anche per il subacqueo mentre era lì in cerca di corpi, e noi (in sala controllo) …… un tiro indietro quando la mano lo afferrò sullo schermo. “

Walker ha detto che Okene non avrebbe potuto rimanere vivo molto più a lungo.

“E’ stato incredibilmente fortunato. Era in una sacca d’aria, ma avrebbe avuto un tempo limitato … e non sarebbe stato in grado, di respirare più.”

Il video completo del salvataggio è stato rilasciato dalla DCN Diving dopo la richiesta della Associated Press. Inizialmente, una versione più breve del salvataggio era emersa su Internet. L’autenticità del video, è stata confermata attraverso le conversazioni con i dipendenti della DCN nei Paesi Bassi. Il video che mostra Okene è  coerente anche con le altre foto di lui, sulla nave di salvataggio. L’AP ha contattato Okene, che ha confermato gli eventi.

Il calvario di Okene è iniziato intorno alle 4:30 del mattino del 26 maggio. Come sempre mi alzai presto, ero in bagno quando il rimorchiatore, uno dei tre che trainavano una petroliera nelle acque ricche di petrolio del Delta della Nigeria, ha un improvviso sussulto e poi si è arenato.

“Ero stordito e ovunque era buio “ Okene, ha detto in un’intervista al quotidiano nazione della Nigeria dopo il suo salvataggio.

Ha tentoni fuori dalla toilette, ha cercato di trovare una via d’uscita, puntellava le porte aperte mentre si muoveva. Ha scoperto alcuni strumenti e un giubbotto di salvataggio con due torce, che ha insaccato nei calzoncini.

Quando ha trovato una cabina della nave affondata, si sentiva al sicuro, ed ha iniziato la lunga attesa, mentre faceva sempre più freddo,  ha giocato con il suo nastro mentale della sua vita, ricordando sua madre, i suoi amici, ma soprattutto la sua moglie da cinque anni, con la quale non aveva ancora generato un figlio.

Era preoccupato per i suoi colleghi, il capitano ucraino e 10 nigeriani, tra cui quattro giovani cadetti dal Maritime Academy della Nigeria. Essi si sarebbero bloccati nelle loro cabine, procedura standard in un’area infestata dai pirati.

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“Ho iniziato a invocare il nome di Dio”, ha detto Okene . “Ho iniziato ricordando i versi che ho letto prima di dormire. Ho letto la Bibbia dai Salmi 54 al 92. Mia moglie mi aveva mandato quei versi da leggere, per quella sera, quando mi ha chiamato prima di andare a letto. “

Okene ha veramente pensato che stava per morire, quando sentì il suono di un motore di barca e gettare l’ancora, ma non è riuscito a ottenere l’attenzione del suo equipaggio. Ha capito, date le dimensioni del rimorchiatore affondato, che ci sarebbe voluto un miracolo per chiunque di individuare lui. Così ha guadato attraverso la cabina, spogliato il muro fino al suo corpo in acciaio e sbattuto su di esso con un martello.

Ma “li ho sentiti allontanare. Erano lontani da dove mi trovavo, “ha detto.

Con il tempo, i sommozzatori lo hanno trovato, ai parenti era già stato detto che non c’erano stati sopravvissuti. L’utilizzo di acqua calda per riscaldarlo, il set di pronto-soccorso, una maschera di ossigeno, lo hanno rianimato. E ‘stato messo in una camera di decompressione e poi è tranquillamente tornato alla superficie.

Prima che la lenta ascesa iniziasse, una voce sul video può essere sentita e chiedere a Okene di alzare il pollice in alto, se avesse capito cosa stava per accadere. Lentamente alzò la mano e tirò fuori il pollice.

“Ottimo lavoro, amico mio.…ben fatto “, dice la voce. “Tu sei un sopravvissuto.”

Michele